Villa romana del Varignano

Villa romana del Varignano
CiviltàRomana
UtilizzoVilla romana
EpocaI secolo a.C.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComunePorto Venere
Dimensioni
Superficie3 100 
Amministrazione
EnteDirezione Regionale Musei della Liguria
ResponsabileAntonella Traverso
Visitabile
Sito webmuseiliguria.cultura.gov.it/villa-romana-del-varignano
Mappa di localizzazione
Map

La villa romana del Varignano era una residenza padronale e residenziale dell'epoca romana presso la zona del Varignano Vecchio, nella frazione delle Grazie a Porto Venere, in provincia della Spezia[1]. Il luogo è anche sede del relativo museo archeologico.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il sito della villa romana è nel seno del Varignano Vecchio, affacciato sul mare, tra la zona del santuario delle Grazie e, a nordest, del forte militare omonimo[2].

Scavi condotti dal 1967 al 1986 hanno portato alla luce un complesso tardo repubblicano, situato in una posizione particolarmente felice: situata al fondo di una piccola valle ricca di acque, la villa è prospiciente il mare, circondata da un fundus coltivato a oliveto, forse anche con zone boschive e di pascolo.

La prima fase di costruzione della villa è datata alla prima metà del I secolo a.C., in epoca sillana.[2]

Come ogni villa romana, anche questa era costituita da un edificio destinato alla residenza del proprietario collegato ad un'area dedicata all'attività agricola, in questo caso prettamente legata alla produzione e alla lavorazione dell'olio d'oliva[2]. Il quartiere padronale - pars urbana (1320 m²) - e la zona produttiva - pars fructuaria (1760 m²) - sono qui separate da una corte (4800 m²) che fungeva a luogo delle lavorazioni del torcularium (frantoio per olio).
Il complesso era anche dotato di una darsena privata che consentiva diretti collegamenti marittimi con le altre località del golfo e con la vicina Luni.

Gli appartamenti del dominus erano concepiti lungo uno sviluppo orizzontale, con atri pavimentati a mosaico e ambienti per il soggiorno e per il riposo notturno.

L'impianto per la lavorazione dell'olio - erano presenti due torchi per la spremitura, vasche di decantazione e una cella olearia a cielo aperto - rimase attivo fino al I secolo d.C.[2].
È da questo periodo infatti che l'area del fattore (vilicus) subì una significativa trasformazione architettonica, dagli archeologi definita per l'appunto seconda fase: fu realizzato un impianto termale privato, dotato di locali riscaldati e di vasche per bagni caldi e freddi.
A questo scopo, per disporre della necessaria riserva d'acqua, fu costruita una cisterna con soffitto a volta, particolare questo considerato pressoché unico[2] nel suo genere rispetto ad analoghi edifici romani dell'Italia settentrionale.

Cessata l'attività collegata alla produzione dell'olio di oliva, la stessa residenza romana fu comunque frequentata fino al VI secolo d.C.[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lo scrittore romano Varrone scrive di “una villa perfetta che sorge nell’insenatura ben riparata”.
  2. ^ a b c d e f Fonte dal sito turistico della Provincia della Spezia, su turismoprovincia.laspezia.it. URL consultato il 15-11-2011 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2011).

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