Eparchia di Piana degli Albanesi

Eparchia di Piana degli Albanesi
Eparchia Planensis Albanensium
Chiesa cattolica italo-albanese
Regione ecclesiasticaSicilia
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
Sede vacante
Amministratore apostolicocardinale Francesco Montenegro
Presbiteri26, di cui 24 secolari e 2 regolari
889 battezzati per presbitero
Religiosi16 uomini, 47 donne
Diaconi3 permanenti
 
Abitanti24.000
Battezzati23.120 (96,3% del totale)
StatoItalia
Superficie418 km²
Parrocchie16
 
Erezione26 ottobre 1937
Ritobizantino[1]
CattedraleSan Demetrio Megalomartire
ConcattedraleSan Nicolò dei Greci alla Martorana
Santi patroniSan Demetrio Megalomartire
IndirizzoPiazza San Nicola 1, 90037 Piana degli Albanesi (Palermo), Italia
Sito webwww.eparchiapiana.org
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La concattedrale di San Nicolò dei Greci alla Martorana a Palermo.
Episcopio e annesso Seminario eparchiale, erede del distrutto Seminario Italo-Albanese di Palermo (1734)
Affreschi dell'abside e dell'arco trionfale di Pietro Novelli (1641-1644) nella Cattedrale di Piana degli Albanesi.
L'aquila bicipite, simbolo degli albanesi, nella cattedrale.
Mosaico della cupola della concattedrale in Palermo raffigurante Cristo in trono.

L'eparchia di Piana degli Albanesi (in latino Eparchia Planensis Albanensium) è una sede della Chiesa bizantina cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede e appartenente alla regione ecclesiastica Sicilia. Nel 2021 contava 23120 battezzati su 24000 abitanti. La sede è vacante.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'eparchia comprende i cinque comuni sparsi nella provincia di Palermo rimasti fedeli al rito bizantino italo-albanese: Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, Mezzojuso, Palazzo Adriano, Santa Cristina Gela, e una parrocchia ad personam in Palermo. L'eparca, che ha rango di vescovo, ha giurisdizione su tutti i fedeli albanesi della Sicilia.

Sede eparchiale è Piana degli Albanesi, dove si trova la cattedrale di San Demetrio Megalomartire. A Palermo sorge la concattedrale di San Nicolò dei Greci alla Martorana, a cui sono assegnati, con giurisdizione personale, i fedeli italo-albanesi di rito bizantino ivi residenti.

Il territorio è suddiviso in 16 parrocchie[2].

L'eparchia tra il 1904 e il 1946 possedeva una parrocchia di rito bizantino a New York, in Lower Manhattan, la chiesa di Nostra Signora delle Grazie (Our Lady of Grace) per i fedeli italo-albanesi ivi emigrati[3][4].

Nel territorio eparchiale sono presenti ordini religiosi femminili e maschili che professano il rito orientale, quali le Suore Collegine della Sacra Famiglia, la congregazione delle Suore Basiliane Figlie di Santa Macrina e i monaci basiliani.

In Piana degli Albanesi è attivo il Seminario eparchiale italo-albanese. Sempre a Piana degli Albanesi esiste il collegio delle suore italo-albanesi del SS. Bambino Gesù e della Sacra Famiglia, note col nome di "Collegine", le quali religiose sono presenti anche a Mezzojuso. A Mezzojuso e Piana degli Albanesi esistono monasteri basiliani, affidati ai monaci italo-albanesi della Congregazione di San Nilo di Grottaferrata. A Mezzojuso, inoltre, sorge la Casa Generalizia delle Suore Basiliane italo-albanesi, diffuse in tutta l'eparchia e in Palermo. A Palermo sono di proprietà dell'eparchia l'ex Seminario Italo-Albanese, fra la via omonima e piazza Padre Giorgio Guzzetta, e l'area fra via Angiò e Cortile Seminario Greco con l'ex villa e cappella annessa bizantina che furono la sede estiva del Seminario[5][6]. Un importante patrimonio accumulato per secoli da donazioni borboniche e da legati di privati membri della comunità italo-albanese stessa è stato assorbito dall'ente ecclesiastico eparchia con la sua erezione[7].

Le istituzioni storiche più importanti dell'eparchia[8], che si prodigarono nella solida formazione dei giovani di ogni colonia albanese di Sicilia secondo il rito greco e la lingua albanese proprie, sono state: il Monastero basiliano A. Reres di Mezzojuso (1609)[9][10], con monaci e sacerdoti missionari in Albania; l'Oratorio di S. Filippo Neri (Rritiri) di Piana degli Albanesi (1716)[11], per i sacerdoti celibi; il Collegio di Maria di Piana degli Albanesi (1731)[12], per le giovani arbëreshe; il Seminario italo-albanese di Palermo (1734)[13][14], per i giovani arbëreshë candidati al presbiterato. A queste si aggiunse il Convitto F. Soluto di Palermo (1879), che prese il nome del benefattore Francesco Saluto di Piana degli Albanesi che la donò alla Chiesa italo-albanese, ed eretto con decreto del re Umberto I per agevolare i giovinetti della comunità albanese di Sicilia recati nel capoluogo per lo studio universitario.

Liturgia e rito[modifica | modifica wikitesto]

«[…] gli italo-albanesi che conservano anche il rito orientale, lo fecero obbedendo ad un sapiente disegno della Provvidenza, perché fossero testimonianza ininterrotta della cattolicità della Chiesa e, vivendo in mezzo a popolazioni latine, facessero conoscere ed amare riti e tradizioni molteplici di cui si ammanta la stessa unica Chiesa di Cristo. E noi nutriamo fiducia per un più efficace inserimento di queste Chiese locali orientali nello spirito, e nell'azione ecumenica che anima e muove tutta la cristianità. […] Se la storia vi ha visti oppressi e dispersi, la bontà di Dio ha fatto che voi, con tutti i membri del vostro “gjaku i shprishur”, con la fervida attività innata e con la comprensione acquisita, vi rendeste dovunque […] anticipatori del moderno ecumenismo.»

Elemento fortemente caratterizzante dell'eparchia di Piana degli Albanesi è il rito bizantino[16], professato dai fedeli in tutta la diocesi. Essendo nel tempo concesse, tuttavia, alcune parrocchie per il rito romano ai pochi forestieri di passaggio o residenti nei centri albanesi, è stato permesso loro - con l'erezione dell'eparchia - il non dimettere il rito latino in quelle chiese e parrocchie originariamente di rito greco. Sono oggi 5 le parrocchie latine, su 15 dell'eparchia, in cui non viene osservato il rito bizantino. Non sono mancati con il succedersi degli anni, fino a tempi recentissimi, problemi e screzi tra "latini" (siciliani di rito latino o romano) e "greci" (albanesi di rito greco o bizantino)[17][18][19]. Il centro di Santa Crista Gela, con una sola parrocchia, ha nel secolo scorso dismesso il rito bizantino per l'adozione del rito romano, ciò nonostante in alcuni momenti particolari, viene riosservato il rito bizantino, con la celebrazione solenne dei papàs e presieduta dell'eparca[20].

Le lingue liturgiche del rito bizantino italo-albanese sono: la koinè greca, tradizionalmente in uso in quanto in passato era la lingua ecclesiastica del mondo cristiano d'Oriente, e l'albanese, la lingua madre dei fedeli arbëreshë.

Nel rito, assieme alla lingua albanese, sono importanti per gli arbëreshë i paramenti liturgici, carichi di simboli cristiani, tra i quali numerosi sono antichi e di fattura locale (XVIII secolo)[21], naturalmente diversi da quelli dei paramenti in uso nella Chiesa latina. L'eparca, ossia il vescovo, indossa tutti i paramenti sacri propri del presbitero, ma al posto del felònion utilizza il sàkkos, l'omophorion (omerale, un'antica sciarpa di distinzione cerimoniale avvolta sulle spalle), la mitra, il pastorale; in più il vescovo utilizza il tricherio e il dicherio, candelieri liturgici a due e tre candele utilizzate per la benedizione solenne nel rito pontificale. Quando il vescovo non celebra, perché assiste ad una celebrazione di rito latino, indossa sempre i propri paramenti bizantini con il mandìas, ampio velo di seta a forma di mantello caudato, di colore viola o porpora chiuso sul petto e sopra le ginocchia.

Di richiamo particolare, durante le Divine liturgie e le funzioni solenni i costumi tradizionali femminili albanesi, riccamente ricamati, di Piana degli Albanesi. Essi vengono indossati in particolari feste di famiglia, come matrimoni e battesimi, e in alcune solennità dell'anno liturgico bizantino, specialmente in occasione dell'Epifania e della Settimana Santa, detta in albanese Java e madhe (la Grande Settimana).

Complessa e ricca è la sua antica tradizione musicale e canora bizantina, sia nel repertorio greco e sia in albanese, che fa parte del Registro Eredità Immateriali della Sicilia, quest'ultimo riconosciuto dall'UNESCO. L'Eparchia di Piana degli Albanesi ha meglio conservato, rispetto a quella di Lungro, il rito originario neo-sabaitico, importato all'epoca dell'emigrazione albanese in Italia e originario del monastero di San Saba in Palestina[22].

L'Eparchia è oggi la risultanza della fedele e tenace conservazione etnico-religiosa degli albanesi, che cinquecento anni di permanenza in Sicilia non hanno minimamente cancellato, e i cui costumi e canti tradizionali, usi e consuetudini, lingua e rito bizantino rappresentano la continuità storica di una tradizione mai interrotta che si ricollega ai tempi dello Scanderbeg, all'epoca, cioè, in cui gli albanesi andavano fieri per il prestigio goduto in tutta Europa a motivo della loro invitta fede cristiana, del loro attaccamento al rito bizantino e al patrimonio culturale della loro terra d'origine[23].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

«Voi siete qui […] il drappello di profughi che, sostenuti dalla loro profonda fede evangelica, più di cinquecento anni fa giunsero in Sicilia, trovarono non solo un approdo stabile per il futuro delle loro famiglie come nucleo della Patria lontana, ma anche l'Isola maggiore del Mare Nostrum, che per la sua posizione naturale, è un centro di comunicazione tra Oriente e Occidente, un provvidenziale congiungimento tra sponde di diversi popoli. […] La Divina Provvidenza, la cui sapienza tutto dirige al bene degli uomini, ha reso la vostra situazione feconda di promesse: il vostro rito, la lingua albanese che ancora parlate e coltivate, unitamente alle vostre centenarie costumanze, costituiscono un'oasi di vita e di spiritualità orientale genuina trapiantate nel cuore dell'Occidente. Si può pertanto dire che voi siete stati investiti di una particolare missione ecumenica.»

Gli italo-albanesi sono un gruppo etnico albanese stanziatosi nel XV secolo in Italia (a partire dal 1448 circa, fino a tutto il XVIII secolo), a seguito delle molteplici emigrazioni dall'Albania, dall'Epiro, dalla Macedonia e dalle regioni albanesi (arvaniti) della Morea e dall'Attica (dal 1534 in poi), causate dall'avanzata turco-ottomana. Generalmente gli esuli albanesi si insediarono presso località abbandonate o fondarono nuovi villaggi, portando con sé il proprio patrimonio culturale, linguistico e religioso.

Gli albanesi in Italia, sebbene in comunione con il papa, seguivano rito e tradizioni spirituali dell'Oriente cristiano. Essi diedero fin da subito prova di fedeltà alla Sede apostolica, che però localmente non riconobbe i bisogni istituzionali e religiosi della comunità di "rito greco".

Questi rapporti tesi tra "latini" e "greci"[25] diedero occasione a papa Clemente VIII di approvare un'istruzione che limitava fortemente l'attività religiosa degli albanesi (31 maggio 1595).

Nel 1576, con la bolla In Apostolicae Sedis specula del 13 gennaio, papa Gregorio XIII istituì il Collegio Greco in Roma per la formazione dei sacerdoti italo-albanesi di rito greco.

Nel 1609 fu eretto da Andrea Reres il monastero basiliano di Mezzojuso.

Dal 1660 si recarono a Chimarra (Albania) i primi monaci basiliani italo-albanesi; nel contempo sacerdoti albanesi di Sicilia furono missionari in Albania (diocesi di Durazzo, comprendente la regione dell'Epiro-Ciamuria), con vescovi ordinanti per la sorella Chiesa greco-cattolica albanese dal 1660 al 1769[26].

Nel 1716 venne fondato da padre Giorgio Guzzetta l'Oratorio San Filippo Neri in Piana degli Albanesi per i sacerdoti celibi di "rito greco", che si prodigò alla solida formazione dei giovinetti italo-albanesi di Sicilia, preludio dell'opera più vasta del Seminario italo-albanese di Palermo.

Nel 1731, per opera di papàs Antonio Brancato e la cooperazione di padre Giorgio Guzzetta, fu fondato in Piana degli Albanesi il Collegio di Maria per la formazione nel proprio rito e tradizione delle giovani fanciulle italo-albanesi di Sicilia.

Il 19 dicembre 1734 era stato istituito a Palermo il Seminario italo-albanese[27], che diede l'opportunità di formare un clero nel solco della tradizione orientale, ma nel tempo stesso fedele alla gerarchia locale. Quest'opera di conciliazione fu fortemente voluta da padre Giorgio Guzzetta, servo di Dio e apostolo degli Albanesi di Sicilia.

I provvedimenti sulla libertà di culto degli italo-albanesi furono confermati da papa Benedetto XIV con la bolla Etsi pastoralis del 26 maggio 1742.

Il 6 febbraio 1784 fu eretto un vescovato di rito bizantino ordinante per gli albanesi in Sicilia, con la bolla Commissa Nobis divinitus di papa Pio VI. Non si trattava di una diocesi, ma era prevista la presenza di un vescovo per poter ordinare i sacerdoti formati presso il Seminario italo-albanese di Palermo. Il primo vescovo fu Giorgio Stassi, vescovo titolare di Lampsaco. Prima i fedeli albanesi e i loro sacerdoti non avevano alcun diritto ed erano a rischio di assimilazione al rito romano.

Il 12 novembre 1820 papa Pio VII con la bolla Incumbentes in eam curam[28] istituì la collegiata di San Demetrio in Piana degli Albanesi, allora detta Piana dei Greci.

Nel 1867 papa Pio IX rinunciò alla preminenza del rito latino sugli altri riti e ciò diede inizio ad alcune aperture da parte della Santa Sede nell'ultimo terzo del XIX secolo.

Nel 1879 venne fondato il Convitto Saluto in Palermo, opera pia per gli studenti italo-albanesi.

Nel 1883 un significativo numero di giovani da Contessa Entellina, Palazzo Adriano e Piana degli Albanesi, desiderosi di seguire la vita religiosa secondo i propri riti, sono ammessi al probandato del monastero basiliano di Grottaferrata, per il recupero e il ripristino della piena osservanza del rito bizantino nella badia, ormai ridotta a membri provenienti dalle diocesi di rito romano. Da quel momento, provenienti anche da Mezzojuso, Santa Cristina Gela, e dalle cittadine albanesi dalla Calabria, della Basilicata, del Molise e d'Abruzzo, i monaci italo-albanesi daranno un notevole apporto alla crescita religiosa, culturale ed ecclesiastica del monastero basiliano di Grottaferrata e le istituzioni della badia daranno un significativo contribuito alla crescita culturale e religiosa della comunità arbëreshe.

Nel 1888 gli italo-albanesi inviano al papa una supplica per reclamare l’autonomia ecclesiastica.

La domenica di Pasqua del 1904 viene fondata a New York la parrocchia Nostra Signora delle Grazie (Our Lady of Grace Italo-Albanian Greek-Catholic Mission and Society) di rito bizantino, per i fedeli italo-albanesi in grande numero emigrati negli Stati Uniti[29][30].

Con l'istituzione il 13 febbraio 1919 dell'eparchia di Lungro per i fedeli albanesi di Calabria di rito greco, gli albanesi di Sicilia nel 1929 fecero sorgere un Circolo per l'Oriente Cristiano, diventato poi, nel 1931, l'Associazione Cattolica Italiana per l'Oriente Cristiano (A.C.I.O.C.)[31], come pronta adesione all'appello dell'enciclica Rerum Orientalium di papa Pio XI[31][32].

Epi si Cheri, icona siculo-albanese di influenza cretese (XVII sec.), monaco basiliano arvanita, Mezzojuso.

Nel 1921 fu istituito a Mezzojuso, da padre Nilo Borgia e madre Macrina Raparelli, l'istituto religioso delle Suore basiliane figlie di Santa Macrina per l'apostolato presso le popolazioni albanesi d'Italia di rito bizantino e l'Oriente cristiano (Albania, Kosovo).

Viene aperta nel 1934 la causa di beatificazione del servo di Dio padre Giorgio Guzzetta.

Il 26 ottobre 1937 la bolla Apostolica Sedes di papa Pio XI segnò l'erezione dell'eparchia di Piana dei Greci, con giurisdizione sui fedeli di rito greco-bizantino della Sicilia. La bolla fu solenne promulgata nella cattedrale di San Demetrio di Piana degli Albanesi dal cardinale Luigi Lavitrano il 16 gennaio 1938.

La nuova diocesi comprendeva i comuni di Piana dei Greci e di Santa Cristina, ricavandone il territorio dalle arcidiocesi di Monreale e di Palermo, e le parrocchie di rito bizantino di Mezzojuso, di Contessa e di Palazzo Adriano sottratte alla giurisdizione dell'arcidiocesi di Palermo la prima e dell'arcidiocesi di Monreale le ultime due, in Palermo la parrocchia di San Nicolò dei Greci e la chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio[33].

Nel 1938 i monaci basiliani italo-albanesi ritornavano missionari, dopo secoli, in Albania, con l’apertura delle prime due case a Fier e ad Argirocastro.

Nel 1940 al monastero di Grottaferrata si tenne il 1º Sinodo intereparchiale della Chiesa italo-albanese; venne invitata a parteciparvi una delegazione della Chiesa ortodossa autocefala albanese, momento storico che costituisce un'anticipazione dello spirito ecumenico al quale è sempre stata votata la Chiesa cattolica italo-albanese.

Il 25 ottobre 1941 l'eparchia assunse il nome attuale.

Nel 1943, a causa dei bombardamenti di Palermo nella seconda guerra mondiale, la concattedrale di Santa Maria dell'Ammiraglio è divenuta sede della parrocchia personale di San Nicolò "dei Greci"; contemporaneamente la sede del seminario italo-albanese di Palermo è stato spostato in Piana degli Albanesi.

Nel 1946 un congruo gruppo di sacerdoti e monaci greco-cattolici albanesi d'Albania, senza farne più ritorno, si rifugia presso l'eparchia dal regime comunista albanese.

Nel 1948 è stato fondato il monastero basiliano di Piana degli Albanesi. Dal 1950 è nuovamente attivo il seminario italo-albanese a Piana degli Albanesi.

Nel 1952 i resti mortali del servo di Dio padre Giorgio Guzzetta, in accoglimento a un vivo desiderio del clero italo-albanese e del popolo dell'eparchia, sono stati trasferiti dalla chiesa dei Padri Filippini dell'Olivella in Palermo alla cattedrale di Piana degli Albanesi, con austero rito religioso e con grande manifestazione di riconoscente devozione.

L'8 luglio 1960 con la bolla Orientalis Ecclesiae papa Giovanni XXIII ha assegnato alla giurisdizione dell'eparca di rito bizantino di Piana degli Albanesi anche le parrocchie latine dei comuni di Contessa Entellina, Mezzojuso e Palazzo Adriano. Tanto prima che dopo tale data sono talora registrabili ancora contrasti tra i due riti.

L'eparchia è stata affidata all'amministrazione apostolica degli arcivescovi di Palermo fino al 1967, anno in cui fu eletto il primo eparca (già vescovo ausiliare dal 1937), ottenendo la completa autonomia. Nello stesso anno, l'eparca di Piana degli Albanesi incontra il papa e il patriarca di Costantinopoli.

Nel 1973 una delegazione della Chiesa ortodossa di Grecia ha reso una visita ufficiale agli italo-albanesi dell'eparchia.

Nel 1982 papa Giovanni Paolo II incontra i fedeli e i religiosi dell'eparchia presso la concattedrale.

Con la caduta del regime comunista, dal 1992 vengono ripresi i rapporti ufficiali con la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica in Albania; viene restaurata con fondi provenienti dalle comunità italo-albanesi la chiesa greco-cattolica albanese di San Pietro in Elbasan, costruita dai monaci di Grottaferrata. Tra il 1997 e il 2002 l'eparchia ha dato sostegno alla Chiesa cattolica in Kosovo colpita dalla guerra.

Nel 2004 si è tenuto al monastero di Grottaferrata il 2º Sinodo intereparchiale della Chiesa cattolica italo-albanese. Pochi mesi a seguire, nel 2005, la Chiesa italo-albanese è stata in udienza da papa Giovanni Paolo II[34].

Nel 2015 vengono rinvenute nei pressi di Himara i resti mortali di mons. Nilo Catalano, monaco basiliano italo-albanese, missionario arcivescovo di Durazzo e vicario apostolico d'Albania nella metà del XVII secolo[35][36][37]. La suora madre Macrina Raparelli, cofondatrice della Congregazione delle Suore Basiliane Figlie di Santa Macrina, è stata dichiarata venerabile dal 2017; nello stesso anno si è conclusa l’inchiesta diocesana sulla canonizzazione di padre Giorgio Guzzetta, nel 2021 dichiarato venerabile[38]. Nel 2019, nel centenario della sorella eparchia di Lungro, una folta delegazione di religiosi e fedeli dell'eparchia di Piana degli Albanesi si è recata in udienza dal papa in Vaticano[39].

Arcivescovi albanesi di Sicilia ordinanti per i greco-cattolici albanesi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi ordinanti per gli Albanesi di Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi ordinanti provenienti dagli albanesi di Sicilia sono stati nominati per quelli di Calabria[44]:

Dal XIX secolo un nutrito gruppo di monaci e ieromonaci albanesi di Sicilia rinvigorirono il rito orientale dell'Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata, ormai in decadimento e disuso, con archimandriti per la comunità basiliana (O.S.B.I.):

Cronotassi degli eparchi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

  • Sede vacante (1937-1967)[48]

Santi[modifica | modifica wikitesto]

Il venerabile padre Giorgio Guzzetta (1682 – 1756)

Patroni[modifica | modifica wikitesto]

Venerabili, beati e santi dell'eparchia[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'eparchia nel 2021 su una popolazione di 24.000 persone contava 23.120 battezzati, corrispondenti al 96,3% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1948 20.500 20.500 100,0 27 21 6 759 8 29 11
1970 35.100 35.129 99,9 35 28 7 1.002 9 65 15
1980 33.180 33.234 99,8 27 22 5 1.228 6 67 14
1990 28.400 30.000 94,7 26 23 3 1.092 3 4 53 15
1999 28.500 30.000 95,0 27 25 2 1.055 2 3 41 15
2000 28.500 30.000 95,0 27 25 2 1.055 2 3 41 15
2001 28.500 30.000 95,0 29 27 2 982 2 3 41 15
2002 28.500 30.000 95,0 33 30 3 863 2 4 42 15
2003 28.500 30.000 95,0 32 30 2 890 3 3 121 15
2004 28.500 30.000 95,0 32 30 2 890 1 7 118 15
2009 28.500 30.000 95,0 31 30 1 919 4 21 139 15
2013 29.000 30.500 95,1 28 27 1 1.035 4 21 138 15
2016 23.000 24.225 94,9 24 24 958 4 4 55 15
2019 23.300 24.200 96,3 27 25 2 862 3 15 52 15
2021 23.120 24.000 96,3 26 24 2 889 3 16 47 16

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il rito seguito dell'eparchia è quello bizantino. L'eparchia, in forza della bolla di papa Giovanni XXIII Orientalis Ecclesiae del 1960, esercita giurisdizione religiosa sulle parrocchie di rito romano esistenti nel suo territorio.
  2. ^ Piana degli Albanesi (sede dell'eparchia): San Demetrio Megalomartire (Cattedrale), San Giorgio Megalomartire, Santissima Maria Odigitria, San Vito [latina, già di rito bizantino], Santissima Annunziata, Sant'Antonio il Grande; Contessa Entellina: Santissima Annunziata e San Nicolò (Chiesa Madre), Maria Santissima delle Grazie (o della Favara) [latina, già di rito bizantino], Maria Santissima Regina del Mondo; Mezzojuso: San Nicolò di Mira (Chiesa Madre), Maria Santissima Annunziata [latina, già di rito bizantino]; Palazzo Adriano, Maria Santissima Assunta (Chiesa Madre), Maria Santissima del Lume [latina, già di rito bizantino]; Santa Cristina Gela: Santa Cristina [latina, già di rito bizantino]; Palermo: San Nicolò degli Italo-Albanesi alla Martorana (ricade, inoltre, Santa Macrina delle suore basiliane).
  3. ^ Greek-Catholic Mission of Our Lady of Grace (Italo-Albanese), Staten Island, New York, USA in gcatholic.org
  4. ^ La parrocchia era affidata alle cure di un sacerdote italo-albanese immigrato nel 1903, papàs Ciro Pinnola da Mezzojuso, che lavorava sotto gli auspici dell'arcidiocesi di New York, poiché gli Stati Uniti non avevano una propria eparchia greco-cattolica italo-albanese. La chiesa bizantina era il centro di aggregazione per gli arbëreshë e per migranti albanesi. Alla morte del sacerdote Pinnola nel 1946, l'arcidiocesi di New York non riuscì a procurarsi un sostituto sacerdote italo-albanese per servire la comunità parrocchiale bizantina, che fu quindi chiusa con grande rammarico dei fedeli dispersi.
  5. ^ Cfr. "Scritti" di Papàs Stefano Plescia (1928 − 2013).
  6. ^ L'ex Fly Tennis di Palermo rinasce: la nuova vita dei campetti di via Autonomia Siciliana
  7. ^ Chiaramonte, Zef Giuseppe, La terra di Costantino : Bizantini, Arabi, Normanni e Albanesi a S. Cristina Gela : fonti documentarie, Palermo : A.C. Mirror, [2002]. - XV, 114 p. CDD 945.82.
  8. ^ Papàs Ignazio Parrino, Gli archivi ecclesiastici delle Colonie Albanesi di Sicilia, in Archiva ecclesiae vol. 18/21 (1975/78) (PDF), su archivaecclesiae.org. URL consultato il 10 gennaio 2023.
  9. ^ Il Monastero Basiliano di Mezzojuso - Note storiche, su jemi.it. URL consultato il 10 gennaio 2023.
  10. ^ Pietro Di Marco, Il Monastero di Mezzojuso nella storia culturale arbëreshe, dal Convegno Padre Giorgio Guzzetta e la cultura del suo tempo, Parrocchia di San Nicolò dei Greci alla Martorana, Palermo 23 marzo 2007. (PDF), su mediaevalsophia.net. URL consultato il 10 gennaio 2023.
  11. ^ Oratorio San Filippo Neri. Via Giorgio Guzzetta - Piana degli Albanesi (PA), su siciliainfesta.com. URL consultato il 10 gennaio 2023.
  12. ^ Papàs Rosario G. Caruso, Padre Giorgio Guzzetta e il Collegio di Maria Piana degli Albanesi, da Eco della Brigna, Mezzojuso 2016. (PDF), su ecodellabrigna.it. URL consultato il 10 gennaio 2023.
  13. ^ GUZZETTA, Giorgio in "Dizionario Biografico" - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 10 gennaio 2023.
  14. ^ Bardhyl Demiraj, Giorgio Guzzetta e le origini della filologia italo-albanese, International Journal of Diachronic Linguistics and Linguistic Recontruction 4 (2007): 63-81 (PDF), su albanologie.uni-muenchen.de. URL consultato il 10 gennaio 2023.
  15. ^ Cenni storici, su eparchiapiana.org, www.eparchiapiana.org. URL consultato il 4 aprile 2020.
  16. ^ Da evitare il ridondante termine "greco-bizantino" o "bizantino-greco" utilizzato nel passato, in quanto il termine "bizantino" ha sostituito il termine "greco" (in opposizione a "latino") dopo l'epanàstasis della Grecia, per indicare la grande tradizione canonico-liturgica di Costantinopoli (Cfr. Vizantinòs naòs Ajìu Athanasìu, lastra posta a destra della porta di Sant'Atanasio dei Greci a Roma). Secondo, inoltre, il testo di Diritto Canonico bizantino in uso alla Pontificia Università Gregoriana, il rito della Chiesa cattolica italo-albanese è un sotto-rito da definire "bizantino italo-albanese".
  17. ^ Considerazioni a margine dei recenti avvenimenti di Contessa Entellina, di Domenico Cuccia Clesi, su jemi.it
  18. ^ Contessa Entellina, i suoi abitanti arbëresh (greci e latini) e la stampa di settembre su Contessa Entellina Hora e Kuntisës Blog
  19. ^ "La convivenza di greci e latini non fu sempre facile a Mezzojuso [...] Obiettivo ultimo delle due fazioni fu il totale reciproco annullamento come entità etnica [...] Gli Albanesi ebbero una presunta superiorità etnica [in quanto fondatori] nei confronti dei Latini; questi ebbero il torto di non aver saputo o non aver voluto comprendere e tollerare i costumi degli Albanesi, la loro lingua, il rito religioso." da I riti latino e greco di Santi Mario Gebbia, in Mezzojuso, Origini Aspetti Folklore, Scuola Grafica Salesiana, Palermo 1976.
  20. ^ Santa Cristina Gela, Storia, su virtualsicily.it
  21. ^ Questi paramenti vennero cuciti e ripresi, su modello dei precedenti abiti, alcuni pervenuti sino ad oggi, dalle suore e dalle fanciulle del Collegio di Maria presso la Chiesa dell'Odigitria a Piana degli Albanesi.
  22. ^ Chiese Cattoliche Orientali: Chiesa Italo-Albanese, su atlasofchurch.altervista.org. URL consultato il 31 agosto 2016.
  23. ^ Storia dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, su eparchiapiana.it, www.eparchiapiana.it. URL consultato il 31 agosto 2016 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2016).
  24. ^ Storia > cenni storici, su eparchiapiana.it, www.eparchiapiana.it. URL consultato il 28 marzo 2006 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2006).
  25. ^ Il termine "greci" applicato agli albanesi, e al nome iniziale stesso della sede eparchiale, va riferito alla tradizione liturgica orientale-bizantina, in quanto, sino a Settecento avanzato, non esisteva il termine "bizantino". All'interno di uno Stato medievale ecclesiastico (Monreale), come in generale in Occidente, tutti i cristiani che non erano latini venivano chiamati "greci". Agli albanesi di Sicilia venne pertanto rafforzato erroneamente l'appellativo "greci".
  26. ^ Nilo Borgia, I monaci basiliani d'Italia in Albania. Appunti di Storia missionaria, secoli XVI–XVIII, Roma, 1935.
  27. ^ Fondato in Palermo nel 1734 da padre Giorgio Guzzetta, il Seminario italo-albanese, anche detto "Seminario Greco" o "dei Greci", è stato per secoli il centro religioso di conservazione della lingua, della cultura e delle tradizioni albanesi, nonché del patriottismo albanese, dove si sono formati molti degli intellettuali, eminenti sacerdoti e vescovi, scrittori e poeti arbëreshë conosciuti anche nella stessa Albania.
  28. ^ (LA) Bolla Incumbentes in eam curam, in Bullarii Romani continuatio, t. XV, Romae, 1853, p. 353
  29. ^ Italo-Albanian Greek-Catholic Divine Liturgy in Manhattan, su newliturgicalmovement.org. URL consultato il 2 aprile 2021.
  30. ^ Greek-Catholics in America, su newadvent.org. URL consultato il 2 aprile 2021.
  31. ^ a b Storia dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, su jemi.it. URL consultato il 12 febbraio.
  32. ^ Questa associazione, a carattere nazionale, riuscì a suscitare nelle varie regioni dell'Italia un entusiasmo veramente apostolico attraverso le Settimane di preghiere e di studi per l'Oriente Cristiano, celebrate dal 1930 in poi in importanti città italiane quali Palermo, Siracusa, Venezia, Bari, Firenze, Milano, Napoli.
  33. ^ All'eparchia non venivano assegnati i comuni di origine albanese di Sant'Angelo Muxaro della provincia di Agrigento, Biancavilla, Bronte e San Michele di Ganzaria della provincia di Catania, perché il rito bizantino - seppur con qualche reminiscenza - vi era scomparso da qualche tempo.
  34. ^ La Chiesa Italo Albanese in udienza da San Giovanni Paolo II - Gennaio 2005
  35. ^ Eco della Brigna: Dhërmi, Albania 30 luglio, Mezzojuso - Eparchia di Piana degli Albanesi, Numero 113, Ottobre 2016 (PDF), su ecodellabrigna.it. URL consultato il 2 aprile 2021.
  36. ^ Osservatorio Balcani e Caucaso. Albania: la chiesa della discordia, su balcanicaucaso.org. URL consultato il 2 aprile 2021.
  37. ^ A1 Report - Kisha, Shkreli:Greqia po tenton fshirjen e historisë shqiptare, su youtube.com. URL consultato il 2 aprile 2021.
  38. ^ Promulgazione di Decreti della Congregazione delle Cause dei Santi, su press.vatican.va, 25 novembre 2021. URL consultato il 25 novembre 2021.
  39. ^ Udienza di Papa Francesco ai pellegrini dell'Eparchia di Lungro - Chiesa Italo-Albanese
  40. ^ a b c d Vescovo titolare di Lampsaco.
  41. ^ Già ordinante per gli albanesi di Calabria, vescovo titolare di Ermopoli Maggiore.
  42. ^ Vescovo titolare di Tempe.
  43. ^ Vescovo titolare di Benda.
  44. ^ Alberto Elli, Breve storia delle Chiese cattoliche orientali, II ed.
  45. ^ Vescovo titolare di Ermopoli Maggiore.
  46. ^ Arcivescovo titolare di Neocesarea del Ponto.
  47. ^ Vescovo titolare di Croia.
  48. ^ In attesa della nomina del primo eparca furono amministratori apostolici gli arcivescovi di Palermo Luigi Lavitrano, dal 26 ottobre 1937 al 20 dicembre 1946, ed Ernesto Ruffini, dal 3 gennaio 1947 all'11 giugno 1967. Al contempo fu vescovo ausiliare e vicario generale dell'eparchia Giuseppe Perniciaro, vescovo titolare di Albania.
  49. ^ Durante la successiva sede vacante fu amministratore apostolico il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo.
  50. ^ Contestualmente nominato arcivescovo, titolo personale, titolare di Tricala; rimase amministratore apostolico di Piana degli Albanesi fino al 19 giugno 2023.
  51. ^ San Nicola di Mira è patrono di Contessa Entellina, Mezzojuso, Palazzo Adriano; titolare della Concattedrale in Palermo di San Nicolò dei Greci alla Martorana.
  52. ^ Venerabile Macrina Raparelli. Fondatrice della Congregazione delle Suore Basiliane Figlie di Santa Macrina insieme allo jeromonaco padre Nilo Borgia, su santiebeati.it
  53. ^ La Serva di Dio Madre Macrina Raparelli, su parrocchiagreca.jimdofree.com. URL consultato il 10 marzo 2021.
  54. ^ Beato Giuseppe Papamihali Sacerdote e martire, su santiebeati.it. URL consultato il 25 giugno 2017.
  55. ^ At Josif Papamihali, martiri që mbrojti Papën dhe Vatikanin, su observatorikujteses.al. URL consultato il 25 giugno 2017.

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