Dervio

Dervio
comune
Dervio – Stemma
Dervio – Bandiera
Dervio – Veduta
Dervio – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Lecco
Amministrazione
SindacoStefano Cassinelli (lista civica Dervio viva) dal 26-05-2019
Territorio
Coordinate46°04′35″N 9°18′24″E / 46.076389°N 9.306667°E46.076389; 9.306667 (Dervio)
Altitudine213 m s.l.m.
Superficie11,7 km²
Abitanti2 654[2] (23-6-2021)
Densità226,84 ab./km²
FrazioniCorenno Plinio, Castello, Monastero, Borgo, La Foppa, Pianezzo, Monte, Roncacci, Villa, Balma, Ronchi di Vesgallo[1]
Comuni confinantiBellano, Cremia (CO), Dorio, Pianello del Lario (CO), San Siro (CO), Sueglio, Valvarrone
Altre informazioni
Cod. postale23824
Prefisso0341
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT097030
Cod. catastaleD280
TargaLC
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 271 GG[4]
Nome abitantiderviesi
Patronosan Pietro e san Paolo
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Dervio
Dervio
Dervio – Mappa
Dervio – Mappa
Posizione del comune di Dervio nella provincia di Lecco
Sito istituzionale

Dervio (Derf in dialetto comasco[5][6], pronuncia fonetica IPA: /ˈdɛrf/) è un comune italiano di 2 614 abitanti della provincia di Lecco, situato sulla sponda orientale del Lago di Como, in Lombardia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Dervio deve la sua particolare forma a conoide al Varrone, torrente che taglia in due il paese stesso e che nasce dall'omonima Valvarrone. Durante il suo incessante corso ha eroso e trasportato sedimenti rocciosi, i quali si sono pian piano adagiati sul fondo del lago, fino ad emergere e formare la penisola derviese. Oltre alle frazioni più importanti, sono presenti altre località di "montagna", quali: Pianezzo, Mai, Monte, Pratolungo e Vignago; inoltre da Dervio parte la strada provinciale della Valvarrone (SP67) che permettette di raggiungere Lavadee, rinomata località turistica, ed il Rifugio Roccoli Lorla da cui parte il sentiero per il Monte Legnone che con i suoi 2.609 m d'altezza è la cima più alta della provincia di Lecco e del settore più occidentale delle Alpi Orobie.

Il clima è caratterizzato da estati calde, rinfrescate dal vento che spira lungo le sponde (i due venti sono la breva e il tivano) ed inverni non eccessivamente rigidi, per via dell'effetto mitigatore delle acque del lago.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo Dervio si pensa derivi dalla radice celtica Derw o Dervo che significa quercia[7][8][9] forse per la presenza di querce sacre.[10] Secondo un'altra teoria, lo stesso toponimo sarebbe da attribuire al culto delle Matronae Dervonnae.[9] L'ipotesi ottocentesca di un'origine greca da Delfo, attraverso il latino, pur basata su un passo di Strabone,[11] è oggi ritenuta inattendibile per l'assenza di testimonianze dell'uso di Delphum prima del XVII sec.[7][12]

Ad ogni modo, la più antica menzione storica del toponimo si trova in un documento d'archivio del monastero di Sant'Ambrogio a Milano,[13] relativo agli atti di un processo avvenuto nell'anno 905, nel quale viene citato un tal Abundantius de loco Dervi.[7]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Da Dervio, in epoca romana, passava la via Spluga, strada romana che metteva in comunicazione Milano con Lindau passando dal passo dello Spluga. Nel X secolo il monastero di Santa Cristina possedeva alcuni beni a Dervio (Dirvy)[14].

In epoca medievale, Dervio comprendeva un borgo fortificato, protetto da strutture difensive sia nella parte alta sia nella zona del molo, nonché da una cinta muraria che si estendeva fino a Corenno Plinio. Durante la guerra decennale, un tradimento da parte del responsabile del luogo permise ai comaschi di mettere le mani sul borgo e sulle ricchezze che i derviesi vi avevano stipato.[15]

Nel 1480 il Contado della Riviera con Dervio assieme a Mandello del Lario, Bellano, Varenna, Corenno e Monte Introzzo.[16], viene dato in feudo a Pietro II Dal Verme, conte di Bobbio, Voghera, Castel San Giovanni e tutta la val Tidone, Pieve di Incino e Valsassina, che muore avvelenato dalla moglie nel 1485, e il feudo assieme agli altri della Riviera viene assegnato, non senza contrasti dei cittadini interessati, a Chiara Sforza, figlia di Galeazzo Maria Sforza, vedova Dal Verme. Nonostante le frequenti espropriazioni la Sforza seppe mantenere il controllo della situazione fino alla morte (1530), mentre i suoi eredi Fregoso preferirono cedere Dervio e gli altri feudi della Riviera agli Sfondrati nel 1533. Dal 1533 quindi al 1788 Dervio fu parte importante del feudo Sfondrati della Riviera.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

«Di rosso, al castello di argento, murato di nero, merlato alla guelfa, formato dalle due torri riunite dalla cortina di muro, le torri merlate di tre, finestrate di uno di nero, chiuse con piccola porta, dello stesso, la cortina merlata di quattro merli e di due semimerli, questi uniti alle torri, chiusa con grande porta di nero. Ornamenti esteriori da Comune.»

È raffigurato il castello di Orezia, costruito nel tardo medioevo su una rupe che dominava il paese di Dervio per sbarrare la strada della Valvarrone e del quale oggi rimane solo la grande torre.

Il gonfalone è un drappo di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

  • Torre di Orezia dell'XI secolo - località Castello
  • Castello di Corenno Plinio, fortificazione medievale a recinto con due torri (torre quadrata a nord-est e torre a vela a sud-ovest)
  • Castelvedro, fortificazione altomedievale in località Mai
  • Monumento ai caduti di Dervio (inaugurato nel 1930 e risistemato nel 1955) - località Villa
  • Monumento ai caduti di Corenno Plinio (inaugurato nel 1922) - frazione Corenno Plinio
  • Trincee Linea Cadorna - località "Molinelli" sovrastante la frazione di Corenno Plinio

Da dicembre 2016 l'Amministrazione comunale ha aderito a Wiki Loves Monuments.[17]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Villa Capona, villa del XVI secolo rimaneggiata nel XIX, presenta un giardino dove alcune nicchie conservano affreschi allegorici[18]
  • Palazzo Sormani Marietti (XVII secolo)[19]
  • Ex-casa comunale[20]
  • Centrale idroelettrica di Corenno (1918-1924)[21]
  • Villa Galperti e Stabilimento Redaelli, edifici entrambi realizzati su progetto di Enrico Agostino Griffini[22][23]
  • Villa Vergottini (anni 1920)[24]

Architettura religiosa[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[25]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 1º gennaio 2016 erano residenti 171 cittadini stranieri (77 provenienti da paesi africani, 66 da paesi europei, 20 da paesi del continente americano, 14 da paesi asiatici). I paesi più rappresentati sono il Marocco (55) e Albania (21).[26]

Istituzioni, enti e associazioni[modifica | modifica wikitesto]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

La Biblioteca comunale, attiva dal 1977, dal 2011 ha sede nell'ex palazzo comunale in Piazza IV Novembre.[29] È parte del Sistema Bibliotecario Lecchese.

Sono presenti una scuola primaria e una scuola media.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • Festival Internazionale Cinema d'Animazione e Fumetto (dal 1999)[30]
  • Ritorno a Corenno (dal 2015), manifestazione con esposizione di presepi e per la riscoperta delle vecchie abitazioni del borgo medioevale di Corenno Plinio.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni storiche[modifica | modifica wikitesto]

La frazione di Corenno Plinio costituì comune autonomo tra la prima metà del XV secolo e il 1927 (venne riunito a Dervio anche per un breve periodo di tempo dal 1806, durante il dominio napoleonico).

I nuclei abitati primitivi della piana principale furono quelli delle località Borgo[31] (abitazioni attorno alla chiesa prepositurale), Castello (nucleo fortificato a monte),[31] Villa[31] (abitato di origine rurale,[31] corrispondente all'attuale via Armando Diaz) e Balma (poche costruzioni ai lati dell'attuale via Duca d'Aosta).

Durante il Medioevo, Borgo ospitava un castello di comunità, citato nelle cronache della guerra decennale. Di questo castello non resta più alcuna traccia.[31]

Nel corso del Novecento con la progressiva urbanizzazione della piana venne meno la netta suddivisione tra i nuclei storici.

In località Monastero era presente dal XIV secolo un monastero degli Umiliati[32]. Dedicato a San Clemente,[32] il monastero faceva capo a un'analoga struttura di Como, situata dove oggi si trova il Collegio Gallio. Con la soppressione dell'ordine nel 1571,[33] il monastero derviese venne venduto e subì numerose trasformazioni[33].

«Vedete cotesto paesello sporgente sur un promontorio, ed ivi una casa bianca, elevata? È Dervio, e dov’è quella casa stava un monastero di Umiliate.»

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Settore primario[modifica | modifica wikitesto]

Fino alla metà del XIX secolo, il territorio derviese era costellato di vigne, di coltivazioni di gelsi, olivi, e di allevamenti di bovini. Diffusa era anche la pesca dell'agone, pratica che venne portata avanti durante il Novecento (seppur in modo ridotto rispetto al passato).[34]

Settore secondario[modifica | modifica wikitesto]

In passato, sul territorio derviese era molto diffusa la lavorazione della lana. Quest'attività fu promossa in modo particolare dagli Umiliati dell'antico monastero di San Clemente, situato nell'omonima località[32] ma oggi scomparso (alla fine del XIX secolo non rimanevano che pochi resti[33]).

Negli anni 1870 fecero la loro comparsa alcune industrie cartarie, nonché la Ferriera della Società Metallurgica. Quest'ultima impresa venne successivamente sostituita dalla Redaelli, che prima del 1925 arrivò ad avere oltre ottocento operai.[32]

Nell'ultimo quarto del Novecento, le attività industriali derviesi subirono una flessione.[32]

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Tra le prime attività turistiche presenti sul territorio derviese si annovera il Lake Como Golf Club, fondato nel 1905 da alcuni inglesi in villeggiatura a Bellagio e attivo fino per poco più di tre lustri.

A partire dagli anni 1980, Dervio divenne sempre più metà di turismo.[32]

Nel 2016, Legambiente e Touring Club Italiano hanno attribuito 4 vele (su un massimo di 5) alle spiagge di Dervio nella Guida Blu, riconoscimento assegnato per il nono anno consecutivo.[35]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La piana è attraversata dalla Strada Provinciale del Lago di Como.

In località Chiari è presente lo svincolo della Strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga con ingresso in direzione Lecco e uscita in direzione Colico.

La stazione ferroviaria, posta al centro della piana, è sulla linea Lecco-Tirano.

È presente uno scalo della linea di navigazione, attivo però solo in modo stagionale.[36] A Dervio vi è inoltre il cantiere della Navigazione Laghi.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1990 1995 Fulvio Balbiani Sindaco
1995 2004 Vittorio Rusconi Sindaco
2004 2009 Gianmario Macchi Sindaco
2009 2019 Davide Vassena Sindaco due mandati
2019 in carica Stefano Cassinelli Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è parte della Comunità montana della Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Riviera.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Sono presenti circoli velici e scuole di vela. La posizione della piana permette inoltre l'attività di windsurf e di kitesurf.

Nel 1902 venne fondata a Dervio l'Unione Sportiva Derviese che, dopo un periodo di inattività durante la Prima Guerra Mondiale, venne ricostituita nel 1921.[37] Oggi sono presenti le sezioni relative a Atletica, Calcio, Ciclismo, Pallacanestro e Pallavolo.[38]

Dal 1905 fu attivo a Dervio per alcuni anni il Lake Como Golf Club, con uno dei primi in Italia e primo sulle sponde del Lago di Como.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comune di Dervio - Statuto.
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2019.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 249, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Amanzio Aondio - Felice Bassani (a cura di), Dialetto da salvare, Oggiono, Cattaneo Editore, 1983, p. 215.
  7. ^ a b c Brivio, p. 132.
  8. ^ Borghese, pp.197-198.
  9. ^ a b AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne, p. 70.
  10. ^ Etymological Dictionary of Proto-Celtic (*derwo-).
  11. ^ Geografia V, 1,6,213.
  12. ^ Guerrino Viglienghi, La probabile origine del nome Dervio, in Rivista Archeologica dell'Antica Provincia e Diocesi di Como, vol. 1970-1973, pp. 485-492. Guerrino Viglienghi, Ancora a proposito del nome Dervio, in Rivista Archeologica dell'Antica Provincia e Diocesi di Como, vol. 1974-1975, pp. 143-147.
  13. ^ Brivio, p. 170.
  14. ^ Andrea Castagnetti (a cura di), S. Cristina di Corteolona, in Inventari altomedievali di terre, coloni e redditi, Roma, 1979, p. 38. URL consultato il 22 maggio 2022.
  15. ^ Brivio, p. 156.
  16. ^ Adami, p. 67.
  17. ^ Adesione al progetto “Wiki Loves Monuments Italia” coordinato da Wikimedia Italia, su dervio.trasparenza-valutazione-merito.it. URL consultato il 22 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2017).
  18. ^ Belloni et al., p. 247.
  19. ^ Palazzo Sormani Marietti, su lombardiabeniculturali.it.
  20. ^ Casa comunale (ex), su lombardiabeniculturali.it.
  21. ^ Centrale idroelettrica di Corenno, su lombardiabeniculturali.it.
  22. ^ Stabilimento Redaelli - complesso, su lombardiabeniculturali.it.
  23. ^ Villa Galperti, su lombardiabeniculturali.it.
  24. ^ Villa Vergottini, su lombardiabeniculturali.it.
  25. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  26. ^ Cittadini stranieri Dervio 2016, su tuttitalia.it.
  27. ^ La storia della Sezione CAI di Dervio, su caidervio.it.
  28. ^ La nostra storia, su corodelphum.it.
  29. ^ Biblioteca Comunale, su Comune di Dervio. URL consultato il 29 giugno 2016 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2016).
  30. ^ 1a Edizione 1999, su Comune di Dervio. URL consultato il 29 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2015).
  31. ^ a b c d e Brivio, p. 161.
  32. ^ a b c d e f Brivio, p. 138.
  33. ^ a b c Brivio, p. 139.
  34. ^ Brivio, p. 136.
  35. ^ Ancora promosse le spiagge di Dervio. Quattro vele da Legambiente e Touring, in La Provincia di Sondrio, 20 luglio 2016. URL consultato il 22 marzo 2017.
  36. ^ Dervio, su navigazionelaghi.it. URL consultato il 22 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2017).
  37. ^ Numero unico pro Unione Sportiva Derviese, 20 marzo 1921, su bdl.servizirl.it.
  38. ^ Unione Sportiva Derviese, su usderviese.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enrico Casanova, Dizionario feudale delle provincie componenti l'antico stato di Milano all'epoca della cessazione del sistema feudale, Firenze, 1904, pp. 79-80.
  • Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna. Saggio di storia comunale, Milano, 1927.
  • Dino Brivio, Dervio, in Itinerari lecchesi sul lago della 36, Lecco, Stampa Grafiche Stefanoni, Edizione della Banca popolare di Lecco, 1984, pp. 113-163.
  • Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
  • Annalisa Borghese, Dervio, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, pp. 197-198.
  • AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne - A Giovanni Paolo II, Como-Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1996.
  • Angelo Borghi, Il lago di Lecco e le valli, Lecco, Cattaneo Paolo Grafiche, 1999, pp. 185-196, ISBN 8886509375.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Dervio, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia. Modifica su Wikidata
  • Dervio - LarioOrientale.eu, su larioorientale.eu. URL consultato il 15 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2012).
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