Zecca di Castiglione

Torre del castello di Castiglione delle Stiviere
Testone di Francesco Gonzaga
FRANC • GON • S • R • I • P • MAR • CAS • III • ET • TIBI • DABO • CLAVES • REGNI • CE
Zecca di Castiglione
Baiocchella Sisto V di Rodolfo Gonzaga
GO • MA • C • S • R • I • PR
RO
S • SIXTVS • P • MAR
G+ • I
Zecca di Castiglione
Sesino di Ferdinando II Gonzaga
FER • II • PRIN • CA.... SESIN VS CASTI
Zecca di Castiglione

La zecca di Castiglione era l'ente preposto presso cui veniva effettuata la coniazione delle monete del feudo in epoca gonzaghesca.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'attività della zecca castiglionese, che coniò molti tipi di monete, iniziò nel 1567 sotto il marchesato di Ferrante Gonzaga, dietro concessione imperiale di Massimiliano II d'Asburgo.[1] L'officina era situata entro le mura del castello.

La produzione di monete, iniziata da Ferrante, si limitò a pochi esemplari. Fu sotto il secondo marchese Rodolfo Gonzaga (1569-1593) che ebbe la massima espansione. Iniziò a produrre monete contraffatte ai tipi di papa Sisto V e di Sede vacante (le "baiocchelle"),[2] così il pontefice nel dicembre 1592 scomunicò Rodolfo.[3][4]

Il suo successore Francesco elevò la dignità della zecca, coniando anche monete in oro.

La zecca subì alterne vicende e poca fortuna con i marchesi Ferdinando I Gonzaga (1614-1675), Carlo (1616-1680) e Ferdinando II (1648-1723) dopo il quale, nel 1723, la struttura venne chiusa ed abbandonata. Le monete coniate a Castiglione ebbero corso legale assieme a quelle di Mantova sino al 1779.

La zecca venne rasa al suolo nel 1796.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Treccani.it Ferrante Gonzaga.
  2. ^ Rivista storica italiana, vol. 116, n. 2, p. 232.
  3. ^ Roberto Navarrini, Gazoldo e gli Ippoliti, Asola, 1981.
  4. ^ Treccani.it. Rodolfo Gonzaga.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]