Whitney Museum of American Art

Whitney Museum of American Art
La nuova sede progettata da Renzo Piano
Ubicazione
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Località New York
Indirizzo99, Gansevoort Street
Coordinate40°44′22.56″N 74°00′32.04″W / 40.7396°N 74.0089°W40.7396; -74.0089
Caratteristiche
TipoArte moderna
Istituzione1931
FondatoriGertrude Vanderbilt Whitney
Apertura1931
DirettoreAdam D. Weinberg
Visitatori492 500 (2021)
Sito web

Il Whitney Museum of American Art è un museo d'arte moderna statunitense fondato negli anni trenta, sito a Manhattan nel Meatpacking District e dedicato principalmente alle opere di artisti americani, tra cui Edward Hopper e Alexander Calder[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il museo fu fondato nel 1931 dalla scultrice Gertrude Vanderbilt Whitney, in seguito all'esperienza del Whitney Studio[1]: il Whitney Studio, spazio espositivo e circolo sociale per giovani artisti progressisti creato nel 1908[2], il Whitney Studio Club, esposizione annuale, e le Whitney Studio Galleries, spazio espositivo per i giovani artisti[2]. L'obiettivo era di ospitare non solo opere di artisti affermati, bensì anche di aiutarne e far emergere di nuovi[3].

Quando nel 1928 Edward Robinson, direttore del Metropolitan Museum of Art, rifiuta di ospitare le 500 opere della collezione Whitney[2], la donna e l'assistente Juliana Force organizzano la creazione del museo Whitney, inaugurato il 15 maggio 1931 con sede a West Eight Street, nel Greenwich Village[2].

Dal 27 settembre 1966[3] al 20 ottobre 2014 la sede del museo fu il palazzo Breuer, progettato da Marcel Breuer e situato all'incrocio tra Madison Avenue e la 75ª Strada. Il 1º maggio 2015 il Museo ha riaperto nella nuova sede progettata da Renzo Piano, situata nel Meatpacking District, al n°99 di Gansevoort Street, accanto al limite meridionale della High Line.

Quando fu fondato, il museo contava circa 600 opere, tra cui quelle di Stuart Davis, Charles Demuth e degli esponenti della Ashcan School[1]; in seguito si aggiunsero anche quelle di Edward Hopper e Maurice Prendergast[3] ; nel 1954 le opere ospitate salirono a 1300[3], nel 1966 arrivarono a 2000[3], mentre nel 1996 la collezione consisteva in 11000 opere, di 1700 artisti diversi[3]. Tra le donazioni, 2000 opere nel 1970 da parte della vedova di Hopper[3] e 850 da parte della vedova di Reginald Marsh[3].

Oltre alle donazioni, il museo è supportato dalla "Friends of the Whitney", costituita nel 1956[1]. Nel 2002, il museo contava inoltre una biblioteca di 30.000 volumi[2]. Nel 2002 i visitatori si sono attestati sui 400.000 all'anno[2]. Il museo organizza ogni due anni la "Whitney Biennial", una celebre manifestazione d'arte contemporanea.

ISP[modifica | modifica wikitesto]

Il museo fonda nel 1968 il "Whitney Independent Study Program (ISP)".[4] Il Whitney ISP ha aiutato a far decollare le rispettive carriere di molti artisti americani, ma anche di critici e curatori, come Jenny Holzer, Andrea Fraser, Julian Schnabel, Kathryn Bigelow e Félix González-Torres tra gli altri.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Cristiano Giometti, New York, The Whitney Museum of American Art (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2009).. UniPi.it, Predella n. XI, aprile 2004
  2. ^ a b c d e f Alessandra Farkas, Sono le donne il segreto del Whitney (PDF).. Corriere della Sera, 17-03-2002
  3. ^ a b c d e f g h Natalia Aspesi, Questa sera festa grande per il Whitney.. la Repubblica, pag. 22, 04-11-1996
  4. ^ (EN) Independent Study Program, su whitney.org.

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Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN157861829 · ISNI (EN0000 0001 2097 7634 · SBN PUVV283669 · BAV 494/1997 · ULAN (EN500303638 · LCCN (ENn79032811 · GND (DE1019165-3 · BNF (FRcb11879466b (data) · J9U (ENHE987007269807505171 · NDL (ENJA00629213 · WorldCat Identities (ENlccn-n79032811