Eunectes

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Eunectes
Anaconda verde
(Eunectes murinus)
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Squamata
Sottordine Serpentes
Famiglia Boidae
Sottofamiglia Boinae
Genere Eunectes
Wagler, 1830[1]
Sinonimi

Boa
Linnaeus, 1758
Draco
Oken, 1816

Specie
Areale

Eunectes Wagler, 1830 è un genere di serpenti della famiglia dei Boidi[2], che comprende quattro specie di serpenti comunemente noti come anaconda, diffusi nel Nuovo Mondo.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico del genere Eunectes deriva dal greco antico εὐνήκτης?, eunḗktēs, "buon nuotatore".

L'origine del nome comune anaconda è piuttosto dibattuta. I nomi sudamericani anacauchoa e anacaona vennero suggeriti in un resoconto di Pietro Martire d'Anghiera, ma l'idea di un nome di origine sudamericana venne messa in discussione da Henry Walter Bates che, nei suoi viaggi in Sud America, non riuscì a trovare un nome simile in uso. La parola anaconda deriva dal nome di un serpente di Ceylon (Sri Lanka) che John Ray descrisse in latino nella sua Synopsis Methodica Animalium (1693) come serpens indicus bubalinus anacandaia zeylonibus, ides bubalorum aliorumque jumentorum membra conterens.[3] Ray usò un catalogo di serpenti dal museo Leydenfornito fornitogli dal Dr. Tancred Robinson, ma la descrizione delle sue abitudine si basava sugli studi di Andreas Cleyer che nel 1684 descrisse un "serpente gigantesco in grado di schiacciare grandi animali avvolgendosi attorno ai loro corpi, frantumandone le loro ossa".[4]

Henry Yule nelle sue note Hobson-Jobson osservò che la parola divenne più popolare grazie ad una storia di fantasia, pubblicata nel 1768, sulla rivista scozzese da un certo R. Edwin. Edwin descrisse una "tigre" che sarebbe stata stritolata a morte da un anaconda, quando in realtà non sono mai esistite tigri nello Sri Lanka.[5] Yule e Frank Wall notarono che il serpente era in realtà un pitone, e suggerirono un'origine Tamil per il nome, anai-kondra, che significa "cacciatore di elefanti".[6] Un'origine singalese per il nome (Henakandayā, «serpente-saetta»[7]) venne suggerita anche da Donald Ferguson che sottolineò che la parola era già stata utilizzata per il piccolo serpente frusta dello Sri Lanka (Ahaetulla pulverulenta)[8] e che in qualche modo era stato applicato erroneamente al pitone prima della creazione dei miti.[9][10][11]

Il nome comunemente usato per l'anaconda in Brasile è sucuri, sucuriju o sucuriuba.[12]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Sono serpenti di grandi dimensioni; l'anaconda verde (Eunectes murinus) in particolare può raggiungere i 100 chili di peso e i 5 metri lunghezza. L'anaconda boliviana (Eunectes beniensis) ha invece dimensioni più contenute, con una lunghezza massima di 2,5 metri.[senza fonte]

A livello anatomico, come in tutti i costrittori, si può notare la presenza del bacino, che supporta due speroni utilizzati nell'accoppiamento.

L'anaconda attacca le prede attorcigliandosi attorno ad esse e stringendole fino a causarne la morte per arresto cardio-circolatorio, usando quindi la stessa modalità dei pitoni.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Gli anaconda sono serpenti costrittori, cioè non dispongono di veleno ma soffocano la preda. Essi cacciano prede di dimensioni comprese tra quelle di un topo e quelle di un caimano nero, la loro preda preferita però rimane il capibara. Nonostante le notevoli dimensioni, questi animali si muovono piuttosto agevolmente attraverso l'acqua, dove passano la maggior parte della loro vita. Grazie alla posizione degli occhi e delle narici sulla punta del muso possono vedere e respirare stando sommersi in acqua e tendere agguati alle loro prede. [senza fonte]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Sono rettili territoriali e non tollerano invasioni se non nella stagione degli accoppiamenti. Si corteggiano e si accoppiano in acqua e possono comporre mucchi di accoppiamento comprendenti diversi maschi più piccoli e una grande femmina, che partorirà in acqua. Le dimensioni della covata comprendono dai 4 agli 80 neonati, essendo ovovivipari. [senza fonte]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il genere è diffuso in Sud America.

Eunectes murinus
Eunectes notaeus

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Il genere comprende 5 specie:[1][2][13][14]

È nota inoltre una specie fossile risalente al Miocene, Eunectes stirtoni, facente parte della fauna di La Venta, in Colombia.[15][16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) McDiarmid RW, Campbell JA, Touré T. 1999. Snake Species of the World: A Taxonomic and Geographic Reference, vol. 1. Herpetologists' League. 511 pp. ISBN 1-893777-00-6 (series). ISBN 1-893777-01-4 (volume).
  2. ^ a b (EN) Genus: Eunectes, in The Reptile Database. URL consultato il 25 novembre 2015.
  3. ^ Ray, John, Synopsis methodica animalium quadrupedum et serpentini generis, London, Impensis S. Smith & B. Walford, 1693, p. 332.
  4. ^ Charles Owen, An essay towards a natural history of serpents, 1742, p. 114.
  5. ^ Pocock, R. I., The Panthers and Ounces of Asia, in Journal of the Bombay Natural History Society, vol. 34, n. 2, 1930, pp. 197–336.
  6. ^ Frank Wall, Ophidia Taprobanica or the Snakes of Ceylon., Ceylon, Government Press, 1921, p. 48.
  7. ^ Alberto Nocentini, L'etimologico, con la collaborazione di Alessandro Parenti, Milano, Le Monnier-Mondadori Education, 2010, p. 39, ISBN 978-88-00-20781-2.
  8. ^ Willey, A, Some rare snakes of Ceylon, in Spolia Zeylanica, vol. 1, 1904, pp. 81–89.
  9. ^ Ferguson, Donald, The derivation of "Anaconda", in Notes and Queries, vol. 12, n. 294, 1897, pp. 123–124, DOI:10.1093/nq/s8-XII.294.123.
  10. ^ Walter W. Skeat, A concise etymological dictionary of the English Language, Oxford University Press, 1882, p. 16.
  11. ^ Henry Yule e A.C. Burnell, Hobson-Jobson., London, John Murray, 1903, pp. 24–25.
  12. ^ Dicionário online de português: sucuriju, su dicio.com.br. URL consultato il 19 febbraio 2014.
  13. ^ (EN) ITIS Standard Report Page: Eunectes, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 18 luglio 2008.
  14. ^ (DE) L. Dirksen, Anakondas, Münster, Natur und Tier Verlag, 2002.
  15. ^ (EN) Hirschfeld, S. E. y Marshall, L. G., Revised faunal list of the La Venta fauna (Friasian-Miocene) of Colombia, South America, in Journal of Paleontology, vol. 50, n. 3, 1976, pp. 433-436.
  16. ^ Hoffstetter, R. e J. C. Rage, Le gisement de vertébrés miocènes de La Venta (Colombie) et sa faune de serpents, in Annales de Paléontologie (Vertébrés), vol. 63, 1977, pp. 161–190.

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