Rai World

Rai World
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione8 marzo 2011
Chiusura5 giugno 2014
Sede principaleRoma
GruppoRai
SettoreMedia
Fatturato1,3 milioni (2012)
Sito webraiworld.rai.it (Internet Archive)

Rai World è stata la società del gruppo Rai che si occupava della distribuzione radiotelevisiva all'estero.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nota fino al 10 marzo 2011 come Newco Rai International[2][3], Rai World è nata come successore di Rai International e si occupava di distribuire nel mondo i canali Rai per l'estero attraverso sistemi di trasmissione satellitari, cavo e web, ottimizzando e rilanciando la presenza della Rai nei cinque continenti[4].

Dal 1º gennaio 2012, in seguito al piano "Salva Rai" approvato all'unanimità dal CdA, non ha più prodotto contenuti propri, limitandosi a ritrasmettere i migliori contenuti Rai. In passato Rai World produceva anche canali tematici autofinanziati come Salute! e Yes Italia, entrambi chiusi rispettivamente a marzo 2010 e a gennaio 2012[5].

Il 5 giugno 2014, la Rai ha deciso di chiudere Rai World a causa dei bilanci in passivo, causati dal crollo degli abbonati da 450.000 a poco più di 13.000[6]. A svolgere le sue funzioni è successivamente stata costituita la società Rai Com.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rai World, su rai.tv. URL consultato il 4 novembre 2012.
  2. ^ Chi siamo Archiviato il 4 settembre 2014 in Internet Archive. sul sito Rai World
  3. ^ Newco Rai International Da Oggi Si Chiama Rai World. Nuovo Brand, Nuovo Piano Industriale Per La Tv Pubblica., su unmondoditaliani.com. URL consultato il 9 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2018).
  4. ^ Rai, nasce Raiworld, assemblea delibera il lancio del nuovo brand - Digital-News, su Digital-News.it, 8 marzo 2011. URL consultato il 10 novembre 2020.
  5. ^ editoriatv, RAI WORLD: CIÒ CHE RESTA DELLA RAI NEL MONDO, su Editoria.tv, 21 luglio 2012. URL consultato il 4 novembre 2012.
  6. ^ Tagli, viale Mazzini chiude Rai World, su iltempo.it. URL consultato il 10 marzo 2015.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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