Chiesa dei Tre Re

Chiesa dei Tre Re
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàPalermo
Coordinate38°06′57.99″N 13°21′29.34″E / 38.116108°N 13.358149°E38.116108; 13.358149
Religionecattolica
TitolareTre Magi
Arcidiocesi Palermo
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1580
Completamento?
Facciata e prospetto laterale settentrionale.
Portale.
Interno.

La chiesa dei Tre Re è un edificio di culto ubicato nel centro storico di Palermo nel mandamento Monte di Pietà o Seralcadi in via Montevergini, all'angolo con la via del Celso.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo un articolo di Tina Lepri a pagina 9 del numero di marzo 2017 del Giornale dell'Arte: "[...] i ladri hanno fracassato a mazzate le statue che non sono riusciti a prelevare e non si sa che fine abbiano fatto quadri, affreschi, arredi". In base a quanto riportato nel medesimo articolo, la Magistratura avrebbe posto la Chiesa sotto sequestro facendo murare gli ingressi.

Facciata[modifica | modifica wikitesto]

L'attuale facciata rivolta ad occidente[4], corredata di portale barocco colonnato - mistilineo nella trabeazione e timpano spezzato - risale al 1758 è opera del trapanese Francesco Ferrigno, discepolo dell'insigne architetto del Senato Palermitano Andrea Palma. Grande finestrone intermedio con decorazioni e stemma sull'architrave delimitati da paraste, cornicione e il frontone chiudono la prospettiva.

Il portale sul lato sinistro presenta una trabeazione con il frontone spezzato e accoglie il simbolo del "cero nel pugno" che ricordava ai confrati il precetto stabilito all'atto della concessione della chiesa: attendere i riti nel giorno dell'Epifania, provvedere all'approvvigionamento di ceri per la Candelora.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno a navata unica presenta un addobbo decorativo realizzato nel 1750 da Procopio Serpotta e Giovanni Maria Serpotta, rispettivamente figlio e nipote del grande stuccatore Giacomo Serpotta. All'opera contribuirono anche Gaspare Firriolo, genero di Procopio, e Domenico Guastella. Nobiltà e Astrologia all'ingresso, Obbedienza e Sapienza presso il presbiterio, sono le quattro allegorie rappresentate dalla felice mano dei Serpotta con figure muliebri, oggi acefale per mano vandalica. Esse rimandano chiaramente alle virtù dei Magi, nobili sacerdoti che sapientemente esercitavano l'astrologia, mentre l'iconografia li raffigura come re.

La volta a botte ospita l'affresco di Vito d'Anna raffigurante il Trionfo dei Magi del 1751 e medaglioni delle Virtù. Le entrate laterali ospitano dei matronei atti ad accogliere le signore della nobiltà assicurando loro riservatezza.

Navata[modifica | modifica wikitesto]

  • Parete destra:
    • Prima campata: Cappella di San Giorgio. Sull'altare è documentato il dipinto raffigurante San Giorgio opera di Vincenzo Marchese.[4]
    • Seconda campata: Cappella di San Giovanni. Mosaico di San Giovanni.[4]
  • Parete sinistra:
    • Prima campata: Cappella della Natività. Sull'altare è documentato il quadro della Natività del Signore opera di Vincenzo Marchese.[4]
    • Seconda campata: Cappella del Santissimo Crocifisso.
  • Altare maggiore: Il presbiterio è delimitato da una coppia di colonne, sull'arco trionfale il cartiglio con il motto "VENITE ADOREMUS". Il cappellone aggiunto nel 1750 su disegno dall'architetto Ferrigno. Sul cornicione dell'abside due angeli reggono la Croce. Due serafini di bottega serpottiana, delimitano ai lati lo spazio un tempo occupato dalla pala d'altare: l'Adorazione dei Magi di Gioacchino Martorana, salvata dal degrado e dall'umidità custodendola presso il Museo diocesano.[5] La chiesa, in epoca antecedente alla realizzazione del Cappellone, ospitò un'altra bellissima Adorazione del 1585, opera del fiammingo Simone de Wobreck, oggi esposta al Castello Ursino di Catania.[4]

Ai lati dell'abside due quadroni con cornici in stucco bianco ed oro recano affrescati il Martirio di Re Baldassarre e il Battesimo di Re Amilcare" di Vito d'Anna in stile rococò.[5]

Chiesa di San Giorgio lo Xheri[modifica | modifica wikitesto]

Cripta[modifica | modifica wikitesto]

Compagnia dei Tre Re[modifica | modifica wikitesto]

Collegio Real Calasanzio[modifica | modifica wikitesto]

  • Collegio Carolino Calasanzio.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 177.
  2. ^ a b c Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 179.
  3. ^ Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 178.
  4. ^ a b c d e Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 182.
  5. ^ a b Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 181.
  6. ^ Pagina 630, "Almanacco reale del regno delle Due Sicilie", [1], Stamperia Reale, Napoli, 1843.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Adriana Chirco, "Palermo la città ritrovata", Flaccovio, Palermo, 2002.
  • Cesare De Seta, Maria Antonietta Spadaro, Sergio Troisi, "Palermo – Città d'arte. Guida ai monumenti di Palermo e Monreale. Vorwort von Rosario La Duca. 4ª edizione, Edizioni ARIETE, Palermo, 2004.
  • Pierfrancesco Palazzotto, "Palermo. Guida agli oratori, Confraternite, Compagnie e Congregazioni dal XVI al XIX secolo.", Kalós, Palermo, 2004.
  • (IT) Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo", Volume quarto, Palermo, Reale Stamperia, 1816.

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