The National

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The National
The National in concerto alla Brooklyn Academy of Music nel 2010
Paese d'origineBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereIndie rock
Rock alternativo
Pop barocco
Periodo di attività musicale1999 – in attività
Etichetta4AD
Album pubblicati8
Studio8
Live2
Sito ufficiale

I The National sono un gruppo musicale indie rock statunitense formatosi a Cincinnati e attivo dal 1999. La band è formata da Matt Berninger (voce), dai fratelli Aaron e Bryce Dessner (chitarra, pianoforte, tastiere) e dai fratelli Scott (basso) e Bryan Devendorf (percussioni).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Esordi e The National (1991-2002)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1991 Matt Berninger e Scott Devendorf si incontrano all'Università di Cincinnati, che entrambi frequentano. In questa sede conoscono Mike Brewer, Casey Reas e Jeff Salem[1] per formare la band garage Nancy (dal nome dalla mamma di Matt), che aspira a suonare come i Pavement[2]. La band rimane unita per cinque anni, ma pubblica solo un album, intitolato Ruther 3429, per la Wife Records[3]. Il gruppo si scioglie quando Matt, Scott, Jeff e Casey decidono di trasferirsi a Brooklyn.

Bryan Devendorf e i fratelli Dessner sono amici dall'infanzia e insieme hanno suonato in numerose band durante gli anni adolescenziali. Quando il loro ultimo gruppo, i Project Nim, si scioglie nel 1998, Bryan coinvolge i due fratelli nel nuovo gruppo che il fratello Scott stava formando insieme a Matt.

Quando nasce la band, nel 1999, viene chiamata The National. I loro membri continuano a lavorare nei giorni feriali, esibendosi regolarmente in concerti gratuiti la domenica sera al Luna Lounge sulla Ludlow Street di New York, venendo coinvolti nella cosiddetta dot-com boom di New York alla fine degli anni novanta.

Il loro primo album The National viene pubblicato nel 2001 dalla Brassland Records, un'etichetta discografica fondata dai componenti della band Aaron e Bryce Dessner, assieme al loro amico Alec Hanley Bemis[4]. Nel recensire l'album, Jason MacNeil di No Depression scrisse "...I The National hanno creato pressappoco una dozzina di gemme, perfettamente intrise di Americana Bar, con il loro album di debutto. Dalle note di apertura di Beautiful Head, il delicato confine tra elegante pop roots-oriented e alt-country è stato percorso così deliberatamente e con una resa molto alta."[5]

Sad Songs for Dirty Lovers e Cherry Tree (2003–2004)[modifica | modifica wikitesto]

Il secondo album dei The National Sad Songs for Dirty Lovers, pubblicato nel 2003, costituisce la prima collaborazione della band con i produttori discografici Paul Heck e Peter Katis[6], che successivamente produrranno anche gli album Alligator e Boxer. Dopo la pubblicazione dell'album, il famoso DJ Bernard Lenoir invita la band a suonare per due volte nelle sue Black Sessions su France Inter. Riviste come Uncut e Chicago Tribune recensiscono positivamente il disco, definendolo come l'album dell'anno[6].

Nel 2004, il gruppo pubblica l'EP Cherry Tree, che include uno dei pezzi più celebri della band ovvero About Today (che sarà anni dopo incluso nella colonna sonora del film Warrior) così come All the Wine, che apparirà nel successivo album Alligator. La pubblicazione dell'EP riscuote notevoli successi tra cui un fortunato tour con i The Walkmen e un contratto con una nuova etichetta discografica, la Beggars Banquet Records (il progetto di sostenere una propria etichetta comincia a diventare "troppo complicato"[7]).

Alligator (2005–2006)[modifica | modifica wikitesto]

Il primo album dei The National su Beggars Banquet, Alligator, viene pubblicato nell'aprile del 2005. Il disco viene acclamato della critica e comparve in cima alle classifiche di Los Angeles Times, Insound, Uncut e molte altre riviste del settore come album dell'anno.[8] NME e Pitchfork classificano Alligator come uno dei migliori album degli anni 2000[9]. L'album (che arriva a vendere oltre 200 000 copie nel mondo[10]) dà alla band un incremento della propria notorietà con un aumento del pubblico ai concerti, come il tutto esaurito agli spettacoli del The Troubadour di Los Angeles e della Webster Hall di New York. Il tour si svolge assieme a Clap Your Hands Say Yeah ed Editors oltre alla partecipazione a numerosi festival, tra i quali il Pitchfork Music Festival del 2006, Reading and Leeds Festivals, Pukkelpop e altri.

Boxer, A Skin, a Night e The Virginia EP (2007–2009)[modifica | modifica wikitesto]

Il quarto album della band, Boxer, esce il 22 maggio 2007 e riceve grandi lodi della critica specializzata[11]. Il disco (che vide il contributo di diversi artisti in qualità di ospiti, tra i quali Sufjan Stevens e Doveman) viene votato come secondo miglior album dell'anno da Stereogum.com e miglior album dell'anno da Paste Magazine[12]. La canzone Slow Show, estratta dal disco, appare nelle serie televisive della NBC Chuck e Southland, così come nelle serie televisive della The CW One Tree Hill (quinta stagione). La canzone Fake Empire appare nella seconda stagione delle serie HBO Hung. La canzone Start a War appare nelle serie Defying Gravity, Brothers and Sisters, Dr. House, Parenthood e Friday Night Lights. Il 26 settembre 2007 la band si esibisce con Apartment Story al The Late Late Show con Craig Ferguson mentre nell'estate del 2008, assieme ai Modest Mouse, i The National aprono i concerti per i R.E.M. nel tour promozionale dell'album Accelerate. Quell'estate suonano anche in molti festival in Nord America e Europa, tra i quali Coachella, Roskilde, Sasquatch, Glastonbury, Haldern Pop, Rock Werchter, Optimus Alive!, Oxegen, Benicàssim, Lowlands, O2 Wireless, T in the Park, All Points West e Lollapalooza. Nel mentre Boxer viene incluso tra gli "album del decennio" da Pitchfork[13], Aquarium Drunkard[14], Paste[15] e altri.

Nel maggio 2008, la band pubblica il loro primo documentario in versione integrale su DVD, intitolato A Skin, a Night. Il film, diretto dal regista Vincent Moon, documenta la vita della band durante le registrazioni di Boxer e i momenti precedenti al concerto al Koko di Londra. La collaborazione del gruppo con Moon era iniziata molto prima delle riprese di A Skin, a Night (il regista scoprì la band dopo la pubblicazione del loro primo album e divenne amico dei membri del gruppo dopo il concerto tenuto a La Guinguette Pirate di Parigi). Una delle foto di Moon compare proprio sulla copertina di Alligator. Assieme alla pubblicazione del DVD, è stato edito un CD contenente una raccolta di b-side e rarità, intitolato The Virginia EP.

Nei mesi estivi dell'anno, la band supporta la candidatura di Barack Obama alle elezioni presidenziali negli USA del 2008, disegnando e vendendo una t-shirt che ritrae l'immagine di Obama sopra le parole Mr. November, con duplice riferimento alla loro canzone contenuta nell'album Alligator e al mese delle elezioni presidenziali USA. L'intero ricavato viene devoluto alla campagna elettorale di Obama[16]. Il 16 ottobre 2008, suonano a una manifestazione per Barack Obama alla Fountain Square nella loro città, Cincinnati, assieme ai The Breeders[17].

Il 3 febbraio 2009, il gruppo si esibisce in un concerto di beneficenza per la Tibet House di Philip Glass alla Carnegie Hall di New York mentre il 17 febbraio, prodotta da Aaron e Bryce Dessner, viene pubblicata la raccolta Dark Was The Night dalla 4AD, nuova etichetta discografica della band dopo che la Beggars Banquet venne incorporata dalla 4AD. L'album doppio, composto da 31 canzoni, ed edito a scopo di beneficenza per la Red Hot Organization (un'organizzazione internazionale dedicata alla lotta contro l'AIDS) contiene una nuova canzone, So Far Around the Bend, interpretata con Nico Muhly. Il disco include inoltre canzoni di band e artisti come Arcade Fire, Grizzly Bear, Beirut, David Byrne, Sufjan Stevens, Spoon, Dirty Projectors, Feist. Oltre un milione di dollari di incassi dalle vendite dell'album vengono devoluti alla Red Hot Organization. Il 3 maggio 2009 Aaron e Bryce Dessner curano inoltre l'organizzazione di un concerto per Dark Was The Night alla Radio City Music Hall di New York City. Tra gli artisti esibitisi, David Byrne, The Dirty Projectors, Feist e molti altri, che hanno contribuito alla raccolta[18][19].

Nello stesso anno il gruppo collaboracon la musicista St. Vincent, contribuendo alla reinterpretazione dei Crooked Fingers Sleep All Summer pubblicata nella raccolta Score! 20 Years of Merge Records: The Covers! (Merge Records). Il 6 maggio 2009 i The National suonano proprio So Far Around the Bend al Late Night with Jimmy Fallon mentre a settembre contribuiscono con un brano a Ciao My Shining Star: The Songs of Mark Mulcahy, album tributo a sostegno dell'ex frontman dei Polaris, vedovo della moglie. Il brano scelto è Ashamed of the Story I Told dei Polaris, tratto dal loro album Music from The Adventures of Pete & Pete.

High Violet (2010–2012)[modifica | modifica wikitesto]

Il 10 marzo 2010, la band esegue Terrible Love, canzone d'apertura del nuovo album High Violet, al Late Night With Jimmy Fallon. Il 24 marzo successivo, viene pubblicato Bloodbuzz Ohio, primo singolo estratto dal disco, disponibile in download gratuito dal sito ufficiale.[20] High Violet viene finalmente pubblicato l'11 maggio 2010 negli USA con lodi unanimi della critica[21], raggiungendo le vette delle classifiche mondiali (3º in USA, 3° in Canada, 5° nel Regno Unito e 3° in Portogallo[22]), vendendo oltre 250 000 copie negli USA e 600 000 copie nel mondo[22]. Il disco viene inoltre certificato disco d'oro nel Regno Unito, in Irlanda, Danimarca e Belgio.

The National in concerto all'Osheaga Festival nel 2010

Il 13 maggio 2010, il quintetto appare al Late Show with David Letterman, eseguendo Afraid of Everyone[23] mentre il 7 luglio successivo viene proposta una nuova, inedita canzone, intitolata You Were a Kindness al Tivoli di Utrecht nei Paesi Bassi. Il 25 ottobre, High Violet vince il Q Awards come "miglior album"[24]. Il premio viene consegnato al gruppo da Bernard Sumner dei Joy Division e New Order mentre l'anno successivo, la band riceve una nomination per il BRIT Award categoria "International Breakthrough Act" e una MTV Performing Woodie[25].

Il 9 marzo 2011, viene pubblicato il video musicale di Conversation 16, con la partecipazione di John Slattery e Kristen Schaal con James Urbaniak[26] e due giorni dopo, Valve Corporation dà l'annuncio che i The National avrebbero contribuito con una canzone originale, intitolata Exile Vilify, al video game Portal 2[27]. Il 12 aprile inoltre viene pubblicato il nuovo singolo, Think You Can Wait, tratto dalla colonna sonora del film Win Win.

Nel corso del 2011, la band è impegnata in un lungo tour in Nord America, Europa e Australia, suonando anche ai festival in Irlanda, Germania e Repubblica Ceca, capitalizzando il successo di High Violet. L'8 dicembre 2011 la band suona dal vivo a Q, il programma radio della CBC dove vengono eseguite due nuove canzoni per la prima volta: Rylan e I Need My Girl (entrambe appariranno nei successivi album I Am Easy To Find e Trouble Will Find Me). La terza canzone suonata in quell'occasione è Vanderlyle Crybaby Geeks con la partecipazione di Justin Vernon.[28]

Nel 2012, i The National incidono la canzone The Rains of Castamere per la seconda stagione della serie Il Trono di Spade e registrano una cover di Thanksgiving Song dalla serie TV Bob's Burgers. Il 9 dicembre 2012, all'evento All Tomorrow's Parties a Camber Sands nel Regno Unito, la band esordisce con tre nuove canzoni intitolate I Should Live In Salt, Humiliation e Graceless. Inoltre la traccia Runaway viene inserita nella colonna sonora del film Warm Bodies.

Trouble Will Find Me e Mistaken for Strangers (2013–2017)[modifica | modifica wikitesto]

Il 21 maggio 2013, il sesto album della band viene pubblicato attraverso la 4AD. Il nuovo lavoro s'intitola Trouble Will Find Me ed esordisce alla posizione numero 3 della Billboard 200 e anche della Official Albums Chart. Il titolo del disco era stato annunciato il 25 febbraio precedente, mentre la tracklist e l'artwork nel mese di marzo. Inoltre viene diffuso il video del brano Demons, primo singolo dell'album, l'8 aprile. Sempre nel mese di aprile, avviene la prima proiezione del loro nuovo film, ossia Mistaken for Strangers, in occasione del Tribeca Film Festival a New York. Il film consiste in una serie di registrazioni effettuati durante il tour da Tom Berninger, fratello del cantante del gruppo.

La band trascorre l'estate suonando in diversi festival tra cui il The Boston Calling Music Festival a maggio, Bonnaroo a giugno, Bunbury Music Festival a Cincinnati, oltre a festival europei come il Roskilde Festival e Rock Werchter in luglio. Successivamente, il gruppo rilascia Lean, un nuovo brano per la colonna sonora di Hunger Games: La Ragazza Di Fuoco.

In una intervista del giugno 2014, Berninger riferisce che la band inizierà la scrittura e registrazione di un nuovo album dall'ottobre successivo[29]. Il 2 aprile 2015, il gruppo rilascia il singolo Sunshine On My Back, canzone distribuita in download gratuito per chi noleggia o compra il documentario Mistaken For Strangers dal loro sito ufficiale. Il brano deriva dalle sessioni di registrazione di Trouble Will Find Me e vede la partecipazione di Sharon van Etten.[30]

Il 16 ottobre 2015, la band esordisce con una nuova canzone intitolata Roman Candle (successivamente intitolata Walk It Back in Sleep Well Beast) al Troubadour di Los Angeles. In una intervista del novembre successivo, Berninger esprime il desiderio della band di suonare live alcune nuove canzoni prima di registrarle per il successivo disco: "Durante l'estate del 2016, faremo molti show con nuovi pezzi e poi registreremo il nuovo album dei The National".

Sleep Well Beast, I Am Easy to Find (2017-2020)[modifica | modifica wikitesto]

Il 17 maggio 2017, viene rilasciato il singolo The System Only Dreams In Total Darkness, dopo due giorni di teaser misteriosi sulle pagine social della band. Lo stesso giorno, viene annunciato che il nuovo album, intitolato Sleep Well Beast, ha come data di rilascio l'8 settembre prossimo. Il 28 giugno esce il secondo singolo estratto dal disco, chiamato Guilty Party mentre il terzo singolo (Carin At The Liquor Store) esce l'8 agosto. Il 28 agosto viene pubblicato il brano Day I Die. Il 28 novembre, l'album riceve due nomination[31] per i Grammy Awards: Miglior Album Alternative (dove la band vincerà il premio[32]) e Miglior Packaging dell'album.

Durante il tour di promozione del disco, il gruppo suona nuovi pezzi (Quiet Light e So Far So Fast) durante una performance a Zagabria nel giugno del 2018[33]. Sempre nel 2018 il gruppo realizza delle canzoni originali per il musical teatrale Cyrano, adattamento di un omonimo spettacolo teatrale del 1986.[34]

Il 5 marzo 2019, in una intervista con Indie88 a Toronto, Aaron Dessner conferma che il nuovo album si sarebbe chiamato I Am Easy to Find, con il 17 maggio come data di rilascio. Viene inoltre rilasciato il primo singolo You Had Your Soul with You. La band annuncia anche l'uscita di un cortometraggio diretto da Mike Mills interpretato da Alicia Vikander, la cui colonna sonora è composta da differenti arrangiamenti dei brani dell'ultimo album. il 4 aprile esce il secondo singolo e brano di chiusura del disco chiamato Light Years (accompagnato dal video musicale dove compare sempre Alicia Vikander) mentre il 1º maggio viene distribuito anche il terzo singolo Hairpin Turns, anch'esso insieme al relativo video musicale.

Il 23 agosto viene rilasciato, in esclusiva sulla piattaforma Prime Video, il film concerto The National: I Am Easy to Find, Live From New York’s Beacon Theatre. Lo stesso giorno esce anche un EP dello stesso concerto, tenuto nell'aprile precedente. Il 29 novembre, il quintetto distribuisce, in esclusiva per il Black Friday del Record Store Day, un cofanetto composto da tre musicassette intitolato Juicy Sonic Magic contenente due concerti registrati nel settembre 2018 al Hearst Greek Theatre di Berkeley, California.

First Two Pages of Frankenstein (2021-presente)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2021 viene annunciata una versione cinematografica del musical Cyrano, per la quale il gruppo è ancora una volta incaricato di comporre la colonna sonora.[34] Nel 2022 riprendono la loro attività concertistica, iniziando a proporre alcune canzoni inedite durante gli spettacoli.[35] Nell'agosto dello stesso anno pubblicano il singolo Weird Goodbyes, in collaborazione con Bon Iver e la London Contemporary Orchestra.[36] Viene successivamente annunciato il nono album del gruppo First Two Pages of Frankenstein, la cui pubblicazione è attesa per l'aprile 2023.[37] All'annuncio dell'album seguono l'annuncio di un ulteriore tour e la pubblicazione di altri singoli.[38]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del sito della band è americanmary.com come la quarta traccia del loro primo album[39]. Alla domanda su come mai il gruppo non abbia mai cambiato dominio, Matt Berninger dice che "È tratto da una canzone del nostro primo disco. Non abbiamo mai pensato di cambiare il nome (del sito) altrimenti lo avremmo fatto".

Stile musicale[modifica | modifica wikitesto]

Aaron e Bryce Dessner si occupano solitamente di scrivere e sviluppare la parte musicale su cui Matt Berninger costruisce i testi. A tal proposito, Matt dice che la melodia e la ritmica viene prima e solo in seguito arrivano le parole con cui compone i testi: "Non mi siedo mai a riempire un diario pieno di testi." Lo stile musicale del gruppo può essere paragonato a quello di band come Joy Division, Leonard Cohen, Interpol, Wilco, Depeche Mode e Nick Cave & The Bad Seeds. I testi delle loro canzoni vengono spesso descritti come "oscuri, malinconici e difficili da interpretare".[40]

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Album dal vivo[modifica | modifica wikitesto]

  • 2018 – Boxer (Live in Bruxelles)
  • 2019 – Juicy Sonic Magic, Live in Berkeley, September 24-25, 2018

EP[modifica | modifica wikitesto]

  • 2004 – Cherry Tree
  • 2008 – The Virginia EP
  • 2010 – iTunes Festival: London 2010
  • 2017 – Live EP
  • 2019 – Live from New York's Beacon Theatre

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Premi e riconoscimenti dei The National.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Richard Harrington, The Washington Post: Getting Closer to the Truth With the National, 7 settembre 2007. URL consultato l'11 settembre 2010.
  2. ^ Andrew Purcell, The Guardian: The National: gloomy...with a hint of sunshine, London, 22 aprile 2010. URL consultato l'11 settembre 2010.
  3. ^ ruther 3429, su acg.media.mit.edu. URL consultato il 24 agosto 2011.
  4. ^ Official Brassland Records page, su brassland.org, 2001-xx-xx. URL consultato il 13 luglio 2010.
  5. ^ Waxed - Record Review from Issue #36 Nov-Dec 2001, su archives.nodepression.com, 2001-11-xx. URL consultato il 13 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2012).
  6. ^ a b Brassland Official page on Sad Songs For Dirty Lovers, su brassland.org, 3 settembre 2003. URL consultato il 13 luglio 2010.
  7. ^ Tom, The National – Interview, su sixeyes.blogspot.com, 6 agosto 2005. URL consultato il 20 febbraio 2009.
  8. ^ The National: Alligator (2005): Reviews, su metacritic.com. URL consultato il 20 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2009).
  9. ^ The Top 200 Albums of the 2000s: 50-21, su pitchfork.com, Pitchfork, 1º ottobre 2009. URL consultato il 1º ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2009).
  10. ^ Copia archiviata, su en-us.nielsen.com. URL consultato il 23 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2009).
  11. ^ Boxer by The National Archiviato il 10 luglio 2009 in Internet Archive.. metacritic.com. Retrieved on July 30, 2009.
  12. ^ Paste Magazine issue #38
  13. ^ Pitchfork Media - The Top 200 Albums of the 2000s, su pitchfork.com. URL consultato il 26 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2015).
  14. ^ Aquarium Drunkard - Best of the Decade
  15. ^ Paste - The Best Albums of the Decade, su pastemagazine.com. URL consultato il 26 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2011).
  16. ^ merchco-online.com Archiviato il 16 luglio 2008 in Internet Archive.
  17. ^ Mike Breen, The National Talks Barack, Fountain Square Concert/Rally :: Local:Cincinnati :: Articles :: City Beat, su citybeat.com. URL consultato il 29 settembre 2010.
  18. ^ 'Dark Was the Night' at Radio City Music Hall: Bon Iver steals the show, su music-mix.ew.com, 4 maggio 2009. URL consultato il 29 settembre 2010.
  19. ^ NPR: 'Dark Was The Night' From Radio City Music Hall, su npr.org, 28 maggio 2009. URL consultato il 29 settembre 2010.
  20. ^ The National - High Violet
  21. ^ High Violet, su metacritic.com, Metacritic. URL consultato l'8 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2013).
  22. ^ a b https://www.billboard.com/#/charts/billboard-200?tag=chscr1
  23. ^ Video - - CBS.com
  24. ^ The Awards 2010: Best Album - The National - News - QTheMusic.com Archiviato il 28 ottobre 2010 in Internet Archive.
  25. ^ Kanye West, Black Keys, Wiz Khalifa Lead 2011 Woodie Award Nominees - Music, Celebrity, Artist News | MTV
  26. ^ The National Snag "Mad Men" Star for New Video | News | Pitchfork, su pitchfork.com. URL consultato il 26 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2011).
  27. ^ Indie rock band The National lend song to Portal 2 -Destructoid
  28. ^ CBC.ca Player
  29. ^ The National: 'Next album taking different approach', su gigwise.com. URL consultato il 9 gennaio 2020.
  30. ^ Edoardo Bridda, The National. “Sunshine On My Back” è il nuovo singolo, su sentireascoltare.com, 2 aprile 2015.
  31. ^ (EN) See Full List Of 60th GRAMMYs 2018 Awards Winners, su GRAMMY.com, 28 novembre 2017. URL consultato il 9 gennaio 2020.
  32. ^ (EN) Grammys 2018: The National Win Best Alternative Music Album, su Pitchfork. URL consultato il 9 gennaio 2020.
  33. ^ (EN) Watch the National Debut New Song “Light Years”, su Pitchfork. URL consultato il 9 gennaio 2020.
  34. ^ a b (EN) Will Richards, The National's Aaron and Bryce Dessner announce 'Cyrano' soundtrack, su NME, 6 ottobre 2021. URL consultato il 22 gennaio 2023.
  35. ^ (EN) Elizabeth Aubrey, The National perform three new songs as they return to touring, su NME, 29 maggio 2022. URL consultato il 22 gennaio 2023.
  36. ^ (EN) Madison Bloom, The National and Bon Iver Share New Song “Weird Goodbyes”, su Pitchfork, 22 agosto 2022. URL consultato il 22 gennaio 2023.
  37. ^ (EN) Eric Torres, The National Announce Tour and New Album Featuring Taylor Swift, Sufjan Stevens, and Phoebe Bridgers, su Pitchfork, 18 gennaio 2023. URL consultato il 22 gennaio 2023.
  38. ^ The National anticipano il nuovo album col brano 'Tropic Morning News', su tg24.sky.it, 19 gennaio 2023. URL consultato il 22 gennaio 2023.
  39. ^ Better Propaganda Interview with Matt Berninger[collegamento interrotto]
  40. ^ Interview: Matt Berninger of The National, su The Scenestar. URL consultato l'8 gennaio 2020.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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