Principato di Pontecorvo

Principato di Pontecorvo
Principato di Pontecorvo – Bandiera
Principato di Pontecorvo - Stemma
Principato di Pontecorvo - Localizzazione
Principato di Pontecorvo - Localizzazione
Dati amministrativi
Lingue parlateItaliano, francese, napoletano
CapitalePontecorvo
Dipendente daBandiera della Francia Impero francese
Politica
Forma di governomonarchia
(principato)
Nascita5 giugno 1806 con Jean-Baptiste Jules Bernadotte
CausaOccupazione napoleonica
Fine25 maggio 1815 con Luciano Murat
CausaCongresso di Vienna del 1815
Territorio e popolazione
Massima estensione88 km² circa nel XIX secolo
Popolazione3000 abitanti circa nel XIX secolo
Economia
RisorseAgricoltura, allevamento, terracotta
Commerci conImpero francese
Religione e società
Religione di StatoCattolicesimo
Classi socialiNobiltà, clero, popolo
Evoluzione storica
Preceduto daBandiera dello Stato Pontificio Stato Pontificio
Succeduto daBandiera dello Stato Pontificio Stato Pontificio

Il principato di Pontecorvo fu un minuscolo Stato sovrano facente parte dell'Impero napoleonico e costituito nel 1806.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il maresciallo Bernadotte
Il maresciallo Bernadotte, principe di Pontecorvo (Pierre Michel Alix)

Fino ad allora, a partire dal 1463, il borgo di Pontecorvo era stato, sotto forma di signoria, un'exclave dello Stato della Chiesa e quindi un'enclave del Regno di Napoli, unitamente a Benevento.[1]

Il principato di Pontecorvo venne conferito al maresciallo Jean-Baptiste Jules Bernadotte (sposo, dal 1798, di Désirée Clary, allora principessa, poi regina di Svezia) che, per essersi distinto nella battaglia di Austerlitz, venne nominato primo principe di Pontecorvo e con tale titolo lo governò dal 5 giugno 1806 al 21 agosto 1810, quando lo stesso Bernadotte fu chiamato a succedere a Carlo XIII di Svezia, come Carlo XIV. Da lui è discesa l'attuale famiglia reale svedese. I principi risiedettero e organizzarono una piccola ma prestigiosa corte nel palazzetto dei rettori pontifici, in seguito sede del comune.[2]

Il principato tornò quindi all'imperatore e Bernadotte ricevette come indennità per lo stesso (e per delle dotazioni che aveva in Polonia) la promessa di un pagamento di tre milioni di franchi (ma ricevette solo un terzo di tale somma).[3]

Il principato fu quindi affidato di fatto a Gioacchino Murat anche se, ufficialmente, il 5 dicembre 1812, venne nominato secondo principe di Pontecorvo, tramite un apposito decreto imperiale,[4] il suo giovanissimo secondogenito Luciano Murat (1803-1878) fino al 25 maggio 1815.

Nel 1815, il Congresso di Vienna, con l'articolo 103, sancì la restituzione del principato di Pontecorvo, assieme a quello di Benevento e di altri territori, alla Santa Sede[5] Questo ritorno al dominio pontificio non venne accolto di buon grado dai pontecorvesi e provocò alcuni tumulti, forse organizzati dalla Carboneria, che però vennero soffocati dall'esercito austriaco.[6]

Un prelato delegato pontificio resse, nuovamente, il governo di Pontecorvo.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Federici, p. 4.
  2. ^ Moroni, p. 32.
  3. ^ Supplemento alla Nuova enciclopedia popolare con appendice, p. 59.
  4. ^ (EN) Guy Stair Sainty, History of the Princes Murat (King of Naples), su chivalricorders.org (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2008).
  5. ^ Moroni, vol. V, p. 113.
  6. ^ Ohnmeiss, p. 48.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Supplemento alla Nuova enciclopedia popolare con appendice, Torino, cugini Pompa e comp. Editori, 1851.
  • Vincenzo Federici, Gli Statuti di Pontecorvo, ed. Abbazia di Montecassino, 2006.
  • Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino..., Venezia, 1979.
  • Ernesto Ravvitti (conte), Delle recenti avventure d'Italia, Bologna, Tipografia Emiliana, 1864.
  • Edoardo Ohnmeiss, Federico Borromeo Gioacchino Murat e la fine della dominazione napoleonica in Italia, Napoli, 1991.
  • Archivio storico lombardo
  • R. Deputazione di storia patria per la Lombardia, Società storica lombarda, Milano 1904.
  • Attilio Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, Volume 10, Firenze, 1843.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]