Beyhan Sultan (figlia di Mustafa III)

Beyhan Sultan
Sultana dell'impero ottomano
NascitaIstanbul, 13 gennaio 1766
MorteIstanbul, 7 novembre 1824
SepolturaTürbe di Mihrişah Sultan
Luogo di sepolturaComplesso Mihrişah Sultan, Eyüp
DinastiaCasa di Osman
PadreMustafa III
MadreAdilşah Kadin
ConiugeSilahdar Çelik Perişan Mustafa Pasha
(1784-1799, ved.)
FigliHatice Hanımsultan
ReligioneIslam sunnita

Beyhan Sultan (turco ottomano: بیحان سلطان, "leader dei Khan"; Istanbul, 13 gennaio 1766Istanbul, 7 novembre 1824) è stata una principessa ottomana, figlia del sultano Mustafa III e della sua consorte Adilşah Kadin, sorellastra del sultano Selim III.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Beyhan Sultan nacque il 13 gennaio 1766 a Istanbul, nel Palazzo Topkapi. Suo padre era il sultano ottomano Mustafa III e sua madre la Terza Consorte Adilşah Kadın. Aveva una sorella di sangue minore, Hatice Sultan, a cui rimase molto legata per tutta la vita.

Nel 1774 suo padre morì e Beyhan venne confinata, con sua madre, sua sorella e le altre consorti e principesse, nel Palazzo Vecchio. Qui, sia lei che Hatice, a causa dell'ambiente isolato e cupo, svilupparono sintomi preoccupanti: in particolare, venne registrato che Beyhan sveniva spesso e aveva attacchi isterici di urla e pianto. La loro madre, Adilşah, scrisse allora al nuovo sultano, Abdülhamid I, fratellastro di Mustafa III, chiedendo dei mariti per le figlie, in modo che, sposandosi, potessero lasciare il palazzo. Abdülhamid accettò la richiesta e trovò dei mariti per entrambe le nipoti[1][2][3][4].

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 aprile 1784 Beyhan sposò Silahdar Çelik Perişan Mustafa Paşah, governatore di Aleppo. Alla coppia fu assegnato un palazzo a Cağaloğlu ed ebbero una figlia insieme. Beyhan rimase vedova nel marzo 1799 e scelse di non risposarsi, vivendo invece nei suoi palazzi e partecipando alla vita politica della città, essendo ormai salito al trono il suo fratellastro Selim III[5][6][7][8].

Infatti, Selim, le cui sorelle erano morte bambine, era molto legato a tutte e tre le sue sorellastre sopravvissute, Beyhan, Hatice e Şah.

Selim visitava Beyhan nel suo palazzo ogni mercoledì e assistevano insieme a spettacoli musicali. Sebbene sia stata Hatice a divenire nota come la principessa più influente della loro generazione, anche Beyhan fu politicamente attiva e sostenne le riforme e le innovazioni di Selim, condividendone il gusto europeo per le arti e la volontà di modernizzare lo stato. Si occupò di organizzare ricevimenti per le mogli degli ambasciatori stranieri[9]. Inoltre, Beyhan educò la futura Hoşyar Kadın, che sarebbe poi diventata una delle consorti di suo cugino, il sultano Mahmud II[10].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Dal suo matrimonio, Beyhan ebbe una figlia:[11][12]

  • Hatice Hanımsultan (1785 - ?). Chiamata in onore della zia materna, si sposò nel 1799.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Beyhan Sultan morì il 7 novembre 1824 e venne sepolta nel mausoleo Mihrişah Sultan a Eyüp.

Patrona dell'architettura[modifica | modifica wikitesto]

Beyhan era una donna ricca, avendo ricevuto rendite e proprietà da suo padre, suo zio e suo fratello, tutti sultani. Nel 1802 riceveva entrate da Andrusa, Kalamata, Fanar, Karitena, Londar, l'isola di Andros e Syros. Amministrava il tutto tramite agenti, prima Numan Ağa e e Hüseyn Ağa e poi, dal 1802, Al-Hac Hasan Ağa.

Possedeva due palazzi sul Bosforo, il Palazzo Beşiktaş e il Palazzo Arnavutköy, e nel 1791 ricevette anche il Palazzo di Çırağan, che, con il permesso di Selim, fece demolire e ricostruire in stile europeo. La costruzione venne completata nel 1795, contemporaneamente al nuovo palazzo, anch'esso europeo, di sua sorella Hatice, progettato dal designer europeo Antoine Ignace Melling.

Ottenne anche il permesso di costruire due palazzi gemelli a Yeşillioğlu, uno per sé e uno per la sorella.

Nel 1801 costruì una fontana a Kuruçeşme, seguita da una seconda nel 1804 a Akıntıburnu e dalla ristrutturazione della fontana Mesih Paşah a Hırka-i Şerif nel 1817. Altre fontane furono costruite nei quartieri dei suoi palazzi. Tutte queste fontane erano in stile occidentale.

Nel 1803 sua madre Adilşah morì e Beyhan commissionò una scuola a Yeşilioğlu in suo onore[13][14][15].

Beyhan, insieme a Selim III, patrocinò anche il poeta ottomano Mevlevi Sheikh Galib[16][17][18].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ersöz 2020, pag. 36.
  2. ^ Sakaoğlu 2008, pag. 472
  3. ^ Uluçay 2011, pag. 155
  4. ^ Ersöz 2020, pag. 74.
  5. ^ Ersöz 2020, pag. 76-77, 86.
  6. ^ Sakaoğlu 2008, pag. 473-474.
  7. ^ Uluçay 2011, pag. 155-157.
  8. ^ Panzac, Daniel (1995). Histoire économique et sociale de l'Empire ottoman et de la Turquie (1326-1960): actes du sixième congrès international tenu à Aix-en-Provence du 1er au 4 juillet 1992. Editori Peeters. pp. 574 n. 5. ISBN 978-9-068-31799-2.
  9. ^ Ersöz 2020, pag. 100.
  10. ^ Sakaoğlu 2008, pag. 544.
  11. ^ Uluçay 2011, pag. 157.
  12. ^ Sakaoğlu 2008, pag. 474.
  13. ^ Zarinebaf, Fariba; Bennet, John; Davis, Jack L. Historical and Economic Geography of Ottoman Greece (Hesperia Supplement 34). p. 39.
  14. ^ Uluçay 2011, p. 149, 156-7.
  15. ^ Sakaoğlu 2008, p. 476.
  16. ^ Faroqhi, Suraiya (November 29, 2005). Subjects of the Sultan: Culture and Daily Life in the Ottoman Empire. I.B.Tauris. p. 232. ISBN 978-1-850-43760-4.
  17. ^ Haji-Ahmed, Haji-Mohamad Bohari (1989). The Ideas of Wahdat Al-Wujūd in the Poetry of C Abd Al-Qādir Bīdil (Persian), Ibrahim Hakki Erzurumlu (Ottoman Turkish), and Hamzah Fansuri (Malay), Volume 2. University of California, Berkeley. p. 270.
  18. ^ Menemencioğlu, Nermin; İz, Fahir (November 30, 1978). The Penguin book of Turksih verse. Penguin. p. 12.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sakaoğlu, Necdet (2008). Bu mülkün kadın sultanları: Vâlide sultanlar, hâtunlar, hasekiler, kadınefendiler, sultanefendiler. Oğlak Yayıncılık. ISBN 978-9-753-29623-6.
  • Uluçay, Mustafa Çağatay (2011). Padişahların kadınları ve kızları. Ankara: Ötüken. ISBN 978-9-754-37840-5.
  • Ersöz, Burçak (2020). III. Mustafa'nin kızı Beyhan Sultan'in Hayatı (1766-1824) (in Turkish). Istanbul University Institute of Social Sciences.