Iron Maiden (album)

Iron Maiden
album in studio
ArtistaIron Maiden
Pubblicazione14 aprile 1980
Durata37:27 Bandiera del Mondo
40:53 Bandiera del CanadaBandiera degli Stati Uniti
40:46 (riedizione del 1998)
Dischi1
Tracce8 Bandiera del Mondo
9 Bandiera del CanadaBandiera degli Stati Uniti
GenereHeavy metal
EtichettaEMI
ProduttoreWill Malone
Registrazionedicembre 1979–febbraio 1980, Kingsway Studios, Londra (Regno Unito)[1]
FormatiLP, MC
Altri formatiCD, 2 CD, download digitale, streaming
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera della Germania Germania[2]
(vendite: 250 000+)
Dischi di platinoBandiera del Canada Canada[3]
(vendite: 100 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito[4]
(vendite: 300 000+)
Iron Maiden - cronologia
Album precedente
Album successivo
(1981)
Singoli
  1. Running Free
    Pubblicato: 8 febbraio 1980
  2. Sanctuary
    Pubblicato: 23 maggio 1980
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[5]
Record Mirror[6]
Sounds[7]
Ondarock[8]Pietra miliare

Iron Maiden è il primo album in studio del gruppo musicale britannico omonimo, pubblicato il 14 aprile 1980 dalla EMI.[9]

Nel giugno del 2017 la rivista Rolling Stone ha collocato l'album alla tredicesima posizione dei 100 migliori album metal di tutti i tempi.[10]

Antefatti e pubblicazione[modifica | modifica wikitesto]

Il primo album degli Iron Maiden ebbe un'evoluzione abbastanza travagliata, in quanto i membri del gruppo incontrarono numerose difficoltà per far uscire il disco, soprattutto in virtù della corrente punk che in quel periodo imperversava in Inghilterra. Gli Iron Maiden si scontrarono con le ostilità delle case discografiche che, in quel periodo, producevano soprattutto gruppi punk, tant'è che gli fu proposto di cambiare genere.[senza fonte] Nonostante le ostilità delle etichette discografiche, i membri del gruppo investirono tutti i loro risparmi e le loro fatiche per far conoscere il loro nome ed il loro genere. Fu così che la EMI si convinse a firmare un contratto che permise agli Iron Maiden di far uscire il loro album di debutto, che rappresenta un'importante tappa della nascente New Wave of British Heavy Metal.

Dopo pochi mesi fu pubblicata in Canada e negli Stati Uniti un'altra versione dell'album contenente anche il brano Sanctuary; il brano sarebbe stato successivamente inserito come seconda traccia nell'edizione rimasterizzata pubblicata dalla EMI nel 1998. Nel 1995 la EMI ha ripubblicato l'album con l'aggiunta di un secondo CD costituito dalle b-side originariamente presenti nei singoli Running Free e Sanctuary.

La copertina è stata realizzata da Derek Riggs.

Le canzoni[modifica | modifica wikitesto]

Il disco si apre con Prowler, seguito da Remember Tomorrow, dedicato da Paul Di'Anno a suo padre[senza fonte]. Running Free è un inno di libertà, eseguita in gran parte dei live della band. Phantom of the Opera si ispira al famoso film con Lon Chaney (come evidenzia anche la copertina del singolo live del 1985, con la mascotte Eddie intenta a levarsi la maschera esattamente come il grande attore del muto americano) oltre che al romanzo di Gaston Leroux Il fantasma dell'Opera; è seguita dal brano strumentale Transylvania, la quale inizialmente doveva avere un testo, ma il gruppo, dopo averla provata senza le liriche, la apprezzò e lasciò così come è conosciuta[senza fonte]. La ballata Strange World riguarda ciò che succede in un mondo fantastico immaginato da Harris. Charlotte the Harlot è una dedica di Dave Murray ad una prostituta chiamata Charlotte. Ad oggi è l'unico brano accreditato unicamente a Murray. Il disco si chiude con la title track, brano eseguito in tutti i concerti del gruppo, spesso come brano di chiusura.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Edizione del 1980[modifica | modifica wikitesto]

  1. Prowler – 3:55 (Steve Harris)
  2. Remember Tomorrow – 5:27 (Steve Harris, Paul Di'Anno)
  3. Running Free – 3:16 (Steve Harris, Paul Di'Anno)
  4. Phantom of the Opera – 7:20 (Steve Harris)
  5. Transylvania – 4:05 (Steve Harris)
  6. Strange World – 5:45 (Steve Harris)
  7. Sanctuary – 3:16 (Steve Harris, Dave Murray, Paul Di'Anno) – presente solo nell'edizione canadese e statunitense
  8. Charlotte the Harlot – 4:12 (Dave Murray)
  9. Iron Maiden – 3:12 (Steve Harris)
CD bonus nella riedizione del 1995
  1. Burning Ambition – 2:40 (Steve Harris)
  2. Drifter (Live) – 6:04 (Steve Harris)
  3. I've Got the Fire (Live) – 3:14 (Ronnie Montrose)originariamente interpretata dai Montrose

Riedizione del 1998[modifica | modifica wikitesto]

  1. Prowler – 3:56 (Steve Harris)
  2. Sanctuary – 3:16 (Steve Harris, Dave Murray, Paul Di'Anno)
  3. Remember Tomorrow – 5:29 (Steve Harris, Paul Di'Anno)
  4. Running Free – 3:17 (Steve Harris, Paul Di'Anno)
  5. Phantom of the Opera – 7:08 (Steve Harris)
  6. Transylvania – 4:19 (Steve Harris)
  7. Strange World – 5:32 (Steve Harris)
  8. Charlotte the Harlot – 4:13 (Dave Murray)
  9. Iron Maiden – 3:36 (Steve Harris)
Contenuti multimediali
  1. Iron Maiden (Steve Harris)
  2. Phantom of the Opera (Steve Harris)

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (2021) Posizione
massima
Croazia[11] 2
Portogallo[12] 40

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Maiden pull out (JPG), su ironmaidencommentary.com, IronMaidenCommunity.com. URL consultato il 23 marzo 2013.
  2. ^ (DE) Iron Maiden – Iron Maiden – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 24 maggio 2015.
  3. ^ (EN) Iron Maiden – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 24 maggio 2015.
  4. ^ (EN) Iron Maiden, su British Phonographic Industry. URL consultato il 24 maggio 2015.
  5. ^ (EN) Steve Huey, Iron Maiden, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 1º ottobre 2013.
  6. ^ Mick Wall, Iron Maiden: Run to the Hills, the Authorised Biography, 3ª ed., Sanctuary Publishing, 2004, p. 146, ISBN 1-86074-542-3.
  7. ^ Garry Bushell e Ross Halfin, Running Free, The Official Story of Iron Maiden, 2ª ed., Zomba Books, 1985, p. 72, ISBN 0-946391-84-X.
  8. ^ IRON MAIDEN - Iron Maiden, su ondarock.it, Ondarock. URL consultato il 1º ottobre 2013.
  9. ^ (EN) Iron Maiden, su ironmaiden.com, Iron Maiden. URL consultato il 13 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2013).
  10. ^ (EN) Christopher R. Weingarten, Tom Beaujour, Hank Shteamer, Kim Kelly, Steve Smith, Brittany Spanos, Suzy Exposito, Richard Bienstock, Kory Grow, Dan Epstein, J.D. Considine, Andy Greene, Rob Sheffield, Adrien Begrand, Ian Christe, The 100 Greatest Metal Albums of All Time, su rollingstone.com, Rolling Stone, 21 giugno 2017. URL consultato il 13 ottobre 2017.
  11. ^ (HR) Lista prodaje 37. tjedan 2021. (06.09.2021. - 12.09.2021.), su top-lista.hr, Top Lista. URL consultato il 20 settembre 2021.
  12. ^ (EN) IRON MAIDEN - IRON MAIDEN (ALBUM), su portuguesecharts.com. URL consultato il 21 settembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Ruggeri, Claudio Sorge, Le guide pratiche di Rumore - Metal, Pavia, Apache Edizioni, 2000.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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