Diocesi di Mazara del Vallo

Diocesi di Mazara del Vallo
Dioecesis Mazariensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Palermo
Regione ecclesiasticaSicilia
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoAngelo Giurdanella
Vicario generaleGioacchino Arena
Vescovi emeritiDomenico Mogavero
Presbiteri82, di cui 64 secolari e 18 regolari
2.631 battezzati per presbitero
Religiosi22 uomini, 87 donne
Diaconi4 permanenti
 
Abitanti227.740
Battezzati215.820 (94,8% del totale)
StatoItalia
Superficie1.374 km²
Parrocchie67 (5 vicariati)
 
Erezione1093
Ritoromano
CattedraleSantissimo Salvatore
Santi patroniSan Vito (patrono)
Madonna del Paradiso (compatrona)
IndirizzoPiazza della Repubblica 6, 91026 Mazara del Vallo, Italia
Sito webwww.diocesimazara.eu
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il seminario di Mazara del Vallo.
Colonna dell'antica chiesa normanna.

La diocesi di Mazara del Vallo (in latino Dioecesis Mazariensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Palermo appartenente alla regione ecclesiastica Sicilia. Nel 2021 contava 215.820 battezzati su 227.740 abitanti. È retta dal vescovo Angelo Giurdanella.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio della diocesi di Mazara abbraccia 13 comuni del libero consorzio comunale di Trapani: Mazara del Vallo, Campobello di Mazara, Castelvetrano, Gibellina, Marsala, Partanna, Petrosino, Pantelleria, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa e Vita.

Sede vescovile è la città di Mazara del Vallo, dove si trova la cattedrale del Santissimo Salvatore.

Il territorio si estende su 1.374 km² ed è suddiviso in 67 parrocchie, raggruppate in 5 foranie (Mazara del Vallo, Castelvetrano, Marsala, Partanna e Salemi) e una zona pastorale (Pantelleria).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi di Mazara fu la prima diocesi eretta dai Normanni in Sicilia, con un diploma del 1093[1] del "gran conte" Ruggero I d'Altavilla, che aveva conquistato la città nel 1072. Essa era l'erede dell'antica diocesi di Lilibeo, scomparsa durante la dominazione araba dell'isola.

Inizialmente molto vasta, si estendeva dalla foce del Belice sin nelle vicinanze della città di Palermo, comprendendo quindi l'attuale provincia di Trapani e parte di quella del capoluogo. Il diploma, confermato da Ruggero II nel 1144, conteneva anche tutta una serie di donazioni di carattere feudale, «che ponevano il vescovo di Mazara alla testa della nuova aristocrazia feudale della Sicilia occidentale».[2]

Il primo vescovo ad essere nominato fu Stefano de Fer (documentato dal 1093 al 1124), parente del conte Ruggero, benedettino proveniente dall'abbazia di Sant'Eufemia in Calabria[3] e fautore dell'insediamento di parecchi monasteri benedettini (femminili e maschili) nel territorio.

L'erezione della diocesi fu approvata da papa Urbano II il 10 ottobre 1098[4] e confermata dal successore Pasquale II il 15 ottobre 1100[5]. Fin dall'inizio la diocesi divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Palermo, come documentato nelle bolle dell'antipapa Anacleto II (1130) e di papa Adriano IV (1156).[6]

Nel 1176 il vescovo Tustino cedette all'abate Teobaldo, dell'abbazia di Santa Maria Nuova di Monreale, i territori di Giato e di Calatrasi; poco dopo l'abbazia fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana (oggi arcidiocesi di Monreale).

Nel 1224 arrivarono in diocesi i francescani, mentre era ancora vivo san Francesco, guidati dal beato Angelo da Rieti; fondarono un monastero che, assieme a quello di Messina, fu il punto di irraggiamento dell'ordine nell'isola. Con Goffredo Roncioni, alla fine del XIII secolo, ebbe inizio la serie dei vescovi domenicani, che governarono la diocesi per oltre mezzo secolo.

Un importante documento, conservato nell'archivio della curia vescovile di Mazara e pubblicato per la prima volta nel 1980, dal titolo Riveli di tutti li beneficii di questa diocesi di Mazara dell'anno 1430, riporta un elenco esaustivo dello stato della diocesi nella prima metà del XV secolo e «offre un contributo notevole alla conoscenza della vita della Chiesa ... nella diocesi di Mazara, sue strutture, persone, edifici di culto, monasteri, confraternite, situazione economica, vita spirituale».[7]

Durante il concilio di Trento, prese parte il vescovo Giacomo Lomellino Del Campo (1562-1571), a cui i padri conciliari affidarono il compito di scrivere la parte relativa alla dottrina conciliare sul matrimonio cattolico. Fu al concilio anche il vescovo Antonio Lombardo (1573-1579), che, ritornato a Mazara, celebrò il primo sinodo diocesano per l'attuazione delle riforme tridentine.

Tra i vescovi di Mazara si annoverano due cardinali: Basilio Bessarione, che governò la diocesi per un decennio (1449-1458) in qualità di amministratore apostolico; e Giovanni Domenico Spinola (1636-1646), che celebrò un sinodo i cui statuti «risultarono una insigne opera giuridica, alla quale si rifecero sempre i vescovi nei successivi sinodi della Chiesa mazarese».[8]

Tra il 1690 ed il 1694 fu ricostruita dal vescovo Francesco Maria Graffeo l'antica cattedrale normanna in forme barocche, ristrutturata nel 1970 a seguito del terremoto del 1968. Tra i vescovi successivi si ricorda in particolare il teatino Bartolomeo Castelli (1695-1730), che rinnovò l'insegnamento della catechesi e fece edificare il sontuoso palazzo sede del seminario, che era stato istituito dal vescovo Bernardo Gascó nel 1584.

Nel 1797 davanti al vescovo, al clero e a una grande folla di fedeli l'immagine raffigurante la Madonna del Paradiso fu vista abbassare ripetutamente gli occhi. Ne seguì un regolare processo canonico, al termine del quale l'effigie fu incoronata nel 1803.

Nel 1844 il territorio della diocesi, che era rimasto invariato dai tempi dei Normanni, subì un sostanziale ridimensionamento. Infatti il 31 maggio cedette i comuni di Trapani, Monte San Giuliano (ora Erice), Paceco, Xitta, Favignana, Pantelleria per l'erezione della diocesi di Trapani; il 20 maggio precedente aveva ceduto i comuni di Balestrate, Borgetto, Capaci, Carini, Cinisi, Partinico, Terrasini, Torretta e Valguarnera Ragali per l'ingrandimento dell'arcidiocesi di Monreale.

Un'ulteriore cessione territoriale avvenne il 24 settembre 1950, quando furono trasferiti alla diocesi di Trapani i comuni di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi, mentre l'isola di Pantelleria tornò a far parte della diocesi di Mazara.

Il 10 marzo 1962, con la lettera apostolica Ianua caeli, papa Giovanni XXIII ha proclamato la Beata Maria Vergine, Madonna del Paradiso, e i santi Vito, Modesto e Crescenzia patroni principali della diocesi.[9]

La diocesi ha festeggiato, nel 1993, il nono centenario della sua fondazione, in occasione del quale fu visitata da papa Giovanni Paolo II: in ricordo dell'avvenimento il vescovo Emanuele Catarinicchia fece collocare nello spazio antistante la cattedrale una colonna dell'antica cattedrale normanna, con iscrizione alla base.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi nati nella diocesi[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 227.740 persone contava 215.820 battezzati, corrispondenti al 94,8% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 275.800 275.800 100,0 223 189 34 1.236 42 314 58
1970 226.183 227.183 99,6 140 120 20 1.615 29 226 56
1980 229.700 236.900 97,0 114 80 34 2.014 42 230 61
1990 222.723 231.562 96,2 103 68 35 2.162 41 216 78
1999 223.358 234.693 95,2 100 70 30 2.233 36 241 77
2000 223.124 233.951 95,4 101 71 30 2.209 36 241 77
2001 223.250 234.592 95,2 100 72 28 2.232 34 241 77
2002 223.025 234.295 95,2 95 71 24 2.347 30 241 77
2003 222.965 233.592 95,5 96 73 23 2.322 29 241 77
2004 220.659 233.706 94,4 95 70 25 2.322 31 241 77
2005 221.096 235.409 93,9 94 68 26 2.352 33 163 77
2006 220.906 235.600 93,8 94 66 28 2.350 35 163 77
2010 223.000 237.000 94,0 94 71 23 2.372 32 136 65
2013 210.652 231.450 91,0 100 70 30 2.106 1 38 131 63
2016 223.900 241.200 92,8 98 67 31 2.284 1 39 143 67
2019 218.178 228.603 95,4 86 64 22 2.536 3 26 110 67
2021 215.820 227.740 94,8 82 64 18 2.631 4 22 87 67

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Testo del diploma in: Pirri, Sicilia sacra, II, pp. 842-843.
  2. ^ Beni ecclesiastici in web.
  3. ^ Diocesi di Mazara del Vallo - La storia, su diocesimazara.it. URL consultato il 6 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2015).
  4. ^ Kehr, Italia Pontificia, X, p. 252, nº *1.
  5. ^ Testo della bolla in: Pirri, Sicilia Sacra, II, p. 843.
  6. ^ Kehr, Italia Pontificia, X, p. 252, nnº 3 e 4.
  7. ^ Diego Taranto, La diocesi di Mazara nel 1430: il «Rivelo» dei benefici, in Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes, tomo 92, 2 (1980), p. 511-554 e tomo 93, 1 (1981), pp. 189-214.
  8. ^ Dal sito BeWeB - Beni ecclesiastici in web.
  9. ^ (LA) Lettera apostolica Ianua caeli, AAS 54 (1962), pp. 774-775.
  10. ^ È probabilmente Tustino l'episcopus electus menzionato nella bolla di papa Adriano IV del 10 luglio 1156; Kehr, Italia Pontificia, X, pp. 231 (nº 27) e 252 (nº 4).
  11. ^ Kamp, Kirche und Monarchie..., p. 1173, nota 5.
  12. ^ a b c d e f g h i j k l m Norbert Kamp, Kirche und Monarchie..., pp. 1172-1182.
  13. ^ Pirri riporta il nome del vescovo Troiano nel 1199; secondo Kamp, questa indicazione non merita fiducia, perché nel documento di quell'anno il nome del vescovo risultava già illeggibile nel XVI secolo.
  14. ^ Pirri (Sicilia sacra, II, p. 845) ritiene che il nome del vescovo documentato (nel 1220 circa) solo con J, possa essere Giovanni o anche Giuliano.
  15. ^ La sede mazarese risulta essere vacante il 20 marzo 1239 (Kamp, Kirche und Monarchie..., p. 1177).
  16. ^ La sede è ancora vacante tra il 1240 ed il 1245, per la presenza documentata di un lohannes capellanus procurator (Kamp, Kirche und Monarchie..., p. 1177); alcune cronotassi accettano questo lohannes tra i vescovi di Mazara.
  17. ^ La diocesi è vacante nel mese di dicembre 1270; Kamp, Kirche und Monarchie..., p. 1179.
  18. ^ Michele Luzzati, Le origini d'una famiglia nobile Pisana: i Roncioni nei secoli XII e XIII, Bullettino senese di storia patria, 73-75 (1966-1968) pp. 109 e seguenti. Gottifredus de Roncionis è già documentato come episcopus electus il 26 luglio 1297 (Kamp, Kirche und Monarchie..., p. 1180, nota 66); Pirri (Sicilia sacra, II, p. 845) menziona un vescovo di nome Giovanni (chiamato anche Folco/Falcone), deceduto nel 1300; alcuni autori (sito web della diocesi) fanno di Giovanni/Folco due vescovi distinti. La presenza di tutti questi vescovi si inserisce nel complesso contesto storico dell'epoca, che vide lo scontro tra aragonesi e angioini, che posero ognuno sulla sede mazarese vescovi della propria fazione politica.
  19. ^ Eubel, Hierarchia catholica, II, p. 188, nota 1 di Mazara.
  20. ^ Paolo Petta, Despoti d'Epiro e principi di Macedonia, Lecce, Argo, 2000, p. 67, ISBN 978-88-8234-028-5.
  21. ^ Il 5 agosto 1765 nominato arcivescovo titolare di Laodicea di Frigia.
  22. ^ Biografia di Orazio della Torre, su mariadinazareth.it. URL consultato il 25 marzo 2012.
  23. ^ Nominato arcivescovo titolare, titolo personale, di Serra.
  24. ^ Nominato vescovo titolare di Dioclea di Frigia.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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