Clivio

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Clivio
comune
Clivio – Stemma
Clivio – Bandiera
Clivio – Veduta
Clivio – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Varese
Amministrazione
SindacoGiuseppe Galli (LN/lista civica Uniti per Clivio) dal 4-10-2020
Territorio
Coordinate45°52′N 8°56′E / 45.866667°N 8.933333°E45.866667; 8.933333 (Clivio)
Altitudine468 m s.l.m.
Superficie2,98 km²
Abitanti1 999[1] (31-8-2023)
Densità670,81 ab./km²
Comuni confinantiSaltrio, Viggiù, Cantello, Mendrisio (CH-TI), Stabio (CH-TI)
Altre informazioni
Cod. postale21050
Prefisso0332
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT012052
Cod. catastaleC796
TargaVA
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 693 GG[3]
Nome abitanticliviesi
Patronosanti Pietro e Paolo
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Clivio
Clivio
Clivio – Mappa
Clivio – Mappa
Posizione del comune di Clivio nella provincia di Varese
Sito istituzionale

Clivio (Cif in dialetto varesotto) è un comune italiano di 1 999 abitanti della provincia di Varese in Lombardia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Sorge a 468 m s.l.m. nelle prealpi lombarde sul colle clivium. È il primo comune del Monte San Giorgio. Nel territorio comunale si trova il monte Stucco ("mùnt Istúc" in dialetto varesotto) un colle coperto da boschi e foreste e attraversato dal Torrente Lanza che in questo tratto del suo percorso viene denominato "Torrente Clivio". È un luogo di interesse turistico con percorsi interessanti e paesaggi spettacolari. Il nome Clivio deriva dalla sua stessa posizione: "quasi loco in clivium situ", sorge cioè su un colle (Clivium) che domina il Mendrisiotto e il Comasco, fino oltre il Montorfano della Brianza, al colle di S. Fermo e al colle S. Maffeo e alcune zone collinari minori, che degradano verso la pianura lombarda. Questo insieme presenta uno stupendo panorama.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

La stazione meteorologica più vicina è quella di Cuasso al Monte. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +1,8 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di +20,1 °C.

Le precipitazioni medie annue sono superiori ai 2.100 mm, mediamente distribuite in 99 giorni, e presentano con picco primaverile ed autunnale e minimo relativo invernale[4].

CUASSO AL MONTE Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 4,75,89,213,718,522,425,323,119,315,39,35,95,513,823,614,614,4
T. min. media (°C) −1,2−0,42,05,49,412,615,014,011,58,23,6−0,1−0,65,613,97,86,7
Precipitazioni (mm) 137114191183250209147198237157235713226245546292 129
Giorni di pioggia 46791111101297941427332599
Eliofania assoluta (ore al giorno) 3,43,74,44,95,46,27,46,15,04,63,23,03,44,96,64,34,8

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome Clivio deriva dalla sua stessa posizione: “quasi loco in clivium situ”, sorge cioè su di un colle (Clivium) che domina il Mendrisiotto e il Comasco, fino oltre il Montorfano della Brianza, i colli di S. Fermo e S. Maffeo e alcune zone collinari minori, che degradano verso la pianura lombarda. Questo insieme presenta uno stupendo panorama. Tradizionalmente Clivio si ritiene abitata dagli Orobi, antica civiltà etnica della Gallia Cisalpina, che abitava la regione montuosa tra il lago di Como e il lago di Garda. Clivio fu una colonia dell'Impero Romano e Cesare vi stabilì una stazione per fare svernare le sue legioni, che agivano come punta avanzata dell'esercito contro i Barbari d’oltre alpe. Nell'epoca Longobarda, Clivio faceva parte, politicamente ed economicamente, del Contado del Seprio. Nel periodo dei Comuni fu un certo Ottobono da Clivio a comandare le Legioni del basso Luganese contro l'imperatore Federico Barbarossa. Dopo l’anno 1000 fu sede Arcipreturale. Il paese fu altresì patria dei nobili Clivi, annoverata fin dal sec. XI tra le più potenti famiglie della Lombardia. Dalla famiglia dei Clivi ebbe i natali l’Arcivescovo Giordano da Clivio che scomunicò l’imperatore Enrico IV e fu eletto Arcivescovo di Milano nel 1112. A lui si deve, nel nostro Rito, la festa della Commemorazione dei defunti. La rilevanza di Clivio alla fine del XII sec. è denotata dalla presenza di almeno cinque chiese: S. Pietro in Canonica, S. Maria, S. Michele, S. Materno, S. Carpoforo. Tra le chiese più antiche S. Maria della Rosa e S. Materno sono ancora accessibili al culto e ben conservate, mentre degli Oratori di S. Michele e di S. Carpoforo rimangono solo la denominazione delle località. Memorabile fu la visita pastorale fatta dal Cardinale Carlo Borromeo nel 1574. Il Santo, con il suo seguito, fece sosta ad una fonte situata a metà strada tra Ligurno e Clivio e celebrò la S. Messa nella chiesa di S. Pietro. Di tale passaggio testimonia la presenza presso la scuola Primaria di un bassorilievo in creta – terracotta che raffigura il Santo a cavallo e il suo ingresso in paese. Dal ‘500 in poi Clivio seguì le stesse vicende del Milanese: fu sottoposta ai vari dominatori stranieri Francesi, Spagnoli, Austriaci, ma dopo la metà del sec. XVI la popolazione di Clivio prese a crescere e divenne un punto importante per il controllo delle merci in transito per la Svizzera. Nel 1810 nei Cantoni del dipartimento lariano furono soppressi molti comuni e Viggiù, con Saltrio e Clivio, furono “uniti” in un unico Comune. Tale intervento di soppressione suscitò il malcontento tra le popolazioni e solo successivamente alla sconfitta di Napoleone Clivio ritornò ad essere un Comune autonomo, precisamente nel 1816. Fin dopo le guerre risorgimentali dal 1860, il paese di Clivio appartenne alla provincia di Como e dal 1927 alla provincia di Varese. Una nota storica importante che merita di essere menzionata è la fondazione, nel 1908, della Scuola Moderna Razionalista di Clivio, ad opera di un gruppo di libertari cliviesi, tra cui spiccava Felice Monzini. Quale unica esperienza realizzatasi in Italia, la Scuola, di estrazione anarchica e laica, si ispirava alle teorie ed ai principi libertari della Scuola razionalista (detta anche Scuola Moderna) fondata da Francisco Ferrer, il famoso pedagogista anarchico spagnolo. La fondazione della Scuola a Clivio costituì un episodio di notevole entità sotto l'aspetto dell’autoeducazione popolare italiana. Tra il 1910 e il 1914 la Scuola produsse una rivista periodica che illustrava il programma libertario e pacifista, inoltre documentava i generosi sacrifici dei lavoratori locali per mantenerla in vita e difenderla dalla calunnia. A fasi alterne e a causa degli eventi bellici tra il ’14 e il ’18, la Scuola di Clivio funzionò sino al 1922. Anche le due guerre mondiali coinvolsero le nostre terre. Fu Clivio che, nel circondario, subì le più gravi conseguenze degli eventi bellici e, a causa del notevole afflusso al valico di Bellavista di soldati che cercavano asilo in Svizzera, un provvedimento delle autorità militari germaniche dispose l’evacuazione della popolazione di una larga fascia di Saltrio e di tutta Clivio. Dal giorno in cui furono obbligati a lasciare il paese, nessun cliviese poté più accedervi, salvo rare eccezioni. Questa drastica e drammatica imposizione, oltre a sconvolgere la vita dell’intero paese, aveva arrecato un danno di parecchi milioni all’agricoltura, allora particolarmente vitale.

Clivio perse nuovamente l'autonomia comunale nel 1927, quando fu accorpato a Viggiù e Saltrio nell'ente comunale di Viggiù ed Uniti; il comune fu poi nuovamente distaccato il 30 maggio 1953[5].


Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma

«Partito semitroncato: nel primo, di rosso, ai tre pugnali d’argento, guarniti d’oro, con la punta all’insù, posti in palo, uno accanto all’altro; nel secondo, di azzurro, alla piccola chiesa d'argento, murata di nero, coperta di rosso, vista di tre quarti, con la facciata a sinistra, chiusa di nero, finestrata di quattro, dello stesso, una finestra sopra la porta, tre nel fianco, essa piccola chiesa munita a destra del campanile d'argento, murato di nero, coperto di rosso, cimato dalla crocetta di nero coperto di rosso, e fondata sulla pianura di verde; nel terzo, d’oro, alla montagna di verde, fondata in punta. Ornamenti esteriori da Comune.[6]»

Gonfalone

«Drappo partito di azzurro e di rosso, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.[6]»

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 novembre 1995.[7][6]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo
  • Chiesa di S. Materno
  • Chiesa di S. Maria della Rosa

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Albuzzi

Società[modifica | modifica wikitesto]

Manifestazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Dal 2009 ogni prima domenica di febbraio si svolge "cioccolandando a Clivio" un percorso con varie degustazioni di cioccolata per le vie del paese.
  • Il 29 giugno si svolge la festa patronale con un mercatino in una piazza del centro.
  • L'ultimo fine settimana di novembre o il primo di dicembre si svolge il mercatino di Natale nel cortile del palazzo Reale (palazzo Albuzzi).

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[8]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

La popolazione appartiene linguisticamente al lombardo. Il principale dialetto è il lombardo occidentale.

Immigrazione straniera[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2007 a Clivio risultano residenti 50 cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono:[9]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana appartenenti principalmente alla Chiesa cattolica; il comune appartiene all'arcidiocesi di Milano.

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Clivio divenne famosa grazie a Nascia Prandi (1930-2017), ex modella e pittrice, poi come veggente è andata in onda su varie emittenti private dagli anni '80 fino ai primi anni 2000. Ha vissuto gli ultimi anni nella sua villa in località Ca' Bella, ed è stata sepolta presso il cimitero di questo comune.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

  • SP 3 Via Ermizada
  • SP 3dir Via Cantello

Valichi di frontiera[modifica | modifica wikitesto]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio fa parte della Comunità Montana del Piambello.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Tabella climatica mensile e annuale (TXT), in Archivio climatico DBT, ENEA (archiviato dall'url originale il 2016 circa).
  5. ^ “Come eravamo”, il 1927: nuova provincia e nuovi comuni - luinonotizie.it, 27 giu 2021
  6. ^ a b c Comune di Clivio – (VA), su araldicacivica.it. URL consultato il 6 novembre 2011.
  7. ^ Clivio, su Archivio Centrale dello Stato.
  8. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  9. ^ Dati Istat, su demo.istat.it (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2011).

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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