Gran Premio di Francia 1985

Bandiera della Francia Gran Premio di Francia 1985
411º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 7 di 16 del Campionato 1985
Le Castellet
Le Castellet
Data 7 luglio 1985
Luogo Circuito Paul Ricard
Percorso 5,810 km
Distanza 53 giri, 307,930 km
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera della Finlandia Keke Rosberg
Williams-Honda in 1'32"462 Williams-Honda in 1'39"914
(nel giro 46)
Podio
1. Bandiera del Brasile Nelson Piquet
Brabham-BMW
2. Bandiera della Finlandia Keke Rosberg
Williams-Honda
3. Bandiera della Francia Alain Prost
McLaren-TAG Porsche

Il Gran Premio di Francia 1985 è stata la settima prova della stagione 1985 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 7 luglio 1985 sul Circuito Paul Ricard di Le Castellet. La gara è stata vinta dal brasiliano Nelson Piquet su Brabham-BMW; per il vincitore si trattò del tredicesimo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il finlandese Keke Rosberg su Williams-Honda e il francese Alain Prost su McLaren-TAG Porsche.

Si trattò del trentacinquesimo, e ultimo, successo nel mondiale di Formula 1 per una Brabham. Fu anche il primo successo di una vettura gommata Pirelli dal 1957.[1]

Vigilia[modifica | modifica wikitesto]

Aspetti tecnici[modifica | modifica wikitesto]

La novità tecnica principale fu la Tyrrell 014. Per la prima volta la scuderia di Ken Tyrrell optava per un motore turbo, fornito dalla Renault, l'EF14bis. La monoposto era convenzionale, riprendendo molti concetti della 012. I condotti di aspirazione del turbo riprendevano il disegno di quelli della Ferrari. Per questa gara il nuovo modello era disponibile solo per Martin Brundle.

La McLaren, dopo alcuni test effettuati sul Circuito di Silverstone, scoprì che i problemi di funzionamento del suo propulsore erano dovuti all'impiego di un carburante difettoso, tanto che venne cambiato il fornitore. La vettura venne dotata anche di sospensioni a geometria modificata, che avrebbero dovuto eliminare i problemi di sottosterzo. Anche la Ferrari presentò nuove sospensioni anteriori, oltre che una nuova aerodinamica nella parte anteriore della carrozzeria, dove vennero praticate due aperture, per dar modo ai meccanici di operare più rapidamente sulle sospensioni.[2] Sui motori BMW a disposizione della Brabham le turbine Garrett rimpiazzarono quelle fornite dalla KKK. La Brabham poteva, inoltre, contare su dei nuovi pneumatici anteriori, portati dalla Pirelli. Anche la Honda, fornitrice dei motori per la Williams, presentò alcune modifiche al suo propulsore, principalmente su componenti del turbo e degli intercooler.

Il costruttore tedesco Zakspeed presentò una nuova vettura, più rigida e più leggera. L'Alfa Romeo modificò gli estrattori inferiori, cosa che consentì di recuperare 12 chilogrammi di peso in meno.

La Renault affidò a Patrick Tambay il nuovo modello RE60B. Pur denominato come versione B del modello RE60, in realtà si trattava di una vettura molto diversa. Era stata modificata l'aerodinamica, con dei nuovi alettoni un musetto più affilato, e pontoni più bassi. Questo permetteva anche di ospitare un nuovo cambio, che poteva 5 o 6 marce a secondo dell'esigenze del tracciato. La vettura risultava molto alleggerita, solo 540 kg, dieci in meno del limite minimo concesso. La vettura poteva ospitare solo il motore denominato EF15.[1]

Aspetti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Rientrò in campionato, dopo aver saltato le due trasferte nordamericane, la scuderia tedesca Zakspeed.

La varicella debilitò Stefan Johansson, tanto che la Ferrari allertò il collaudatore, il britannico Johnny Dumfries. Lo svedese riuscì comunque a disputare regolarmente il weekend di gara. Anche gli altri piloti in dubbio per la gara, quelli contusi nel precedente Gran Premio di Detroit, ovvero Senna, Mansell e Prost, furono pronti per il gran premio.

A seguito delle difficoltà finanziarie in cui si dibatteva il circuito, Bernie Ecclestone si propose quale acquirente della struttura. Il proprietario, Patrick Ricard, risolse la situazione nominando Philippe Gurdjian quale nuovo direttore. Gurdjian, che era direttore di un'agenzia pubblicitaria, gestiva anche, assieme a Jean-Pierre Beltoise, la Noscar, struttura che organizzava il campionato francese per vetture turismo. Nominato anche organizzatore del Gran Premio di Francia, promosse degli importanti lavori di ammodernamento, dell'importo di 5 milioni di franchi francesi.[1]

Qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Al venerdì Ayrton Senna colse il miglior tempo, nuovo record del tracciato, in 1'32"835, alla media oraria di 225,302. Il precedente limite risaliva al 1982, e apparteneva a René Arnoux (1'34"406). Alle spalle del brasiliano si pose Keke Rosberg, staccato di mezzo secondo. Il finlandese batté le due McLaren di Prost e Lauda. Sul lungo rettilineo del Mistral la punta di velocità più alta venne raggiunta dal pilota della Brabham Marc Surer, che toccò i 338 km/h. De Angelis chiuse sesto, alle spalle di Nelson Piquet, e accusò la Lotus di avere montato sulla sua vettura un motore già usato da Senna a Detroit.

La sorpresa negativa di giornata furono le Ferrari, che ottennero solo l'undicesimo e diciottesimo tempo. Non solo cedettero due motori, uno sulla vettura di Johansson e uno su quella di Alboreto, ma le monoposto non riuscivano ad avere la giusta aderenza. La colpa dei problemi di assetto venne data alle nuove sospensioni, tanto che si fece arrivare da Maranello dei pezzi più vecchi. Sulla Tyrrell di Brundle prese fuoco il nuovo motore turbo.[3]

Nel corso delle libere del sabato mattina Nigel Mansell, giunto alla veloce curva Signes, subì lo scoppio della gomma posteriore destra. Il pilota britannico perse il controllo della sua Williams, che viaggiava a 330 km/h, sbatté contro le reti di protezione, rompendo entrambi gli assali della vettura. Uno pneumatico, staccatosi dalla scocca, colpì alla testa il pilota, che perse anche conoscenza. Portato, per accertamenti, a un ospedale di Marsiglia, gli venne riscontrata una commozione cerebrale, che lo costrinse a dare forfait. Tutti i piloti qualificati dietro di lui, scalarono di una posizione in avanti.[4]

L'altro pilota della Williams, Rosberg, fu capace di strappare la pole position a Senna, abbassando il tempo record a 1'32"462. Senna cercò di tornare in testa, affrontando, in un suo tentativo veloce, la curva Signes in quinta marcia, ma ciò provocò l'esplosione del motore Renault. Risalì al terzo posto Michele Alboreto. Sulla Ferrari vennero rimontate le vecchie sospensioni, facendo subito recuperare competitività alla vettura italiana. Alboreto affermò che l'ideale sarebbe stato montare la sospensione vecchia all'avantreno, mantenendo quella nuova al posteriore.

Fu più sfortunato Johansson che ruppe tre motori in due giorni. Lo svedese dovette prima usare il muletto, poi attendere il ritorno ai box di Alboreto, per provare a migliorarsi, utilizzando la macchina del pilota italiano. A questo punto, però, si verificò un problema al cambio, con la quarta marcia bloccata. Johansson non riuscì a fare meglio del quindicesimo tempo.

Piquet portò la punta di velocità sul rettilineo del Mistral, a 341 kn/h, mentre si qualificò ultimo Stefan Bellof, rimasto l'unico pilota a non disporre di un motore turbo.

Quella di Rosberg fu la prima pole position per una vettura motorizzata dalla Honda dal Gran Premio d'Italia 1968, colta da John Surtees, su vettura costruita dalla casa giapponese.[1][5]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

I risultati delle qualifiche[6] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 6 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 1'32"462 1
2 12 Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 1'32"835 2
3 27 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Bandiera dell'Italia Ferrari 1'33"267 3
4 2 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 1'33"335 4
5 7 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 1'33"812 5
6 1 Bandiera dell'Austria Niki Lauda Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 1'33"860 6
7 11 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 1'34"022 7
8 5 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 1'34"191 NP[7]
9 17 Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera del Regno Unito Arrows-BMW 1'34"674 8
10 15 Bandiera della Francia Patrick Tambay Bandiera della Francia Renault 1'34"680 9
11 16 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Bandiera della Francia Renault 1'34"976 10
12 18 Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Bandiera del Regno Unito Arrows-BMW 1'35"488 11
13 25 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera della Francia Ligier-Renault 1'35"571 12
14 8 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 1'35"572 13
15 26 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Ligier-Renault 1'36"133 14
16 28 Bandiera della Svezia Stefan Johansson Bandiera dell'Italia Ferrari 1'36"140 15
17 22 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 1'36"729 16
18 23 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 1'36"931 17
19 19 Bandiera dell'Italia Teo Fabi Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 1'37"142 18
20 9 Bandiera della Germania Manfred Winkelhock Bandiera del Regno Unito RAM-Hart 1'37"654 19
21 3 Bandiera del Regno Unito Martin Brundle Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Renault 1'40"015 20
22 30 Bandiera del Regno Unito Jonathan Palmer Bandiera della Germania Zakspeed 1'40"289 21
23 10 Bandiera della Francia Philippe Alliot Bandiera del Regno Unito RAM-Hart 1'41"647 22
24 24 Bandiera dell'Italia Piercarlo Ghinzani Bandiera dell'Italia Osella-Alfa Romeo 1'42"136 23
25 29 Bandiera dell'Italia Pierluigi Martini Bandiera dell'Italia Minardi-Motori Moderni 1'44"350 24
26 4 Bandiera della Germania Stefan Bellof Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'44"404 25

Gara[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Ayrton Senna fu autore di una buona partenza, che però non gli permise di superare il poleman Keke Rosberg. Alain Prost partì, invece, male e si ritrovò solo settimo. Dietro a Senna si erano posti Nelson Piquet, Michele Alboreto, Elio De Angelis e Niki Lauda.

Al quinto giro si ritirarono sia Andrea De Cesaris, con un semiasse rotto, che Alboreto, che vide esplodere il motore della sua vettura alla Signes. Due giri dopo, sfruttando la competitività delle gomme Pirelli Piquet prese la posizione a Senna. Poco dopo anche Lauda scalò di una piazza, passando De Angelis.

Al decimo giro Senna fu costretto ai box col cambio bloccato in terza marcia. Il brasiliano sperò che la riparazione dei meccanici potesse consentirgli di rientrare in gara. Il giro successivo Piquet attaccò Rosberg alla Beausset con successo, portandosi al comando. Il pilota della Williams cercò il contrattacco alla curva Bendor, non fu capace di recuperare il primato. Nello stesso giro Prost passò De Angelis.

Piquet fu capace di mettere subito un certo margine tra lui e Rosberg che, dal suo canto, aveva una vettura che soffriva di mancanza di aderenza. Ciò permise alle due McLaren di avvicinarsi. Qualche giro dopo Rosberg, e il sopraggiungente Lauda, si trovarono a dovere doppiare Pierluigi Martini; il pilota della Minardi lasciò passare il primo, ma chiuse la traiettoria all'austriaco, che fu costretto a frenare bruscamente e passare sui cordoli per evitare il tamponamento. Questo permise a Prost di chiudere il margine su Lauda. Quando Martini fece passare Lauda non si avvide di Prost, che dovette fare uno scarto, anche lui, per evitare un incidente.

Dopo venti giri Piquet aveva un vantaggio di 9"5 su Rosberg che, a sua volta, aveva mezzo secondo di margine su Lauda, e un secondo pieno su Prost. De Angelis, quinto, era staccato di oltre diciassette secondi da Piquet, mentre Marc Surer, che chiudeva la zona dei punti, era a oltre 33 secondi dal suo compagno di scuderia. Un giro dopo Gerhard Berger, anche lui alle prese con il doppiaggio di Martini, finì per avere un contatto con il pilota italiano. I due piloti terminano nella via di fuga, costretti al ritiro.

Al ventinovesimo giro Senna, che era rientrato in pista, ma era lontano dalla zona dei punti, vide esplodere il suo motore alla Signes. Questo fece cadere dell'olio sulle gomme posteriori della monoposto: la vettura andò in testacoda e terminò la sua corsa contro le barriere. Il brasiliano uscì dalla sua Lotus incolume.

Due giri dopo anche Lauda dovette abbandonare la gara, per un problema al cambio, sul rettilineo della Bretelle. Nei giri successivi Prost si avvicinò ancora a Rosberg, non riuscendo a passarlo. Al trentasettesimo giro Stefan Johansson entrò in zona punti, passando Tambay. Due giri dopo Prost riuscì, infine, a passare il finlandese, alla S de la Verriere.

Prost, ora secondo, e che aveva un ritardo di 17 secondi da Piquet, era in grado di guadagnare un secondo a giro sul brasiliano. Rosberg passò ai box per un cambio degli pneumatici, scalando così quarto, alle spalle di De Angelis. Anche Surer decise per un cambio gomme: lo svizzero scese in ottava posizione. Questa scelta del compagno di team spinse Piquet a ridurre il ritmo, per conservare le sue gomme. Il margine su Prost si ridusse a 11 secondi.

Rosberg recuperò, al quarantaquattresimo giro, la posizione su De Angelis. Prost, che al cinquantesimo giro aveva ridotto a meno di 10 secondi lo svantaggio sul primo, si vide limitato da un malfunzionamento del motore. A ogni rallentamento il motore perdeva potenza; questo costringeva il francese a tenere l'acceleratore aperto, anche in frenata e al momento del cambio delle marce. Questo problema, oltre a togliere al transalpino qualsiasi possibilità di vittoria, permise a Rosberg di ritornare vicino, tanto da strappargli la seconda posizione, all'ultimo giro, sul rettilineo del Mistral. Pochi secondi dopo anche De Angelis si vide passare, da Johansson, alla Signes, per il quarto posto. Sulla Lotus del pilota romano si era verificata una perdita di sovralimentazione del turbo.

Nelson Piquet si aggiudicò la gara; fu la prima vittoria della stagione per lui e per la Brabham. Per la scuderia britannica fu il trentacinquesimo, e ultimo successo, in una gara valida quale prova del mondiale (oltre che il centoventesimo podio). Fu anche la prima vittoria per una vettura gommata dalla Pirelli dal Gran Premio d'Italia 1957 (Stirling Moss su Vanwall). Rosberg conquistò, per la prima volta in carriera, un giro veloce in gara.[1]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

I risultati del gran premio[8] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Griglia Punti
1 7 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 53 1h31'46"266 5 9
2 6 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 53 + 6"660 1 6
3 2 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 53 + 9"285 4 4
4 28 Bandiera della Svezia Stefan Johansson Bandiera dell'Italia Ferrari 53 + 53"491 15 3
5 11 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 53 + 53"690 7 2
6 15 Bandiera della Francia Patrick Tambay Bandiera della Francia Renault 53 + 1'15"167 9 1
7 16 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Bandiera della Francia Renault 53 + 1'44"212 10  
8 8 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 52 + 1 giro 13  
9 18 Bandiera del Belgio Thierry Boutsen Bandiera del Regno Unito Arrows-BMW 52 + 1 giro 11  
10 23 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 52 + 1 giro 17  
11 22 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 52 + 1 giro 16  
12 9 Bandiera della Germania Manfred Winkelhock Bandiera del Regno Unito RAM-Hart 50 + 3 giri 19  
13 4 Bandiera della Germania Stefan Bellof Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 50 + 3 giri 25  
14 19 Bandiera dell'Italia Teo Fabi Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 49 Sistema di pressione carburante 18  
15 24 Bandiera dell'Italia Piercarlo Ghinzani Bandiera dell'Italia Osella-Alfa Romeo 49 + 4 giri 23  
Rit 3 Bandiera del Regno Unito Martin Brundle Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Renault 32 Cambio 20  
Rit 1 Bandiera dell'Austria Niki Lauda Bandiera del Regno Unito McLaren-TAG Porsche 30 Cambio 6  
Rit 12 Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 26 Motore/Incidente[9] 2  
Rit 17 Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera del Regno Unito Arrows-BMW 19 Collisione con P. Martini 8  
Rit 29 Bandiera dell'Italia Pierluigi Martini Bandiera dell'Italia Minardi-Motori Moderni 19 Collisione con G. Berger 24  
Rit 10 Bandiera della Francia Philippe Alliot Bandiera del Regno Unito RAM-Hart 8 Sistema di pressione del carburante 22  
Rit 30 Bandiera del Regno Unito Jonathan Palmer Bandiera della Germania Zakspeed 6 Motore 21  
Rit 27 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Bandiera dell'Italia Ferrari 5 Problemi al turbo 3  
Rit 25 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera della Francia Ligier-Renault 4 Trasmissione 12  
Rit 26 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera della Francia Ligier-Renault 2 Problemi al turbo 14  
NP 5 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Williams-Honda 0 Infortunio  

Classifiche Mondiali[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (FR) 7. France 1985, su statsf1.com. URL consultato il 24 gennaio 2021.
  2. ^ Cristiano Chiavegato, Vetture nuove per la Ferrari, in La Stampa, 5 luglio 1985, p. 25. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  3. ^ Cristiano Chiavegato, Brutta sorpresa, la Ferrari va male, in La Stampa, 6 luglio 1985, p. 23. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  4. ^ Mansell fuori pista a 330 all'ora: illeso, in Stampa Sera, 6 luglio 1985, p. 13. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  5. ^ Cristiano Chiavegato, Rosberg beffa Senna, Alboreto rimonta, in La Stampa, 7 luglio 1985, p. 25. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  6. ^ Risultati delle qualifiche, su statsf1.com.
  7. ^ Nigel Mansell s'infortunò nel corso delle prove libere del sabato. Dovendo abbandonare il weekend di gara, tutti i piloti classificatisi dietro di lui in qualifica scalarono di una posizione in avanti.
  8. ^ Risultati del gran premio, su statsf1.com.
  9. ^ Pritchard Anthony, Lotus: The Competition Cars, Haynes Publishing, marzo 2006, p. 245, ISBN 1-84425-006-7.
Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1985
 

Edizione precedente:
1984
Gran Premio di Francia Edizione successiva:
1986
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