Gran Premio d'Italia 2001

Bandiera dell'Italia Gran Premio d'Italia 2001
678º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 15 di 17 del Campionato 2001
Data 16 settembre 2001
Luogo Autodromo di Monza
Percorso 5,793 km
circuito permanente
Distanza 53 giri, 306,976 km
Clima sereno
Risultati
Pole position Giro più veloce
Bandiera della Colombia Juan Pablo Montoya Bandiera della Germania Ralf Schumacher
Williams - BMW in 1'22"216 Williams - BMW in 1'25"073
(nel giro 39)
Podio
1. Bandiera della Colombia Juan Pablo Montoya
Williams - BMW
2. Bandiera del Brasile Rubens Barrichello
Ferrari
3. Bandiera della Germania Ralf Schumacher
Williams - BMW

Il Gran Premio d'Italia 2001 è stato un Gran Premio di Formula 1 disputato il 16 settembre 2001 sull'autodromo di Monza. La gara vide la prima vittoria in Formula 1 di Juan Pablo Montoya, al volante della Williams - BMW. Il pilota colombiano precedette sul traguardo Rubens Barrichello su Ferrari e il compagno di squadra Ralf Schumacher.

Vigilia[modifica | modifica wikitesto]

Aspetti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

In seguito agli attentati dell'11 settembre 2001 e al grave incidente occorso quattro giorni dopo ad Alessandro Zanardi in una gara del campionato CART sul Lausitzring, nel quale il pilota bolognese perse entrambe le gambe, diversi piloti chiesero di non disputare il fine settimana di Monza; la loro richiesta fu però respinta da Bernie Ecclestone, principalmente per non perdere i soldi derivanti dai diritti televisivi. La domenica mattina, in conseguenza delle notizie sull'incidente di Zanardi, e memori della tragedia avvenuta l'anno precedente proprio sul tracciato brianzolo, nel quale aveva perso la vita un commissario di percorso, durante l'abituale riunione dei piloti fu proposto di neutralizzare la gara limitatamente alla partenza, non effettuando sorpassi nelle prime due curve:[1] la decisione fu apertamente osteggiata da Flavio Briatore, manager della Renault, e dai responsabili della BAR e della Arrows, che proibirono ai propri piloti di aderire all'iniziativa.[1]

Non essendoci unanimità sulla decisione, la gara fu disputata regolarmente.[1] I piloti osservarono un minuto di silenzio prima della gara per ricordare le vittime degli attentati e fu concordato di evitare i consueti festeggiamenti con lo champagne sul podio[2]. Per lo stesso motivo, in casa Ferrari fu deciso di rimuovere i marchi pubblicitari sia dall'abbigliamento dei membri della squadra corse (compresi anche altri gadget) sia dalle stesse monoposto;[3] ulteriormente, i musetti delle F2001 vennero listati a lutto dipingendoli di nero, come succederà 4 anni dopo in Bahrein per la morte di Papa Giovanni Paolo II,[3] così come i piloti Michael Schumacher e Rubens Barrichello indossarono di nero anche una fascia al braccio.

Le Ferrari F2001 in azione sul tracciato brianzolo senza marchi pubblicitari sulle livree e con musetti neri listati a lutto, in segno di rispetto per gli attentati dell'11 settembre 2001 avvenuti cinque giorni prima.

A causa dei postumi del grave incidente capitatogli durante il Gran Premio del Belgio, Luciano Burti cedette il suo posto alla Prost al ceco Tomáš Enge. La Minardi, invece, sostituì Tarso Marques con un pilota pagante, Alex Yoong, il quale avrebbe guidato per la scuderia faentina nelle ultime tre gare della stagione; Marques rimase comunque all'interno della squadra come collaudatore e pilota di riserva.[4] Enge e Yoong furono rispettivamente il primo ceco e il primo malese a prendere parte a un Gran Premio di Formula 1.[5]

Infine, la McLaren annunciò di aver messo sotto contratto per cinque anni Kimi Räikkönen, affiancandolo a David Coulthard. L'annuncio seguì quello del ritiro dalle competizioni di Mika Häkkinen: il due volte campione del mondo dichiarò di volersi prendere un anno sabbatico per poter passare più tempo con la famiglia.[6]

Aspetti tecnici[modifica | modifica wikitesto]

Molte scuderie adottarono la stessa configurazione aerodinamica impiegata sul veloce circuito di Hockenheim;[7] fece eccezione la Jordan, che presentò un inedito alettone posteriore caratterizzato da un solo profilo invece dei due tradizionali;[7] Sempre il team irlandese non portò in pista la nuova carrozzeria introdotta al Gran Premio d'Ungheria, risultando inoltre l'unica scuderia, insieme alla Minardi, a impiegare un alettone anteriore con il secondo flap interrotto nella parte centrale.[7]

La Ferrari, infine, scelse di disputare il week-end di gara con dei dischi dei freni forniti dalla Carbon Industrie, risultati vittoriosi con la Williams sugli impegnativi circuiti di Imola, Montréal e Hockenheim, in luogo degli usuali Brembo.[7]

Prove libere[modifica | modifica wikitesto]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Nelle prime prove libere Kimi Räikkönen fu protagonista di un violento incidente alla prima variante, rischiando oltretutto di colpire la Minardi di Marques ferma in quel punto

Nella prima sessione di prove di venerdì i risultati furono i seguenti:[8]

Pos No Pilota Costruttore Tempo
1 1 Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari 1'25"524
2 4 Bandiera del Regno Unito David Coulthard McLaren - Mercedes 1'25"592
3 2 Bandiera del Brasile Rubens Barrichello Ferrari 1'25"728

Nella seconda sessione di prove di venerdì i risultati furono i seguenti:[8]

Pos No Pilota Costruttore Tempo
1 5 Bandiera della Germania Ralf Schumacher Williams - BMW 1'24"667
2 6 Bandiera della Colombia Juan Pablo Montoya Williams - BMW 1'25"067
3 1 Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari 1'25"131

Nella sessione di prove di sabato mattina i risultati furono i seguenti:[8]

Pos No Pilota Costruttore Tempo
1 1 Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari 1'23"178
2 6 Bandiera della Colombia Juan Pablo Montoya Williams - BMW 1'23"477
3 2 Bandiera del Brasile Rubens Barrichello Ferrari 1'23"762

Qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Montoya sfruttò al meglio la potenza del motore BMW della Williams e conquistò la pole position, dominando le qualifiche sin dall'inizio della sessione. Alle sue spalle si piazzò Barrichello, che per la prima volta nella stagione batté il compagno di squadra Michael Schumacher, terzo. Ralf Schumacher, insoddisfatto dell'assetto della sua vettura,[9] fece segnare il quarto tempo, precedendo Trulli e le due McLaren di Coulthard e Häkkinen. Il finlandese andò a sbattere violentemente contro le barriere alla seconda di Lesmo verso la fine della sessione provocando l'esposizione della bandiera rossa. La Benetton disputò una delle migliori sessioni di qualifica dall'inizio della stagione, piazzando Button in undicesima posizione e Fisichella in quattordicesima. In fondo alla griglia i debuttanti Enge e Yoong ottennero prestazioni all'interno del 107% del tempo di Montoya, qualificandosi per la gara.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Pos No Pilota Costruttore Pneumatici Tempo Distacco
1 6 Bandiera della Colombia Juan Pablo Montoya Williams - BMW M 1'22"216
2 2 Bandiera del Brasile Rubens Barrichello Ferrari B 1'22"528 +0"312
3 1 Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari B 1'22"624 +0"408
4 5 Bandiera della Germania Ralf Schumacher Williams - BMW M 1'22"841 +0"625
5 11 Bandiera dell'Italia Jarno Trulli Jordan - Honda B 1'23"126 +0"910
6 4 Bandiera del Regno Unito David Coulthard McLaren - Mercedes B 1'23"148 +0"932
7 3 Bandiera della Finlandia Mika Häkkinen McLaren - Mercedes B 1'23"394 +1"178
8 16 Bandiera della Germania Nick Heidfeld Sauber - Petronas B 1'23"417 +1"201
9 17 Bandiera della Finlandia Kimi Räikkönen Sauber - Petronas B 1'23"595 +1"379
10 19 Bandiera della Spagna Pedro de la Rosa Jaguar - Ford M 1'23"693 +1"477
11 8 Bandiera del Regno Unito Jenson Button Benetton - Renault M 1'23"892 +1"676
12 22 Bandiera della Germania Heinz-Harald Frentzen Prost - Acer M 1'23"943 +1"727
13 18 Bandiera del Regno Unito Eddie Irvine Jaguar - Ford M 1'24"031 +1"815
14 7 Bandiera dell'Italia Giancarlo Fisichella Benetton - Renault M 1'24"090 +1"874
15 10 Bandiera del Canada Jacques Villeneuve BAR- Honda B 1'24"164 +1"948
16 12 Bandiera della Francia Jean Alesi Jordan - Honda B 1'24"198 +1"982
17 9 Bandiera della Francia Olivier Panis BAR- Honda B 1'24"677 +2"461
18 15 Bandiera del Brasile Enrique Bernoldi Arrows - Asiatech B 1'25"444 +3"228
19 14 Bandiera dei Paesi Bassi Jos Verstappen Arrows - Asiatech B 1'25"511 +3"295
20 23 Bandiera della Rep. Ceca Tomáš Enge Prost - Acer M 1'26"039 +3"823
21 21 Bandiera della Spagna Fernando Alonso Minardi - European M 1'26"218 +4"002
22 20 Bandiera della Malaysia Alex Yoong Minardi - European M 1'27"463 +5"247

Warm up[modifica | modifica wikitesto]

Nel warm up di domenica mattina i migliori tempi furono i seguenti:[8]

Pos No Pilota Costruttore Tempo
1 1 Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari 1'26"029
2 4 Bandiera del Regno Unito David Coulthard McLaren - Mercedes 1'26"086
3 6 Bandiera della Colombia Juan Pablo Montoya Williams - BMW 1'26"247

Gara[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Il colombiano Juan Pablo Montoya festeggia sul podio per la sua prima vittoria in Formula 1

Prima dell'inizio del giro di ricognizione Heidfeld e Fisichella accusarono problemi tecnici sulle proprie vetture e dovettero ricorrere ai muletti, prendendo il via dalla corsia dei box. Alla prima frenata dopo la partenza Button tamponò Trulli, ponendo fine alla gara del pilota italiano e danneggiando il musetto della propria vettura. L'incidente creò scompiglio nella seconda parte del gruppo: Häkkinen perse diverse posizioni, mentre Verstappen risalì addirittura in ottava posizione.

Alla fine del primo giro Montoya conduceva la gara davanti a Barrichello, Ralf Schumacher, Michael Schumacher, Coulthard, de la Rosa e Irvine: quest'ultimo cominciò subito a perdere diverse posizioni a causa di un problema meccanico che lo portò al ritiro dopo quattordici giri. Al settimo giro sulla McLaren di Coulthard cedette il motore; un problema analogo causò in seguito anche il ritiro di Häkkinen una decina di tornate più tardi. In testa alla gara Barrichello, nettamente più veloce del rivale, mise sotto pressione Montoya, sopravanzandolo durante il nono giro. Il pilota colombiano fu poi avvicinato anche da Michael Schumacher, il quale, però, non riuscì a sorpassarlo. La differenza di prestazioni tra Ferrari e Williams nella prima parte di gara era dovuta principalmente alla diversa tattica scelta dalle due scuderie, che prevedeva rispettivamente una e due soste ai box: il primo a rifornire fu Michael Schumacher al diciottesimo passaggio, imitato dal compagno di squadra una tornata più tardi. Il pit stop di Barrichello fu più lungo del dovuto per un problema con il bocchettone del carburante, inconveniente che gli costò circa sei secondi.

In seguito alle soste dei due ferraristi Montoya e Ralf Schumacher si trovarono in testa alla corsa. Il pilota colombiano effettuò la sua unica sosta al 28º giro, mentre il tedesco proseguì addirittura fino al 35º passaggio. Montoya tornò in pista davanti a Michael Schumacher, ma alle spalle di Barrichello: quando quest'ultimo tornò ai box per la seconda volta, dopo 41 tornate, fu sopravanzato anche da Ralf Schumacher. Il pilota brasiliano cominciò però una veloce rimonta, sopravanzandolo nel corso del 47º passaggio. Negli ultimi giri Montoya mantenne saldamente il comando della corsa, conquistando la prima vittoria in carriera davanti a Barrichello, Ralf Schumacher, Michael Schumacher, de la Rosa e Villeneuve, che resistette nelle ultime tornate agli attacchi di Räikkönen.

Sul podio, come già stabilito in precedenza, i piloti non presero parte ai festeggiamenti con lo champagne dopo le premiazioni, a seguito delle vicende relative agli attentati dell'11 settembre 2001.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Pos No Pilota Costruttore Pneumatici Giri Tempo/Ritiro e posizione al ritiro/Media oraria Partenza Punti
1 6 Bandiera della Colombia Juan Pablo Montoya Williams - BMW M 53 1h16'58"493 - 239.103 km/h 1 10
2 2 Bandiera del Brasile Rubens Barrichello Ferrari B 53 +5"175 2 6
3 5 Bandiera della Germania Ralf Schumacher Williams - BMW M 53 +17"335 4 4
4 1 Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari B 53 +24"991 3 3
5 19 Bandiera della Spagna Pedro de la Rosa Jaguar - Ford M 53 +1'14"984 10 2
6 10 Bandiera del Canada Jacques Villeneuve BAR- Honda B 53 +1'22"469 15 1
7 17 Bandiera della Finlandia Kimi Räikkönen Sauber - Petronas B 53 +1'23"107 9
8 12 Bandiera della Francia Jean Alesi Jordan - Honda B 52 +1 giro 16
9 9 Bandiera della Francia Olivier Panis BAR- Honda B 52 +1 giro 17
10 7 Bandiera dell'Italia Giancarlo Fisichella Benetton - Renault M 52 +1 giro 14
11 16 Bandiera della Germania Nick Heidfeld Sauber - Petronas B 52 +1 giro 8
12 23 Bandiera della Rep. Ceca Tomáš Enge Prost - Acer M 52 +1 giro 20
13 21 Bandiera della Spagna Fernando Alonso Minardi - European M 51 +2 giri 21
Ritirato 15 Bandiera del Brasile Enrique Bernoldi Arrows - Asiatech B 46 Impianto elettrico (13º) 18
Ritirato 20 Bandiera della Malaysia Alex Yoong Minardi - European M 44 Testacoda (15º) 22
Ritirato 22 Bandiera della Germania Heinz-Harald Frentzen Prost - Acer M 28 Trasmissione (9º) 12
Ritirato 14 Bandiera dei Paesi Bassi Jos Verstappen Arrows - Asiatech B 25 Alimentazione (14º) 19
Ritirato 3 Bandiera della Finlandia Mika Häkkinen McLaren - Mercedes B 19 Trasmissione (9º) 7
Ritirato 18 Bandiera del Regno Unito Eddie Irvine Jaguar - Ford M 14 Motore (18º) 13
Ritirato 4 Bandiera del Regno Unito David Coulthard McLaren - Mercedes B 6 Motore (5º) 6
Ritirato 8 Bandiera del Regno Unito Jenson Button Benetton - Renault M 4 Motore (21º) 11
Ritirato 11 Bandiera dell'Italia Jarno Trulli Jordan - Honda B 0 Collisione con J.Button 5

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Alberto Antonini, «Briatore stakanovista della staccata». Autosprint n.38, 18-24 settembre 2001, pp. 14-15
  2. ^ (EN) Muted Formula One Says the Show Goes On, su atlasf1.com, Atlas F1 News Service, 13 settembre 2001. URL consultato il 27 settembre 2023.
  3. ^ a b Simone Peluso, F1 | One off: la Ferrari col muso nero a Monza 2001, su formulapassion.it, 10 marzo 2021.
  4. ^ Marques to be retained until the end of the season, su grandprix.com. URL consultato il 15 settembre 2012.
  5. ^ Michele Merlino, «Due nazioni esordienti». Autosprint n.38, 18-24 settembre 2001, p. 25
  6. ^ Alberto Antonini, «Questa non è Mika più vita». Autosprint n.38, 18-24 settembre 2001, pp. 26-28
  7. ^ a b c d Giorgio Piola, «Freni Williams per la rossa». Autosprint n.38, 18-24 settembre 2001, pp. 30-31.
  8. ^ a b c d «tutti i tempi delle prove», Autosprint n.38, 18-24 settembre 2001, p. 24
  9. ^ «Rubens una tantum meglio di Schumi». Autosprint n.38, 18-24 settembre 2001, p.23

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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