102ª Divisione coloniale

102ª Divisione coloniale
Descrizione generale
Attiva1940 - 23 febbraio 1941[1]
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Servizio Regio esercito
Tipodivisione costiera
Battaglie/guerreCampagna dell'Africa Orientale Italiana
Parte di
Comandanti
Degni di notagen. Santini
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La 102ª Divisione coloniale somala fu una grande unità di fanteria del Regio Esercito italiano, costituita in Africa Orientale Italiana durante la seconda guerra mondiale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo giugno 1940, quando il Regno d'Italia dichiarò guerra agli Alleati, nella Somalia italiana vennero costituite due divisioni di soldati somali, designate 101ª Divisione coloniale somala e 102ª Divisione coloniale somala. Il personale era tratto per la maggior parte dalle brigate coloniali che avevano combattuto la guerra d'Etiopia nel 1936. Vennero arruolate inoltre nuove reclute, subito dopo la costituzione, per raggiungere la consistenza di una divisione standard italiana (7.000 uomini). Tuttavia l'addestramento, condotto da sottufficiali italiani, fu interrotto nelle prime fasi della guerra perché le reclute vennero dirottate alla costruzione della ferrovia Decauville tra Villabruzzi e la frontiera etiopica. Di conseguenza, molti dei 20.458 soldati somali presenti in teatro, la maggior parte dei quali inquadrati nelle due dette divisioni, non erano adeguatamente preparati al combattimento.[2]

Nella campagna dell'Africa Orientale Italiana, dalla fine del 1940 ai primi del 1941, la 102ª Divisione coloniale, formata per la grande maggioranza da giovani reclute non addestrate al combattimento, subì l'iniziativa dei britannici dopo che questi superarono il fiume Giuba, nella Somalia occidentale, andando incontro a pesanti sconfitte nonostante gli eroici sforzi.

«Il battaglione "Haifa" della 102ª Divisione coloniale iniziò ad avanzare da Jumbo al comando di ufficiali italiani verso le 5.45 del 18 febbraio. Nel buio prima dell'alba essi si mossero silenziosamente e non visti a ridosso delle linee del Transvaal Scottish Regiment, prima che le luci dell'alba rivelassero ai sudafricani in attesa schiere di figure chiaramente stagliate contro il baluginare del cielo orientale. La compagnia B del Transvaal Scottish aprì il fuoco quasi come un sol uomo. Pallottole di fucili e mitragliatrici si riversarono sui ranghi che avanzavano falciandoli. Con grande galanteria il nemico veniva avanti ed ancora avanti contro il fuoco nemico. Gli ufficiali italiani, con coraggio ammirevole, guidavano i loro uomini e le loro mitragliatrici su un campo aperto, privo di ogni tipo di copertura, per concentrare il fuoco in un'impari lotta contro le Bren e le Vickers della testa di ponte del Transvaal Scottish... Fu detto dai difensori della testa di ponte che della forza di assalto di circa mezzo battaglione non un solo uomo fece ritorno a Jumbo.[3]»

I soldati della 102ª combatterono duramente presso Gelib, procedendo verso il fiume Giuba[4] ma vennero costretti a ripiegare sulla linea Vittorio d'Africa-Merca dalle meglio equipaggiate forze britanniche[1]. La divisione venne sciolta nell'area di Ogaden. Alcuni dei suoi effettivi, soprattutto gli ufficiali nazionali, si ritirarono attraverso il Passo Marda a sud di Addis Abeba, dove infine si arresero[5].

Comandanti (1940-1941)[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - 3. La caduta dell'Impero, Laterza, 1986.
  2. ^ Italian forces deployed in Italian East Africa, 1 June 1940.
  3. ^ Neil Orphen
  4. ^ [1]
  5. ^ Scorzelli: Last stand near Addis Abeba. p 40

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - 3. La caduta dell'Impero, Laterza, 1986.
  • George F. Nafziger, Italian Order of Battle: An organizational history of the Italian Army in World War II.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]