Voodoo Lounge

Voodoo Lounge
album in studio
ArtistaThe Rolling Stones
Pubblicazione11 luglio 1994
Durata62:08
Dischi1
Tracce15
GenerePop rock
Hard rock
Rock and roll
EtichettaVirgin Records
ProduttoreThe Glimmer Twins e Don Was
Registrazionesettembre, 3 novembre – 11 dicembre 1993, 15 gennaio – 23 aprile 1994, casa di Ronnie Wood, Windmill Lane Studios, Dublino; mixaggio e sovraincisioni effettuate presso A&M Studios, Los Angeles e Right Track Recording, New York
FormatiCD, MC, Doppio LP
NoteGrammy Award Miglior album rock 1995
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera dell'Austria Austria[1]
(vendite: 25 000+)
Bandiera del Belgio Belgio[2]
(vendite: 25 000+)
Bandiera della Francia Francia (2)[3]
(vendite: 200 000+)
Bandiera del Giappone Giappone[4]
(vendite: 100 000+)
Bandiera della Norvegia Norvegia[5]
(vendite: 25 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito[6]
(vendite: 100 000+)
Bandiera della Svizzera Svizzera[7]
(vendite: 25 000+)
Dischi di platinoBandiera dell'Argentina Argentina (2)[8]
(vendite: 120 000+)
Bandiera del Canada Canada (3)[9]
(vendite: 300 000+)
Bandiera dell'Europa Europa[10]
(vendite: 1 000 000+)
Bandiera della Germania Germania[11]
(vendite: 500 000+)
Bandiera dell'Italia Italia (2)[12]
(vendite: 250 000+)
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi[13]
(vendite: 100 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti (2)[14]
(vendite: 2 000 000+)
The Rolling Stones - cronologia
Album precedente
(1993)
Album successivo
(1995)
Singoli
  1. Love Is Strong
    Pubblicato: 4 luglio 1994
  2. You Got Me Rocking
    Pubblicato: 26 settembre 1994
  3. Out of Tears
    Pubblicato: 28 novembre 1994
  4. I Go Wild
    Pubblicato: 3 luglio 1995

Voodoo Lounge è un album discografico del gruppo rock britannico The Rolling Stones, pubblicato nel 1994 su etichetta Virgin Records.

Primo album senza il bassista Bill Wyman, uno dei fondatori dei Rolling Stones che ha lasciato il gruppo nel 1993, e prima collaborazione con la Virgin Records. Voodoo Lounge viene pubblicato cinque anni dopo Steel Wheels che era stato il loro ultimo album in studio.

Dopo l'uscita di Wyman, gli Stones scelsero di non sostituirlo e proseguirono in formazione a quattro con Mick Jagger (voce), Charlie Watts (batteria), Keith Richards e Ronnie Wood (chitarre). Il basso fu suonato da Darryl Jones, che venne scritturato come musicista a contratto e non come membro ufficiale della band. Don Was produsse l'album insieme ai Glimmer Twins (Jagger & Richards).

Il disco ebbe un buon successo commerciale, venendo certificato disco d'oro o di platino in varie nazioni, ma non riuscì a produrre un singolo da Top 40 negli Stati Uniti. La canzone Love Is Strong, raggiunse la posizione numero 14 in Gran Bretagna, ma solamente la numero 91 in USA, mentre You Got Me Rocking (n. 23 UK) divenne una presenza fissa nella scaletta nei concerti dei successivi tour degli Stones. Ben accolto dalla critica, nel 1995 Voodoo Lounge vinse il Grammy Award come "migliore album rock dell'anno".

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

A seguito della pubblicazione dei dischi solisti Main Offender di Keith Richards (1992) e Wandering Spirit di Mick Jagger (1993), entrambi i leader dei Rolling Stones cominciarono a comporre nuove canzoni nell'aprile 1993, scegliendo Don Was come co-produttore per le sessioni dell'album in programma. A novembre, dopo aver provato e registrato a casa di Ronnie Wood in Irlanda a settembre, gli Stones si spostarono presso gli Windmill Lane Studios di Dublino per iniziare ufficialmente la lavorazione di Voodoo Lounge. Anche se non si unì ufficialmente al gruppo, Darryl Jones prese il posto di Bill Wyman come bassista dei Rolling Stones, dietro suggerimento di Charlie Watts.

Don Was fu il principale responsabile dell'aver spinto gli Stones in territori più a loro convenzionali nel tentativo di far produrre loro qualche brano rock in "puro stile Rolling Stones". Sebbene questo approccio fu ben accolto dalla critica musicale e piacque ai fan degli Stones, Jagger in particolare espresse una certa insoddisfazione circa l'estetica di Was, commentando in un'intervista del 1995 rilasciata a Rolling Stone:

«... c'erano molte cose che avevamo scritto per Voodoo Lounge da cui Don ci ha allontanato: canzoni groove, influenze africane e cose del genere. E ci ha guidato molto lontano da tutto ciò. E penso che sia stato un errore.[15]»

Il produttore rispose che non era "anti-groove in generale", ma "anti-groove senza sostanza", come nel contesto di questo album.[16]

Il risultato fu un disco essenzialmente classicista con elementi blues, R&B, rock and roll e country, tipici del sound degli Stones di fine anni sessanta-inizio settanta. Jagger avrebbe voluto insistere per uno stile di produzione più moderno, con suoni maggiormente contemporanei, come avvenuto nel caso del successivo Bridges to Babylon (1997). Nondimeno, Was rimase con gli Stones come produttore discografico anche in seguito, nonostante le differenti vedute artistiche con Jagger, palesatesi in questa occasione. Dopo un periodo di registrazioni svoltesi a Los Angeles nei primi mesi del 1994, Voodoo Lounge fu completato e i Rolling Stones cominciarono i preparativi per il Voodoo Lounge Tour che sarebbe iniziato in agosto.

Durante la registrazione dell'album alle Barbados, Richards adottò un gatto randagio che chiamò Voodoo, un po' perché si trovava a Barbados e un po' perché il gattino era riuscito a sopravvivere da solo nonostante gli stenti. Sparks Will Fly venne scritta da Richards dopo una lite con Jerry Lee Lewis in Irlanda. Richards aveva invitato Lewis a casa di Ron Wood per una jam session. Lewis presa la cosa molto seriamente e pensò che stessero registrando un album, e dopo aver ascoltato la sessione, iniziò a separare la band di Richards dalle incisioni, cosa che indignò moltissimo Keith.[17]

Pubblicazione e accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Il doppio platino di Voodoo Lounge certificato dalla RIAA
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[18]
Chicago Tribunepositivo[19]
Entertainment WeeklyC+; originariamente B[20]
Los Angeles Times[21]
The New York Timespositivo[22]
Peoplesfavorevole[23]
Robert Christgau[24]
Rolling Stone[25]
Vox[26]
Onda Rock[27]

Pubblicato nel luglio 1994, Voodoo Lounge fu recensito positivamente dalla critica e debuttò direttamente al numero 1 in Gran Bretagna (miglior risultato dai tempi di Emotional Rescue del 1980) e in seconda posizione negli Stati Uniti d'America (dietro la colonna sonora de Il re leone) dove fu certificato doppio platino.

Scrivendo sulla rivista Vox nell'agosto 1994, Steven Dalton dichiarò di rintracciare in alcune tracce del disco la grandezza perduta di album quali Exile on Main St. (1972) e Some Girls (1978).[26] Egli concluse scrivendo che Voodoo Lounge "ci ricorda perché ci piacevano gli Stones", e segnalò New Faces, Out of Tears e Blinded by Rainbows come migliori canzoni dell'album, pur non considerando Voodoo Lounge all'altezza dei capolavori passati della band.[26]

All'inizio del 1995, mentre il Voodoo Lounge Tour era ancora in pieno svolgimento, Voodoo Lounge si aggiudicò il Grammy Award come "Best Rock Album".

Nel 2009, Voodoo Lounge è stato rimasterizzato e ristampato dalla Universal Music.

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le canzoni sono accreditate a Jagger/Richards.

  1. Love Is Strong - 3:49
  2. You Got Me Rocking - 3:36
  3. Sparks Will Fly - 3:15
  4. The Worst - 2:24 (alla voce Keith Richards)
  5. New Faces - 2:51
  6. Moon Is Up - 3:40
  7. Out of Tears - 5:27
  8. I Go Wild - 4:24
  9. Brand New Car - 4:14
  10. Sweethearts Together - 4:45
  11. Suck on the Jugular - 4:26
  12. Blinded by Rainbows - 4:33
  13. Baby Break It Down - 4:07
  14. Thru and Thru - 6:00 (alla voce Keith Richards)
  15. Mean Disposition - 4:07

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

The Rolling Stones
Musicisti aggiuntivi

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche di fine anno[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (1994) Posizione
Austria[35] 18
Canada[36] 13
Francia[37] 28
Germania[38] 18
Italia[31] 37
Paesi Bassi[39] 29
Stati Uniti[40] 62
Svizzera[41] 31

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) The Rolling Stones - Voodoo Lounge – Gold & Platin, su IFPI Austria. URL consultato il 28 aprile 2016.
  2. ^ (NL) GOUD EN PLATINA - albums 1995, su Ultratop. URL consultato il 28 aprile 2016.
  3. ^ (FR) Rolling Stones - Woodoo Lounge – Les certifications, su SNEP. URL consultato il 5 aprile 2023.
  4. ^ (JA) RIAJ > The Record > September 1994 > Certified Awards (July 1994) (PDF), su riaj.or.jp, Recording Industry Association of Japan. URL consultato il 28 aprile 2016.
  5. ^ (NO) Trofeer, su ifpi.no, IFPI Norge. URL consultato il 28 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2012).
  6. ^ (EN) Voodoo Lounge, su British Phonographic Industry. URL consultato il 28 aprile 2016.
  7. ^ (DE) Edelmetall, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 28 aprile 2016.
  8. ^ (ES) Certificaciones, su Cámara Argentina de Productores de Fonogramas y Videogramas. URL consultato il 19 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
  9. ^ (EN) Voodoo Lounge – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 28 aprile 2016.
  10. ^ (EN) IFPI Platinum Europe Awards – 1996, su ifpi.org, International Federation of the Phonographic Industry. URL consultato il 28 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2013).
  11. ^ (DE) The Rolling Stones – Voodoo Lounge – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 28 aprile 2016.
  12. ^ Mario Luzzatto Fegiz, Gli Stones cancellano l'Italia dal mondo, su Corriere della Sera, 13 marzo 1995, p. 31. URL consultato il 28 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2015).
  13. ^ (NL) Goud/Platina, su nvpi.nl, Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 28 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2018).
  14. ^ (EN) The Rolling Stones - Voodoo Lounge – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 28 aprile 2016.
  15. ^ Jann Wenner, Jagger Remembers, in Rolling Stone, Wenner Media. URL consultato il 13 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2010).
  16. ^ Voodoo Lounge, in Time Is on Our Side. URL consultato il 13 dicembre 2009.
  17. ^ Keith Richards, Life, New York: Little Brown, 2010, pp. 498–500
  18. ^ (EN) Erlewine, Stephen Thomas, Voodoo Lounge, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 3 settembre 2009.
  19. ^ Greg Kot, The Stones Age It's Not Great, But The New Album Gives Some Satisfaction, in Chicago Tribune, 10 luglio 1994. URL consultato il 18 dicembre 2013.
  20. ^ David Browne, Music Review > Voodoo Lounge (1994) > The Rolling Stones, in ew.com, Entertainment Weekly, 22 luglio 1994. URL consultato il 18 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2013).
  21. ^ Robert Hilburn, Good 'Voodoo' or Lounge-Lizard Time? : ***; THE ROLLING STONES, "Voodoo Lounge" (Virgin) : THE REVIEW : Getting back to basics, the Stones again sound relaxed and enthused, in articles.latimes.com, Los Angeles Times, 10 luglio 1994. URL consultato il 18 dicembre 2013.
  22. ^ Jon Pareles, RECORDINGS VIEW; The Undead Stones Sing Songs of Love, in nytimes.com, The New York Times, 10 luglio 1994. URL consultato il 18 dicembre 2013.
  23. ^ Picks and Pans Review: Voodoo Lounge, in People, 18 luglio 1994. URL consultato il 18 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2016).
  24. ^ Christgau, Robert, Review: Voodoo Lounge (Capitol, 1994), su robertchristgau.com. URL consultato il 3 settembre 2009.
  25. ^ Barbara O'Dair, Review: The Rolling Stones – Voodoo Lounge, su rollingstone.com, Jann Wenner, 11 agosto 1994. URL consultato il 3 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2014).
  26. ^ a b c Steven Dalton, Review: Rolling Stones – Voodoo Lounge (Virgin V2750), in Vox, VOX47, August 1994, IPC Media, p. 93.
  27. ^ Rolling Stones. L'eterna eresia, su ondarock.it, www.ondarock.it. URL consultato il 14 gennaio 2020.
  28. ^ a b c d e f g h (NL) The Rolling Stones - Voodoo Lounge, su Ultratop. URL consultato il 21 novembre 2016.
  29. ^ (EN) Top Albums - July 25, 1994, su Library and Archives Canada. URL consultato il 21 novembre 2016.
  30. ^ (FR) Le Détail des Albums de chaque Artiste, su InfoDisc. URL consultato il 21 novembre 2016. Selezionare "The ROLLING STONES" e premere "OK".
  31. ^ a b Gli album più venduti del 1994, su Hit Parade Italia. URL consultato il 21 novembre 2016.
  32. ^ (EN) Official Albums Chart: 17 July 1994 - 23 July 1994, su Official Charts Company. URL consultato il 21 novembre 2016.
  33. ^ (ES) Fernando Salaverri, Sólo éxitos: año a año, 1959–2002, 1ª ed., Spagna, Fundación Autor-SGAE, settembre 2005, ISBN 84-8048-639-2.
  34. ^ (EN) The Rolling Stones – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 21 novembre 2016. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  35. ^ (DE) Jahreshitparade 1994, su austriancharts.at. URL consultato il 21 novembre 2016.
  36. ^ (EN) Top 100 Albums of 1994, su Library and Archives Canada. URL consultato il 21 novembre 2016.
  37. ^ (FR) Les Albums (CD) de 1994 par InfoDisc, su infodisc.fr. URL consultato il 21 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2012).
  38. ^ (DE) Album – Jahrescharts 1994, su Offizielle Deutsche Charts. URL consultato il 21 novembre 2016.
  39. ^ (NL) Dutch charts jaaroverzichten 1994, su Dutch Charts. URL consultato il 21 novembre 2016.
  40. ^ (EN) 1994: Billboard 200 Albums, su Billboard. URL consultato il 21 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2015).
  41. ^ (DE) Schweizer Jahreshitparade 1994, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 21 novembre 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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