Eunectes notaeus

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Anaconda gialla
Eunectes notaeus
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Squamata
Sottordine Serpentes
Famiglia Boidae
Genere Eunectes
Specie E. notaeus
Nomenclatura binomiale
Eunectes notaeus
Cope, 1862
Sinonimi

Epicrates wieningeri
Steindachner, 1903

L'anaconda gialla (Eunectes notaeus Cope, 1862), nota anche come anaconda del Paraguay[1], è una specie di anaconda endemica del Sud America. Rappresenta uno dei serpenti più grandi al mondo sebbene sia più piccolo del suo parente più stretto, l'anaconda verde. Come tutti i boa e i pitoni, non è velenoso e uccide la sua preda per costrizione. Non è nota o riconosciuta alcuna sottospecie per questa specie.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome specifico in neo-latino notaeus deriva dal greco antico νωταίος?, nōtaíos, "dorsale" (forma poetica, in greco antico νωτιαίος?, nōtiaíos). Nel distinguere la sua nuova specie Eunectes notaeus da Eunectes murinus, Edward Drinker Cope affermò che: «Le scaglie dorsali sono più grandi e disposte in meno file».[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Primo piano della testa, al Reptilium Terrarium and Desert Zoo, Germania

Gli individui adulti in genere possono raggiungere tra i 3,3 e i 4,4 m di lunghezza totale. Le femmine sono generalmente più grandi dei maschi,[3] e sono stati riportati individui con una lunghezza massima di 4,6 m.[1][4] In media questi animali pesano dai 25 ai 35 kg, ma sono mai stati osservati individui con un peso superiore ai 55 kg.[5] La colorazione dell'anaconda gialla, presenta una colorazione gialla, marrone dorato o giallo verdastro, sovrapposto ad un motivo a macchie, pezzato o a strisce di colore nero o marrone scuro.[1]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio dell'anaconda gialla comprende i bacini del fiume Paraguay e dei suoi affluenti, dal Pantanal della Bolivia, Paraguay e Brasile occidentale all'Argentina nord-orientale,[6] e forse alcune zone dell'Uruguay.[7] Predilige prevalentemente habitat acquatici, tra cui paludi, Pantanal, argini coperti da cespugli, e torrenti dal movimento lento.[3] La specie sembra essere stata introdotta artificialmente anche in Florida, anche se non è noto se questa piccola popolazione (che si pensa derivi da animali domestici fuggiti dalla cattività) si sia riprodotta.[8]

Ecologia[modifica | modifica wikitesto]

Individuo al Ohrada Zoo, Repubblica Ceca

L'anaconda gialla caccia prevalentemente in acque poco profonde negli habitat delle zone umide. La maggior parte degli attacchi si verifica da giugno a novembre, quando le inondazioni si sono in qualche modo attenuate e gli uccelli trampolieri sono la preda più comune del luogo. Osservazioni e analisi del contenuto dell'intestino e delle feci provenienti da aree regolarmente allagate nella regione del Pantanal, nel sud-ovest del Brasile, indicano che questi animali sono predatori generalisti, che cacciano primariamente d'agguato.

La loro dieta è composta quasi esclusivamente da specie acquatiche o semi-acquatiche, tra cui un'ampia varietà di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci e uova. Gli esemplari più grandi possono predare animali più grandi, come Mazama, capibara o pecari.[3] Il rapporto in peso tra preda e predatore è spesso molto più elevato rispetto ad altri tipi di Boidae.[9] Il cannibalismo è stato osservato anche in questa specie, sebbene non sia chiaro quanto spesso si verifichi.[10]

L'anaconda gialla ha pochi predatori. I giovani e gli adulti possono divenire occasionalmente preda dei caimani, anaconde più grandi, giaguari, alcuni canidi come il maikong, mustelidi e rapaci. La specie è anche cacciata dall'uomo primariamente per la sua pelle.[8]

Relazioni con l'uomo[modifica | modifica wikitesto]

Un anaconda gialla al Beardsley Zoo, Connecticut

In cattività la specie ha la reputazione di essere imprevedibile e può divenire pericolosa per l'uomo, se non si conosce come maneggiarla.[1][3] Negli Stati Uniti, l'importazione, il trasporto e la vendita di questa specie attraverso i confini statali sono stati vietati dal 2012 per cercare di impedire all'animale di diventare una specie invasiva in aree come le Everglades della Florida.[11] Lo stato di conservazione dell'anaconda gialla non è ancora stato valutato dalla IUCN.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Mehrtens JM. 1987. Living Snakes of the World in Color. New York: Sterling Publishers. ISBN 0-8069-6460-X.
  2. ^ Cope, E.D. (1862). Synopsis of the species of Holcosus and Ameiva, with diagnoses of new West Indian and South American Colubridae. Proceedings of the Academy of Natural Sciences Philadelphia 14 [1862]: 60–82.Archive, PDF.
  3. ^ a b c d Kelly Colthorpe, Eunectes notaeus, su Animal Diversity Web, 2009. URL consultato il 3 febbraio 2016.
  4. ^ W. Owen, Snakes: Reptiles, in J Flew, L Humphries (a cura di), The Encyclopedia of Animals, vol. 1, Los Angeles, University of California Press, 2004, p. 397.
  5. ^ M Mendez, T Waller, P Micucci, E Alvarenga e JC Morales, Genetic population structure of the yellow anaconda (Eunectes notaeus) in Northern Argentina: management implications (PDF), in Robert W. Henderson and Robert Powell (a cura di), Biology of the Boas and Pythons, Eagle Mountain Publishing, 2007, pp. 405-415, ISBN 0-9720154-3-4.
  6. ^ T Waller, PA Micucci e E Alvarenga, Conservation Biology of the Yellow Anaconda (Eunectes notaeus) in Northeastern Argentina, in RW Henderson e R Powell (a cura di), Biology of the Boas and Pythons, Eagle Mountain, Utah, Eagle Mountain Publishing, 2007, pp. 340-62.
  7. ^ P Uetz e J Hallermann, Eunectes notaeus COPE, 1862, in The reptile database, Hamburg, Germany, Zoological Museum Hamburg, 2018. URL consultato il 17 novembre 2018.
  8. ^ a b Eunectes notaeus, su NAS - Nonindigenous Aquatic Species, United States Geological Survey.
  9. ^ (PT) C Strussmann, Feeding habits of the yellow anaconda, Eunectes notaeus Cope, 1862, in the Brazilian Pantanal, in Biociencias, vol. 5, n. 1, 1997, pp. 35-52.
  10. ^ MM Barros, JF Draque, PA Micucci e T Waller, "Eunectes notaeus (Yellow Anaconda). Diet / Cannibalism", in Herpetological Review, vol. 42, n. 2, 2011, pp. 290-1.
  11. ^ Kim Segal, U.S. bans imports of 4 exotic snake species, su CNN, 17 gennaio 2012.

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