Strada statale 602 di Forca di Penne

Strada statale 602
di Forca di Penne
Denominazioni successiveStrada regionale 602 di Forca di Penne
Strada regionale 602 Ex S.S. 602
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Abruzzo
Province  L'Aquila
  Pescara
Dati
ClassificazioneStrada statale
InizioSS 153 presso Capestrano
FineSR 16 bis presso Spoltore
Lunghezza59,007[1] km
Data apertura1970
Provvedimento di istituzioneD.M. 09/07/1970 - G.U. 260 del 14/10/1970[2]
GestoreANAS (1970-2001)
Percorso

La ex strada statale 602 di Forca di Penne (SS 602), ora strada regionale 602 di Forca di Penne (SR 602)[3] in provincia dell'Aquila e strada regionale 602 Ex S.S. 602 (SR 602)[4] in provincia di Pescara, era una strada statale italiana, il cui percorso è per intero sviluppato in Abruzzo. Attualmente è classificata come strada regionale lungo tutto il suo percorso.

Percorso[modifica | modifica wikitesto]

La strada inizia dalla strada statale 153 della Valle del Tirino nei pressi di Capestrano e si addentra nel parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga dirigendosi a nord verso Ofena e successivamente verso sud-est fino al valico della Forca di Penne (918 m s.l.m.). Superato questo passo, la strada procede verso nord-est toccando il centro abitato di Brittoli ed uscendo dal territorio del parco.

La strada continua in direzione nord-est attraversando i centri di Civitaquana e Catignano seguendo il corso del torrente Nora, per poi attraversarlo ed entrare nella Val Pescara a Cepagatti (dall’entrata in paese fino all’incrocio per Chieti è riclassificata e inserita nel percorso della strada statale 81 Piceno Aprutina e gestita da ANAS); una volta attraversati Cepagatti e la sua frazione Villanova, dov'è sito l'omonimo svincolo dell'A25 Torano-Pescara, la strada prosegue seguendo il corso del fiume Pescara nel comune di Spoltore fino ad innestarsi sulla strada regionale 16 bis Adriatica a Villa Raspa, frazione di Spoltore alle porte di Pescara.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Già contemplata nel piano generale delle strade aventi i requisiti di statale del 1959[5], è solo col decreto del Ministro dei lavori pubblici del 9 luglio 1970 che viene elevata a rango di statale con i seguenti capisaldi d'itinerario: "innesto strada statale n. 153 al km 13+800 - Cepagatti - innesto strada statale n. 16 bis a Villa Raspa"[2].

In seguito al decreto legislativo n. 112 del 1998, dal 2001 la gestione è passata da ANAS alla regione Abruzzo, che ha quindi trasferito l'infrastruttura al demanio delle province dell'Aquila e di Pescara[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 settembre 2001 - Modifiche al decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 461, che individua la rete autostradale e stradale nazionale, in attuazione dell'art. 20 della legge 24 novembre 2000, n. 340 - Allegato, su gazzettaufficiale.it, Gazzetta Ufficiale n. 226 del 28 settembre 2001.
  2. ^ a b Decreto ministeriale 9 luglio 1970 - Classificazione tra le statali e declassificazione a provinciali di tratti di strade nelle provincie di L'Aquila e Pescara, su gazzettaufficiale.it, Gazzetta Ufficiale n. 260 del 14 ottobre 1970.
  3. ^ Classificazione della rete stradale provinciale (PDF), su provincialaquila.info, Provincia dell'Aquila. URL consultato il 2 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2017).
  4. ^ Piano di sgombero della neve dalle strade provinciali (PDF) [collegamento interrotto], su provincia.pescara.it, Provincia di Pescara.
  5. ^ Al numero 292 tra le strade non ancora classificate statali nel Decreto ministeriale 27 marzo 1959 - Approvazione del piano generale delle strade aventi i requisiti di statali, comprendente le strade già classificate statali e quelle da classificare tali, gradualmente, a norma della legge 12 febbraio 1958, n. 126, su gazzettaufficiale.it, Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 181 del 30 luglio 1959.
  6. ^ Relazione sulla seduta del Consiglio Regionale dell'Abruzzo del 7 novembre 2006, su consiglio.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 6 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2014).

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