Gran Premio del Brasile 1983

Bandiera del Brasile Gran Premio del Brasile 1983
374º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 1 di 15 del Campionato 1983
Data 13 marzo 1983
Nome ufficiale XII Grande Premio do Brasil
Luogo Circuito di Jacarepaguá
Percorso 5,031 km / 3,126 US mi
Distanza 63 giri, km
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Brasile Nelson Piquet
Williams-Ford in 1'34"526 Brabham-BMW in 1'39"829
(nel giro 36)
Podio
1. Bandiera del Brasile Nelson Piquet
Brabham-BMW
2. non assegnato[1]
3. Bandiera dell'Austria Niki Lauda
McLaren-Ford

Il Gran Premio del Brasile 1983 è stata la prima prova della stagione 1983 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 13 marzo 1983 sul Circuito di Jacarepaguá, vicino a Rio de Janeiro. La gara è stata vinta dal brasiliano Nelson Piquet su Brabham-BMW; per il vincitore si trattò dell'ottavo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il finlandese Keke Rosberg su Williams-Ford e l'austriaco Niki Lauda su McLaren-Ford.

Rosberg venne però squalificato per essere stato spinto ai box, dopo aver subito un principio di incendio al rifornimento e lo spegnimento del motore. Contrariamente a quanto avviene solitamente, il secondo posto non venne assegnato a nessun altro pilota e Lauda si dovette accontentare dei 4 punti riservati al terzo posto.[2]

In onore alla vittoria di Piquet, la televisione brasiliana lanciò per la prima volta la celebre canzone Tema da Vitória, da questo momento usata sia per le successive vittorie dello stesso Piquet, sia ai successi del futuro campione Ayrton Senna, che anche alle altrettanto future vittorie di Rubens Barrichello e Felipe Massa.

Vigilia[modifica | modifica wikitesto]

Aspetti tecnici[modifica | modifica wikitesto]

La principale modifica del regolamento tecnico fu l'abolizione delle "minigonne", al fine di limitare l'effetto suolo, considerato troppo pericoloso, dopo i gravi incidenti, anche mortali, che avevano caratterizzato la stagione 1982.[3] Le scelte della Federazione Internazionale Sport Automobilistico portarono a critiche da parte dei costruttori, che dovettero modificare in fretta le monoposto già progettate per la stagione 1983.[4] Per dare maggior tempo alle case costruttrici, al fine di rispettare i nuovi canoni tecnici, si decise di iniziare la stagione il 13 marzo col Gran Premio del Brasile, e di spostare ad ottobre la gara del Sudafrica. In cambio dell'accettazione della norma che aboliva le "minigonne", la FISA accettò di non modificare il regolamento sui motori almeno fino al termine della stagione 1985.[5]

A seguito delle polemiche in merito alla regolarità dei motori turbo o di altre soluzioni tecniche adottate da varie scuderie Jean-Marie Balestre, presidente della FISA, propose addirittura il ritorno alla Formula Libre, per consentire la massima libertà ai costruttori, fatti salvi i principi della sicurezza dei piloti.[6]

L'Alfa Romeo impiegò, per la prima volta, una vettura a motore turbo, la 183T (qui fotografata nel 2012 con la livrea ispirata a quella del 1984).

La Williams presentò la versione C della FW08 (ancora spinta dal Ford Cosworth DFV, in attesa del motore turbo della Honda), così come la McLaren che portò in Brasile la MP4/1C, non ancora equipaggiata col turbo TAG-Porsche; la Brabham fece esordire la BT52, spinta da motore BMW, che da questa stagione riforniva anche l'ATS D6. La Lotus fece esordire la 92, affidata a solo Nigel Mansell, mentre a Elio De Angelis venne fornita la 93T, motorizzata con un turbo della Renault; la Renault impiegò per la prima volta la RE30C.

La RAM fece il suo esordio in campionato da costruttore con la 01, denominata anche RAM-March; l'Alfa Romeo, per la prima volta, presentò una vettura a motore turbo, la 183T. La Ligier, invece, abbandonata la Matra, tornò ai Ford Cosworth, con la JS21. La Ferrari portò in pista la 126C2B, l'Arrows presentò l'A6, mentre anche la Toleman utilizzò una versione B della vettura dell'anno precedente, la TG183. La Theodore Racing, dopo la fusione con la Ensign, usò la MN183.

Nelle verifiche tecniche, effettuate al giovedì prima della gara, nessuna monoposto venne trovata irregolare.[7] Vi era però il timore che molte vetture partissero, per la gara, sottopeso, ed effettuassero un rabbocco di carburante durante la stessa, per poi risultare nel peso (era posto il limite minimo dei 540 kg) al momento delle verifiche tecniche successive.[8]

In merito alla fornitura degli pneumatici, rispetto alla stagione 1982, la Brabham abbandonò le Goodyear per passare alle Michelin, mentre la Lotus scelse le Pirelli, in luogo anch'essa delle coperture statunitensi. L'Arrows seguì il percorso inverso, utilizzando le Goodyear. Anche l'Osella cambiò fornitore, abbandonando la Pirelli e scegliendo la Michelin.

Aspetti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

La Ferrari ingaggiò René Arnoux, pilota della Renault, che avrebbe fatto coppia con Patrick Tambay, per la stagione 1983.[9] Al posto di Arnoux la Renault ingaggiava Eddie Cheever, pilota statunitense della Ligier.[10]

Anche l'altro pilota della Ligier, il francese Jacques Laffite, passava ad altra scuderia, la Williams. La Ligier li sostituì con Jean-Pierre Jarier, proveniente dall'Osella,[11] e Raul Boesel, ex della March.

La Tyrrell prese, al posto di Brian Henton, il giovane statunitense Danny Sullivan, con esperienza in Indycar e CanAm.[12] L'ATS iscrisse una sola vettura al campionato (per Manfred Winkelhock): ciò liberò Eliseo Salazar che trovò il volante della March, da questa stagione ribattezzata RAM-March.[13] L'Alfa Romeo sostituì Bruno Giacomelli con Mauro Baldi, proveniente dall'Arrows.[14] Giacomelli trovò un volante alla Toleman, dove prese il posto di Teo Fabi.[15]

L'Arrows iscrisse il campione del mondo 1980, l'australiano Alan Jones.[15] Per la prima gara stagionale, in Brasile, Jones non era in condizioni fisiche adeguate, essendosi fratturato una gamba, cadendo da cavallo; venne perciò sostituito da Chico Serra, ex pilota della Fittipaldi.[16]

L'Osella aveva, in un primo momento, iscritto Corrado Fabi, fratello di Teo, all'esordio nel mondiale, e Beppe Gabbiani, al ritorno nel mondiale dopo due stagioni.[15] Prima dell'inizio della stagione però la scuderia piemontese lo sostituì con Piercarlo Ghinzani, già impiegato nel 1981.[17] L'Osella annunciò che, per le prime gare, avrebbe schierato solo una vettura, anche se poi, in realtà, entrambi i piloti affrontarono le qualifiche.[7]

La Theodore Racing, fusa con l'Ensing, confermò uno dei piloti di quest'ultima, Roberto Guerrero, e fece esordire nel mondiale Johnny Cecotto. Il venezuelano, che era stato vicino all'impiego, nel 1982, da parte della Fittipaldi e dell'Osella, proveniva dal motociclismo, ove aveva vinto il motomondiale nel 1975, nella classe 350.

Per l'organizzazione venne stimata una spesa di un miliardo di cruzeiro, pari a circa tre miliardi e mezzo di lire dell'epoca, col costo dei biglietti che andava dai 5.000 ai 22.000 cruzeiro.[18]

Qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Nella prima giornata di prove ufficiali il più rapido fu il campione del mondo uscente Keke Rosberg su Williams-Ford Cosworth, che con 1'34"526, precedette ben cinque piloti dotati di vetture a motore turbo. Al secondo posto, con un tempo ottenuto quasi a fine sessione, si pose Alain Prost, staccato di un decimo e mezzo, che precedette Patrick Tambay. Il tempo di Rosberg, a seguito delle modifiche regolamentari che avevano rallentato le vetture, era di quasi sei secondi più lento di quello ottenuto dal poleman Prost, sulla stessa pista, nel 1982.[19]

Nella giornata seguente nessun pilota fu in grado di migliorare il tempo fatto segnare al venerdì da Rosberg, ciò a causa anche del gran caldo che colpiva il circuito brasiliano. La temperatura dell'aria raggiunse infatti i 43 °C, e quella dell'asfalto i 60 °C, penalizzando enormemente i propulsori turbo, che si rompevano in serie. Gli unici due piloti che riuscirono a scalare qualche posizione furono Nelson Piquet, balzato al quarto posto, e René Arnoux, salito al sesto.[20] Per Rosberg fu la seconda pole position della carriera, la centotrentunesima, e ultima, per una vettura motorizzata dal Ford Cosworth DFV.

L'Alfa Romeo di Andrea De Cesaris venne squalificata in quanto il pilota romano, al termine della seconda sessione di qualifiche ufficiali, saltò la pesatura elettronica, andando direttamente ai box. De Cesaris, che aveva chiuso sedicesimo, fu escluso dalla graduatoria; al suo posto venne ripescato Eliseo Salazar, il primo dei non qualificati.[21]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

I risultati delle qualifiche[22] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 1 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 1'34"526 1
2 15 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera della Francia Renault 1'34"672 2
3 27 Bandiera della Francia Patrick Tambay Bandiera dell'Italia Ferrari 1'34"758 3
4 5 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 1'35"114 4
5 35 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 1'35"206 5
6 28 Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera dell'Italia Ferrari 1'35"547 6
7 6 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 1'35"958 7
8 16 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera della Francia Renault 1'36"051 8
9 8 Bandiera dell'Austria Niki Lauda Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 1'36"054 9
10 23 Bandiera dell'Italia Mauro Baldi Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 1'36"126 10
11 3 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'36"291 11
12 25 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jarier Bandiera della Francia Ligier-Ford Cosworth 1'36"392 12
13 11 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis Bandiera del Regno Unito Lotus-Renault 1'36"454 13
14 33 Bandiera della Colombia Roberto Guerrero Theodore-Ford Cosworth 1'36"694 14
15 36 Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 1'36"747 15
16 7 Bandiera del Regno Unito John Watson Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 1'36"977 16
17 26 Bandiera del Brasile Raul Boesel Bandiera della Francia Ligier-Ford Cosworth 1'37"729 17
18 2 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 1'38"234 18
19 34 Bandiera del Venezuela Johnny Cecotto Theodore-Ford Cosworth 1'38"378 19
20 29 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 1'38"488 20
21 4 Bandiera degli Stati Uniti Danny Sullivan Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 1'38"686 21
22 12 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth 1'39"154 22
23 30 Bandiera del Brasile Chico Serra Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 1'39"965 23
24 31 Bandiera dell'Italia Corrado Fabi Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth 1'40"309 24
25 9 Bandiera della Germania Manfred Winkelhock Bandiera della Germania ATS-BMW 1'41"153 25
26 17 Bandiera del Cile Eliseo Salazar Bandiera del Regno Unito RAM March-Ford Cosworth 1'41"478 26
NQ 32 Bandiera dell'Italia Piercarlo Ghinzani Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth 1'42"267 NQ
ES 22 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera dell'Italia Alfa Romeo ES[21]

Gara[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Elio De Angelis cambiò, per un guasto, la sua vettura, al termine del giro di ricognizione. Il pilota italiano abbandonò la Lotus 93T-Renault delle qualifiche, e utilizzò un vecchio modello 91, a motore Ford Cosworth DFV.

Al via Keke Rosberg si mantenne al comando, seguito da Alain Prost, e dalle due Brabham di Nelson Piquet e Riccardo Patrese. Il francese però, venne presto passato da entrambi, scalando così in quarta posizione. Sulla vettura di Patrese si ruppe subito il turbocompressore, tanto che il pilota padovano perse lentamente potenza.

Già al settimo giro Piquet s'impossessò del comando della gara, passando Rosberg. Nelle retrovie si fece largo John Watson: partito dalla sedicesima piazza, si trovò, già al termine del primo passaggio, in undicesima posizione. Superò poi Baldi, Cheever, e le due Ferrari, portandosi in quinta posizione, al giro 11. Il problema tecnico sulla Brabham di Patrese divenne ingovernabile, e il pilota si ritirò al ventesimo giro. Tre giri prima Watson aveva passato anche Prost, stabilendosi in terza posizione, dietro a Piquet e Rosberg. Al ventitreesimo passaggio Mauro Baldi, nel difendersi da un attacco di Lauda, per la sesta piazza, lasciò un varco, ove s'inserì Derek Warwick: la Toleman toccò l'Alfa Romeo, che fu costretta al ritiro.

Al giro 28 Rosberg passò ai box per il rifornimento di benzina: all'apertura però del bocchettone i gas provenienti dal serbatoio s'infiammarono immediatamente, a causa del calore sprigionato dal motore. Il finlandese riuscì a uscire indenne dall'abitacolo: la vettura però dovette essere rimessa in moto a spinta dai meccanici. Rosberg riuscì a ripartire, ma dopo aver perso un giro rispetto agli altri, e scendendo al nono posto. la classifica vedeva sempre al comando Piquet, seguito da Watson, Prost, Tambay, Lauda e Warwick.

Al giro 34 Niki Lauda sorpassò Patrick Tambay, mentre un giro dopo, il suo compagno di team Watson, terminò la sua gara, per la rottura del propulsore: Lauda così in due giri scalò in terza posizione. Al giro 40 Nelson Piquet effettuò il rifornimento di carburante: l'operazione durò 16 secondi, e il brasiliano mantenne il comando del gran premio. Al quarantaduesimo passaggio l'austriaco ebbe la meglio anche su Prost. Nel frattempo Keke Rosberg recuperava posizioni, prima superando Derek Warwick, poi Tambay e Prost: al giro 46 il finlandese della Williams era nuovamente terzo. Entrava in zona punti anche Marc Surer, che aveva superato Warwick.

Al giro 51 Tambay passò Prost (per tutta la gara penalizzato da un guasto a un ammortizzatore) per la quarta posizione, mentre tre giri dopo, Rosberg passò anche Lauda per la seconda piazza. Al giro 56 Jacques Laffite, in rimonta, passò sia Surer che Prost, prendendosi il quinto posto. Il pilota della Williams, nella parte finale del gran premio, ebbe la meglio anche su Tambay (con gomme degradate), e colse il quarto posto.

Nelson Piquet vinse per l'ottava volta in carriera: era il primo successo per un pilota che aveva effettuato la tecnica del rifornimento in gara. Piquet fu il primo pilota brasiliano ad imporsi nella gara nazionale dal 1975, ai tempi di Carlos Pace. Rosberg chiuse secondo, Lauda al terzo posto: le decisioni della giuria privarono poi il finlandese, come l'anno precedente, del risultato.[2][23][24]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

I risultati del gran premio[25] furono i seguenti:

Pos No Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos. Griglia Punti
1 5 Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 63 1h48'27"731 4 9
SQ[26] 1 Bandiera della Finlandia Keke Rosberg Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 63 Squalificato[2] 1  
3 8 Bandiera dell'Austria Niki Lauda Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 63 + 51"883 9 4
4 2 Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera del Regno Unito Williams-Ford Cosworth 63 + 1'13"951 18 3
5 27 Bandiera della Francia Patrick Tambay Bandiera dell'Italia Ferrari 63 + 1'18"117 3 2
6 29 Bandiera della Svizzera Marc Surer Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 63 + 1'18"207 20 1
7 15 Bandiera della Francia Alain Prost Bandiera della Francia Renault 62 + 1 giro 2  
8 35 Bandiera del Regno Unito Derek Warwick Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 62 + 1 giro 5  
9 30 Bandiera del Brasile Chico Serra Bandiera del Regno Unito Arrows-Ford Cosworth 62 + 1 giro 23  
10 28 Bandiera della Francia René Arnoux Bandiera dell'Italia Ferrari 62 + 1 giro 6  
11 4 Bandiera degli Stati Uniti Danny Sullivan Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 62 + 1 giro 21  
12 12 Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth 61 + 2 giri 22  
SQ 11 Bandiera dell'Italia Elio De Angelis Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Cosworth 60 Squalificato[2] 13  
13 34 Bandiera del Venezuela Johnny Cecotto Theodore-Ford Cosworth 60 + 3 giri 19  
14 17 Bandiera del Cile Eliseo Salazar Bandiera del Regno Unito RAM March-Ford Cosworth 59 + 4 giri 26  
15 9 Bandiera della Germania Manfred Winkelhock Bandiera della Germania ATS-BMW 59 + 4 giri 25  
NC 33 Bandiera della Colombia Roberto Guerrero Theodore-Ford Cosworth 53 Non classificato 14  
Rit 16 Bandiera degli Stati Uniti Eddie Cheever Bandiera della Francia Renault 41 Freni 8  
Rit 7 Bandiera del Regno Unito John Watson Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Cosworth 34 Motore 16  
Rit 26 Bandiera del Brasile Raul Boesel Bandiera della Francia Ligier-Ford Cosworth 25 Motore 17  
Rit 23 Bandiera dell'Italia Mauro Baldi Bandiera dell'Italia Alfa Romeo 23 Collisione con D.Warwick 10  
Rit 25 Bandiera della Francia Jean-Pierre Jarier Bandiera della Francia Ligier-Ford Cosworth 22 Sospensione 12  
Rit 6 Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera del Regno Unito Brabham-BMW 19 Problemi fisici 7  
Rit 31 Bandiera dell'Italia Corrado Fabi Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth 17 Motore 24  
Rit 36 Bandiera dell'Italia Bruno Giacomelli Bandiera del Regno Unito Toleman-Hart 16 Testacoda 15  
Rit 3 Bandiera dell'Italia Michele Alboreto Bandiera del Regno Unito Tyrrell-Ford Cosworth 7 Motore 11  
NQ 32 Bandiera dell'Italia Piercarlo Ghinzani Bandiera dell'Italia Osella-Ford Cosworth        
ES[21] 22 Bandiera dell'Italia Andrea De Cesaris Bandiera dell'Italia Alfa Romeo    

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Decisioni della giuria[modifica | modifica wikitesto]

Al termine della gara la giuria squalificò Keke Rosberg perché la vettura era stata spinta ai box dai meccanici della Williams, per rimetterla in moto. La scuderia cercò di difendersi affermando che il regolamento consentiva di utilizzare energie esterne per far partire la vettura, e che tra queste potevano considerarsi i meccanici. I punti per il secondo posto non vennero comunque riassegnati a nessun altro pilota, ciò in base alla discrezionalità data dal regolamento ai commissari che potevano determinare la classifica in base alla gravità delle infrazioni.[27] La squalifica venne confermata dal Tribunale d'Appello della FIA l'11 maggio.[28]

Elio De Angelis venne squalificato per aver sostituito la sua monoposto dopo il giro di ricognizione. Il pilota italiano aveva effettuato le qualifiche con una Lotus 93T-Renault, ma affrontò la gara con una Lotus 91-Ford Cosworth.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Keke Rosberg, giunto secondo all'arrivo, è squalificato per aver ricevuto un aiuto esterno durante la gara. Il secondo posto non è stato riconosciuto nella classifica finale, cfr. Alessandro Prada, F1 | GP Brasile 1983: il 2º posto mai assegnato, su formulapassion.it, 13 marzo 2022. URL consultato il 19 settembre 2023.
  2. ^ a b c d e Elio De Angelis venne squalificato per aver sostituito la vettura dopo le qualifiche con una vettura di diverso tipo. Keke Rosberg venne squalificato perché la vettura spinta ai box, durante un pit stop. Il secondo posto non venne riassegnato. Cristiano Chiavegato, Prime polemiche: Rosberg squalificato, in Stampa Sera, 14 marzo 1983, p. 21.
  3. ^ Cristiano Chiavegato, In F.1 è ancora guerra, in La Stampa, 14 ottobre 1982, p. 23.
  4. ^ F.1, controproposte delle case, in La Stampa, 24 ottobre 1982, p. 23.
  5. ^ Ora nella Formula 1 sono tutti d'accordo, in La Stampa, 4 novembre 1982, p. 21.
  6. ^ Cristiano Chiavegato, Formula 1 al via, e già ci sono polemiche, in La Stampa, 10 marzo 1983, p. 21.
  7. ^ a b Cristiano Chiavegato, Alle verifiche tutti ok ma i sospetti rimangono, in La Stampa, 11 marzo 1983, p. 21.
  8. ^ Regolari le vetture alla pesa ma si studiano nuovi trucchi, in La Stampa, 12 marzo 1983, p. 21.
  9. ^ Cristiano Chiavegato, Arnoux con Ferrari, per l'84 prenotato Alboreto, in La Stampa, 9 settembre 1982, p. 18.
  10. ^ Cristiano Chiavegato, Tra i "grandi" spunta Alboreto, in Stampa Sera, 24 settembre 1982, p. 18.
  11. ^ (ES) La F-1 siempre es noticia (PDF), in El Mundo Deportivo, 31 ottobre 1982, p. 35. URL consultato il 30 giugno 2014.
  12. ^ (ES) Danny Sullivan pilotara el segundo "Tyrrell" (PDF), in El Mundo Deportivo, 15 febbraio 1983, p. 33. URL consultato il 30 giugno 2014.
  13. ^ (ES) Salazar correra con "March" (PDF), in El Mundo Deportivo, 18 dicembre 1982, p. 33. URL consultato il 3 luglio 2014.
  14. ^ I quadri Euroracing, in La Stampa, 11 novembre 1982, p. 23.
  15. ^ a b c (ES) F-1: ventinueve pilotos en pos de un titulo (PDF), in El Mundo Deportivo, 2 marzo 1983, p. 32. URL consultato il 29 luglio 2014.
  16. ^ (ES) Los desheredados del "circo" (PDF), in El Mundo Deportivo, 9 marzo 1983, p. 20. URL consultato il 30 luglio 2014.
  17. ^ Cristiano Chiavegato, Un po' di Ferrari e Alfa per questa Osella di F.1, in La Stampa, 1º marzo 1983, p. 21.
  18. ^ Via alle 17,30: 63 giri, in La Stampa, 13 marzo 1983, p. 24.
  19. ^ Cristiano Chiavegato, Rosberg comincia beffando i turbo a Rio, in La Stampa, 12 marzo 1983, p. 21.
  20. ^ Cristiano Chiavegato, A Rio il caldo e Rosberg contro i turbo, in La Stampa, 13 marzo 1983, p. 24.
  21. ^ a b c Andrea De Cesaris venne squalificato al termine delle qualifiche per aver saltato il controllo del peso della vettura. Ercole Colombo, De Cesaris salta i controlli: fuori, in La Stampa, 13 marzo 1983, p. 24.
  22. ^ Risultati delle qualifiche, su chicanef1.com.
  23. ^ Ercole Colombo, "È stata una passeggiata", in Stampa Sera, 14 marzo 1983, p. 21.
  24. ^ Baldi-Alfa brutta gara, in Stampa Sera, 14 marzo 1983, p. 21.
  25. ^ Risultati del gran premio, su formula1.com.
  26. ^ Secondo posto non assegnato dopo la squalifica di Keke Rosberg.
  27. ^ Cristiano Chiavegato, Troppi errori e furbizie in Brasile, in La Stampa, 15 marzo 1983, p. 23.
  28. ^ Rosberg: sì alla squalifica, in La Stampa, 12 maggio 1983, p. 23. URL consultato il 15 dicembre 2014.
Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1983

Edizione precedente:
1982
Gran Premio del Brasile Edizione successiva:
1984