Uomo di pietra

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Uomo di pietra
Autoresconosciuto
DataIII secolo
Materialemarmo di Carrara
Ubicazionecorso Vittorio Emanuele II, 13, Milano
Coordinate45°27′56.03″N 9°11′44.37″E / 45.465564°N 9.195659°E45.465564; 9.195659
Map

L'Uomo di pietra (indicato popolarmente come Scior Carera o Omm de preja) è una scultura romana posta a Milano sotto i portici di corso Vittorio Emanuele II.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un altorilievo in marmo, databile al III secolo, di figura maschile vestita in toga riccamente panneggiata, mancante delle braccia, e con la gamba destra leggermente avanzata.

La testa non è pertinente con il resto e fu aggiunta in epoca altomedioevale, quando la scultura venne riutilizzata per dedicare un monumento a Adelmanno († 956), arcivescovo appartenente alla famiglia Menclozzi.

La prima citazione della presenza della statua risale a un atto del 29 aprile 1197, quando la statua è indicata presso la chiesa di San Giorgio al Pozzo bianco,[1][2] chiesa oggi non esistente e posta in corrispondenza dell'inizio dell'attuale via San Pietro all'Orto.

Ancora nella stessa posizione era citata da Galvano Fiamma all'inizio del XIV secolo.

(LA)

«Hic Ademarus de Menclotiis construxit ecclexiam S. Georgii ad puteum blanchum, ubi in lapide sculptus est in strata comuni.»

(IT)

«Adelmanno Menclozzi riedificò la chiesa di San Giorgio al Pozzo bianco dove è scolpito in pietra sulla strada comune.»

Tristano Calco († 1515) indicò che la statua era annualmente dipinta di bianco e di nero[4] e così "mal concia" la vide anche Giorgio Giulini nel Settecento, che riteneva fosse un richiamo ai colori araldici della famiglia Menclozzi.[5]

Nel Seicento la statua era posta in prossimità della Chiesetta del Corpus Domini, di fronte alla chiesa di Santa Maria dei Serviti; apparentemente in precedenza era posta «in mezzo a gran piazza su eminente piedestallo».[6]

Nel 1735 Pietro Grazioli fu il primo a contestare l'identificazione della statua con Adelmanno, mettendo in evidenza la toga romana.[7] Giulini aggiunse l'osservazione della fattura della capigliatura, non certamente di epoca romana.[5] Nell'Ottocento, mentre era ormai diffusa l'identificazione con Marco Tullio Cicerone, Giovanni Labus la riteneva la statua di un magistrato municipale indicando uno «scrigno postogli a' piedi».[8]

L'uomo di pietra (in basso a destra) affacciato sul corso

Nel gennaio 1832[9] la statua fu posta in posizione rialzata da terra perché divenuta un Pasquino milanese.

«Quando fu rifabbricata la casa ove egli trovavasi collocato si credè giustamente di metterlo in luogo più alto onde essendo egualmente in vista del pubblico non fosse facile avvicinarsi a chi avea d'uso attaccarvi satire ed epigrammi, che intaccavano la personalità individuale, e che oramai era divenuto un abuso pressoché giornaliero. Non v'ha dubbio però che fra queste satire più d'una sapeva di attico sale, nè invidiava alle pungenti frecce di Licambo, alla frusta del Baretti e dei più spiritosi scrittori di questo genere. Chi crederebbe che il volgo dovesse esser più volte rallegrato, e divertito per mezzo di una statua di sasso![10]»

Solo attorno al 1950, con le modifiche al corso Vittorio Emanuele II, la statua fu collocata nella posizione attuale.[11]

Iscrizioni[modifica | modifica wikitesto]

Sotto il rilievo è incisa un'epigrafe in latino. La prima parola, il verbo Carere ("essere privo, esente, libero, mancare"), è all'origine del nome popolare Scior Carera.

(IT)

«Deve essere privo di ogni vizio chi
si appresta a criticare un altro»

Sul piedistallo, una seconda iscrizione ricorda la precedente collocazione in via San Pietro all'Orto.

«STATVA VIRILE ROMANA DETTA
"OMM DE PREJA" O "SCIOR CARERA"
VN TEMPO IN VIA S. PIETRO ALL'ORTO
DVRANTE IL DOMINIO AVSTRIACO
FV PER MILANO QVELLO CHE PER
ROMA ERA LA STATVA DI PASQVINO
»

Secondo la tradizione, alla statua sarebbe stato affisso il manifesto per lo "sciopero del fumo" del gennaio 1848 che portò alle Cinque giornate di Milano.[12] In realtà la posizione elevata avrebbe reso difficile l'affissione di manifesti.

Riferimenti e citazioni[modifica | modifica wikitesto]

La statua diede il nome al periodico satirico «L'Uomo di pietra», fondato nel 1856 da Cletto Arrighi. In un articolo pubblicato nel secondo numero della rivista le vicende della statua vennero raccontate in prima persona.[13]. Nel romanzo Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi uno dei personaggi principali, Cesarino Pianelli, fratello del protagonista, impiegato alle poste di Milano, giocatore e millantatore, teme di finire su l'Uomo di pietra per uno scandalo al Circolo Monsù Travet di cui è membro fondatore.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carlo Romussi, Milano ne' suoi monumenti, I, Milano, 1912, pp. 401-403.
  2. ^ Calderini, p. 94.
  3. ^ Chronicon extravagans et chronicon maius, in Miscellanea di storia italiana, vol. 7, p. 583.
  4. ^ «Erexit quoque sibi statuam Adelmanus, quae quot annis albo, nigroque colore interpolantur» T. Calco, Mediolanensis Historiae Patriae Libri viginti, 1627, p. 116.
  5. ^ a b G. Giulini, Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e campagna di Milano ne' secoli bassi, I, 1834, pp. 549-550.
  6. ^ C. Torre, Il ritratto di Milano, Milano, 1674, pp. 355-356.
  7. ^ P. Grazioli, De praeclaris Mediolani aedificiis, 1735, p. 133-134.
  8. ^ G. Labus, Museo della Reale Accademia di Mantova, II, Mantova, 1837, pp. 44-45.
  9. ^ C.A. Vianello, Tempi minori, in Archivio Storico Lombardo, 1940, p. 230.
  10. ^ L'Uomo di pietra, in Cosmorama pittorico, n. 39, 1839, p. 320.
  11. ^ Petrantoni, p. 215.
  12. ^ L'uomo di pietra, su turismo.milano.it.
  13. ^ Dal mio piedistallo, in L'Uomo di Pietra, 22 novembre 1856, pp. 9-10.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aristide Calderini, Una statua di Cicerone a Milano?, in Atti del I Congresso internazionale di Studi Ciceroniani, I, 1961, pp. 89-103.
  • D. Corsi Zoli, L'uomo di pietra. Vicende e problemi di una statua romana a Milano, in Rendiconti dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Classe di Scienze Morali, XXX, 1975, pp. 177-199.
  • M. Petrantoni (a cura di), Memorie nel bronzo e nel marmo. Monumenti celebrativi e targhe nelle piazze e nelle vie di Milano, Milano, 1997, pp. 214-215.

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