Aquila bicipite
L'aquila bicipite (o aquila bicefala) è, in araldica, l'aquila con due teste separate fin dal collo e rivolte in due direzioni opposte. Generalmente, la si pone nel capo d'oro, detto capo dell'Impero. Infatti l'aquila bicipite identifica l'unione di due imperi.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
L'aquila bicefala ha origine in Mesopotamia dove compare nei sigilli sumeri con il dio Enki.[1]
L'aquila bicipite fu adottata come stemma imperiale per la prima volta dall'imperatore romano Costantino I, detto il Grande, e rimase poi come stemma nell'Impero romano d'Oriente fino all'ultima dinastia di imperatori bizantini: quella dei Paleologi. Oggi, la Chiesa ortodossa greca usa l'aquila bicipite come eredità dei Bizantini. Lo stesso stemma fu poi usato dagli Arsacidi, re d'Armenia, e più avanti dagli Asburgo, imperatori d'Austria e re d'Ungheria, e dai Romanov, zar di tutte le Russie. Anche i re di Serbia, i principi di Montenegro, e l'eroe albanese della resistenza contro i turchi ottomani, Giorgio Castriota Scanderbeg, adottarono l'aquila bicipite come emblema. L'aquila bicipite fu adottata anche in Oriente, per il Regno di Mysore nell'India.
Significato[modifica | modifica wikitesto]
Secondo alcuni autori una testa rappresenta l'Occidente e l'altra l'Oriente, in particolare le due metà dell'Impero bizantino, una in Europa e una in Asia. Nella disposizione delle teste c'è l'eccezione della città di Fiume: le due teste sono dalla stessa parte, rivolte entrambe a sinistra (verso la destra dell'osservatore).
Da una prospettiva esoterica, le due teste alluderebbero all'unione in sé del potere spirituale e di quello regale-temporale,[2] propria del re del mondo Melchisedec,[3] mentre in alchimia rimanderebbero all'androgino o al rebis.[2]
- Bandiera della città di Fiume
- Emblema dei Paleologi con al centro la cifra dinastica, in uso dal XIII secolo fino alla caduta della Morea nel 1460
- Bandiera dell'Impero bizantino senza cifra dinastica dei Paleologi, 1261-1453
- Stemma dell'esercito bizantino sotto i Paleologi, fino al 1453
- Emblema di Isacco I Comneno, anno Mille
- Bandiera dell'esercito di Giovanni III Vatatze, 1225 circa
- Bandiera dell'esercito dei Coressio, 1300 circa
- Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, 1261-1453
- Aquila quaternione, illustrazione a colori di Jost de Negker, basata sul disegno di Hans Burgkmair, 1510
- Stemma imperiale degli Asburgo fino al 1918
- Stemma imperiale dei Romanov fino al 1917
- Stemma presidenziale della Russia dal 1993
- Stemma del Montenegro
- Stemma Città di Perth (Scozia)
- Stemma Città d'Arnhem
- Stemma Città di Groninga
- Stemma Città di Nimega
- Stemma comune di Bolsward
- Stemma Città di Duisburgo
- Stemma Città d'Essen
- Stemma Città di Lubecca
- Stemma Città di Neuss
- Stemma comune di Ruhland
- Stemma Città di Belgrado
- Stemma comune di Aviano
- Stemma Città di Velletri
- Stemma comune di Villafrati
- Stemma comune di Controne
- Capo dell'Impero
- Stemma del Regno di Mysore fino al 1947
- Stemma comune di Piana degli Albanesi
- Stemma comune di Palazzo Adriano
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Carly Silver, How a Two Headed Bird of Prey Ruled Ancient Mesopotamia and Hatti, su www.ancient-origins.net. URL consultato il 22 marzo 2022.
- ^ a b Carl Jung, Psicologia e alchimia (PDF), su universofilosofico.org, trad. it., Boringhieri.
- ^ Mariano Bizzarri, La Scala Misteriosa nel XXX grado del Rito Scozzese, su vrijmetselaarsgilde.eu.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Vedi bibliografia nella voce principale Araldica.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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