Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
AbbreviazioneANGVD
Fondazione20 giugno 1948
Sede centraleBandiera dell'Italia Roma (segreteria di presidenza a Trieste)
PresidenteBandiera dell'Italia Renzo Codarin
Sito web

L'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) è un'associazione italiana di esuli dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Modifiche al confine orientale italiano dal 1920 al 1975.

     Il Litorale austriaco, poi ribattezzato Venezia Giulia, che fu assegnato all'Italia nel 1920 con il trattato di Rapallo (con ritocchi del suo confine nel 1924 dopo il trattato di Roma) e che fu poi ceduto alla Jugoslavia nel 1947 con i trattati di Parigi

     Aree annesse all'Italia nel 1920 e rimaste italiane anche dopo il 1947

     Aree annesse all'Italia nel 1920, passate al Territorio Libero di Trieste nel 1947 con i trattati di Parigi e assegnate definitivamente all'Italia nel 1975 con il trattato di Osimo

     Aree annesse all'Italia nel 1920, passate al Territorio Libero di Trieste nel 1947 con i trattati di Parigi e assegnate definitivamente alla Jugoslavia nel 1975 con il trattato di Osimo

In base alle informazioni del sito web di tale organismo[1] la costituzione risale al 1947 a Milano. Secondo Mario de Vidovich, esule da Zara, fu fondata a Roma il 20 giugno 1948 con la partecipazione di ottanta comitati provinciali di esuli istriani, fiumani e dalmati già attivi nelle singole realtà locali[2].

All'inizio le associazioni di profughi erano tante e diversificate. L'ANGVD fu l'unica a strutturarsi a livello nazionale, caratterizzandosi fin dall'inizio per una spiccata fede religiosa ed un impegno ideologico apartitico[3]. Secondo le ricerche archivistiche di Silvia Arrigoni nella sede nazionale dell'ANVGD, a Roma[3]: "Nel 1948 questo insieme variegato di profughi si denominava Comitato Nazionale per la Venezia Giulia e Zara.

Si trasformò in Associazione Nazionale per la Venezia Giulia e Zara, per assumere poi definitivamente il nome attuale, ovvero Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Nel febbraio 1947 si era tenuta un'assemblea a Bologna, la prima, che cercava di dare un corpo unitario alle organizzazioni sorte in Italia. Era evidente a tutti che soltanto un'organizzazione unita, compatta e forte avrebbe potuto conseguire dei risultati ed avrebbe potuto far sentire la propria voce presso i numerosi interlocutori governativi cui l'Associazione doveva rivolgersi se intendeva perseguire gli obiettivi che si era posta".

Nel 2013 scrive Paolo Scandaletti: A seguito del pieno rientro di Trieste in Italia, ma con la rinuncia al restante territorio, nel 1954 si verifica la scissione dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), accusata dall'interno di essere filogovernativa. Ne escono quasi in trentamila, circa un terzo degli iscritti, e nasce l'Unione degli Istriani[4].

Soci[modifica | modifica wikitesto]

Possono associarsi gli esuli, i familiari e i simpatizzanti. Per aiutare i profughi, dal 1945, esistevano varie organizzazioni che aderirono poi all'ANVGD. La più nota era il Comitato Nazionale per la Venezia Giulia e Zara.

La prima e la seconda generazione degli esuli istriani, fiumani e dalmati in tutta Italia collaborano e si confrontano per fare emergere quella pagina di storia italiana negata per decenni, a causa di motivi di politica internazionale. Ne consegue anche la battaglia quotidiana per il mantenimento dei valori culturali e tradizionali di quelle terre a cui sono stati strappati, agevolata dalla Legge 92/2004 di istituzione del Giorno del Ricordo che ogni 10 febbraio riporta sotto i riflettori quei dolorosi eventi.

Nel contempo si rafforzano anche i valori di identità nazionale a cui gli esuli istriani, fiumani e dalmati sono legati. Ciò fa del Giorno del Ricordo un momento di riflessione per tutta la nazione, in cui le parole foibe ed esodo istriano, fiumano e dalmata vengono ravvivate nel loro significato più drammaticamente profondo, ma nel contempo in una fiduciosa prospettiva per il futuro.

Presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Alla presidenza dell'ANVGD, nel 1948, fu chiamato il padre dott. Alfonso Orlini, da Cherso. I presidenti succedutisi da allora sono: Elio Bracco, Libero Sauro, Maurizio Mandel, Paolo Barbi, Gianni Bartoli, Lucio Toth, Antonio Ballarin e Renzo Codarin.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, su anvgd.it (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2018).
  2. ^ Vedi: Mario de Vidovich (a cura di),Cinquanta anni di vita delle associazioni della diaspora. L'Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, 31 ottobre 1998, fotocopie. Marco Cuzzi-Guido Rumici-Roberto Spazzali, Istria Quarnero Dalmazia. Storia di una regione contesa dal 1796 alla fine del XX secolo, Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata di Trieste, Gorizia, Libreria Editrice Goriziana, 2009, pag. 282. ISBN 978-88-6102-052-8
  3. ^ a b Silvia Arrigoni, Per una storia dell'ANVGD (PDF), in "Difesa Adriatica, XVI, n. 1, gennaio 2010, pp. 1-2. URL consultato il 9 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2016).
  4. ^ P. Scandaletti, Storia dell'Istria e della Dalmazia. L'impronta di Roma e di Venezia, le foibe di Tito e l'esodo degli italiani, Pordenone, Biblioteca dell'Immagine, 2013, p. 201. ISBN 978-88-6391-130-5

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Silva Arrigoni, Per una storia dell'ANVGD, "Difesa Adriatica", XVI, 1, gennaio 2010, pagg. 1-2.
  • Marco Cuzzi-Guido Rumici-Roberto Spazzali, Istria Quarnero Dalmazia. Storia di una regione contesa dal 1796 alla fine del XX secolo, Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata di Trieste, Gorizia, Libreria Editrice Goriziana, 2009. ISBN 978-88-6102-052-8
  • Mario de Vidovich (a cura di),Cinquanta anni di vita delle associazioni della diaspora. L'Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, 31 ottobre 1998, fotocopie.
  • Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca, Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l'Autonomia Scolastica, Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola, Annali della Pubblica Istruzione, Firenze, Le Monnier, 2010.http://www.annaliistruzione.it/riviste/quaderni/pdf/SDAPI133_2010.pdf
  • Guido Rumici, Foibe. Dramma dei deportati e scomparsi sul confine orientale d'Italia, lungometraggio, ed. ANVGD, Videoblu, Cormons (Go), 2005.
  • Padre Flaminio Rocchi L'Esodo dei 350.000 Giuliani, Fiumani e Dalmati (edizione originale: Roma 1971), ristampato dalle Edizioni Difesa Adriatica, ANVGD, Roma, 1990.
  • P. Scandaletti, Storia dell'Istria e della Dalmazia. L'impronta di Roma e di Venezia, le foibe di Tito e l'esodo degli italiani, Pordenone, Biblioteca dell'Immagine, 2013, p. 201. ISBN 978-88-6391-130-5
  • Elio Varutti,Il Campo Profughi di Via Pradamano e l'Associazionismo giuliano dalmata a Udine. Ricerca storico sociologica tra la gente del quartiere e degli adriatici dell'esodo, 1945-2007, Udine, Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Comitato Provinciale di Udine, 2007.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN155398457 · ISNI (EN0000 0001 0396 7231 · LCCN (ENn91081139 · J9U (ENHE987007257796705171 · WorldCat Identities (ENlccn-n91081139