Antiope (Pacuvio)

Antiope
Tragedia
Zeus e Antiope in un dipinto di Antoine Watteau (1715, Museo del Louvre, Parigi)
AutoreMarco Pacuvio
Titolo originaleAntiope
Lingua originaleLatino
GenereCothurnata
 

L'Antiope o Antiopa (Antiope) è una tragedia (cothurnata) del tragediografo latino Marco Pacuvio (circa 220-130 a.C.) di cui restano oggi solo alcuni frammenti.[1][2] Realizzata a partire da un originale non pervenuto del tragediografo greco Euripide,[1] l'opera trattava la storia, connessa al ciclo tebano,[2] di Antiope:[3] la bella fanciulla, figlia di Nitteo, sedotta e amata da Zeus, partorisce i due gemelli Anfione e Zeto, che abbandona. Mentre i due vengono soccorsi da un pastore del monte Citerone, Antiope è costretta a sottostare alla persecuzione effettuata contro di lei dallo zio Lico, incaricato dal morente Nitteo; solo grazie ad un intervento miracoloso può infine ricongiungersi ai suoi figli, ormai adulti, che dopo alterne vicende la riconoscono e la vendicano.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Beare, p. 93.
  2. ^ a b Pontiggia, Grandi, p. 390.
  3. ^ a b Pontiggia, Grandi, p. 397.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • William Beare, I Romani a teatro, traduzione di Mario De Nonno, Roma-Bari, Laterza, gennaio 2008 [1986], ISBN 978-88-420-2712-6.
  • Giancarlo Pontiggia e Maria Cristina Grandi, Letteratura latina. Storia e testi, Milano, Principato, marzo 1996, ISBN 978-88-416-2188-2.