Gran Premio di Germania 1984

Bandiera della Germania Ovest Gran Premio di Germania 1984
399º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 11 di 16 del Campionato 1984
Data 5 agosto 1984
Nome ufficiale XLVI AvD-Großer Preis von Deutschland
Luogo Hockenheimring
Percorso 6.797 km
Distanza 44 giri, 299.068 km
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera della Francia Alain Prost
McLaren-TAG Porsche in 1:47.012 McLaren-TAG Porsche in 1:53.538
(nel giro 31)
Podio
1. Bandiera della Francia Alain Prost
McLaren-TAG Porsche
2. Bandiera dell'Austria Niki Lauda
McLaren-TAG Porsche
3. Bandiera del Regno Unito Derek Warwick
Renault

Il Gran Premio di Germania 1984 è stata l'undicesima prova della stagione 1984 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 5 agosto sul circuito del Hockenheimring ed è stato vinto dal francese Alain Prost su McLaren-TAG Porsche; per il vincitore fu il tredicesimo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il compagno di scuderia, l'austriaco Niki Lauda, e il britannico Derek Warwick su Renault. Per Warwick fu il quarto, e ultimo, podio nel mondiale.

Vigilia[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppi futuri[modifica | modifica wikitesto]

In seguito ai gravi incidenti in cui erano rimasti vittime, nelle ultime settimane, Martin Brundle e Johnny Cecotto, la FISA elaborò alcune proposte, al fine di rendere più sicure le monoposto. Venne suggerita l'introduzione di un crash-test per le vetture, mentre, per ridurre la potenza dei propulsori venne ipotizzato l'utilizzo di una benzina da 98 ottani, fornita dalla stessa FISA.[1]

Aspetti tecnici[modifica | modifica wikitesto]

La Brabham, dopo alcuni test sull'Österreichring decise di tornare, definitivamente alla vecchia versione delle sospensioni; l'Arrows dotò invece, del nuovo modello di sospensioni, anche la vettura affidata a Marc Surer. La Renault portò anche per Patrick Tambay una vettura con telaio interamente in carbonio, come già sperimentato per Warwick. La Ferrari propose una versione diversa della sua monoposto, con una nuova sospensione anteriore e un nuovo estrattore d'aria. I piloti optarono però per la vecchia vettura. Altre modifiche vennero portate da Osella, Toleman e Alfa Romeo. Sull'ATS venne allungato il passo di 7 centimetri.

La Goodyear portò per la Lotus un nuovo tipo di pneumatici.[1]

Aspetti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

La FISA creò un Consiglio permanente dei piloti di Formula 1. A capo della struttura venne posto Niki Lauda, coadiuvato da Nelson Piquet, Derek Warwick, Alain Prost, Michele Alboreto e Thierry Boutsen. Questa struttura portò alla definitiva dissoluzione della PRDA.

La Toleman impiegò solo una vettura, per Ayrton Senna, decidendo di non sostituire l'infortunato Cecotto. Teo Fabi concluse il suo impegno nelle gare nordamericane, e venne così impiegato, fino al termine della stagione, alla Brabham.

A seguito delle decisione prese dalla FISA prima del Gran Premio di Brands Hatch la Tyrrell poté partecipare a questo gran premio solo perché aveva depositato un ricorso al Tribunale d'Appello della FIA. Fino alla decisione finale di tale Tribunale al scuderia britannica venne ammessa sub judice. La scuderia di Ken Tyrrell sostituì Stefan Bellof, impegnato nella 1000km di Mosport, col neozelandese Mike Thackwell, neocampione della Formula 2. Thackwell aveva già disputato, in stagione, il GP del Canada, con la RAM.[1]

Qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Nella sessione del venerdì il più veloce fu Elio De Angelis, che precedette di circa mezzo secondo Derek Warwick. Nelson Piquet e Niki Lauda, molto attesi dal pubblico di casa in quanto su vetture motorizzate da costruttori tedeschi, chiusero col terzo e quarto tempo, davanti ad Ayrton Senna. De Angelis, con gomme Goodyear, precedette ben 5 piloti che utilizzavano gomme Michelin. De Angelis, però, al termine della prima giornata di prove, escluse la possibilità di essere competitivo anche in gran premio, proprio per la minore affidabilità delle gomme da gara. Keke Rosberg ottenne il ventisettesimo, e ultimo tempo, per un problema al motore, pur risultando il pilota con la velocità di punta più alta.[2]

La pioggia della mattina del sabato fece temere che la pista rimanesse umida e quindi troppo lenta per consentire ai piloti di migliorare i tempi della sessione del venerdì. Grazie al sole del pomeriggio, gli ultimi minuti della sessione furono utilizzati dai piloti per cercare la pole position. De Angelis migliorò di 53 millesimi rispetto al tempo del venerdì, ma venne battuto da Alain Prost, che colse anche il record sul giro.

L'altro pilota della McLaren, Niki Lauda, a causa delle gomme troppo fredde, effettuò un testacoda nel suo tentativo migliore, a cui seguì la rottura del motore, che gli impedì di migliorare i tempi. L'austriaco partì solo col settimo tempo, preceduto anche da Derek Warwick, Patrick Tambay, Nelson Piquet e Michele Alboreto.[3] L'unico non qualificato risultò Mike Thackwell, della Tyrrell. La scuderia britannica, che comunque partecipava sub judice alla gara, chiese ai commissari di consentire al pilota neozelandese di partecipare alla gara, come concesso a Jo Gartner al gran premio precedente. I commissari condizionarono la partecipazione all'accordo con tutte le altre scuderie. La Ferrari rifiutò di concedere il via a Thackwell.[1]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

I risultati delle qualifiche[4] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 7 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 1'47"012 1
2 11 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 1'47"065 2
3 16 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Bandiera della Francia Renault 1'48"382 3
4 15 Bandiera della Francia Patrick Tambay Bandiera della Francia Renault 1'48"425 4
5 1 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 1'48"584 5
6 27 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Bandiera dell'Italia Ferrari 1'48"847 6
7 8 Bandiera dell'Austria Niki Lauda Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 1'48"912 7
8 2 Bandiera dell'Italia Teo Fabi Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 1'49"302 8
9 19 Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 1'49"395 9
10 28 Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera dell'Italia Ferrari 1'49"857 10
11 26 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera della Francia Ligier-Renault 1'50"117 11
12 5 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 1'50"511 12
13 14 Bandiera della Germania Manfred Winkelhock Bandiera della Germania ATS-BMW 1'50"686 13
14 17 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Arrows-BMW 1'51"475 14
15 18 Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Bandiera del Regno Unito Arrows-BMW 1'51"551 15
16 12 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 1'51"715 16
17 25 Bandiera della Francia François Hesnault Bandiera della Francia Ligier-Renault 1'51"872 17
18 23 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 1'51"950 18
19 6 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 1'52"003 19
20 22 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 1'52"769 20
21 24 Bandiera dell'Italia Piercarlo Ghinzani Bandiera dell'Italia Osella-Alfa Romeo 1'54"546 21
22 9 Bandiera della Francia Philippe Alliot Bandiera del Regno Unito RAM-Hart 1'55"505 22
23 30 Bandiera dell'Austria Jo Gartner Bandiera dell'Italia Osella-Alfa Romeo 1'55"594 23
24 21 Bandiera dei Paesi Bassi Huub Rothengatter Bandiera del Regno Unito Spirit-Hart 1'56"112 24
25 10 Bandiera del Regno Unito Jonathan Palmer Bandiera del Regno Unito RAM-Hart 1'56"797 25
26 3 Bandiera della Svezia Stefan Johansson Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'59"461 26
NQ 4 Bandiera della Nuova Zelanda Mike Thackwell Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'59"516 NQ

Gara[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Prima della partenza, per un problema alla pompa dell'olio, Alain Prost dovette sostituire la sua monoposto, e affidarsi al muletto, che era stato preparato per Lauda.

Al via il francese fu prudente e venne passato da Elio De Angelis, mentre il francese riuscì a difendersi dall'attacco di Derek Warwick. Nel corso del primo giro Prost cercò di passare De Angelis, mentre un errore di Warwick permise a Nelson Piquet di superare il britannico. Seguivano Tambay, Senna, Alboreto e Lauda. Nel secondo giro Senna sorpassò Tambay, che soffriva di un problema al motore. Nel seguito Alboreto cedette due posizioni, a Lauda e Fabi.

Al quarto giro Lauda prese un'altra posizione, passando Tambay. Al giro 5 terminò la gara per Ayrton Senna, che vide volare via l'alettone anteriore della sua Toleman, uscendo di circuito alla Ostkurve. Tre giri dopo arrivò il momento del ritiro anche per Elio De Angelis, tradito dal cedimento di un pistone. Prost si trovò a comandare per pochi metri, in quanto Piquet lo passò alla terza chicane. Alboreto fu costretto, nel frattempo, a una lunga sosta ai box, per un problema al pescaggio della benzina.

Al giro 9 Niki Lauda passò Warwick, ottenendo la terza piazza. Il pilota della Renault venne, nello stesso giro, superato anche da Keke Rosberg. Il finlandese fu costretto all'abbandono, poco dopo, per un problema all'impianto elettrico. La classifica vedeva sempre in testa Nelson Piquet, davanti al duo della McLaren Prost-Lauda, poi Warwick, Fabi, Tambay, Mansell e Arnoux.

Improvvisamente, al ventiduesimo giro, un problema al cambio della sua Brabham, costrinse Piquet a rallentare, e a farsi passare dai due piloti della McLaren. Nel giro seguente il brasiliano fu costretto alla sosta ai box e al ritiro. Piquet, arrivato, ai box, chiese prima il cambio degli pneumatici, poi spense il motore.

Al ventisettesimo passaggio René Arnoux, con l'unica Ferrari rimasta in gara, cambiò gli pneumatici, restando settimo. Al giro 29 si ritirò anche l'altro pilota della Brabham Teo Fabi. Nei giri successivi Prost portò a 6 secondi il vantaggio su Lauda, ma temeva che, un pezzo di polietilene ficcatosi nel musetto della monoposto, potesse danneggiare la presa d'aria della sua vettura. Al giro 34 Nigel Mansell passò Tambay, mentre tre giri dopo un errore di guida di François Hesnault permise al suo compagno di team Andrea De Cesaris di prendergli la settima piazza. Il francese, il giro dopo, riprese la posizione all'italiano, che prevalse definitivamente al giro 41.

Alain Prost conquistò la sua tredicesima vittoria, precedendo Niki Lauda e Derek Warwick.[1]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

I risultati del gran premio[5] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos. Griglia Punti
1 7 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 44 1h24'43"210 1 9
2 8 Bandiera dell'Austria Niki Lauda Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 44 + 3"149 7 6
3 16 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Bandiera della Francia Renault 44 + 36"423 3 4
4 12 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 44 + 51"663 16 3
5 15 Bandiera della Francia Patrick Tambay Bandiera della Francia Renault 44 + 1'11"949 4 2
6 28 Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera dell'Italia Ferrari 43 + 1 giro 10 1
7 26 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera della Francia Ligier-Renault 43 + 1 giro 11  
8 25 Bandiera della Francia François Hesnault Bandiera della Francia Ligier-Renault 43 + 1 giro 17  
SQ 3 Bandiera della Svezia Stefan Johansson Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 42 Squalificato[6] 26  
9 21 Bandiera dei Paesi Bassi Huub Rothengatter Bandiera del Regno Unito Spirit-Hart 40 + 4 giri 24  
Rit 14 Bandiera della Germania Manfred Winkelhock Bandiera della Germania ATS-BMW 31 Cambio 13  
Rit 23 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 29 Motore 18  
Rit 2 Bandiera dell'Italia Teo Fabi Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 28 Turbo 8  
Rit 1 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 23 Cambio 5  
Rit 22 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 16 Alimentazione 20  
Rit 24 Bandiera dell'Italia Piercarlo Ghinzani Bandiera dell'Italia Osella-Alfa Romeo 14 Problemi elettrici 21  
Rit 30 Bandiera dell'Austria Jo Gartner Bandiera dell'Italia Osella-Alfa Romeo 13 Turbo 23  
Rit 27 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Bandiera dell'Italia Ferrari 13 Motore 6  
Rit 10 Bandiera del Regno Unito Jonathan Palmer Bandiera del Regno Unito RAM-Hart 11 Turbo 25  
Rit 6 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 10 Problemi elettrici 19  
Rit 5 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 10 Motore 12  
Rit 18 Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Bandiera del Regno Unito Arrows-BMW 8 Motore 15  
Rit 11 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 8 Turbo 2  
Rit 9 Bandiera della Francia Philippe Alliot Bandiera del Regno Unito RAM-Hart 7 Surriscaldamento 22  
Rit 19 Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 4 Incidente 9  
Rit 17 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Arrows-BMW 1 Turbo 14  
NQ 4 Bandiera della Nuova Zelanda Mike Thackwell Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth        

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Decisioni della FISA[modifica | modifica wikitesto]

La squalifica della Tyrrell venne confermata dal Tribunale d'Appello della FISA, dopo una riunione del 29 agosto. La scuderia venne esclusa dai successivi gran premi.[7]

Il 9 ottobre la FISA decise di rideterminare le classifiche di tutte le gare, fino a quel momento disputate, facendo scalare in graduatoria tutti i piloti classificatisi alle spalle dei piloti della Tyrrell. Ciò non portò a una redistribuzione dei punti, per questa gara, in quanto Stefan Johansson era giunto ottavo, mentre, l'altro pilota della scuderia, Mike Thackwell, non si era qualificato.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (FR) 11. Allemagne 1984, su statsf1.com. URL consultato il 13 dicembre 2018.
  2. ^ Cristiano Chiavegato, De Angelis svetta, Ferrari sempre adagio (PDF), in La Stampa, 4 agosto 1984, p. 19. URL consultato il 14 dicembre 2018.
  3. ^ Cristiano Chiavegato, Prost di slancio: pole position (PDF), in La Stampa, 5 agosto 1984, p. 19. URL consultato il 14 dicembre 2018.
  4. ^ Risultati delle qualifiche, su statsf1.com.
  5. ^ Risultati del gran premio, su statsf1.com.
  6. ^ a b Stefan Johansson, giunto ottavo, venne in seguito squalificato per irregolarità tecniche della sua vettura. Montecarlo cancellato dalla F.1, in La Stampa, 10 ottobre 1984, p. 23. URL consultato il 22 novembre 2017.
  7. ^ Cristiano Chiavegato, Alboreto crede nella Ferrari "Vorrei vincere a Monza", in La Stampa, 31 agosto 1984, p. 19. URL consultato il 22 novembre 2017.
Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1984
 

Edizione precedente:
1983
Gran Premio di Germania Edizione successiva:
1985
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