Living Colour

Living Colour
I Living Colour durante lo Stain-Tour a Vienna
Paese d'origineBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereAlternative metal[1]
Funk metal[2][3][4]
Hard rock[1]
Rock alternativo[1]
College rock[1]
Periodo di attività musicale1984 – 1995
2000 – in attività
EtichettaEpic Records, Sanctuary Records, Sony Records
Album pubblicati16
Studio6
Live4
Raccolte6
Sito ufficiale

«Per me i Living Colour sono prima di ogni altra cosa ottimi musicisti, con un ottimo deal e che siano bianchi o neri non mi importa.»

I Living Colour sono un gruppo musicale alternative metal statunitense, formatosi a New York nel 1984. Sono considerati tra i maggiori esponenti del funk metal. Sono anche noti per aver influenzato molti gruppi nu metal, su tutti Sevendust, P.O.D. e Limp Bizkit.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I fondatori dei Living Colour furono Vernon Reid, ex chitarrista dei Defunkt,[5] e il cantante Corey Glover.

Grazie all'aiuto di Mick Jagger (Rolling Stones), che apprezzò la loro esibizione al rock club CBGB, firmarono un contratto con la Epic Records nel 1987.[5] La Epic stampò nel 1988 il loro primo album Vivid, che grazie anche ai singoli Cult of Personality (vincitore di un Grammy come miglior brano hard rock nel 1989)[6] e Glamour Boys, riscosse molto successo[5] e raggiunse la posizione numero 6 su Billboard.[7] Cult of Personality fa parte anche della colonna sonora del videogioco Grand Theft Auto: San Andreas. La stessa canzone figura anche nella tracklist del gioco Guitar Hero III: Legends of Rock; essendo il gruppo grande fan della serie, per l'occasione ha riscritto il brano per il gioco con un assolo molto più lungo e tecnico, in modo da farlo apparire tra i brani più impegnativi. La canzone viene utilizzata dal wrestler CM Punk dal 2011 come musica d'ingresso. La rivista Rolling Stone ha inserito il loro brano Ausländer tra le 15 grandi canzoni punk scritte da artisti neri.[8]

Successivamente alla pubblicazione dell'album Time's Up, nel 1991, il bassista Muzz Skilling lasciò il gruppo per via di divergenze artistiche per dedicarsi a varie collaborazioni tra cui Michael Jackson (Give me Video) oltre a dedicarsi alla propria band, i Medicine Stick. Venne in seguito sostituito da Doug Wimbish, sessionman (Mick Jagger, Madonna, George Clinton) dalle sonorità più rock.

Dopo la pubblicazione di Stain, nel 1995, i Living Colour si sciolsero, per poi riformarsi nel dicembre del 2000. Dopo diversi concerti, anche insieme ai loro ispiratori King Crimson, nel 2003 hanno registrato Collideøscope. Nel settembre del 2009 è uscito il loro quinto album The Chair in the Doorway composto da dieci brani inediti e una ghost track, registrato a Praga tra la fine del 2008 e la primavera del 2009. La band è attualmente al lavoro su un nuovo album di inediti, previsto per fine 2013, che a detta del bassista Doug Wimbish sarà un ritorno alle origini, ispirato da artisti come Robert Johnson, Lead Belly, Muddy Waters e Howlin' Wolf. Il 7 aprile 2013 cantano Cult of Personality dal vivo a WrestleMania 29 , all'ingresso di CM Punk.[9] L'8 settembre 2017 è uscito il sesto album in studio Shade.

Stile e influenze[modifica | modifica wikitesto]

Stilisticamente la loro musica è una fusione di diversi stili, quali heavy metal, jazz, funk, soul, punk rock, hardcore punk (in questo influenzati molto dai Bad Brains), alternative rock, rap e pop.[10][11]

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Formazione attuale[modifica | modifica wikitesto]

Ex componenti[modifica | modifica wikitesto]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Album dal vivo[modifica | modifica wikitesto]

  • 2005 – Live at CBGB's Tuesday 12/29/89
  • 2005 – Instant Live: Avalon, Boston, MA 10/17/04
  • 2008 – CBGB OMFUG Masters: August 19, 2005 The Bowery Collection
  • 2009 – The Paris Concert

EP[modifica | modifica wikitesto]

  • 1991 – Biscuits

Raccolte[modifica | modifica wikitesto]

  • 1994 – Dread
  • 1995 – Pride
  • 1998 – Super Hits
  • 1998 – Play It Loud
  • 2005 – What's Your Favorite Color?: Remixes, B-Sides and Rarities
  • 2006 – Everything Is Possible: The Very Best of Living Colour

Videografia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1989 – Official Live Bootleg
  • 1989 – Primer
  • 1991 – Time Tunnel
  • 1992 – Fight the Fight

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e allmusic.com - Living Colour
  2. ^ R. Bertoncelli, 2006, p. 570.
  3. ^ Reebee Garofalo, p. 375.
  4. ^ SPIN, 1991, p. 39.
  5. ^ a b c Tommaso Iannini, 2003, p. 107.
  6. ^ (EN) Vivid - Charts & Awards - Grammy Awards, su allmusic.com, Allmusic.com. URL consultato il 29 dicembre 2010.
  7. ^ (EN) Vivid - Charts & Awards - Billboard Albums, su allmusic.com, Allmusic.com. URL consultato il 29 dicembre 2010.
  8. ^ Punk’s not white! 15 grandi canzoni punk scritte da artisti neri, su rollingstone.it, Rolling Stone, 11 marzo 2021. URL consultato il 24 marzo 2022.
  9. ^ Intervista a Living Colour (Doug Wimbish), su spaziorock.it. URL consultato l'8 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2013).
  10. ^ (EN) Greg Prato, Vivid - Living Colour, su allmusic.com, Allmusic.com. URL consultato il 29 dicembre 2010.
  11. ^ Tommaso Iannini, 2003, p. 108.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Enciclopedie[modifica | modifica wikitesto]

Altri testi[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Daina Darzen, Lauren Spencer, Thrash is on its way out, in Spin, vol. 6, n. 10, SPIN Media LLC, gennaio 1991, p. 39, ISSN 0886-3032 (WC · ACNP).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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