Giorgio Giovanni Zuccato

Giorgio Giovanni Zuccato
NascitaParenzo, 27 settembre 1761
MorteGogoșu, 25 agosto 1810
Dati militari
Paese servitoBandiera della Russia Impero russo
Forza armataEsercito imperiale russo
ArmaFanteria
Anni di servizio1783-1810
GradoMaggior generale
GuerreGuerra russo-turca (1787-1792)
Guerra russo-svedese (1788-1790)
Insurrezione di Kościuszko
Seconda coalizione
Guerra russo-turca (1806-1812)
CampagneCampagna italiana di Suvorov
Campagna svizzera di Suvorov
BattaglieAssedio di Očakov (1788)
Battaglia di Praga (1794)
Decorazionivedi qui
dati tratti da Giorgio Giovanni Zuccato[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Giorgio Giovanni Zuccato (in russo Егор Гаврилович Цукато?; Parenzo, 27 settembre 1761Gogoșu, 25 agosto 1810) è stato un generale italiano naturalizzato russo, al servizio dell'esercito imperiale russo durante le guerre napoleoniche, particolarmente distintosi agli ordini del generale Aleksandr Vasil'evič Suvorov durante le campagne in Italia e in Svizzera nel 1799. Nel giugno 1810 il conte Nikolaj Michajlovič Kamenskij gli affidò il compito di aiutare la rivolta antiturca in Serbia capeggiata da Karađorđe Petrovićm cosa che fece brillantemente a partire dal 5 giugno dello stesso anno, conquistando le ridotte di Dudu e di Brza Palanka, cinse d'assedio Kladovo e Prahovo, e conquistò Brza Palanka aprendo un corridoio di comunicazione diretta tra la Piccola Valacchia e la Serbia, e per questo fu insignito dell'Ordine di Sant'Anna di prima classe (14 luglio).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Parenzo, allora parte integrante della Repubblica di Venezia, il 24 settembre 1761,[2] all'interno di una famiglia appartenente alla nobiltà veneziana, figlio[N 1] di Gabriele e Elisabetta Morelli.[3] All'età di quattro anni fu affidato al fratello della madre, Carlo Morelli (1730-1792), consigliere capitanale delle riunite contee di Gorizia e Gradisca, e quindi suddito dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria.

Nel 1772 Carlo Morelli fu incaricato di accompagnare due dei figli dei conti Coronini a Stoccarda, al fine di iscriverli alla Carlsschule, una accademia militare fondata due anni prima dal granduca Carl II Eugen duca del Württemberg.[2] Nel viaggio portò con sé anche il nipote, pur non avendo intenzione di iscriverlo alla scuola, e si presentò con i tre giovani al duca che chiese espressamente al Morelli di iscrivere anche il nipote alla scuola militare.[2] Il duca lo prese a ben volere conferendogli l'autorizzazione a fregiarsi del titolo di duca e nominandolo paggio di corte.[4] Si distinse durante gli studi,[N 2], ottenendo numerosi premi, e venendo promosso tenente nel 1778.[5] Il 1 marzo del 1783, al termine dell’Accademia, divenne tenente del Corpo dei cacciatori, e il 30 luglio 1787 tenente della guardia a piedi.[5]

Con lo scoppio della guerra russo turca del 1787 egli decise di trasferirsi in Russia entrando l'anno successivo al servizio dell'imperatrice Caterina II con il grado di maggiore.[6] Nel 1788, assegnato a uno dei più prestigiosi reggimenti dell'esercito imperiale russo, il reggimento di Čuguev,[7] partecipò all'assedio di Očakov, dove fu decorato con l'Ordine di San Giorgio di IV classe.[8] Combatté poi durante la guerra russo-svedese del 1788-1790, sotto il comando di Karl Heinrich di Nassau-Siegen,[9] e dopo la presa di Bendery nel novembre 1789 egli fu spedito dal conte Potëmkin ad annunciarla all'Imperatore d'Austria Giuseppe II.[10] Si distinse poi nella battaglia navale di Roggershalm (28 giugno 1790)[11] al comando di una cannoniera flottante tanto che l'Imperatrice nel 1791 gli conferì una spada d'oro e la promozione a tenente colonnello, retrodatata al 1787, assegnandolo in servizio al 1º Reggimento fanteria di marina.[12] Dopo la firma del trattato di Värälä fu trasferito alla corte personale del colonnello generale Simeone Zorič, a Šklov in Bielorussia, e li conobbe e sposò la nipote del generale, Aleksandra Petrovna Vojnova.[13] La coppia ebbe quattro figli, Nikolaj Egorovič, Giorgio, Julija Egorovna e Aleksandra Egorovna.[14]

Messo a riposo il 29 novembre 1792, fu trasferito al Reggimento medagliato dei granatieri a cavallo il 1 ottobre 1794, prendendo parte alla campagna di Polonia dove si distinse durante l'assalto nel sobborgo fortificato di Praga, a Varsavia, sito sulla riva destra della Vistola.[15] Per questo fatto fu insignito dell'Ordine di San Vladimiro di quarta classe.[16]

Nel settembre 1794, durante una missione diplomatica, presentò i suoi omaggi al re di Prussia Federico II, che dopo la presa del sobborgo di Praga arrivò ad insignirlo dell'Ordine Pour le Mérite.[17] Il 24 febbraio 1797 fu messo a riposo,[18] rientrandovi l'8 marzo 1799 per seguire il corpo d'armata del generale Andrej Georgievič Rosenberg nel corso della campagna d'Italia lanciata del generale Aleksandr Vasil'evič Suvorov.[19] Dopo l'occupazione di Torino (5 maggio) fu trasferito al corpo d'armata del generale Pëtr Ivanovič Bagration[20] distinguendosi nell'occupazione di Pinerolo, e poi prese parte alle battaglia della Trebbia (19 giugno).[21] Nel mese di luglio fu incaricato da Suvorov di recarsi in Toscana[22] e nei territori dello Stato della Chiesa per organizzare le milizie popolari e addestrarle all'uso della baionetta, nominalmente posto agli ordini del generale di cavalleria Wilhelm Derfelden.[23] Il 16 luglio arrivò a Firenze, e il giorno dopo ad Acquapendente, dove trovò un buon numero di nobili, ecclesiastici e contadini armati organizzando una propria milizia.[22] Sconfitta una formazione francese, il 25 luglio arrivò ad Arezzo, e due giorni dopo a Magione, dove la sua milizia arrivò ad inquadrare 6.200 volontari armati, tra cui 950 cavalleggeri.[24] Il 18 luglio sconfisse nuovamente i francesi, e tre giorni dopo occupò Perugia.[24] Cedette quindi il comando della milizia all'alfiere austriaco Carl Schneider barone von Arno.[23] Svolto il compito Suvorov lo segnalò personalmente allo Zar Paolo I. Dopo la battaglia di Novi, e la successiva resa di Tortona,[23] Suvorov trasferì l'armata in Svizzera per appoggiare le operazioni del generale Aleksandr Michajlovič Rimskij-Korsakov.[25] In territorio elvetico si distinse durante la conquista del passo del Gottardo (24 settembre) e poi sui monti a ridosso del lago di Klöntal (1 ottobre).[26] Il 30 ottobre dello stesso anno fu promosso maggior generale, saltando il grado di colonnello, con l'anzianità assegnatagli dal 26 novembre 1798.[27]

Il 7 marzo 1800 viene di nuovo congedato, ma già l'8 di novembre è reintegrato in servizio attivo e e nominato assessore presso il Collegio della guerra, incarico che mantenne fino al 3 agosto 1808, quando è nuovamente richiamato in servizio attivo.[27] Nel 1809, durante la nuova guerra russo-turca ottiene il comando di un distaccamento militare nella Piccola Valacchia, distinguendosi contro i turchi sotto Rassevat (il 4 settembre), l’8 gennaio 1810, venendo decorato con l'Ordine di San Giorgio di terza classe.[27]

Nel giugno 1810 il conte Nikolaj Michajlovič Kamenskij gli affidò il compito di aiutare la rivolta antiturca in Serbia capeggiata da Karađorđe Petrović.[28] Partito da Craiova il 5 giugno, attraversò il Danubio il 16 dello stesso mese ricongiungendosi con i serbi.[29] Nei mesi successivi russi e serbi espugnano le ridotte di Dudu e di Brza Palanka, cinsero d’assedio Kladovo e Prahovo.[30] In particolare, per la presa di Brza Palanka, estremamente importante, perché apriva un corridoio di comunicazione diretta tra la Piccola Valacchia e la Serbia, fu insignito dell'Ordine di Sant'Anna di prima classe (14 luglio).[30] Il 20 luglio e il 2 agosto sconfisse nuovamente i turchi a Praov.[30] Si spense improvvisamente a Gogoșu il 25 agosto 1810.[30]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze russe[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La coppia ebbe altri sette figli, e inoltre nella casa convivevano anche il fratello di Gabriele, Giovanni, sacerdote, e una cameriera.
  2. ^ Tra i suoi compagni di accademia Friedrich Schiller, Ferdinand Friedrich Pfeiffer (1759-1806), Johann Wilhelm Petersen (1758-1815) e Peter Conrad Masson.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Corti 2013, p. 2.
  2. ^ a b c Corti 2013, p. 9.
  3. ^ Corti 2013, p. 8.
  4. ^ Corti 2013, p. 10.
  5. ^ a b Corti 2013, p. 11.
  6. ^ Corti 2013, p. 13.
  7. ^ Corti 2013, p. 6.
  8. ^ Corti 2013, p. 7.
  9. ^ Corti 2013, p. 5.
  10. ^ Corti 2013, p. 16.
  11. ^ Corti 2013, p. 18.
  12. ^ Corti 2013, p. 22.
  13. ^ Corti 2013, p. 26.
  14. ^ Corti 2013, p. 57.
  15. ^ Corti 2013, p. 24.
  16. ^ Corti 2013, p. 30.
  17. ^ Lehman 1913, p. 350.
  18. ^ Corti 2013, p. 33.
  19. ^ Corti 2013, p. 34.
  20. ^ Corti 2013, p. 35.
  21. ^ Corti 2013, p. 37.
  22. ^ a b Corti 2013, p. 38.
  23. ^ a b c Corti 2013, p. 42.
  24. ^ a b Corti 2013, p. 41.
  25. ^ Corti 2013, p. 43.
  26. ^ Corti 2013, p. 44.
  27. ^ a b c Corti 2013, p. 45.
  28. ^ Corti 2013, p. 49.
  29. ^ Corti 2013, p. 54.
  30. ^ a b c d Corti 2013, p. 55.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Periodici