Rai Libri

Rai Libri
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1949 a Torino
Sede principaleRoma
GruppoRai
SettoreEditoria
ProdottiEditoria di televisione e media
Sito webrailibri.rai.it

Rai Libri, in precedenza Rai Eri, Nuova ERI ed ERI (acronimo di Edizioni Radio Italiana), è il marchio con cui la Rai svolge la sua attività editoriale in ambito librario. Il direttore editoriale è il giornalista Marco Frittella, in carica dal 14 marzo 2022.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Edizioni Radio Italiana[modifica | modifica wikitesto]

La prima attività editoriale storica della antesignana della Rai, la URI (Unione Radiofonica Italiana), era stata la pubblicazione nel gennaio 1925 di Radio Orario, settimanale che riportava i programmi radio della stazione italiana e di quelle europee. Radio Orario sarebbe poi diventato nel 1930 Radiocorriere e nel 1954 Radiocorriere TV.[1]

Lo sviluppo seguente era stata la nascita della Edizioni Radio Italiana (ERI) come società a Torino il 15 settembre 1949 con capitale interamente Rai[2] per unire e valorizzare le attività editoriali dell'emittente pubblica cresciute intorno al "Radiocorriere". Il 31 luglio 1954 il capitale è ripartito tra la Rai (30%) e l'IRI (30%)[Chi ha il rimanente 40%?][2].

La ERI negli anni '50 e '60 pubblica la collana Classe Unica (in formato tascabile) e le riviste L'Approdo letterario e L'Approdo Musicale, derivate dagli omonimi programmi culturali radiofonici.[3][4]

Nel 1969 la ERI pubblica la prima edizione del Dizionario d'ortografia e di pronunzia.

Gli anni ottanta e la Nuova ERI[modifica | modifica wikitesto]

La ERI è stata anche la casa editrice dello storico settimanale di informazione televisiva e radiofonica Radiocorriere TV (che prima di avviarsi a un trend negativo che l'ha portato alla chiusura aveva raggiunto, negli anni '80, con la direzione di Aldo Falivena, un tetto di vendite di 700 000 copie).

Negli anni '80 la Eri pubblica le riviste mensili Moda (1983, per lungo tempo leader del segmento femminile) e King[5] (1987, il corrispettivo al maschile di Moda, della cui redazione facevano parte tra gli altri Ivano Casamonti, Carlo Bassi, Chantal Jannuzzi, Paola Annicchiarico, Laura Longo, Walter Gatti), ormai cessate, che hanno avuto come primo direttore il giornalista Vittorio Corona (sostituito poi da Willy Molco) e che venivano realizzate a Milano. King e Moda rappresentano un innovativo sviluppo della formula del magazine, sia per quanto riguarda il linguaggio verbale e la grafica, e sia per i contenuti volutamente ossimorici con la testata, mantenendo uno sguardo ironicamente in controtendenza nei confronti del successo e dei valori del jet-system.[6]

Il 23 luglio 1987 la società viene rinominata Nuova Eri Edizioni Rai-Radiotelevisione Italiana S.p.A..[2]

Gli anni novanta e Rai Eri[modifica | modifica wikitesto]

Dagli anni '90 sviluppa la propria attività editoriale collegandola strettamente alla produzione radiofonica e televisiva. L'azienda pubblica ha tra le sue opere i libri dei protagonisti delle trasmissioni Rai e reportage giornalistici che suscitavano vasta attenzione nel pubblico (tra cui i saggi di Enzo Biagi, Bruno Vespa, Sergio Zavoli, Piero Angela e i più recenti di Antonio Caprarica) insieme con altre case editrici come Mondadori e Rizzoli.

Dopo il periodo della direzione di Alberto Luna, arriva la crisi della fine degli anni '80. Nel 1995 la Nuova ERI chiude i battenti. Nel 1996[7] la Rai inizia a pubblicare direttamente con il marchio "Rai Eri". Protagonista della "rifondazione" e del rilancio definitivo (con lo slogan "la Rai da leggere") è il direttore Giuseppe Marchetti Tricamo, cresciuto professionalmente all'interno dell'azienda, che ridisegna Rai Eri nei contenuti, nell'immagine, nella grafica (con il supporto dell'art director Franco De Vecchis), rendendola protagonista del mercato editoriale. Il 27 novembre 2000 Rai Eri - durante la direzione di Marchetti - riceve a Milano da un gruppo di intellettuali (tra i quali Umberto Eco) e rappresentanti dell'industria editoriale il Premio Cenacolo per l'innovazione nell'editoria.

Rai Libri[modifica | modifica wikitesto]

Dal 15 ottobre 2018 Rai Eri cambiò nome in Rai Libri.

Dal 14 marzo 2022, il direttore editoriale è Marco Frittella.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Oggi Rai Libri continua a editare Elettronica e telecomunicazioni[8], Nuova rivista musicale italiana[9] e Nuova civiltà delle macchine[10] e lo storico DOP - Dizionario di ortografia e pronunzia.

Uno dei principali obiettivi di Rai Libri è quello di apportare un contributo allo studio della comunicazione e dei media e anche di documentare l'attività del servizio pubblico radiotelevisivo. Tra le opere edite troviamo RicordeRai, un libro-documentario la cui seconda edizione è stata pubblicata nel 2004 in collaborazione con Rai Teche, che celebra i cinquant'anni della tv e gli ottanta della radio (il volume è firmato da Barbara Scaramucci e Claudio Ferretti e ha in allegato un DVD).

Tra le collane:

Loghi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rai Eri, la Rai da Leggere, su eri.rai.it. URL consultato il 17 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2016).
  2. ^ a b c Annuario RAI 1988 1989, Torino, Nuova ERI, 1989
  3. ^ Annuario RAI, giugno 1958
  4. ^ Annuario RAI 1971, Torino, ERI
  5. ^ MENSILE KING (RAI): CRISI - LA REDAZIONE PROCLAMA LO SCIOPERO, in Adnkronos, 28 novembre 1994. URL consultato il 17 febbraio 2016.
  6. ^ Moda e King, l'ironia patinata, su Retrovisore | un sito di Luca Pollini, 30 luglio 2009. URL consultato il 17 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2016).
  7. ^ ERI, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  8. ^ Rivista tecnica dal 1946 cfr. il sito.
  9. ^ Nata nel 1967 è oggi diretta da Giovanni Carli Ballola, Paolo Donati, Giorgio Pestelli, Giancarlo Rostirolla e Roman Vlad
  10. ^ Su progetto di Leonardo Sinisgalli che ne diresse la prima serie (1957-1979) è oggi diretta dal comitato scientifico di Dario Antiseri, Edoardo Boncinelli, Umberto Bottazzini, Vittorio Marchis e Silvano Tagliagambe in collaborazione con il Centro D.I.E.A. (Documentazione su Ingegneria ed Etica Ambientale) della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Bologna.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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