Vicinia

Ponte di Legno - vicinia

Vicinia (pronunciato vicìnia o vicinìa) è storicamente un termine utilizzato per indicare un insieme di persone abitanti nella medesima località con interessi o beni comuni.[1] Vicinia è il termine antropologico che indica una comunità agraria di confinanti che condividono proprietà comuni delle regioni alpine e prealpine regolate e amministrate dalle assemblee vicinali.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Vicinia di San Pancrazio in Bergamo - Piazza mercato del fieno
Castel Goffredo, Palazzo Municipale con la loggia dove si riuniva la vicinia.

Nel Medioevo la vicinia era lo spazio dove si conduceva la vita quotidiana, spesso conteneva una chiesa, da cui prendeva il nome, e le botteghe. Vi vivevano famiglie per intere generazioni, di indifferente ceto sociale, era un nucleo di densa solidarietà sociale[3], nella vicinia era nelle assemblee che si discutevano e decidevano le regole[4].
Detta anche "Assemblea dei Vicini", fu un'istituzione sociopolitica e amministrativa diffusa nella Lombardia orientale e Slavia Friulana, paragonabile con le Almenden (Patriziato) in Svizzera, le Università agricole in Emilia e Romagna, le Università agrarie in Lazio, le Regole del Cadore e dell'Ampezzano[5] o la Magnifica Comunità di Fiemme, in Altopiano dei Sette Comuni e altre Regole in Trentino. In Slavia Veneta erano chiamate sosednja.

Il suo nome deriva da vicus-i ("villaggio" in latino), dal quale si analogizza l'assemblea dei villani, ovvero degli abitanti della villa. Queste assemblee prendevano anche nome di vicinanze, università agrarie, o terrazzani.

Il termine vicinia assume diversi significati a seconda del contesto: in ambiti urbani, come a Brescia o Bergamo, indicava una specie di comitato di quartiere. In ambiti rurali aveva un significato simile all'odierna amministrazione comunale. La vicinia di San Pancrazio a Bergamo, è quella che ha conservato un'abbondante documentazione che permette la ricostruzione di come si sia evoluta nel tempo questa forma di società urbana, a sostegno dei comuni.

Era consuetudine ritenere "vicini" gli abitanti originari di una località. Essi erano i discendenti di famiglie che abitavano ab immemorabili nella località. Agli originari si contrapponevano i forestieri.

Esempi di vicinie sono le Vicinie della Valcamonica e alcune Magnifiche Comunità come quelle di Cadore, Folgaria, Fiemme e Locarno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ vocabolario on line, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 22 luglio 2016.
  2. ^ Vicinia significato e definizione, su dizionari.repubblica.it, La repubblica - dizionari. URL consultato il 22 luglio 2016.
  3. ^ Caminiti, p. 11.
  4. ^ Vicinia, in Dizionario di storia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010. URL consultato il 22 luglio 2016.
  5. ^ Massimo Guidetti, Un'Italia sconosciuta - Comunità di villaggio e comunità famigliari nell'Italia dell'800, Milano, Jaca Book, 1976, p. 84.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Gabriele Nobili, Appartenenze e delimitazioni. Vincoli di vicinantia e definizioni dei confini del territorio bergamasco nel secondo terzo del Duecento, Reti Medievali, 2010.
  • Gloria Caminiti, La vicinia di S. Pancrazio a Bergamo, Provincia di Bergamo, 1999.
  • Giuliano Milani, i comuni italiani XII XIII secolo, Editore Laterza, 2015, ISBN 978-88-581-1855-9.
  • Marco Mazzoleni, Itinerari dell'anno Mille.Chiese romaniche nel bergamasco, Sesaab, 2000.
  • U. Hoepli, La vicinia come elemento castitutivo del comune, 1908.
  • Angelo Mazzi, Le vicinie di Bergamo, 1884.

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