Don't Break the Oath

Don't Break the Oath
album in studio
ArtistaMercyful Fate
Pubblicazione1984
Dischi1
Tracce9
GenereHeavy metal[1]
Black metal
EtichettaRoadrunner Records
ProduttoreHenrik Lund
FormatiLP, CD (ristampe)
Mercyful Fate - cronologia
Album precedente
(1984)
Album successivo
(1987)

Don't Break the Oath (tradotto letteralmente Non infrangere il giuramento) è il secondo album della band heavy metal danese Mercyful Fate pubblicato nel 1984 dall'etichetta discografica Roadrunner Records.

Il disco[modifica | modifica wikitesto]

Questo album, ritenuto da alcuni il capolavoro della band di Copenaghen, prosegue sullo stile del precedente Melissa, aumentandone la componente più "oscura" con atmosfere molto cupe. Tecnicamente i brani sono sempre su livelli altissimi, soprattutto grazie al lavoro dei due chitarristi, chiaramente influenzati da Glenn Tipton e K.K. Downing. Il bassista Timi Hansen si è ispirato a Steve Harris e Geezer Butler. I Mercyful Fate, influenzati dalla NWOBHM, rielaborano la lezione dei loro ispiratori Judas Priest e Iron Maiden, unendone la teatralità gotica e oscura di Alice Cooper. Queste influenze sono facilmente riscontrabili durante l'ascolto, dove King Diamond impreziosisce come al solito il lavoro con la sua voce caratteristica, un ardito ed originale mix artistico fra Alice Cooper, Rob Halford e Ian Gillan. La copertina raffigura un teschio con corna di caprone avvolto nelle fiamme, che punta minacciosamente il dito scheletrico sull'ascoltatore. Le atmosfere oscure e maligne di questo disco avranno una grande influenza sul black metal e sul gothic metal.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

  1. A Dangerous Meeting
  2. Nightmare
  3. Desecration of Souls
  4. Night of the Unborn
  5. The Oath
  6. Gypsy
  7. Welcome Princess of Hell
  8. To One Far Away
  9. Come to the Sabbath
  10. Death Kiss (bonus track presente solo nella ristampa))

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Don't Break the Oath, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 23 dicembre 2015.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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