Monumento a Giacomo Medici

Giacomo Medici
AutoreDonato Barcaglia
Data1884
Materialemarmo
UbicazioneVia Senato, Milano

Il monumento a Giacomo Medici era una scultura in marmo posta in Via Senato a Milano, in prossimità del Palazzo del Senato.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La statua di Giacomo Medici fu realizzata da Donato Barcaglia. Stando alle immagini esistenti, era presente solo l'epigrafe «GIACOMO MEDICI».

Fu inaugurato il 1 giugno 1884.

«Il 1° del corrente giugno, festa dello Statuto, si inaugurò a Milano la statua eretta presso il palazzo dell'antico Senato del Regno Italico, a Giacomo Medici, nato nella nostra città in via Cornovate il 16 gennaio 1817; morto a Roma il 9 marzo 1882, luogotenente generale e primo aiutante di campo del Re. La statua, della quale pubblichiamo il disegno, è opera dello scultore Donato Barcaglia e, sebbene molto criticata da alcuni artisti, ha fatto buona impressione sul pubblico. La base è di granito, con la lupa di Roma in bronzo che sostiene una bandiera coll'asta spezzata — felice allusione alla memoranda difesa del 1849 della quale il Medici fu tanta parte.

Alla inaugurazione erano presenti tutte le autorità, gli ufficiali della guarnigione, un battaglione del 24° con musica e bandiera, e molti antichi compagni del Medici. Il generale Giuseppe Dezza — uno dei Mille — presidente del Comitato promotore della sottoscrizione pubblica mercé la quale è stata eretta la statua, rese conto dell'opera del Comitato stesso. Il colonnello Enrico Guastalla, compagno e capo di stato maggiore del Medici alla difesa del Vascello e nel 1860. ne rammentò le virtù civili e militari. Il deputato Giuseppe Robecchi, che fece col Medici la campagna del 1859 e quella del 1866, parlò particolarmente de' fatti d'arme della Valsagana, mostrando come il Medici fosse non solo valoroso soldato ma intelligentissimo capitano. Il dottor Gaetano Negri, prosindaco, prendendo in consegna il monumento e ringraziando il comitato promotore a nome della città di Milano, additò il Medici come esempio da imitarsi dai giovani.[1]»

La statua fu distrutta dai bombardamenti del 1943.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Commemorazioni Patriottiche, in Illustrazione Italiana, 1884, p. 374.

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