San Giuseppe Vesuviano

San Giuseppe Vesuviano
comune
San Giuseppe Vesuviano – Stemma
San Giuseppe Vesuviano – Bandiera
San Giuseppe Vesuviano – Veduta
San Giuseppe Vesuviano – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Città metropolitana Napoli
Amministrazione
SindacoAldo Aldi, Agnese Scala, Antonio Scozzese (commissari prefettizi) dal 10-6-2022
Territorio
Coordinate40°50′N 14°30′E / 40.833333°N 14.5°E40.833333; 14.5 (San Giuseppe Vesuviano)
Altitudine101 m s.l.m.
Superficie14,17 km²
Abitanti29 836[1] (31-7-2022)
Densità2 105,58 ab./km²
FrazioniNappi, Casilli, Piano Del Principe, Santa Maria la Scala, San Leonardo
Comuni confinantiOttaviano, Palma Campania, Poggiomarino, San Gennaro Vesuviano, Terzigno
Altre informazioni
Cod. postale80047
Prefisso081
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT063068
Cod. catastaleH931
TargaNA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 134 GG[3]
Nome abitantisangiuseppesi
Patronosan Giuseppe
Giorno festivo19 marzo
Motto(LA) Ex Flammis Orior
"Risorgo dalle fiamme"
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Giuseppe Vesuviano
San Giuseppe Vesuviano
San Giuseppe Vesuviano – Mappa
San Giuseppe Vesuviano – Mappa
Posizione del comune di San Giuseppe Vesuviano nella città metropolitana di Napoli
Sito istituzionale

San Giuseppe Vesuviano è un comune italiano di 29 836 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio dell'attuale S. Giuseppe era una zona agricola appartenente all'antico e grande feudo di Ottajano (ora Ottaviano). Verso la fine del Cinquecento parecchi cittadini dell'abitato di Ottaviano si trasferirono a valle in prossimità di un incrocio molto trafficato formato dalla strada che da Ottaviano portava a Striano-Sarno e della strada che Avellino-Nola portava ai porti di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia. Infatti, per il grande traffico di carri, quegli intraprendenti cittadini ottajanesi capirono che c'era la possibilità di guadagnare e incominciarono a costruire numerose taverne e locande per il ristoro dei viandanti e a commerciare. Quindi man mano si creò un piccolo centro che fu chiamato "alli Boccia", probabilmente dal nome di una famiglia che vi possedeva un latifondo. La sua popolazione si accrebbe dopo l'eruzione vesuviana del 1631 per lo spostamento di altri numerosissimi abitanti dal centro abitato di Ottaviano. Questo avvenne perché quella città fu gravemente danneggiata dalla suddetta eruzione vesuviana e i suoi abitanti cercarono scampo nelle campagne circostanti a valle del paese e quindi più lontani dal Vesuvio. Nel 1675, dopo la costruzione della parrocchia dedicata al Santo, il rione, ormai diventato molto popolato, prese il nome di "San Giuseppe".

Il primitivo rione con il passare degli anni aumentò ancora il numero di abitanti e sviluppò il commercio. Presentò quindi la richiesta di diventare comune autonomo staccandosi da Ottaviano. Questo avvenne il 19 febbraio 1893, quando, con decreto reale firmato da Umberto I, fu ufficializzata la nascita del nuovo comune di San Giuseppe. Il 23 dicembre 1894, con un ulteriore decreto reale, il comune cambiò denominazione e assunse l'attuale nome di San Giuseppe Vesuviano.

Cartolina d'epoca

Nel 1906 fu pressoché distrutto dall'eruzione del Vesuvio e interamente ricostruito. Nel 1923 fu aggiunto allo stemma comunale il motto Ex Flammis Orior. Già dal 1970, l'area comunale di San Giuseppe Vesuviano è ormai conurbata urbanisticamente, commercialmente e industrialmente con l'antico capoluogo Ottaviano e con Terzigno (altra località che fece parte fino al 1913 di Ottaviano), formando, anche se con amministrazioni comunali separate, una città di oltre 70.000 abitanti con condivisi interessi comuni. Dagli anni 60 fino agli anni 90 c'è stato un forte sviluppo del settore dell'industria tessile che ha portato il comune a diventare, insieme a Prato, il polo tessile più importante d'Italia. La città è stata meta, di una nuova e molto consistente ondata migratoria proveniente da paesi asiatici e, in particolare, dalla Cina e più di recente dal Bangladesh.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del Comune di San Giuseppe Vesuviano è stato concesso con regio decreto dell'11 maggio 1913.[4]

«D'azzurro, alla sbarra d'argento, caricata di un giglio di giardino, gambuto e fogliato, al naturale. Motto: Ex flammis orior

Il giglio è simbolo del patrono san Giuseppe, padre putativo di Gesù. Il motto latino Ex flammis orior ("Risorgo dalle fiamme") venne aggiunto nel 1923[5] e ricorda la ricostruzione del paese dopo la terribile eruzione del Vesuvio del 1906.[6]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Santuario di San Giuseppe[modifica | modifica wikitesto]

Santuario di San Giuseppe

Con atto del notaio Altomando di Ottajano del 4 settembre 1622 un cittadino del luogo, Scipione Boccia, devoto del santo, donò un appezzamento di terra all'Università di Ottajano per fondarvi una chiesetta da intitolarsi a San Giuseppe. Questa chiesetta, dopo la morte di Scipione Boccia, fu ampliata dalla sua vedova Vittoria D'Ambrosio e dal figlio Principio (che per ingrandire la chiesa donarono alla suddetta Università altro terreno). Questa Chiesa fu ingrandita da un'altra edificata a lato agli inizi del XVIII secolo e ancora successivamente agli inizi del XX secolo. Durante la già citata eruzione del 1906, il tetto della adiacente cappella della congrega dello Spirito Santo crollò a causa del peso delle ceneri eiettate, con conseguenze tragiche: su 200 persone riunite in chiesa per pregare 105 rimasero uccise. Nel secondo dopoguerra, invece, il complesso architettonico rimane intatto[7].

Grazie all'opera del fondatore, monsignor Giuseppe Ambrosio, a cominciare dai primi anni del Novecento la Chiesa ha raggiunto dimensioni imponenti, con alta cupola (1908), facciata monumentale (1926) e prezioso altare maggiore (1955). Sono vivaci i dipinti all'interno, dalla tela della Gloria di san Giuseppe (Angelo Mozzillo, 1784) alle pitture parietali (Pietro Favaro, 1983) e alle vetrate artistiche (2015). La Chiesa è stata elevata al rango di Santuario.

Parrocchia San Francesco d'Assisi ai Casilli[modifica | modifica wikitesto]

Fondata nel 1870/1880 su ordine del vescovo di Nola venne costruita su un pezzo di terreno donato da un signore di cui si conosce solo il soprannome "Carlone".La Chiesa venne poi ampliata nel 1913, su ordine del cappellano don Gaetano Giordano. Dopo l'ufficializzazione della parrocchia nel 1924 fu nominato Rettore della Chiesa don Gaetano Ferraiolo. Alle spalle della Chiesa fu costruita la Casa Canonica e nel 1934 fu realizzato il campanile con due campane di bronzo, di cui una del peso di circa dieci quintali.

Parrocchia di Santa Maria la Pietà[modifica | modifica wikitesto]

Fondata nella seconda metà del Settecento, fu ufficializzata parrocchia da monsignor Michele Raffaele Camerlengo, dopo le continue richieste del popolo di Santa Maria la Scala nel 1940.Il primo Parroco fu don Guerino Bossone. All'interno della Chiesa è conservato un quadro che risale al 1793 del pittore e decoratore Angelo Mozzillo, raffigurante La Pietà, con la Vergine assisa sotto la croce ed il Cristo deposto sul grembo. Sullo sfondo, ambedue i lati, due angeli: uno porta via una scala e un altro si asciuga il volto rigato di lacrime. Ai margini si intravedono il sole velato da un'eclisse e la luna antropomorfizzata. Il quadro è stato sottoposto a un intervento di restauro conservativo-estetico nell'anno 2000. Caratteristica di questa Parrocchia è che la famiglia dei fedeli è composta anche da molti cittadini di Ottaviano, in quanto il suo territorio comprende si parte di San Giuseppe Vesuviano che di Ottaviano.

Chiesa Vergine Madre di Dio, rione Piano del Principe[modifica | modifica wikitesto]

Fondata nella seconda metà del Settecento da Michele I, principe de' Medici di Ottajano, per accontentare il volere dei contadini della zona molto distanti dal centro e permettere loro di ricevere i Sacramenti e officiare i Riti domenicali. Fu fatta abbellire circa un secolo dopo dalla Duchessa di Miranda (moglie del Principe Giuseppe IV de' Medici di Ottajano. In un primo tempo i Riti furono officiati dai Sacerdoti di Poggiomarino, ma dal 1910 ne hanno avuto la cura i Sacerdoti della Chiesa di San Francesco ai Casilli.

Parrocchia San Leonardo di Noblac[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristica di questa Parrocchia è che, pur essendo sita nel territorio comunale di Ottaviano, la comunità dei suoi parrocchiani è formata da fedeli cittadini che fanno parte del comune di San Giuseppe Vesuviano oltre a quelli prevalenti del comune di Ottaviano. Fu fondata nel 1561 e affidata a Don Criscillo D'Ambrosio. Venne distrutta dopo l'eruzione del 1906 e poi ricostruita. Divenne Parrocchia il 6 giugno 1954; primo parroco è nominato Don Francesco Aniello Ambrosio. La Chiesa di San Leonardo ha subito nel corso degli anni (particolarmente dopo il terremoto del 1980) diverse ristrutturazioni, tra cui l'ultima più recente conclusasi nel 2007. Fa parte della dotazione parrocchiale una tela attribuita ad Angelo Mozzillo raffigurante la Madonna con Bambino tra San Leonardo di Noblac e San Remigio di Reims.

Edifici storici[modifica | modifica wikitesto]

Villa Pironti[modifica | modifica wikitesto]

Villa Vesuviana del '700, abbandonata ed in pessime condizioni di conservazione.

Palazzo Auricchio[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo tardo-ottocentesco, sito in via Passanti edificato dalla famiglia Auricchio, famosa ditta casearia.

Asilo della Croce Rossa Italiana.[modifica | modifica wikitesto]

Scuola per l'infanzia costruita dalla Croce Rossa Italiana con le offerte per i danni prodotti dall'eruzione del 1906; l'Asilo Infantile fu inaugurato il 3 settembre 1910 con l'intervento di S.A.R. la duchessa Elena d'Aosta. Recentemente restaurato è sede di una scuola cittadina.

Altri monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Monumento alla memoria dei caduti sangiuseppesi[modifica | modifica wikitesto]

Situato in Piazza Garibaldi fu inaugurato il 26 giugno 1938 con una cerimonia solenne, che vide l'intervento dell'allora Principe ereditario Umberto di Savoia, del Vescovo di Nola Monsignor Camerlengo, del Prefetto di Napoli e di altre personalità civili e militari. Realizzato dallo scultore Nagni ed eretto dalla impresa edile Vincenzo Nappo, esso si trova in piazza Garibaldi. Per fargli posto fu spostato nel cimitero consortile di Ottaviano il Monumento alle Vittime dell'eruzione del 1906, inaugurato il 31 agosto 1913 e ora, asportandolo da quel sito in cui era stato posto dal 1938, è stato collocato quasi davanti al municipio, in piazza Elena d'Aosta.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[8]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

La popolazione straniera legalmente residente è molto forte. Infatti al 31 dicembre 2020 era percentualmente pari circa al 18% dell'intera popolazione. Essi hanno aperto, specie i cinesi e i bengalesi, numerose attività commerciali principalmente nella conurbata frazione dei Casilli. Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2020 la popolazione straniera era di 5 223 persone. La popolazione straniera più numerosa residente al 31 dicembre 2020 era[9].

  • Bangladesh 1840
  • Cina 1153
  • Marocco 735
  • Ucraina 647
  • Romania 189
  • Polonia 163
  • Algeria 101
  • Pakistan 97

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Piedigrotta Sangiuseppese, festival della musica[modifica | modifica wikitesto]

Festa popolare delle canzoni, delle musiche, dei carri folcloristici e dei cortei.

  • L'edizione del 1953 fu presentata come Piedigrotta Sangiuseppese della Stampa Democratica, in quanto si vollero unire alla festa della musica e della canzone anche i festeggiamenti per il “Mese Della Stampa” (settembre). A questa edizione collaborarono poeti e scrittori come Enzo Bonagura, Luigi Vinci, Giuseppe Casillo, Agostino Nappo, Enrico Buonafede, Felice Genta e Gaetano Lama.

Tammurriata[modifica | modifica wikitesto]

Nel comune di San Giuseppe Vesuviano, sono ancora presenti testimonianze di una delle manifestazioni più note e discusse della tradizione musicale contadina vesuviana e di una vasta area che abbraccia il casertano, l'agro-nocerino, la costiera amalfitana: il "canto e ballo del tamburo" (comunemente definito tammurriata) è una forma musicale caratterizzata dal: ritmo binario del tamburo (dal quale trae il nome); il canto (strutturato, per lo più, in versi endecasillabi) e dal ballo in coppia. Famiglie di suonatori sono presenti in località Zabatta. Da alcuni anni un gruppo di giovani appassionati, residenti nei comuni di Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano, sulla scia di alcune campagne di ricerca, effettuate tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta, ha avviato un'attività di ricerca e di raccolta sul campo di tali patrimoni immateriali. È dal 2007 infatti che in occasione dei festeggiamenti di San Leonardo l'omonima parrocchia, sita in questa frazione a cavallo tra i due comuni, organizza la "Grande Festa della Tammorra Vesuviana", nei primi giorni di novembre.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Piano del Principe, di circa 70 abitanti, conserva i resti di un castello. L'economia si basa sulla produzione di nocciole.
  • Casilli
  • Nappi
  • Santa Maria la Scala (anticamente chiamato Falangone).
  • San Leonardo (condivisa con la vicina Ottaviano).

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

San Giuseppe Vesuviano, posta alle falde del Vesuvio, è servita dalla strada statale 268 del Vesuvio.

Le stazioni di San Giuseppe, di Casilli e di San Leonardo si trovano sulla ferrovia Napoli-Ottaviano-Sarno e sono servite dalle corse da/per Napoli svolte dall'Ente Autonomo Volturno.

Un altro impianto ferroviario, denominato stazione di San Giuseppe Vesuviano, sorgeva lungo la dismessa ferrovia Torre Annunziata-Cancello.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1988 1993 Antonio Agostino Ambrosio Democrazia Cristiana Sindaco
1993 1993 Arcangelo Ambrosio Democrazia Cristiana Sindaco
1993 1993 Elena Lazzaretto - Commissario prefettizio
1993 1995 Elena Lazzaretto - Commissario straordinario
1995 1996 Massimo Ambrosio Lista civica - (Centrosinistra) Sindaco
1996 1997 Vincenzo De Vivo - Commissario prefettizio
1997 2002 Ivan Pasquale Casillo Lista civica - (Centrodestra) Sindaco
2002 2007 Antonio Agostino Ambrosio Lista civica - (FI) Sindaco
2007 2009 Antonio Agostino Ambrosio Lista civica - (FI) Sindaco
2009 2012 Ciro Trotta - Commissario straordinario
2012 2018 Vincenzo Catapano Lista civica - (PdL) Sindaco
2018 2022 Vincenzo Catapano Lista civica - (Lega) Sindaco
2022 in carica Aldo Aldi
Agnese Scala
Antonio Scozzese
- Commissione straordinaria

Sport[modifica | modifica wikitesto]

La Football Club Sangiuseppese era una società calcistica di San Giuseppe Vesuviano, esistita dal 1936 fino al 2008, quando un gruppo di imprenditori ne rilevò il titolo. Dopo due anni la Lega Nazionale Dilettanti ha riconosciuto ufficialmente il nuovotà e alla squadra di giocare a Mugnano di Napoli. Da allora la squadra di San Giuseppe Vesuviano è scomparsa dalla scena calcistica. A partire dal 2011 nasce la Polisportiva San Giuseppe Vesuviano, anche detta Sangiuseppese la cui sezione calcio riparte dalla promozione e attualmente disputa il campionato di prima categoria 2023-2024 girone C.

Calcio a 5[modifica | modifica wikitesto]

Nel Calcio a 5, San Giuseppe Vesuviano è rappresentata dal Real San Giuseppe, la squadra, fondata nel 2011, milita in Serie A e disputa le proprie gare al PalaCoscioni di Nocera Inferiore.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Ufficio araldico, Fascicoli comunali, San Giuseppe Vesuviano, decreto 1913-05-11 RD, concessione di stemma, su dati.acs.beniculturali.it. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  5. ^ San Giuseppe Vesuviano: 125 anni di storia…, su Comune di San Giuseppe Vesuviano. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  6. ^ Comune di San Giuseppe Vesuviano – (NA), su araldicacivica.it. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  7. ^ Angelo Catapano, Il santuario di San Giuseppe-Vesuviano (PDF), p. 41.
    «In mezzo a tanta distruzione, la chiesa è rimasta superstite e senza danno. Si dice che quando rischia di saltare in aria con la dinamite è troppo tardi. Arriva una provvidenziale grandinata che costringe i tedeschi a ricoverarvisi, mentre sopraggiunge l'arrivo degli alleati»
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ Statistiche demografiche Stranieri ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato il 14 ottobre 2020.
  10. ^ La Feldi Eboli supera il Real San Giuseppe ai rigori e passa il turno in Coppa di Divisione[collegamento interrotto], 16 ottobre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Iroso, Album di famiglia : storia di San Giuseppe Vesuviano nel feudo di Ottajano, da Enrico Orsini a Fabrizio Maramaldo, dai Gonzaga ai Medici, San Giuseppe Vesuviano, 2003.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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