Via Celtica

Via Celtica
Localizzazione
Stato attualeBandiera della Francia Francia
Informazioni generali
Tipostrada romana
InizioMassiac
FineArpajon-sur-Cère
Informazioni militari
UtilizzatoreImpero romano
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Con il termine moderno via Celtica si indica un'antica strada militare romana della Gallia, che univa Massiac a Arpajon-sur-Cère, attraversando i Monts du Cantal (Mons Celtorum) e il territorio degli Arverni.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Questa via ripercorre un itinerario antecedente la conquista romana della Gallia. L'itinerario che passa per il Plomb du Cantal e che recava il nome di grande strada del Cantal non ha mai cessato di essere utilizzato fino alla fine del XVIII secolo, quando fu costruita una nuova strada passante nella vallata della Cère (odierna route nationale 122).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver seguito la vallata dell'Allagnon, la strada si divideva in due percorsi, entrambi attestati.

Il primo transitava per l'altopiano del Bru, la vallata della Santoire e il col de Cabre[1]. Il secondo passava in prossimità del Plomb du Cantal[2] e sull'altopiano tra le vallate del Goul e della Cère, seguendo il percorso indicato sulle tavolette militari[3] fino a Jou-sous-Monjou. Là, la strada si dirama da una parte verso il castello di Carlat, dall'altra verso la vallata della Cère.

Esiste anche una via secondaria (via terrana o via rustica) considerata appartenente ad un itinerario più lungo, la via dei Metalli, che partiva dall'estuario della Loira.

Un'altra via romana attraversava il Massiccio Centrale più a sud attraverso l'alta Margeride, transitando sugli altopiani di Trizac, di Collandres e di Apchon, chiamata la chaussée de la reine Blanche.

Itinerario per l'altopiano del Bru[modifica | modifica wikitesto]

  • Dopo Massiac, attraversa l'Allagnon presso il guado di Grenier-Montgon;
  • Sul Plateau de La Bousseloeuf o du Bru (alt. 1090 m)[4]), tratti di questa via, affiancati da muretti, sono tuttora ben visibili;
  • Passa a sud di Allanche al Plot du Cap (alt. 1067 m), attraversa la vallata presso il col de Cambalut e passa poi per Dienne (alt. 1060 m);
  • Successivamente, attraversa il col de Cabre (alt. 1528 m), tra il Puy de Peyre-Arse (1806 m) e il Puy Bataillouse (1683 m), e discende lungo la vallata della Jordanne, passando per Mandailles-Saint-Julien) (alt. 924 m), fino a Aurillac (alt. 620 m) e da lì raggiunge in piano Arpajon-sur-Cère (alt. 610 m).

Itinerario per il Mons Celtorum[modifica | modifica wikitesto]

  • Sempre partendo da Massiac, questo percorso seguiva la vallata dell'Allagnon passando per Molompize (alt. 597 m), accanto alla Commenda di Celles (alt. 894 m), fino a Murat (alt. 898 m);
  • Da lì, ritornava verso Albepierre-Bredons (alt. 1052 m) fino al col de Prat-de-Bouc (alt. 1396 m);
  • Là, la via lasciava alla sua destra il percorso della vallata di Brezons, che conduce a Saint-Flour e risale verso ovest passando per il col de la Tombe-du-Père (alt. 1586 m), lasciando il Plomb a destra per prendere il col de la Pourtoune, che sale fino a 1693 m.
Discesa dal Mons Celtorum sulla cresta tra le vallate del Goul e della Cère.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Itinerario descritto in: Cantal. Hautes terres d'Auvergne. (si veda la bibliografia).
  2. ^ Secondo la Histoire du département du Cantal dell'opera La France pittoresque, "le Plom du Cantal (est une) montagne très connue des anciens (qui) s'appelait mons Celtarum, mont des Celtes ; elle est, en effet, située dans la Gaule celtique. On croit que la via Celtica de la Table de Peutinger passait près du Plomb".
  3. ^ Carta IGN 1/25 000.
  4. ^ Questo altopiano non deve essere confuso con il Plos de Bru, oppidum attestato nell'antichità, che ha dato il suo nome all'altopiano che lo circonda. Quest'ultimo è un gruppo roccioso situato sui Monts de L'Espinouze e sull'antica via che portava da Béziers a Cahors, in posizione strategica ai confini fra Gallia Narbonese e il territorio dei Ruteni. L'oppidum fu scavato nel 1970 da Claude Lapeyre della Société archéologique de Béziers. Jules Anton, Mon blason, 1970, p. 217.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jean-Éric Jung, Christian Mrchi, « les origines », in Cantal. Hautes terres d'Auvergne, Paris, Bonneton, 1998, pp. 15–16.
  • Franck Imberdis, Le réseau routier de l'Auvergne au XVIIIe sièle, Paris, PUF
  • M. Provost, P. Vallat, « Le Cantal, 15 », in Carte archéologique de la Gaule, Paris, 1996
  • Louis et Hadrien Bouquet, Voies romaines, drayes et camis romieus, Rodez, Subervie, 1974
  • Alphonse Vinatié,
    • Sur les chemins du temps au pays de Massiac, Massiac, 1995.
    • Sur la « via terrana » Augustonemetum-Anderitum-Segodunum. Quatre habitats romains entre Lempdes et Saint-Beauzire", in Almanach de Brioude, nº72, 1992, pp. 161–193.
  • Ballades à pied en Auvergne. Volcans cantaliens., Clermont-Ferrand, Chamina, 1987, 2ème édition. Collectif, Max Derruau, Pierre Bonnaud, Léonce Bouyssou, Jacques Lacarrière, Catherine Marion, André Muzac, Alphonse Vinatié.
  • Raymond Chevalier, Les Voies Romaines, Picard, Paris, 1997, ISBN 2-708405-268.
  • Albert Dauzat, Toponymie gauloise et romaine de l'Auvergne, in Toponymie française.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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