Chiesa di San Nicolò al Borgo

Chiesa di San Nicolò al Borgo
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàPalermo
Religionecattolica
TitolareSan Nicola di Mira
Arcidiocesi Palermo
Inizio costruzione1628
Facciata esterna

La chiesa di San Nicolò al Borgo o «lo Gurgo» è un edificio di culto situato nel centro storico di Palermo. Il luogo di culto sorge nel mandamento Castellammare o Loggia vicino al porto della Cala, nella zona compresa tra l'odierno mercato della Vucciria e la primitiva Piazza Imperiale, ovvero a levante contigua alla Chiesa di Sant'Andrea degli Amalfitani o «Aromatari» e a ridosso della chiesa di San Domenico, di piazza San Domenico e della colonna dell'Immacolata.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il luogo di culto sorge nella parte del quartiere chiamato «dell'Amalfitania»,[1] cuore pulsante della comunità amalfitana adiacente alla chiesa di Sant'Andrea degli Amalfitani o «Aromatari», santo protettore della città di Amalfi. Per volontà di Papa Innocenzo IV è affiliato alla casa madre di Fossanova, linea Clairvaux.[2] L'Ordine cistercense è attestato fino al XV secolo,

L'edificio è ingrandito nel 1306 a servizio del borgo o «gurgo» degli Amalfitani, ristrutturato dopo il 1628 dalla Maestranza dei Calzettai.

Per l'avanzato degrado il monumento è stato per lungo tempo inaccessibile. Un radicale restauro ha consentito la riapertura ai visitatori.

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Un portale sulla piazza immette all'interno di un portico con piccolo colonnato, sulla sinistra e in posizione arretrata, il campanile costruito con conci di pietra ben squadrati. Il portale principale è sormontato da un timpano spezzato per accogliere la nicchia che fino agli anni settanta ospitava il simulacro del santo titolare.

La chiesa si affaccia a settentrione. L'aula è a tre navate senza transetto, presenta un bellissimo soffitto ligneo trecentesco e un colonnato di otto colonne dagli originali capitelli che sostiene otto archi a tutto sesto.[3]

  • XV secolo, Edicola, rilievo in terracotta invetriata raffigurante la Vergine in adorazione del Bambino e in alto l'Eterno Padre benedicente, opera di Andrea Della Robbia collocata sulla facciata a sinistra del portale oggi custodita nel Museo diocesano.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Gaspare Palermo nei primi decenni del XIX secolo documentava:[4]

  • L'altare maggiore caratterizzato da un dipinto su tavola raffigurante il Transito di Maria Vergine con gli Apostoli e San Nicola di Mira[3]
    • Navata sinistra o lato vangelo:
      • Prima campata: Cappella della Madonna dell'Itria. Altare con dipinto su tavola raffigurante la Madonna dell'Itria e la statua lignea della Vergine con bambino;[3]
      • Seconda campata: Cappella di Maria Santissima. Altare con dipinto su tavola raffigurante Maria Santissima.[3]
    • Navata destra o lato epistola:
      • Prima campata Cappella di Sant'Ambrogio. Altare con dipinto raffigurante Sant'Ambrogio.[5]
      • Seconda campata: Cappella di San Nicola. Altare con statua lignea di San Nicola;[5]

Confraternita di San Nicolò del Borgo[modifica | modifica wikitesto]

  • 1306, Confraternita di San Nicolò del Borgo, fondazione.
  • 1628 Alla preesistente associazione si aggrega la Maestranza dei Calzettai.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pagina 487, Tommaso Fazello, "Della Storia di Sicilia - Deche Due" [1] Archiviato il 29 novembre 2015 in Internet Archive., Volume uno, Palermo, Giuseppe Assenzio - Traduzione in lingua toscana, 1817.
  2. ^ Pagina 207, Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo" [2] Archiviato l'11 agosto 2017 in Internet Archive., Volume quinto, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
  3. ^ a b c d Gaspare Palermo Volume primo, pp. 258.
  4. ^ I commentatori e documentatori del XVII, XVIII, XIX secolo indicavano con la sinistra il lato o cornu Evangelii, con la destra il lato o cornu Epistolae. Il punto di vista d'osservazione è quello del celebrante e non quello del moderno visitatore, pertanto le descrizioni delle locazioni delle opere nell'esposizione risultano essere ribaltate.
  5. ^ a b Gaspare Palermo Volume primo, pp. 259.
  6. ^ Gaspare Palermo Volume primo, pp. 257.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]