Xantelasma

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Xantelasma
Xantelasma bilaterale
Specialitàoftalmologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM374.51
ICD-10H02.6
MedlinePlus001447
eMedicine1213423

Con il termine xantelasma (detto anche xantelasma palpebrale) ci si riferisce ad una lesione non infiammatoria con un deposito di colesterolo giallastro, nettamente delimitato sotto la pelle, di solito sopra o intorno alle palpebre[1]. Anche se non risulta né dannosa né dolorosa, questa piccola escrescenza può risultare deturpante e può essere rimossa[1]. Lo xantelasma si ritrova con maggiore facilità in soggetti di origine asiatica e del bacino mediterraneo.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

La parola deriva dal greco antico ξανθός?, xanthós ("giallo") e έλασμα, élasma ("piatto") e definisce bene l'aspetto caratteristico di questa placchetta giallastra.

Significato clinico[modifica | modifica wikitesto]

Gli xantelasmi assumono importanza per il loro significato indiziario di sospetto di uno stato di ipercolesterolemia. Sono sostanzialmente formazioni nodulari biancastre o giallastre, in genere in corrispondenza dell'angolo interno delle palpebre superiori (canto interno), derivanti dall'accumulo di esteri della colesterina in alcune grosse cellule schiumose disposte nel derma reticolare delle palpebre superiori e inferiori. Queste cellule sono probabilmente derivanti da macrofagi contenenti appunto lipidi[2].

Fisiopatologia[modifica | modifica wikitesto]

L'esatta patogenesi degli xantelasmi non è nota. Gran parte degli studi effettuati riportano un aumento di colesterolo totale o LDL, e una diminuzione di HDL, o entrambe le evenienze negli individui affetti da xantelasmi. Similmente a gran parte degli studi caso-controllo non ha dimostrato alcuna associazione tra gli xantelasmi e la malattia cardiovascolare[2].

Trattamento[modifica | modifica wikitesto]

La rimozione degli xantelasmi può avvenire con diverse terapie[3]. Uno dei trattamenti più diffusi consiste nella semplice applicazione sullo xantelasma di acido tricloroacetico. Tuttavia non tutti i pazienti accettano o tollerano l'applicazione topica di una sostanza acida aggressiva in vicinanza del bulbo oculare. Inoltre il trattamento è gravato da alcune possibili complicanze quali la formazione di cicatrici e l'insorgenza di ectropion. Un'altra possibilità è rappresentata dall'intervento chirurgico tradizionale. Ancora è possibile ricorrere alla crioterapia con azoto liquido. Sono inoltre molto diffuse le tecniche di ablazione con elettrobisturi o con l'utilizzo di onde radio o laserterapia[4][5][6].

Recidive[modifica | modifica wikitesto]

Il trattamento dello xantelasma rappresenta una difficile sfida terapeutica poiché pressoché tutte le tecniche di intervento sono gravate da un elevato tasso di recidiva.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Lang, Gerhard K Ophthalmology Thieme. Stuttgart. 2000.
  2. ^ a b Christoffersen M., Frikke-Schmidt R. Xanthelasmata, arcus corneae, and ischaemic vascular disease and death in general population: prospective cohort study. BMJ 2011;343:d5497 doi: 10.1136/bmj.d5497
  3. ^ Fusade T. Treatment of xanthelasma palpebrarum by 1,064-nm Q-switched Nd:YAG laser: A study of 11 cases. Br J Dermatol. 2008;158:84–7.
  4. ^ Karsai S, Schmitt L, Raulin C. Is Q-Switched Neodymium-Doped yttrium aluminium garnet laser an effective approach to treat xanthelasma palpebrarum? Results from a Clinical Study of 76 Cases. Dermatol Surg. 2009;35:1962–9.
  5. ^ Ichikawa K, Miyasaka M, Tanaka R, Tanino R, Mizukami K, Wakaki M. Histologic evaluation of the pulsed Nd:YAG laser for laser lipolysis. Lasers Surg Med. 2005;36:43–6.
  6. ^ Anderson RR, Farinelli W, Laubach H, Manstein D, Yaroslavsky AN, Gubeli J, 3rd, et al. Selective photothermolysis of lipid-rich tissues: A free electron laser study. Lasers Surg Med. 2006;38:913–9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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