Cornelia Barbaro Gritti

Cornelia Barbaro Gritti (Venezia, 171919 aprile 1808) è stata una nobildonna e poetessa italiana. Con il nome arcadico di Aurisbe Tarsense fu animatrice di un salotto letterario frequentato da famosi letterati tra i quali si possono annoverare il Frugoni e il Goldoni.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cornelia Barbaro nasce nel 1719 figlia primogenita del patrizio veneto Bernardo Modesto e di Elisabetta Lucchini, donna di modeste condizioni sociali. Tra i suoi fratelli ricordiamo il poeta Angelo Maria Barbaro[1]. Nel 1736, a diciassette anni, sposa il patrizio veneziano Gianantonio Gritti, vent'anni più anzialo di lei, che gli darà tre figli maschi tra cui il poeta Francesco Gritti e Camillo Bernardino Gritti futuro podestà di Vicenza a cui il Parini dedicherà un'ode. Il marito, nobile spiantato, vizioso e brutale, viene arrestato nel 1757 per "condotta molto depravata" e quindi recluso a vita nelle Fortificazioni di Cattaro [2]. La moglie priva di mezzi finanziari torna a vivere con il padre, mentre i figli vengono affidati al seminario della Giudecca, seminario solitamente riservato ai nobili. Nonostante il suo fascino attirasse molti corteggiatori Cornelia preferì non perdere la libertà ritrovata sposandosi una seconda volta [3].

La sua educazione letteraria inizia con il padre, arguto poeta vernacolare. Poi diventa allieva di Frugoni che in seguito la corteggerà invano con i suoi versi [4] Diventa così competente e apprezzata animatrice di salotti letterari frequentati dai migliori poeti e letterati dell'epoca. È assai stimata anche da Carlo Goldoni, come dimostrato dalla lettera di dedica che gli scrisse, probabilmente nel 1756, quando le dedicò il dramma, La pupilla [5].

Molti suoi versi vennero stampati a Venezia in varie raccolte dell'epoca. Altri sono legati a particolari eventi come le rime composte in onore di Virginia Rangoni Morai o l'incoronazione in campidoglio della poetessa Corilla Olimpica. Altri ancora sono pubblicati in opere di Goldoni come Il raggiratore o Scherzi poetici dove Aurisbe Tarsense (Cornelia Barbaro) si rivolge in versi a Polisseno Fegejo (Carlo Goldoni) e questi le risponde in rima[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Angelo Maria Barbaro, Treccani.
  2. ^ Ada Zapperi Zucker, BARBARO GRITTI, Cornelia, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 6, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1964. Modifica su Wikidata
  3. ^ Accademia, Studi e documenti di storia e diritto, Internet Archive, 1895, p. 361.
  4. ^ Carlo Innocenzo Frugoni, Opere poetiche del Signor abate Carlo Innocenzio Frugoni, fra gli Arcadi Comante Eginetico ..., Venezia, Internet Archive, 1779.
  5. ^ Carlo Goldoni, A Sua Eccellenza La Signora Cornelia Barbaro Gritti Tra le Arcadi Pastorelle Arisbe Tarsense, in Opere complete, Internet Archive, 1927, pp. 181-184.
    «sentirmi da voi lodato, veder le opere mie da voi, saggia, virtuosa donna, approvate, sentirmi dir da una sì graziosa bocca: sei bravo, mi solleva dal basso della disistima che ho di me stesso e mi lusinga di essere qualche cosa di più" (p. 183)»
  6. ^ Cornelia Barbaro Gritti e Carlo Goldoni, Scherzi poetici, Venezia, Bartolommeo Gamba, 1817, OCLC 7785081.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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