Centro storico di Palermo

Circoscrizione I
circoscrizione
Circoscrizione I – Veduta
Circoscrizione I – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Palermo
Comune Palermo
Amministrazione
PresidenteGiovanni Bronte (centrodestra) dal 12-6-2022
Territorio
Coordinate38°06′56″N 13°21′41″E / 38.115556°N 13.361389°E38.115556; 13.361389 (Circoscrizione I)
Superficie2,5 km²
Abitanti21 489 (2001)
Densità8 605,93 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale90123, 90127, 90129, 90133, 90134, 90135, 90136, 90138, 90139, 90142, 90145, 90146 e 90147
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
TargaPA
Cartografia
Circoscrizione I – Localizzazione
Circoscrizione I – Localizzazione
Sito istituzionale

Il centro storico di Palermo è un'area che corrisponde all'antica estensione del capoluogo siciliano fino al XVIII secolo e che identifica, nell'attuale suddivisione amministrativa, la I Circoscrizione del territorio comunale.

È suddiviso in quattro quartieri storici detti mandamenti: Kalsa, Albergheria, Seralcadio e La Loggia. Suddetti quartieri corrispondono alle prime quattro Unità di Primo Livello di Palermo.

Al suo interno ricade parte del percorso arabo-normanno, eletto patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2015[1].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La circoscrizione, estesa per circa 2,5 km², è situata nella zona centro-orientale della città. È delimitata:

I quattro quartieri che compongono il centro storico palermitano si incrociano tutti presso i Quattro Canti (corrispondenti a piazza Vigliena), formando con le vie Maqueda e corso Vittorio Emanuele il cosiddetto Ottagono del Sole o Teatro del Sole.

L'area è densamente edificata e gli spazi aperti adibiti a verde pubblico sono concentrati sulla costa. Grande rilevanza ha anche la via Roma, che taglia la circoscrizione quasi parallelamente alla via Maqueda. Lungo la fascia costiera è attraversata dalla circonvallazione marina, o via Francesco Crispi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La circoscrizione testimonia lo sviluppo di Palermo all'interno della sua cinta muraria, fondata con il primo insediamento fenicio-punico ed espansa nel corso della storia urbanistica della città. L'ampliamento del capoluogo oltre le mura e la determinazione di un nuovo centro amministrativo nella zona settentrionale hanno comportato la denominazione di "centro storico" nel periodo contemporaneo.

Età antica[modifica | modifica wikitesto]

Palermo fenicio-punica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Palermo fenicia.

Tra il VII e il VI secolo a.C., i coloni Fenici provenienti da Tiro (nell'attuale Libano) fondarono il nucleo originario di Palermo su un piccolo promontorio roccioso - non presente in epoca attuale, dove al suo posto si trovano la cattedrale cittadina e Villa Bonanno - prospiciente il mare e delimitato dai fiumi Papireto e Kemonia. Tale area, circondata dalla pianura della Conca d'Oro e già sfruttata a partire dal III millennio a.C. circa come come base d'appoggio ed emporio commerciale da Sicani, Elimi e Greci[2], risultava ottimale per lo stabilimento di una comunità sedentaria poiché particolarmente fertile, dotata di un ampio approdo naturale per le imbarcazioni e sita in un luogo che ben si prestava alla difesa. Fondamentale rilevanza venne assunta sin dal principio dalle mura edificate attorno alla città[3], il cui sviluppo assecondò il corso dei due fiumi che circondavano il centro abitato, creando un fossato naturale che migliorò ulteriormente la sicurezza militare del luogo[4].

Intorno al V secolo a.C. la città venne ingrandita verso est con la costituzione della neapolis (o "città nuova"), estesa fino alla costa, in corrispondenza del porto. Il nuovo nucleo si espanse velocemente, superando in dimensioni la paleapolis e divenendo sede di mercati, attività artigianali e commerciali[5]. Le testimonianze storiche di Polibio e Diodoro Siculo suggeriscono che la città antica e la città nuova fossero a loro volta divise da una linea muraria, con la prima posta su un piano più elevato rispetto alla seconda[6].

Del primo insediamento fenicio-punico si conservano oggi alcune tracce, concentrate per lo più nella porzione occidentale del vecchio perimetro, dove è presente la necropoli punica di Palermo.

Egemonia romana[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo di dominazione romana venne caratterizzato da un elevato e diffuso benessere, favorito dal ruolo di spicco dell'economia locale all'interno della provincia. Sebbene la città non subì opere di ampliamento rispetto ai confini murari già presenti, a tale spaccato storico risale il complesso monumentale di residenze patrizie edificate nella zona corrispondente all'attuale Piazza della Vittoria[7].

Nel contesto delle invasioni germaniche, Panormus venne conquistata nel 445 dai Vandali guidati dal re Genserico, per poi passare sotto il dominio di Odoacre e infine di Teodorico il Grande, sovrano degli Ostrogoti.

Età medievale[modifica | modifica wikitesto]

Dominazione bizantina e islamica[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo erulo-ostrogoto terminò nel 535, quando le flotte bizantine guidate dal generale Belisario espugnarono la città per annetterla all'Impero Romano d'Oriente. In seguito Palermo divenne la capitale di Sikelia, uno dei themata o reggimenti in cui venne organizzato il territorio imperiale sotto Eraclio I.

Nel IX secolo avvenne la conquista islamica della Sicilia: durante il dominio arabo, il centro palermitano fu il principale emirato in Occidente e raggiunse un alto livello di splendore e prosperità, qualificandosi come il polo commerciale più redditizio di quelli posti a cavallo tra le terre orientali, africane e occidentali. L'abitato si ampliò in modo notevole e nel perimetro dell'attuale centro storico sorsero: la Kalsa, cittadella fortificata che ospitò i palazzi del potere degli emiri e gli edifici della classe dominante dei Fatimidi; e i mercati i mercati di Ballarò, della Vucciria e del Capo, ancora presenti e rappresentativi dell'impatto della cultura araba sulla tradizione siciliana[8]. Il periodo in questione non lasciò tuttavia tracce architettoniche rilevanti, in primo luogo poiché un cospicuo numero di moschee vennero distrutte durante i regni di Ruggero II e Federico II di Svevia, rispettivamente nell'XI e XIII secolo, per far posto a chiese, il cui stile risentì ad ogni modo di quello precedente. Inoltre, i conquistatori islamici precedenti all'anno 1000 furono principalmente portatori di nuove tecniche agricole e di conoscenze pratiche, come quelle basate sull'irrigazione, ma non si dedicarono con intensità allo sviluppo architettonico e all'istituzione di nuovi monumenti[9].

Periodo normanno[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Sicilia normanna e Arte della Sicilia normanna.
La consegna di Palermo da parte dei musulmani (particolare)
Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, xilografia del XIX secolo

I Normanni conquistarono la città nel 1072 e nel 1130 vi instaurarono la corte del Regno di Sicilia, che riunì sotto un'unica corona tutti i territori presi nel Meridione d'Italia, di cui Palermo fu eletta capitale. Nel corso di tale fase - che rappresentò un'epoca di relativa pace, forte stabilità e tolleranza nei confronti dei diversi popoli che risiedevano in Sicilia[10] - il capoluogo trascorse il periodo di massimo lustro e costituì un laboratorio politico e artistico di assoluto rilievo storico: con l'incoronazione di Ruggero II venne istituito il Parlamento siciliano, considerato uno dei più antichi al mondo[11]; altresì, il sistema feudale fortemente centralizzato che venne concepito dalla monarchia normanna diede origine alla prima forma di Stato moderno nella storia occidentale, costituendo un modello inedito e in tendenza opposta rispetto al resto del panorama europeo, dominato al contrario da una moltiplicazione dei centri di potere[12].[13]

La cattedrale di Palermo

Il clima di commistione socio-culturale favorito dal governo illuminato dei sovrani norreni diede vita al sincretismo stilistico caratterizzante l'arte della Sicilia normanna, che rielaborò in modo originale le culture delle principali civiltà euro-mediterranee del Medioevo: bizantina, islamica e romanica in maggior misura, ma che assorbì anche elementi della tradizione greca, latina ed ebraica[14].

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Quattro Canti o Piazza Vigliena

Sotto il dominio spagnolo, la planimetria di Palermo - divenuta sede del vicereame - subì importanti cambiamenti e si ebbe un sostanziale riassetto urbanistico del centro abitato.

L'idrografia dei fiumi venne modificata con l'incanalamento sottoterra del Papireto e la deviazione del Kemonia verso l'Oreto.

Alla fine del XVI secolo, le opere di rettifica e allungamento del Cassaro (corso Vittorio Emanuele) da una parte e il tracciamento della via Maqueda dall'altra consolidarono la suddivisione dell'attuale centro storico di Palermo in quattro quartieri o mandamenti, i cui nomi derivano rispettivamente dagli edifici più rappresentativi:

In linea con i canoni del manierismo, l'incrocio ad angolo retto tra le due strade riformulò l'organizzazione della città secondo un disegno unitario basato sulla simbologia cruciforme, che declinò altresì gli ideali di società gerarchica comuni al tempo[15]. La piazza ottagonale formata da tale incrocio e nota come "Quattro Canti" venne ultimata nel 1620 e divenne in breve tempo il nuovo salotto culturale della città. Lungo la via Maqueda, inizialmente chiamata Strada Nuova, proliferarono i palazzi nobiliari e gli edifici religiosi nello stile del Barocco.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Centro storico di Palermo da Porta Nuova in una fotografia ottocentesca

Il regno borbonico[modifica | modifica wikitesto]

Sotto l'amministrazione borbonica il Palazzo Reale subì ulteriori rimaneggiamenti per volere di Ferdinando IV, che nel 1790 fece elevare un osservatorio astronomico sulla Torre Pisana, attivo tutt'oggi e specializzato negli studi di astrofisica; e ancora tra il 1798 e il 1820, quando la sede della corte venne trasferita a Palermo in seguito alla sconfitta subita nella guerra della prima coalizione e all'occupazione di Napoli da parte delle truppe rivoluzionarie francesi.

Il 12 gennaio 1848 a Palermo ebbe inizio la rivoluzione siciliana contro i Borbone, al fine di ripristinare nell'intera isola un governo autonomo e indipendente dalla corona napoletana. Il moto palermitano fu il primo a manifestarsi nel continente europeo in tale anno ed ebbe una notevole risonanza, portando numerose città a seguirne l'esempio: poco tempo dopo si ribellarono in nome dell'autodeterminazione dei popoli anche i cittadini di Napoli, Parigi, Milano e Berlino. In ragione di ciò è considerato l'evento che diede vita alla primavera dei popoli[16]. In memoria degli ideali rivoluzionari e dei combattimenti susseguitisi tra gli insorti e i soldati della monarchia, piazza Fieravecchia nel centro storico di Palermo - dove venne instaurato il comitato dei ribelli capeggiato da Rosolino Pilo e Giuseppe La Masa - venne rinominata "piazza Rivoluzione".

L'Unità d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Garibaldi a Piazza Pretoria, durante la battaglia di Palermo

Nel corso degli eventi della spedizione dei Mille, il centro storico fu teatro, tra il 27 e il 30 maggio 1860, dell'insurrezione di Palermo, in cui le compagnie di garibaldini si scontrarono con l'esercito borbonico per il controllo della città. Le forze guidate dal condottiero Giuseppe Garibaldi entrarono nel capoluogo facendo breccia su Porta Termini e, supportate da gran parte della cittadinanza, iniziarono a combattere strada per strada al fine di sottrarre territorio alle truppe regie. Queste ultime, sprovviste di un chiaro piano d'azione e costrette ad un progressivo arretramento, iniziarono a perpetrare violenze e saccheggi come atto di ritorsione nei confronti del popolo. Al termine della depredazione compiuta a Porta di Castro, il quartiere a sud del Palazzo Reale venne dato alle fiamme[17].

I bombardamenti indiscriminati che le postazioni d'artiglieria e la flotta borbonica eseguirono sulla città non riuscirono ad arrestare l'avanzata dei garibaldini e degli insorti, uscenti vincitori dalla battaglia dopo la tregua stipulata il 30 maggio[18], ma causarono lo scoppio di oltre trenta incendi nella zona dell'attuale centro storico e l'inflizione di ingenti danni ai bastioni murari.

Dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi[modifica | modifica wikitesto]

Casa Professa bombardata durante la seconda guerra mondiale

I bombardamenti di Palermo nella seconda guerra mondiale distrussero una parte significativa del centro storico, con il maggior numero di danni localizzato nelle aree contigue ai mandamenti di Castellammare e Tribunali[19]: il capoluogo siciliano fu la prima città d'Italia a subire gli effetti della strategia di raid a tappeto che le forze alleate adottarono dalla primavera del 1943, al fine di annientare le difese militari e, al tempo stesso, di generare terrore nella popolazione, inducendola a fare pressioni per la resa. Il tasso di devastazione raggiunse dimensioni tali che, all'indomani degli assalti aerei del 9 maggio 1943 (durante i quali vennero sganciati circa 4.000 ordigni, sui circa 10.000 lanciati sul territorio nell'intero periodo bellico[20]), la città venne riconosciuta dal governo fascista come "grande mutilata"[21]. All'ingresso delle truppe statunitensi a Palermo, nel corso dell'operazione Husky per la conquista della Sicilia nel luglio dello stesso anno, il tessuto urbano del centro storico appariva quasi del tutto demolito e la viabilità compromessa dall'enorme mole di detriti, ragione per cui l'amministrazione provvisoria del governo militare alleato dei territori occupati decise di riversare le macerie dei crolli sulla riva del Foro Umberto I, tra la Cala e Sant'Erasmo, alterando tale sezione di costa palermitana in via definitiva[22].

Lo stato di profonda compromissione in cui riversava la parte antica della città al termine del conflitto fu causa, nel secondo dopoguerra, del suo incisivo spopolamento in favore di aree periferiche[23], dove tra gli anni '50 e '60 sorsero una moltitudine di nuovi quartieri in buona parte legati al contesto speculativo del sacco di Palermo. Nonostante fossero stati concepiti dei piani specifici per il risanamento della Palermo vecchia a partire dal 1947, ampi brani del tessuto edilizio rimasero gravemente danneggiati fino agli anni '90 a causa del forte disinteresse dell'amministrazione pubblica e della mancanza di investimenti adeguati. Nei decenni in questione il centro storico attraversò una fase di profondo declino, venendo percepito come una delle zone meno sicure dell'intera area metropolitana e registrando, dal 1951 al 1991, l'esodo di circa 90.000 abitanti verso i nuclei residenziali di più recente costruzione[24].

Nel 1988, durante la primavera di Palermo, ebbe inizio il processo di rinascita dell'area con la redazione di un piano particolareggiato esecutivo (PPE), poi approvato dalla Regione Siciliana nel 1993, atto a porre un rimedio definitivo al degrado monumentale in cui continuavano a riversare diversi nuclei del centro storico[25]. Il consenso alla nuova pianificazione territoriale e il crescente interesse per la zona furono uno degli effetti del clima di rinnovamento politico che investì il capoluogo siciliano in risposta alla strage di Capaci del 1992, a cui seguì l'obiettivo di far tornare Palermo una capitale culturale e debellare lo stereotipo di città legata a vicende criminose[26][27][28].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Domenico
Le chiese di Santa Maria dell'Ammiraglio e di San Cataldo a piazza Bellini

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Fontane[modifica | modifica wikitesto]

Fontana di Piazza Pretoria

Palazzi[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Chiaramonte-Steri

Porte[modifica | modifica wikitesto]

Porta Felice

Altro[modifica | modifica wikitesto]

Giardini[modifica | modifica wikitesto]

Piazze[modifica | modifica wikitesto]

Piazza San Domenico dall'alto

Sculture e statue celebrative[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Scorcio di via Maqueda da piazza Vigliena

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Parco archeologico del Castellammare e Foro Italico (Palermo).

All'interno del quartiere la Loggia è situato il parco archeologico del Castellammare, area verde inaugurata nel 2009 ed estesa per 45.000 . In una porzione del sito è stato istituito, nel 2023, il Marina Yachting Palermo[29].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

All'interno del Palazzo Chiaramonte-Steri ha sede il rettorato dell'Università degli Studi di Palermo[30].

In via Sant'Anna, nel quartiere Kalsa, è ubicata la galleria d'arte moderna Empedocle Restivo, all'interno di un complesso formato da due edifici: l'ex convento francescano della chiesa di Sant'Anna la Misericordia, di stile barocco, e l'attiguo gotico catalano Palazzo Bonet[31].

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

Il centro storico di Palermo è suddiviso in quattro quartieri storici detti mandamenti: Kalsa, Albergheria, Seralcadio e La Loggia.

Attualmente i quartieri corrispondono alle prime 4 unità del primo livello di Palermo.

Tale suddivisione risale alle modifiche urbanistiche introdotte dai governanti spagnoli tra il XVI ed il XVII secolo: fu la costruzione di via Maqueda che, tagliando longitudinalmente il Cassaro divise lo spazio urbano in quattro aree.

Ogni mandamento aveva una propria santa patrona (fino al 1624, anno in cui Santa Rosalia divenne patrona dell'intera città) ed un suo stemma:

  • La Kalsa (o Mandamento Tribunali) aveva come patrona Sant'Agata e il suo stemma era il fiore della rosa
  • L'Albergheria (o Mandamento Palazzo Reale) aveva come patrona Santa Cristina e il suo stemma era un serpente verde in campo oro
  • Il Seralcadio (o Mandamento Monte di Pietà) aveva come patrona Santa Ninfa e il suo stemma era Ercole che atterra il leone
  • La Loggia (o Mandamento Castellamare) aveva come patrona Sant'Oliva e il suo stemma era quello della casa reale d'Austria.

I Quattro Canti fungono da storico punto di convergenza dei mandamenti, con i suoi quattro palazzi monumentali le cui facciate presentano sulla sommità le statue delle patrone, dei re e delle allegorie dei corsi fluviali di Palermo.

Oggi è la circoscrizione più piccola e più antica della città di Palermo, il terreno è contraddistinto da un falsopiano leggermente digradante verso il mare, dove si trova un porto naturale, oggi adibito a porto turistico (la Cala). In passato era diviso da due fiumi, il Kemonia ed il Papireto, interrati ed in parte deviati verso il fiume Oreto. Il sottosuolo è composto quasi esclusivamente da materiali accumulatisi durante i secoli presso la foce dei due fiumi.

È racchiuso all'interno di un quadrilatero di vie che ricalcano, in parte, i fossati delle vecchie mura cittadine.

All'interno della circoscrizione sono dislocati i tre mercati storici della città: Vucciria (nel quartiere La Loggia), Ballarò (nel quartiere Albergheria) e il mercato del Capo (nel quartiere Seralcadio).

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

Il centro storico di Palermo è attraversato dalla rete pubblica di autobus gestita dall'azienda municipalizzata AMAT. Dal 2016, nell'area insiste una ZTL i cui varchi sono attivi in diverse fasce orarie: la limitazione del traffico veicolare è accompagnata dalla pedonalizzazione permanente di alcune strade storiche, tra cui via Maqueda e corso Vittorio Emanuele.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il percorso Arabo-Normanno dichiarato dall'UNESCO 'Patrimonio mondiale dell'umanità', su Portale del Turismo - Comune di Palermo. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  2. ^ Panormus - Palermo (Sicilia), su romanoimpero.com. URL consultato il 18 febbraio 2024.
  3. ^ Palermo tra i fiumi Kemonia e Papireto, su www.palermoviva.it. URL consultato il 17 febbraio 2024.
  4. ^ Cinta muraria e porte nel periodo Punico – Romano – Bizantino, su palermoantica.com.
  5. ^ Istituto Comprensivo Lombardo Radice, Palermo: i Fenici a Panormos - La Neapoli - Quarta puntata, su Scuola Lombardo Radice, 8 marzo 2010. URL consultato il 17 febbraio 2024.
  6. ^ Francesco Maggiore, Le mura puniche di Panormo. URL consultato il 17 febbraio 2024.
  7. ^ Area archeologica di Piazza della Vittoria, su Balarm.it. URL consultato il 17 febbraio 2024.
  8. ^ Ferdinando Maurici, Palermo araba. Una sintesi dell'evoluzione urbanistica (831-1072), collana Itinerari d'arte, Edizioni d'arte Kalós, 2015.
  9. ^ La palermo araba, ma cosa c'è rimasto?, su Mobilita Palermo, 21 febbraio 2018. URL consultato il 18 febbraio 2024.
  10. ^ I normanni e la conquista della Sicilia, su www.edizionikalos.com, 9 dicembre 2020. URL consultato il 19 febbraio 2024.
  11. ^ Storia del Parlamento - Il Parlamento, su web.archive.org, 11 dicembre 2015. URL consultato il 20 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2015).
  12. ^ La corte normanna di Palermo, su mondes-normands.caen.fr. URL consultato il 20 febbraio 2024.
  13. ^ Ferdinando Maurici, Palermo Normanna. Vicende urbanistiche d'una città imperiale (1072-1194), collana Itinerari d’arte, Edizioni d'arte Kalós, 2015, ISBN 978-88-98777-34-1.
  14. ^ (ITEN) Aurelio Angelini, Palermo e l'eredità Arabo-Normanna, Siracusa, Università degli Studi di Enna "Kore", 2015, pp. 46-61, ISBN 978-88-87909-42-5.
  15. ^ AA.VV., Palermo, l'arte e la storia: il patrimonio artistico in 611 schede, Palermo, Edizioni d'arte Kalós, 2016, pp. 42-43, ISBN 978-88-98777-35-8.
  16. ^ Gabriele Imperiale, 12 gennaio 1848, in piazza contro il Re: quella volta che Palermo stupì l'Europa, su PalermoToday. URL consultato l'8 marzo 2024.
    «Seppur l’obiettivo dichiarato della rivoluzione fosse l’autonomia dell’intera isola dal trono napoletano, gli eventi del gennaio ’48, ebbero un enorme impatto emotivo e reazionario a livello europeo. L’azione fulminea della popolazione palermitana fece eco e scuola su tutto il continente: Palermo fu la prima città d’Europa ad avviare la cosiddetta “Primavera dei popoli”, una delle più gloriose stagioni dei moti rivoluzionari guidati dalla borghesia europea. La prima a seguire l’esempio di Palermo, fu Napoli che insorse già il 27 gennaio del 1848. Poi Parigi, tra il 22 e il 24 marzo dello stesso anno, dove Luigi Filippo venne costretto all’abdicazione e nacque la “Quarta Repubblica francese”. Nel lombardo veneto, tra il 18 e il 22 marzo Milano insorse contro il nemico austriaco: nacque il mito risorgimentale delle cinque giornate. Sempre nel marzo insorse Berlino; alla fine del 1849, fu la volta anche di Roma: la “Repubblica Romana” con la sua bandiera tricolore e l’Inno di Mameli come inno, cavalcava anch’essa l’onda rivoluzionaria.»
  17. ^ La battaglia di Palermo, su pti.regione.sicilia.it.
  18. ^ AA. VV., I 150 anni dalla Spedizione dei Mille - La battaglia di Palermo, su pti.regione.sicilia.it.
  19. ^ Mario Guiotto, I monumenti della Sicilia occidentale danneggiati dalla guerra, II ed., Palermo, Fondazione Salvare Palermo, 2003 [1946].
  20. ^ Ufficio dei Lavori Pubblici del Comune di Palermo, Relazione al Piano di Ricostruzione, Palermo, 1946.
  21. ^ Le bombe del 9 maggio 1943 che distrussero Palermo , su la Repubblica, 9 maggio 2013. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  22. ^ Ernesto Oliva, L'ignara passeggiata dei palermitani sulle rovine della guerra, su ReportageSicilia, giovedì 5 ottobre 2017. URL consultato il 16 febbraio 2024.
  23. ^ Manoela Patti, Storie di guerra. Sfollati, rimpatriati, profughi a Palermo (1940-1943) (PDF), in Rivista di Storia delle Idee, 7:1, Palermo, inTrasformazione, 2018, DOI:10.4474/DPS/07/01/SGG333/20, ISSN 2281-1532 (WC · ACNP).
  24. ^ Domenico Costantino, Dal risanamento alla conservazione: piani e politiche per il centro storico di Palermo, p. 501.
  25. ^ Assessorato all'urbanistica e centro storico, PPE Centro Storico. Relazione Generale (PDF), Palermo, 1989.
  26. ^ Massimiliano Andretta, Sistema politico locale e protesta a Palermo, in Quaderni di Sociologia, n. 21, 1999, pp. 68–89, DOI:10.4000/qds.1402. URL consultato il 16 febbraio 2024.
  27. ^ La paura e la rabbia: 1992, l'anno che cambiò l'Italia tra stragi di mafia e corruzione, su Repubblica TV - Repubblica, 17 febbraio 2022. URL consultato il 16 febbraio 2024.
  28. ^ (EN) Giancarlo Gallitano, Palermo città-merce? Un’analisi tra processi globali e specificità del capoluogo siciliano, su issuu. URL consultato il 15 febbraio 2024.
    «Nel 1992, la morte dei giudici Falcone e Borsellino, uccisi dalla mafia, fu il punto di partenza del periodo noto come la "primavera di Palermo". In quegli anni furono definite le linee guida del "rinascimento" della città, con l'obiettivo di trasformare Palermo da capitale del crimine a città culturale.»
  29. ^ Il porto di Palermo: 13 ottobre si inaugura il Marina Yachting, su turismo.cittàmetropolitana.pa, 13 ottobre 2023. URL consultato il 29 febbraio 2024.
  30. ^ Spazi al Complesso Monumentale dello Steri, su www.unipa.it. URL consultato il 29 febbraio 2024.
  31. ^ Galleria d'Arte Moderna (G.A.M), su Portale del Turismo - Comune di Palermo. URL consultato il 29 febbraio 2024.

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