Luigi Maglione

Luigi Maglione
cardinale di Santa Romana Chiesa
Il cardinale Maglione in una fotografia del febbraio 1939
Fides et labor
 
Incarichi ricoperti
 
Nato2 marzo 1877 a Casoria
Ordinato presbitero25 luglio 1901 dall'arcivescovo Giuseppe Ceppetelli (poi patriarca)
Nominato arcivescovo1º settembre 1920 da papa Benedetto XV
Consacrato arcivescovo26 settembre 1920 dal cardinale Pietro Gasparri
Creato cardinale16 dicembre 1935 da papa Pio XI
Deceduto22 agosto 1944 (67 anni) a Casoria
 

Luigi Maglione (Casoria, 2 marzo 1877Casoria, 22 agosto 1944) è stato un diplomatico della Santa Sede, poi cardinale di curia fino a diventare Segretario di Stato.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli studi[modifica | modifica wikitesto]

Luigi Maglione nacque a Casoria (NA)[1] da famiglia di possidenti.

Iniziò gli studi presso il Seminario diocesano di Cerreto Sannita, dove ancora oggi una lapide lo ricorda come il più illustre fra i suoi studenti[2]. Studiò successivamente all'Almo collegio Capranica ed in diverse università romane; si laureò sia in filosofia sia in teologia. Fu ordinato sacerdote il 25 luglio 1901 per l'Arcidiocesi di Napoli e, fino al 1908, lavorò come vicario nell'Arcidiocesi di Napoli.

Nel contempo proseguì gli studi ed entrò, nel 1908, nel servizio diplomatico vaticano, dove lavorò fino al 1918 presso la Segreteria di Stato.

Nel periodo 1915-1918 a tali impegni aggiunse pure l'insegnamento presso la Pontificia Accademia[3].

La carriera diplomatica[modifica | modifica wikitesto]

L'allora nunzio Maglione davanti al Palazzo dell'Eliseo il 1º gennaio 1927

Nel 1918 papa Benedetto XV lo nominò rappresentante papale temporaneo presso la Società delle Nazioni e inviato in Svizzera[4]. In questo paese Maglione sarà inviato come nunzio nel 1920, anno in cui egli viene nominato vescovo con il titolo di Cesarea di Palestina. L'ordinazione episcopale gli sarà impartita dal Cardinal Segretario di Stato Pietro Gasparri.

Dal 1926 al 1935 è sempre attivo come nunzio, ora però in Francia: gli accordi Briand-Maglione per la questione degli onori liturgici riservati alla Francia dalla Santa Sede producono, nel regime fascista, l'accusa di "francofilia"[5] che avrebbe animato la segreteria di Stato, nella quale egli esercitava un ruolo importante[6]. Secondo Luigi Federzoni addirittura "durante il Consiglio dei ministri del 3 gennaio 1927 Mussolini (...) ha manifestato la sua giusta indignazione per la condanna dell’Action française, unico movimento serio (egli ha aggiunto) contro la Massoneria e contro il Cartel, dopo il pietoso naufragio di Valois. La condanna è stata poi ribadita dall’incredibile discorso filobrandista e filosocietario pronunciato da monsignor Maglione il giorno di Capodanno, a nome del corpo diplomatico, a elogio e sostegno di un regime scristianizzatore, qual è quello della Repubblica di Doumergue e compagni"[7].

Pio XI lo crea cardinale con il titolo di Santa Pudenziana nel 1935 e lo nomina in seguito, nel 1938, Prefetto della Congregazione del Concilio. Partecipò al conclave del 1939 e fu anche inserito nella lista dei papabili, con i cardinali Elia Dalla Costa e Ildefonso Schuster[8].

Segretario di Stato[modifica | modifica wikitesto]

Il cardinal Maglione in occasione della visita del ministro degli esteri italiano e genero di Mussolini, conte Galeazzo Ciano

Nel 1939 Pio XII – appena salito al soglio di Pietro – lo nominò Cardinale Segretario di Stato; dallo stesso anno diresse pure il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana.

Quale principale collaboratore di Pio XII durante la Seconda guerra mondiale, si adoperò per la diffusione alle famiglie di informazioni sui soldati e i civili prigionieri e internati[9]. Dopo il 25 luglio 1943, chiese ai rappresentanti diplomatici di Spagna, Portogallo, Argentina e Ungheria di impegnarsi per ottenere dai tedeschi che, in caso di uscita dell’Italia dalla guerra, la Germania rispettasse Roma[10].

Dopo l'occupazione tedesca, il Segretario di Stato Maglione, ai primi di ottobre del 1943, incontrò l’ambasciatore germanico Ernst von Weizsäcker rappresentandogli che i tedeschi, in qualità di protettori di Roma e del Vaticano, avevano la responsabilità di schierare forze di polizia sufficienti a prevenire o reprimere un moto insurrezionale partigiano[11].

Nel corso del rastrellamento del Ghetto di Roma (16 ottobre 1943), Maglione fu incaricato da Papa Pio XII perché prendesse informazioni e si interessasse della questione[12]. Egli convocò l’ambasciatore von Weizsäcker per chiedergli «di salvare tanti innocenti». L’ambasciatore, dopo aver chiesto cosa avrebbe fatto il Vaticano «se le cose avessero [avuto] a continuare», si sentì rispondere: «La Santa Sede non vorrebbe essere messa nella necessità di dire la sua parola di disapprovazione». L’ambasciatore allora continuò: «Io penso alle conseguenze, che provocherebbe un passo della Santa Sede […] Le note direttive vengono da altissimo luogo […] Vostra eminenza mi lascia libero di non “faire état” di questa conversazione?».

L’incontro finì con le parole di Maglione: «Intanto ripeto: V. E. mi ha detto che cercherà di fare qualche cosa per i poveri ebrei. La ringrazio. Mi rimetto, quanto al resto, al suo giudizio. Se crede più opportuno di non far menzione di questa nostra conversazione, così sia»"[13].

Weizsäcker propose in seguito e ottenne che la protesta vaticana fosse affidata a una lettera del rettore della Chiesa tedesca a Roma Alois Hudal, indirizzata al generale comandante militare di Roma Reiner Stahel, in cui il prelato auspicava la "non reiterazione degli arresti, per evitare un intervento pubblico del Papa contro di questi"[14].

Maglione fu comunque protagonista degli sforzi della Santa Sede per salvare il massimo numero possibile di ebrei dallo sterminio nazista. Dagli 11 volumi dei documenti di archivio vaticani relativi al periodo della guerra, gli Actes et documents du Saint Siege relatifs a la Seconde Guerre Mondiale, emerge che spesso Maglione diede espressamente ai rappresentanti diplomatici vaticani istruzione di intervenire a favore degli ebrei che erano perseguitati o che vivevano sotto la minaccia di essere deportati[15].

Nel periodo della malattia che poi lo condusse alla morte, contattò il generale Charles De Gaulle perché, dopo la disfatta di Vichy, il nuovo governo francese non infierisse sugli ecclesiastici francesi che avevano assunto posizioni collaborazioniste con i nazisti[16].

Morì a Casoria il 22 agosto 1944 all'età di 67 anni.

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze straniera[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://familysearch.org/pal:/MM9.3.1/TH-1942-35761-368-9?cc=2046905&wc=M61Y-XM9:351033401 Atto di nascita del 1877
  2. ^ Renato Pescitelli, Cerreto Sacra, ristampa con aggiunte e correzioni, 2012, volume I, p. 214.
  3. ^ "Le passage de Maglione et de Pacelli à l’enseignement de la diplomatie ecclésiastique est court mais contribue à les installer dans une position centrale au coeur de la diplomatie romaine": Claude Prudhomme, L'Académie pontificale ecclésiastique et le service du Saint-Siège, MEFRIM: Mélanges de l'École française de Rome : Italie et mediterranée : 116, 1, 2004, p. 70.
  4. ^ María Eugenia Ossandón, I rapporti della Santa Sede con il Comitato Internazionale della Croce Rossa (1863-1930), Pisa : Fabrizio Serra, Annales theologici : 29, 2, 2015.
  5. ^ Mario Casella, Per una storia dei rapporti tra il fascismo e i vescovi italiani (1929-1943) - Prima parte, Roma : Edizioni di storia e letteratura, Ricerche di storia sociale e religiosa. A. XXXVI, numero 71 - Nuova serie - Gennaio-Giugno, 2007.
  6. ^ Roberto Morozzo della Rocca, Benedetto XV e l'Oriente europeo, Roma : École française de Rome, 2004.
  7. ^ Matteo Baragli, Il Centro nazionale italiano e la Santa sede : profili e progetti del clericofascismo in Italia 1922-1929, Milano : Franco Angeli, Italia contemporanea : 263, 2, 2011, p. 250.
  8. ^ Storia del Cristianesimo 1878-2005, Vol 3 - La Chiesa e le dittature, Periodici San Paolo, Milano, 2005, pag 39
  9. ^ Flavio Giovanni Conti, La Chiesa cattolica e i prigionieri di guerra italiani negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, Milano : Franco Angeli, Mondo contemporaneo : rivista di storia : 3, 2011 , p. 64: "Cicognani il 24 novembre 1942 comunicò al segretario di Stato vaticano card. Luigi Maglione la positiva conclusione circa la creazione dell’Ufficio informazioni per prigionieri, internati e civili anche negli Stati Uniti e lo pregava di far pervenire il ringraziamento del papa al presidente americano e all’ambasciatore presso la Santa Sede Taylor che, nella questione, aveva mostrato «cortesia e benevolenza»."
  10. ^ Fulvio De Giorgi, La Spagna franchista vista dalla Chiesa italiana. 1939-1945, Roma : [poi] Milano : Herder Editrice ; Vita e Pensiero, Rivista di storia della Chiesa in Italia. LUG. DIC., 2004, p. 504.
  11. ^ Robert Katz, Roma Città Aperta. Settembre 1943-Giugno 1944, Il Saggiatore, Milano, 2004, p. 100
  12. ^ Robert Katz, cit., p. 132-134
  13. ^ G. Rigano, PIO XII E IL 16 OTTOBRE 1943. NOTE SUL DIBATTITO STORIOGRAFICO, Rivista di storia della Chiesa in Italia : 1, 2014, p. 175.
  14. ^ Robert Katz, cit., p. 137
  15. ^ Pierre Blet, Pio XII e la Seconda guerra mondiale negli Archivi Vaticani, Edizioni San Paolo 1999
  16. ^ "De Gaulle riferisce che il cardinal Maglione, benché molto malato, aveva tenuto a parlargli direttamente dicendosi sicuro della disfatta di Vichy, ma confidandogli i suoi timori per l’avvenire. Salutando in lui il nuovo capo del governo francese, auspicava che avrebbe tenuto conto delle sorti degli ecclesiastici in Francia. Con gentilezza, ma con l’abituale determinazione, il Generale, pur rassicurando il prelato sull’operato del suo governo, accennò che tuttavia le posizioni assunte da alcuni membri del clero non gli avrebbero facilitato il compito": V. Sommella, I rapporti tra il governo italiano e il Gouvernement Provisoire de la République Française, 1944-1945 : dalle carte personali del generale de Gaulle, Roma: Società editrice Dante Alighieri, Nuova rivista storica : XCIV, 3, 2010, p. 829.
  17. ^ Pierre Blet, cit., p. 73
  18. ^ Pierre Blet, cit., p. 84

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Niccolò Del Re: I cardinali prefetti della Sacra Congregazione del Concilio dalle origini ad oggi (1564-1964), Apollinaris, XXXVII, 1964.
  • Pierre Blet, Pio XII e la Seconda guerra mondiale negli Archivi Vaticani, Edizioni San Paolo, 1999.
  • Giovanni Miccoli, I dilemmi e i silenzi di Pio XII, Rizzoli, Milano, 2000.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Arcivescovo titolare di Cesarea di Palestina Successore
Vincent Sardi di Rivisondoli 1º settembre 1920 – 16 dicembre 1935 Luigi Traglia
Predecessore Nunzio apostolico in Svizzera Successore
Girolamo d'Andrea 1º settembre 1920 – 23 giugno 1926 Pietro di Maria
Predecessore Nunzio apostolico in Francia Successore
Bonaventura Cerretti 23 giugno 1926 – 16 dicembre 1935 Valerio Valeri
Predecessore Cardinale presbitero di Santa Pudenziana Successore
Francis Alphonsus Bourne 18 giugno 1936 – 22 agosto 1944 Jules-Géraud Saliège
Predecessore Prefetto della Congregazione del concilio Successore
Giulio Serafini 22 luglio 1938 – 10 marzo 1939 Francesco Marmaggi
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