Cerveno

Cerveno
comune
Cerveno – Stemma
Cerveno – Veduta
Cerveno – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Brescia
Amministrazione
SindacoMarzia Romano (lista civica) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate46°00′12″N 10°19′36″E / 46.003333°N 10.326667°E46.003333; 10.326667 (Cerveno)
Altitudine500 m s.l.m.
Superficie21,55 km²
Abitanti695[1] (31-12-2023)
Densità32,25 ab./km²
Comuni confinantiBraone, Ceto, Losine, Lozio, Malegno, Ono San Pietro, Paisco Loveno, Schilpario (BG)
Altre informazioni
Cod. postale25040
Prefisso0364
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT017049
Cod. catastaleC549
TargaBS
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 924 GG[3]
Nome abitanticervenesi
Patronosan Martino
Giorno festivo11 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cerveno
Cerveno
Cerveno – Mappa
Cerveno – Mappa
Posizione del comune di Cerveno nella provincia di Brescia
Sito istituzionale

«Di qui si passa a Cerveno, terra anch'essa illustrata da diverse gran torri, ch'indicavano la nobiltà, ed opulenza degli habitanti, dei quali tutt'hora verdeggiano traci per conditione...»

Cerveno (Hervé in dialetto camuno[5]) è un comune italiano di 695 abitanti[1], della Val Camonica, provincia di Brescia in Lombardia.

Il territorio di Cerveno in Val Camonica

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il paese di Cerveno giace ai piedi della Concarena, sul versante occidentale della Val Camonica, di fronte alla frazione Badetto del comune di Ceto.

Presso Cerveno si estraeva il marmo occhialino.[6]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Valle Camonica.
Mulino
Municipio
Torchio a leva orizzontale
Torchio a leva orizzontale - Vista Frontale

Il 14 ottobre 1336 il vescovo di Brescia Jacopo de Atti investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Cerveno, Ono e Cricolo, Esine e Paisco Oprandino Codaferri da Cemmo.[7]

L'11 gennaio 1350 il vescovo di Brescia Bernardo Tricardo investe iure feudi dei diritti di decima nei territori di Berzo Inferiore, Ono e Cricolo e Cerveno Rainaldo del fu Zanino Federici di Gorzone.[8]

Alla pace di Breno del 31 dicembre 1397 il rappresentante della comunità di Cerveno, Manfredo Barosino (anche notaio), si schierò sulla sponda ghibellina.[9] Suo figlio, il notabile notaio Franceschino Barosini, figura nell'elenco dei cittadini ascritti al patriziato bresciano firmatari del patto di unione tra Brescia e Venezia giurato nelle mani del Carmagnola il 6 di ottobre 1426.[10]

Nel 1610 Giovanni da Lezze afferma che i vini prodotti a Cerveno sono pocco buoni.[4]

Dal 1927 al 1947 Cerveno fu unita a Ceto nel comune di Ceto-Cerveno.

La Vicinia[modifica | modifica wikitesto]

Le proprietà della vicinia si estendevano ben oltre le terre coltivate e vicine al fondovalle principale. Comprendevano ben 21 km², molti dei quali rappresentati da pascoli e roccia ed vi era un forno fusorio.

I consigli dei vicini, ovvero le riunioni pubbliche degli antichi originari della comunità seguivano i cicli naturali legati soprattutto alle attività agricole essenziali. Tuttavia potevano avere convocazioni straordinarie proprie dei villaggi minerari per la manutenzione e avviamento dei forni fusori.

Uno dei più antichi documenti in valle che testimonia l’imprenditorialità delle vicinie e la presenza di forni fusori gestiti collegialmente, è proprio l’atto Costitutivo del forno della vicinia di Cerveno del 1429[11].

Feudatari locali[modifica | modifica wikitesto]

Famiglie che hanno ottenuto l'infeudazione vescovile dell'abitato:

Famiglia Stemma Periodo
Codaferri 1336 - ?
Federici
1350 - ?

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica n. 2941 del 20 settembre 1977.

«Di rosso, al cervo saliente di argento. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Le chiese di Cerveno sono:[12]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[13]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Gli scütüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomiglioli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Cerveno è Giüdé (Giudei?), Capèle,[5] Brusa crus (brucia croci).

Di grande importanza nel contesto culturale della Valle Camonica è la tradizione decennale della Santa Crus.

  • 1º gennaio Capodanno. Era la hèra incrusèra, sera degli incroci. Le strade venivano rese impraticabili con fascine o altro, le porte delle case venivano legate dall'esterno di modo che non s'aprissero e venivano esposti all'aperto gli abiti sottratti alle ragazze.[14]
  • 1º marzo. I giovani si recavano la sera all'esterno delle stalle, dove si riuniva la gente, e proclamavano scherzosamente (ed in incognito) dei matrimoni assurdi. Anche in quest'occasione si rubavano alle ragazze dei vestiti, che venivano esposti la mattina seguente in luoghi ben visibili.[14]
  • aprile, Rogazioni che si compivano nell'arco di tre giorni, benedicendo tutto il territorio agricolo del comune.[15]
  • Prima domenica di maggio, San Rocco. Processione ad una chiesetta fuori paese, oggi crollata, presso un antico lazzaretto.[15]
  • Corpus Domini, 9º giovedì dopo Pasqua. La processione seguiva un percorso speculare a quello della Santa Crus: dalla piazza girava a sinistra, proseguiva sul lato nord dell'abitato, entrava per un tratto in campagna e si concludeva al Santuario della Via Crucis.[15]
  • 11 novembre San Martino patrono. Processione che trasportava la statua del santo.[15]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

La Casa Museo di Cerveno, edificio rurale di fine ‘500 recentemente ristrutturato,costituisce una concreta testimonianza dei metodi costruttivi edili, visibili nell’organizzazione degli spazi e nell’uso dei materiali locali: pietra calcarea, legno e ferro. I reperti raccolti e gli arredi recuperati denotano stili di vita particolari; gli attrezzi impiegati nel lavoro dei campi, specificatamente per la viticoltura e la vinificazione, e quelli per l’allevamento, le attività silvo-pastorali e l’artigianato esprimono il livello di abilità manuale-creativa dell’homo faber, che sa costruire, adattare, riadattare quando gli serve per vivere e per sopravvivere. Significativa, nel museo, anche la presenza del materiale prodotto per la realizzazione della Santa Crus, rappresentazione vivente, a cadenza decennale, della Passione di Cristo. Gli abiti utilizzati dai figuranti, le armi, le corazze, i segni della Passione, le immagini riproducenti le fasi preparatorie della manifestazione esprimono efficacemente la complessità del lavoro che si compie, la coralità che lo caratterizza, la partecipazione collegiale dell’intera comunità, a testimonianza dell’atavica fede, delle tradizioni consolidate e dell’identità locale.

Evocare i tratti distintivi dell’identità del paese e della sua gente è lo scopo di questa Casa Museo. Una casa rurale che ha fatto parte per almeno cinque secoli della storia della comunità e che oggi raccoglie oggetti e immagini utili per trasmettere saperi e memorie.

La Casa Museo è luogo di incontri e mostre temporanee, occasioni di confronto e di formazione per gli adulti, attività didattiche e ludiche per i bambini e i ragazzi, lavori di preparazione per la manifestazione decennale della Santa Crus.

La Casa Museo rimanda al paese e al territorio che la circonda offrendo indicazioni utili per accostarsi al patrimonio storico e artistico di Cerveno e per seguire percorsi di conoscenza del paesaggio, dell’ambiente e degli altri abitati ai piedi della Concarena.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Dal versante meridionale di Cerveno diparte una strada agro-silvo-pastorale che sale in quota sulla Concarena fino a 1300 m s.l.m., in località Monte Arsio. Da qui discende fino alla frazione di Sommaprada nel comune di Lozio, in Val di Lozio. Percorribile a piedi o in bicicletta in 2.30 ore.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Angelo Simone Nani lista civica Sindaco
14 giugno 1999 8 giugno 2009 Anna Caterina Bonfadini DS Sindaco
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Giancarlo Maculotti lista civica Sindaco
26 maggio 2014 in carica Marzia Romano lista civica Sindaco 2º mandato dal 27-5-2019

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 460.
  5. ^ a b Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 164.
  6. ^ Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 461.
  7. ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 80, ISBN 88-343-0333-4.
  8. ^ Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 100, ISBN 88-343-0333-4.
  9. ^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], pg. 183.
  10. ^ Alessandro Augusto Monti della Corte, Le famiglie del patriziato bresciano.
  11. ^ Ivan Faiferri, Elisa Maculotti e Giancarlo Maculotti, Vicinìe alpine : mutamenti ed azioni delle antiche istituzioni precomunali diffuse nell'arco alpino : atti del convegno tenutosi a Pezzo, Ponte di Legno (BS) il 25 ottobre 2014, Biblioteca civica dalignese, 2016, ISBN 978-88-99319-09-0, OCLC 1090164643. URL consultato l'8 febbraio 2022.
  12. ^ Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 85.
  13. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  14. ^ a b Atlante Demologico Lombardo, su demologia.it. URL consultato il 13-08-2008.
  15. ^ a b c d Atlante Demologico Lombardo, su demologia.it. URL consultato il 13-08-2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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