Vinaccia (famiglia)

Mandolino, MET

La famiglia Vinaccia è la più longeva dinastia di liutai napoletani: il mandolino più antico pervenutoci, firmato Filius Januari Vinaccia, è datato 1752 e gli ultimi sono datati 1914. Questi mandolini sono in genere intarsiati e con filettature d'avorio e di madreperla lungo la tastiera e il manico. Si deve a Pasquale Vinaccia l'applicazione delle corde di acciaio armonico, in sostituzione di quelle in ottone e budello utilizzate fino ai primi dell'Ottocento. Ancora oggi a Napoli molti musicisti suonano strumenti Vinaccia, come Corrado Sfogli, direttore artistico della Nuova Compagnia di Canto Popolare.

Pasquale Vinaccia

Descrizione e storia[modifica | modifica wikitesto]

La bottega di famiglia era a Napoli, in Rua Catalana, 46. Al pari degli altri liutai napoletani, i Vinaccia costruivano strumenti sia a pizzico (cioè mandolini e chitarre) sia ad arco per cui utilizzavano il modello dei Gagliano, fondatori della scuola di liuteria napoletana.

Prima generazione[modifica | modifica wikitesto]

Seconda generazione[modifica | modifica wikitesto]

Terza generazione[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio II Vinaccia, figlio di Gennaro I, attivo tra il 1734 e il 1796. Un esemplare di mandolino, costruito da Antonio Vinaccia nel 1772, si trova oggi al Victoria and Albert Museum, a Londra.
  • Giovanni I Vinaccia, figlio di Gennaro I, attivo 1767-1777.
  • Vincenzo Vinaccia, figlio di Gennaro I, aveva la bottega in Calata de l'Ospedaletto, 20. Attivo tra il 1769 e il 1785 come costruttore di violini, di chitarre e di mandolini.

Quarta generazione[modifica | modifica wikitesto]

  • Pasquale Vinaccia, figlio di Gaetano II (Napoli 20 luglio 1806- 1885?). Costruì eccellenti mandolini, anche per la regina Margherita di Savoia.[2] Suoi sono i primi mandolini montati con corde di acciaio e meccaniche.

Quinta generazione[modifica | modifica wikitesto]

Alla morte di Pasquale Vinaccia, avvenuta attorno al 1883, gli successero i figli

Oltre a Gaetano III, i cui strumenti venivano suonati dal virtuoso Ernesto Rocco (vedi Modello Rocco) troviamo:

  • Antonio III Vinaccia, attivo alla fine dell'Ottocento, di cui si conosce un mandolino.
  • Gaetano III Vinaccia, ultimo della dinastia, ha costruito mandolini, chitarre e strumenti ad arco. In un mandolino, da lui costruito, è stata trovata questa dedica, scritta ad inchiostro, all’interno della cassa: Alla Ss.ma Vergine Immacolata Gaetano Vinaccia fece Napoli 1886.

Musicisti appartenenti alla famiglia Vinaccia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Munier, musicista, sposò in prime nozze Luisa De Fonseca e in seconde nozze Armida Bastianini. Fu affidato alle cure del nonno materno Pasquale Vinaccia, da cui il giovane assimilò la passione per la musica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le chitarre barocche avevano 5 cori di corde doppie, con accordatura rientrante, cioè con l'intonazione un'ottava sopra, rispetto alla chitarra odierna del quarto e quinto coro.
  2. ^ Un suo mandolino presenta questo cartiglio: Pasquale Vinaccia e figli fabbricante di strumenti armonici di S.M. la regina d'Italia Rua Catalana n. 53 Napoli anno 1883, vedi: Finarte casa d'aste, Strumenti antichi: asta 794 [...] martedì 4 giugno 1991, Milano, Finarte casa d'aste, 1991, SBN IT\ICCU\LO1\0098221.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Philip J. Bone, The guitar and mandolin: biographies of celebrated players and composers, 2ª ed., London, Schott & Co., 1972 [1914], SBN IT\ICCU\LO1\1268860.
  • Giovanni Antonioni, Dizionario dei costruttori di strumenti a pizzico in Italia: dal XV al XX secolo, Cremona, Turris, 1996, SBN IT\ICCU\CFI\0330750. A cura della Camerata musicale barese.
  • Franz Jahnel, La chitarra e gli strumenti a pizzico: storia, evoluzione, materiali, chimica, acustica e tecnica di costruzione di varie tipologie di chitarra, liuto, mandolino e mandola, cister, tanbur, le corde, Modena, LF Edizioni, 2007, SBN IT\ICCU\MOD\1454236.
  • Raffaele Carpino, La dinastia Vinaccia. Storia ed approfondimenti dalle origini al XIX sec., in Guitart: rivista trimestrale di chitarra, Avellino, Guitart, 2017, SBN IT\ICCU\LIA\0242178.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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