Chiesa di San Tommaso di Canterbury (Dervio)

Chiesa di San Tommaso di Canterbury
Facciata e campanile
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàCorenno Plinio (Dervio)
IndirizzoPiazza Giuseppe Garibaldi - loc. Corenno Plinio
Coordinate46°05′22.85″N 9°18′40.02″E / 46.08968°N 9.311117°E46.08968; 9.311117
Religionecattolica
TitolareTommaso Becket
Arcidiocesi Milano

La chiesa di San Tommaso di Canterbury è un luogo di culto cattolico situato a Dervio, in provincia di Lecco, nella frazione di Corenno Plinio.

La parrocchia è parte della Comunità Pastorale San Carlo Borromeo in Alto Lario nel decanato Alto Lario dell'arcidiocesi di Milano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Affresco raffigurante San Gottardo

Dedicata a Tommaso Becket,[1] la chiesa è attestata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani (fine del XIII secolo)[2] la chiesa è citata come segue:[3]

(LA)

«In plebe derui, loco cortono, ecclesia sancti thome martyris»

(IT)

«Nelle pieve di Dervio, località Corenno, chiesa di San Tommaso Martire»

La chiesa divenne parrocchiale con atto del 3 novembre 1566, a seguito della separazione dalla parrocchia di Dervio per volere dell'arcivescovo Carlo Borromeo.

Il fatto che la chiesa sia dedicata a Tommaso di Canterbury è piuttosto raro, ed è proprio grazie a questo dato che è stato possibile ricondurre la costruzione dell'edificio a una fase tardo-romanica. [4]

È considerabile di patronato degli Andreani, antica famiglia feudataria della zona, il cui castello comitale è affiancato alla chiesa stessa.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arche Andriani.

La chiesa presenta all'esterno una facciata a capanna dal portale modanato. Sul sagrato della chiesa sono collocati tre monumenti funebri, le Arche degli Andreani. Prima del 1820 vi si trovava il cimitero di Corenno Plinio.[5] Due si trovano ai lati del portale, il terzo addossato alla parete del castello comitale.[6]

Il portale d'ingresso, dotato di decorazioni in serizzo, risale al 1698.[7]

Nel 1795, la chiesa fu sottoposta a un intervento di ristrutturazione che comportò un allungamento e un innalzamento della navata, nonché la realizzazione di una copertura a botte.[8]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'altare maggiore

La chiesa è costituita all'interno da campate di volte a vela e da una parte absidale, ingrandita nel 1795. [4]

L'altare maggiore, in marmi policromi, è sormontato da un tempietto in marmo nero.[8] Dello stesso colore sono le colonne in marmo di Varenna che ornano l'ancona dell'altare laterale della Madonna (1703)[8].

Decorazioni pittoriche[modifica | modifica wikitesto]

All'interno della chiesa, durante un restauro promosso nel 1966 da don Giuseppe Tocco[9],[8] sono stati rinvenuti alcuni degli affreschi descritti nel seguito.

Lungo la navata meridionale si trovano il Santo vescovo e una Teoria di apostoli con il Maestro,[10] racchiusa entro fasce goticheggianti[9].

Invece nei pressi dell'abside, incorniciati da un motivo geometrico, ci sono San Gottardo e Santa Apollonia.

Sulla parete opposta sono collocati, uno di fianco all'altro, gli episodi di San Cristoforo e di San Francesco che riceve le stimmate. Sotto a queste scene, la raffigurazione di un frate, inginocchiato verso un santo vescovo.[11]

In prossimità dell'abside è presente una particolarmente dettagliata Adorazione dei Magi,[11] descritti minuziosamente sia negli abiti che nei tratti somatici. È nella parte inferiore di questa scena che troviamo rappresentati, su uno strato di intonaco posteriore, altri episodi religiosi parzialmente lacunosi, tra i quali si riescono ad individuare la Madonna del latte[11] e San Leonardo di Nobiliacum, il protettore dei carcerati. La parete opposta ospita i resti delle raffigurazioni di un Papa con tiara e di un Paggio in vesti bianco-rosse[10].

Secondo studi recenti, tutti i dipinti, fatta esclusione per Santa Apollonia e San Gottardo, la cui collocazione, data la plasticità delle forme e l'alto verismo espressivo, è databile agli anni Quaranta o Cinquanta del Trecento, sarebbero da ricondurre ad una campagna decorativa di metà del XIV secolo.[12]

A un'epoca più tarda risale invece l'affresco che, sul lato destro, raffigura la Madonna incoronata col Bambino e Angeli, opera datata 1538.[9][10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiesa di S. Tommaso Becket - complesso, su lombardiabeniculturali.it.
  2. ^ Goffredo da Bussero, p. 382.
  3. ^ Brivio, p. 121.
  4. ^ a b Borghi, p. 74.
  5. ^ Brivio, p. 118.
  6. ^ Casanova et al., p. 33.
  7. ^ Brivio, pp. 121-125.
  8. ^ a b c d Brivio, p. 125.
  9. ^ a b c Brivio, p. 120.
  10. ^ a b c Brivio, p. 128.
  11. ^ a b c Brivio, p. 126.
  12. ^ Cassanelli et al., p. 269.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Goffredo da Bussero, Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, a cura di M. Magistetti e U. Monneret de Villard, Milano, 1917.
  • G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII, Roma, 1974, p. 199.
  • Dino Brivio, Dervio, in Itinerari lecchesi sul lago della 36, Lecco, Stampa Grafiche Stefanoni, Edizione della Banca popolare di Lecco, 1984, pp. 118-128.
  • Angelo Borghi (a cura di), Dervio, in Il Lago di Lecco e le Valli, Lecco, 1999.
  • Roberto Cassanelli, Maria Grazia Balzarini e Elisabetta Rurali, Lombardia Gotica, Milano, Jaca Book, 2002.
  • Michele Casanova e Giovannimaria Pensa, Corenno Plinio, Missaglia, Bellavite, 2005.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]