Caltabellotta

Caltabellotta
comune
Caltabellotta – Stemma
Caltabellotta – Bandiera
Caltabellotta – Veduta
Caltabellotta – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Agrigento
Amministrazione
SindacoCalogero Cattano (lista civica) dal 29-4-2019
Territorio
Coordinate37°34′32.66″N 13°13′06.99″E / 37.575739°N 13.218608°E37.575739; 13.218608
Altitudine949 m s.l.m.
Superficie124,09 km²
Abitanti3 184[1] (31-8-2022)
Densità25,66 ab./km²
FrazioniSant'Anna
Comuni confinantiBisacquino (PA), Burgio, Calamonaci, Chiusa Sclafani (PA), Giuliana (PA), Ribera, Sambuca di Sicilia, Sciacca, Villafranca Sicula
Altre informazioni
Cod. postale92010
Prefisso0925
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT084007
Cod. catastaleB427
TargaAG
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 949 GG[3]
Nome abitanticaltabellottesi
Patronosan Pellegrino
Giorno festivo18 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Caltabellotta
Caltabellotta
Caltabellotta – Mappa
Caltabellotta – Mappa
Posizione del comune di Caltabellotta nel libero consorzio comunale di Agrigento
Sito istituzionale

Caltabellotta (Cataviḍḍotta in siciliano) è un comune italiano di 3 184 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Dista 63 km da Agrigento e 113 da Palermo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Per la sua posizione geografica ed i suoi capisaldi territoriali venne identificata dagli storici Inveges, Boudrand e Ottavio Gaetani con l'antica città Sicana di Camico sulle cui rovine sorse la greca Triocala.

Triocala deve il suo nome a tre caratteristiche naturali che la circondano: la rocca che la rendeva inespugnabile, l'abbondanza delle acque e la fertilità delle sue campagne. Il suo massimo splendore fu raggiunto all'epoca di Salvio Trifone, che a capo di servi fuggitivi, installò in questa città la sua corte. Eresse un palazzo regale e regnò fino al 99 a.C., quando il Console romano Aquilio, in una delle guerre servili, la rase al suolo. "Et mox servili vastata Triocala bello" (Silio Italico, 14, 270). Riedificata, subì ancora la sorte della devastazione per mano degli Arabi, i quali vi eressero il "Castello delle querce, in arabo "Qal'at Al-Ballut" da cui discende l'attuale nome di Caltabellotta.

Quando in Sicilia giunsero i Normanni, Triocala venne conquistata da Ruggero I d'Altavilla nel 1090. Il sovrano inflisse una dura sconfitta agli Arabi ed a perenne ricordo edificò sul monte un tempio in onore di San Giorgio con doppio ordine di colonnati, di cui oggi non rimane traccia.

La pace di Caltabellotta[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pace di Caltabellotta.

La Guerra dei Vespri Siciliani ebbe fine sul monte Castello, altrimenti conosciuto come il "Pizzo di Caltabellotta". Il 31 agosto dell'anno 1302, probabilmente nel castello del Pizzo, si firmò il trattato di pace, per il quale Federico III venne riconosciuto Re di Trinacria, con l'impegno a convolare a nozze con Eleonora d'Angiò, sorella di Roberto Re di Napoli, ponendo termine alla guerra del vespro.

Contea di Caltabellotta[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Contea di Caltabellotta.

La contea di Caltabellotta nacque nel 1338 quando Federico III di Sicilia la concesse al suo ammiraglio Raimondo Peralta. Fu successivamente dominio dei Luna, dei famiglia Moncada, e degli Alvarez de Toledo.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del comune di Caltabellotta è stato riconosciuto con decreto del capo del governo dell'8 marzo 1936.[4]

«Interzato in palo: nel primo troncato a) d'oro a sei gigli posti nell'orlo; b) d'azzurro, seminato di gigli d'oro, alla bordura scaccata d'argento e di rosso di 16 pezzi; sul tutto uno scudetto di rosso a sei barrette d'oro, poste in orlo, caricato in cuore da uno scudetto d'argento, a cinque quadratini di azzurro 2-1-2; nel secondo troncato: nel 1° partito a) d'oro, al leone rivolto di rosso; b) inquartato in decusse, d'oro a tre pali di rosso, e d'argento, all'aquila di nero, coronata d'oro; nel 2° d'azzurro, seminato di gigli d'oro; sul tutto uno scudetto d'azzurro, orlato di rosso, a tre gigli d'oro; nel terzo d'oro, a sei palle poste 1-2-2-1, la palla superiore d'azzurro, caricata di tre gigli d'oro, le altre di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone adottato dal comune è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili e siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La Basilica cattedrale di Maria Santissima Assunta

Numerose architetture religiose nel corso dei secoli sono sorte a Caltabellotta, ma solo alcune di esse sono ancora consacrate. Tra queste:

  • Basilica cattedrale di Maria Santissima Assunta realizzata dai Normanni nell'XI secolo, caratterizzata da un portale gotico e all'interno presenta opere dei Gagini e bottega;
  • Chiesa di Sant'Agostino, all'interno custodisce una Deposizione in cotto di Antonino Ferraro da Giuliana (1512);
  • Chiesa e Monastero di San Pellegrino, primo vescovo di Triocala, edifici di culto realizzati su impianti preesistenti nel 1721, come è visibile sulla facciata della chiesa stessa;
  • Chiesa del Carmine, preesistente già al 1575, anno in cui vi si stabilirono i Carmelitani nell'adiacente collegio;
  • Chiesa dei Cappuccini, realizzata nel XVII secolo;
  • Chiesa della Pietà, piccola chiesa realizzata in parte nella roccia, di epoca bizantina;
  • Chiesa dell'Itria, ex Anime Purganti, del XVI secolo;
  • Chiesa del Collegio;
  • Chiesa di San Salvatore;
  • La Badia, monastero dell'Ordine benedettino derivato dalla «Congregazione di Santa Maria di Valverde».
    La Chiesa del Carmine

Invece, tra le chiese sconsacrate o non più esistenti, perché ridotte a ruderi o riqualificate in altri edifici vi sono:

  • Chiesa di San Lorenzo, ricordata per il suo portale gotico e per la cappella impreziosita dagli affreschi di Orazio Ferraro da Giuliana del 1594, oggi adibita ad auditorium;
  • Chiesa di San Francesco di Paola, luogo di culto dedicato originariamente da Ruggero il Normanno alla Madonna della Raccomandata, di cui rimane solo la facciata;
  • Chiesa di San Benedetto, a tre navate, si trova nella contrada omonima, e ridotta a ruderi;
  • Chiesa di San Paolo, nel quartiere omonimo, fu riusata a mulino, oggi dismesso;
  • Chiesa di San Niccolò, esistente fino al XIX secolo, ma inglobata nelle abitazioni del quartiere Balate. Si disconosce la vera posizione;
  • Chiesa del Rinascimentale o di San Michele, si trovava in piazza Umberto I, di fronte alla chiesa del Carmine. Al suo posto fu costruito il cinema. Oggi vi si trova il comando dei vigili urbani;
  • Chiesa di San Sebastiano, distrutta per realizzare un parcheggio.
  • Chiesa gesuitica, all'interno della casa gesuitica Martusa.

Nella frazione di Sant'Anna si trovano i seguenti edifici religiosi:

  • Chiesa madre di San Pellegrino, dove secondo la tradizione popolare sorgeva il luogo del miracolo del Santo, subito dopo essere sbarcato in Sicilia;
  • Chiesa di Montevergine, situata fuori dal centro abitato e antica sede dei padri agostiniani;
  • Chiesa di Santa Maria del fervore, del rispettivo collegio, in cui si trova conservato una porzione di mosaico databile tra il V e il VI secolo dopo Cristo.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[7]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Diocesi di Triocala.

Sin dall'alba del cristianesimo Triocala fu sede vescovile con il protovescovo San Pellegrino[8], il quale sbarcato a Eraclea Minoa, nella cosiddetta Piccola Cartagine, proveniente da Lucca di Grecia, quando giunse in questa città, sconfisse un mitologico dragone che dimorava in un antro nutrendosi giornalmente di un giovane pasto umano. Il Pellegrino, fece precipitare la bestia in un burrone e prese a dimora quella stessa grotta, fino alla fine del suo passaggio terreno, vivendo in santità.

Con la conquista araba, la sede vescovile fu trasferita a Sciacca ed infine con i normanni ad Agrigento.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

  • Museo Civico di Palazzo della Signoria, nell'omonimo palazzo, ospita una mostra permanente di opere dello scultore Salvatore Rizzuti.
  • Festival del cinema internazionale
  • MigrArti Film Fest[9] Caltabellotta

In letteratura[modifica | modifica wikitesto]

La città viene menzionata da Boccaccio nel Decameron (giornata X, novella VII)[10].

Nel Parzival di Wolfram von Eschenbach si menziona il castello di Clinschor (Kalot Enbolot) definito come il castello delle meraviglie (Schastel Marveile). Clinschor è uno stregone e negromante nonché un personaggio oscuro.

«Lassù a Kalot enbolot,

una solida fortezza,
trovò il duca scherno infame.
Lo sorprese il re: dormiva
tra le braccia di sua moglie.»

Leggende[modifica | modifica wikitesto]

Mappa della Sicilia allo Steri

Secondo la mitologia medievale europea a Caltabellotta si concentrerebbero delle forze luciferiche. A testimonianza di tale convinzione presso una delle stanze dell'ex carcere dell'inquisizione di Palermo si trova una mappa della Sicilia disegnata da uno dei carcerati per necromanzia in cui la città viene evidenziata con una croce. Rudolf Steiner a tal proposito scrisse: «L'ostilità al Graal era concentrata nella fortezza di Iblis a Kalot Enbolot. Ancora oggi occorre molta forza d'animo per chi si accosti a questa zona».[11] Steiner infatti identifica Caltabellotta come una località luciferica opposta a Monsalvato sui Pirenei.[12] Goethe stesso nel suo Viaggio in Italia cita la rocca di Caltabellotta mentre si reca a Girgenti, probabilmente avvistata di lontananza, con buona probabilità perché a conoscenza delle vicende del Parzival.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Agricoltura[modifica | modifica wikitesto]

L'agricoltura è il settore principale dell'economia, si produce principalmente olio di oliva. Il territorio di Caltabellotta è compreso nella zona di produzione dell'Arancia di Ribera D.O.P..

Lo stesso argomento in dettaglio: Arancia di Ribera.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Al 15º censimento generale della popolazione e delle abitazioni dell'ISTAT (2011), il territorio di Caltabellotta risulta così suddiviso[13]:

Nome Tipologia Abitanti Altitudine Coordinate
Caltabellotta centro abitato / capoluogo comunale 3 267 949 37°34′32.66″N 13°13′06.99″E / 37.575738°N 13.218607°E37.575738; 13.218607
Sant'Anna centro abitato 584 362 37°33′35.93″N 13°14′03.84″E / 37.559981°N 13.2344°E37.559981; 13.2344
- Case sparse 56 - -
totale 2 centri abitati 3 907 35/952

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
27 giugno 1987 7 giugno 1990 Baldassare Randazzo Democrazia Cristiana Sindaco [14]
7 giugno 1990 12 maggio 1992 Baldassare Randazzo Democrazia Cristiana Sindaco [14]
18 giugno 1992 10 febbraio 1994 Pellegrino Leo Democrazia Cristiana Sindaco [14]
28 giugno 1994 25 maggio 1998 Maria Iacono Partito Democratico della Sinistra Sindaco [14]
25 maggio 1998 27 maggio 2003 Raimondo Cusumano polo buon governo (centro-destra) Sindaco [14]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Calogero Pumilia lista civica di centro-sinistra Sindaco [14]
9 giugno 2009 27 maggio 2014 Calogero Pumilia lista civica di centro-sinistra Sindaco [14]
27 maggio 2014 28 aprile 2019 Paolo Luciano Segreto lista civica di centro-destra Sindaco [14]
28 aprile 2019 in carica Calogero Cattano lista civica di centro-sinistra Sindaco [14]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Caltabellotta fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.2 (Colline del Carboj)[15].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Il Comune è interessato dalle seguenti direttrici stradali:

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 4 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2022.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Caltabellotta, decreto 1936-03-08 DGC, riconoscimento di stemma, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 7 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2022).
  5. ^ Caltabellotta On Web - Curiosità su Caltabellotta - La Fortezza dei misteri: La leggenda del Graal passa da Caltabellotta, su caltabellotta.com. URL consultato l'8 giugno 2020.
  6. ^ Caltabellotta On Web - Da Visitare: Luoghi di Interesse Vario - Il Castello, su caltabellotta.com. URL consultato l'8 giugno 2020.
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ Melchiorre Trigilia, S. Pellegrino di Caltabellotta, Caltabellotta, 2011
  9. ^ Migrartifilmfest, su migrartifilmfest.com. URL consultato il 5 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2019).
  10. ^ Il Castello di Caltabellotta a cura di Accursio Castrogiovanni, su caltabellotta.net. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  11. ^ Misteri Siciliani sul mito dei miti - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 6 gennaio 2021.
  12. ^ Il principio di contraddizione nell'evoluzione cosmica ed umana (PDF), su larchetipo.com.
  13. ^ Caltabellotta - linkedopendata, su datiopen.istat.it. URL consultato il 3 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  14. ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/
  15. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 24 luglio 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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