Esposizione internazionale del Niente

L'Esposizione internazionale del Niente è un movimento concettuale, culturale, artistico e musicale italiano iniziato dall'inizio del XX secolo basato sulla rappresentazione del vuoto e dell'Invisibile, concettualizzato in molteplici declinazioni, spesso molto differenti tra loro.

Nato in gran parte come un fenomeno italiano, basato sul nulla, sul vuoto, sull'Invisibile, la pubblicazione del manifesto dell'Esposizione Internazionale del Nulla è stata una caratteristica istitutitiva del movimento artistico invisibile guidato da Piero Manzoni.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'Esposizione Internazionale del Nulla è una mostra ideata nel 1960 da un gruppo di artisti tra cui Piero Manzoni.[1], Enrico Castellani, Carl Laszlo, Heinz Mack, in cui era rappresentata una mostra di opere Invisibili. La mostra sarà poi riproposta un anno dopo nei Paesi Bassi.

Nel 2015[2], la mostra si tiene ancora una volta a Milano in collaborazione con la Fondazione Manzoni, che esporrà anche l'originale "Manifesto" dell'epoca, pubblicato a Basilea nel 1960.[3][4]

Concetti dell'invisibile[modifica | modifica wikitesto]

I collezionisti, massima espressione dei feticisti, non acquisteranno mai veramente l'opera, ma lo strumento che le permette di diventarlo, e che rimane una testimonianza costante (il feticcio stesso, quindi) che la verità non ti fa mai possederlo veramente. La scomparsa dell'opera, la sua evacuazione anche come oggetto dopo essere stata sottratta come “opera”, come artefatto esposto, è il passaggio sintetizzato tra la scelta di “Zero” e la scelta di “Nul”. “Moi aussi je suis contraire au titre “‘Zero’”. "'Nul'" est beaucoup mieux. […] W NUL”[5]. Manzoni scrive a Henk Peeters, che sta organizzando la mostra, che inaugurerà il 9 marzo 1962 allo Stedelijk Museum di Amsterdam. L'abbandono del punto di partenza è l'abbandono del progetto, il passo dopo passo della scelta costruttiva, che, anche se senza intenzioni e dichiarazioni, diventa prova solo dell'esistenza. L'idea di "Zero" è stata teoricamente prevista nel 1960 dalla stesura del "Manifesto contro il Nulla per l'Esposizione Internazionale del Nulla", firmato a Basilea da Manzoni con Brock Base, Enrico Castellani, Rolf Fenkart, Carl Laszlo, Mack, Onorio, Piene e Herbert Schuldt, in cui si dice che: “La tela non vale la tela. La scultura vale quasi quanto nessuna scultura. Una macchina è bella quasi quanto nessuna macchina. La musica è piacevole quasi quanto nessun rumore. Nessun mercato dell'arte è fruttuoso come il mercato dell'arte. Qualcosa è quasi niente (niente)[6].

L'eredità dell'invisibile[modifica | modifica wikitesto]

L'esposizione dell'invisibile è una sorta di "non esposizione" in modo chiave Dada, promossa dal direttore della rivista “Panderma” Carl Laszlo, che lascia traccia nel Manifesto contro il nulla per l'Esposizione Internazionale del Nulla', edito a Basilea: Vendita di nulla, numerato e firmato. Il listino prezzi è a disposizione del pubblico. Nessuno interverrà all'inaugurazione. Nulla è riprodotto su questo catalogo. I firmatari sono Laszlo, Manzoni, Castellani, Rolf Fenkart, Mack, Piene, Herbert Schuldt e altri. La mostra del vuoto, in cui sono esposte opere invisibili, riprende i concetti di Yves Klein, Gino De Dominicis, e Marcel Duchamp e poi anche il concetto di pronto Ready-made di Andy Warhol, Salvatore Scarpitta, Jeff Koons e l'innovativo concetto dell'invisibilità di Salvatore Garau.

Principali manifesti[modifica | modifica wikitesto]

Opere principali: "Quando l’arte è invisibile"[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aldo Quinti, "Duchamp invisibile", Officina edizioni, 1975
  • Marco Senaldi, "Duchamp. La scienza dell'arte", edito da Meltemi, 2019
  • Marcel Duchamp Abécedaire, III, Parigi 1977
  • Giorgio Di Genova, "Storia dell'arte italiana del '900: Generazione anni Trenta", 2000, ISBN 9788885345812
  • Francesco Tedeschi, "Lo spazio ridefinito: Aricò, Castellani, Coletta, Dadamaino, Garutti, Nagasawa, Pinelli, Staccioli, Vago, Varisco," 1998, ISBN 9788820212766
  • Il Vieri, 1971
  • Maurizio Calvesi, "Un'estetica del simbolo tra arte e alchimia. Duchamp invisibile", Maretti Editore, 2016

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]