Verlan

Il verlan è una particolare forma di linguaggio gergale francese, caratterizzato dall'inversione delle sillabe delle parole.[1] La stessa parola "verlan" (/vɛʁlɑ̃/) è in codice: significa à l'envers (/a lɑ̃vɛʁ/), ossia "al contrario".[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'epoca in cui è nato il linguaggio è ancora oggetto di controversie, ma si sa che risale al secondo dopoguerra;[2] si è sviluppato come forma di comunicazione semisegreta (il tessuto sociale dei parlanti era originariamente composto da piccoli gruppi di giovani) per affermarsi definitivamente intorno agli anni ottanta.[3] I bisogni di segretezza non erano dettati da ragioni di sicurezza (come era invece il caso nei gerghi del brigantaggio o della mafia in Italia), ma anche e soprattutto dal bisogno di un'appartenenza comune e da un innato istinto di gioco con le strutture della lingua.[3]

Il termine verlan è attestato per la prima volta nel romanzo del 1953 Rififi, dello scrittore Auguste Le Breton, seppur con la grafia verlen.[4]

Regole di formazione dei neologismi[modifica | modifica wikitesto]

A dispetto di una formazione scolastica insufficiente e di un uso non standard della lingua, i parlanti del Verlan hanno prodotto un ricco repertorio lessicale. Il passaggio dalla lingua standard al verlan avviene come detto principalmente tramite il procedimento di inversione delle sillabe,[1] ma anche con il cambiamento dell'ultima vocale e troncamento ed elisione nell'ultima vocale del neologismo formato.[2] L'inversione riguarda una sola parte dell'enunciato; esempio: laisse beton al posto di laisse tomber ('lascia stare').

Esempi[modifica | modifica wikitesto]

La tabella qui di seguito riassume e fornisce degli esempi di questa formazione (la cella è lasciata in bianco quando la modifica non si applica a quel termine).

Termine iniziale in francese Cambiamento
ultima vocale
Divisione
delle sillabe
Inversione Troncamento Traduzione in italiano
américain ricain/cainri (per aferesi) americano
arabe rabe[5] ra-beu beu-ra beur, rebeu (beurette per le donne) arabo
arabes (les) z'arabes za-rab rab-za rabza (da cui anche "rabzouz" e "rabz") arabi
argent genhar soldi
baltringue tring-lba tringlba incapace
barbe beu-bar beubar barba
barrette rette-ba retteba barretta
bête teu-bê teubê bestia, stupido
beur re-beu rebeu magrebino
bien b-ien ien-b ienb bene
bite bi-teu teu-bi teub' cazzo
bizarre bi-zar zar-bi zarb' strano
bloqué ké-blo kéblo bloccato
bouger bou-gé gé-bou gébou muovere
bouteille bou-teille teille-bou teille bottiglia
ça a-ç ass questo, ciò
calibre ca-li-bre bre-li-ca brelique (o "brelic", o "brolic", o "brolique") calibro (arma)
chatte cha-te te-cha teuch' topa, gatta
chère reu-che reuch' cara
chinois noi-chi noiche cinese
choper cho-pé pé-cho pécho beccare, fregare
cigarette ci-garette garette-ci garetteci, garette (o "garo") sigaretta
cité ci-té téssi tess' quartiere, città
chien chi-en ien-che iench' cane
chienne chi-enne ienne-che nechié cagna
clochard clo-chard chard-clo charclo barbone
copine co-pine pine-co pineco fidanzata, amica
déchiré chire-dé chiredé (o "chiré") lacerato
défoncé foncé-dé fonc'dé sbronzo
discret di-scré scrédi scréd' discreto
doigt dou-wa wadou wad dito
énervé nervé[5] ner-vé vénère nervoso
famille mifa (o "mif'") famiglia
femme meu-fe meuf donna
fesse fe-sseuh seuh-fe seuf chiappa
fête fê-teu teu-fé teuf' festa
flic flikeuh fli-keuh keuh-fli keuf sbirro
fou ouf pazzo
français cé-fran céfran francese
frère reu-frè reuf' fratello
fumer mé-fu méfu fumare
futur fu-tur tur-fu turfu futuro
gare re-ga rega stazione
gentil ti-gen tigen gentile
herbe herbeuh her-beuh beuh-er beuh erba
jeune neu-jeu neujeu giovane
joint oin-je oinj' (o "oinche", o "sbire") spinello
juif juifeu jui-feu feu-jui feuj ebreo
louche loucheu chelou losco
lourd re-lou relou pesante
maison mai-zon zon-mai zonmai (o "zonz'") casa
manger gé-man géman mangiare
mater té-ma téma spiare
mec keu-mê keum' ragazzo
méchant chan-mé chanmé cattivo
merci ci-mer cimer grazie
mère mè-re re-mè reum' madre
métisse mé-tisse tis-mé tismé meticcio
métro mé-tro tromé trom' metropolitana
femme fe-meu femeu tipa
millions lions-mi lions-mi milioni
moche cheum brutto, brutta
moi m-oua ouam me
n'importe quoi! nimport' quoi nin-port' k-oi portnin oik port'nawak (o semplicemente "nawak") sciocchezze!, assurdo!
niquer ni-quer ké-ni kénn' fottere
noir re-noi renoi nero
pas ap non
pédale dale-pé dalpé pedale
pénis nisse-pé nispé pene
père reu-pè reup' padre
pétard tar-pé tarpé o pet' petardo
pétasse tass-pé tasspé (o "tass'") puttana, troia
pied ièp piede
petit ti-peu tipeu piccolo
pitié tiep pietà
poil p-oil oil-p oilpé pelo
pourri ri-pou ripou fradicio, marcio
putain tain-pu tainp' puttana
pute te-pu teupu puttana, baldracca
racaille caillera (o "caille") gentaglia
rap rapeu ra-peu peura rap
rigole gole-ri goleri ridere
sec sèkeu sè-keu keu-sè keuss secco, magro
sein einss' (o "yeinss") seno
sénégalais sénégal- séné-gal gal-séné galsen senegalese
shit teu-chi teuchi (o "teuch'") shit, merda in inglese
sœur reu-sse reuss' sorella
speed deu-spi deuspi anfetamina, metanfetamina
tête teuté testa
tomber bé-tom béton cadere
toubab babtou europeo bianco[6]
truc trukeuh trukeuh keuh-tu keutru cosa, roba
vas-y! zy-va zyva forza!, dai!
voiture tur-voi turvoi macchina

Sviluppi del verlan[modifica | modifica wikitesto]

Il verlan si è poi diffuso gradualmente in tutta la Francia come linguaggio delle fasce giovanili.[3] Riprendendo meccanismi simili a quelli del verlan, si sono stabiliti dei gerghi simili anche in altri paesi occidentali. Si ricorda l'intervento da parte di alcuni amatori apparsi qualche volta in televisione al programma Portobello, in cui gli amatori preferivano invertire l'ordine dei singoli suoni e non delle sillabe (casa > asac). Intorno agli anni '80 si è sviluppato a Brescia, nel quartiere di Mompiano, uno slang simile al verlan, il trancorio (dall'inversione di "contrario"), con regole specifiche di inversione delle sillabe.[7][8]. Successivamente l'uso di un linguaggio simile si è sparso a Milano, chiamato con il termine Riocontra dall'inversione della stessa parola "contrario", esso viene usato anche nel tessuto musicale e dai ragazzi provenienti da zone periferiche della città per comunicare senza che le persone che non conoscono questo particolare tipo di comunicazione possano capire il significato di ciò che si sta dicendo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b linguafrancese
  2. ^ a b c monsu
  3. ^ a b c perse
  4. ^ Michele Paon, Un caso particolare di argot: il verlan e la sua presenza nei linguaggi giovanili, Verona, Graphos, 2022, p. 26.
  5. ^ a b (soppressione 1^ sillaba)
  6. ^ Ricerca | Garzanti Linguistica, su www.garzantilinguistica.it. URL consultato l'8 gennaio 2021.
  7. ^ Do you speak Trancorio?, su repubblica.it. URL consultato il 25 febbraio 2013.
  8. ^ Il trancorio, storia di una lingua tutta bresciana

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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