Valle San Martino

Valle San Martino
Vista su Vercurago e parte di Calolziocorte
StatiBandiera dell'Italia Italia
RegioniBandiera della Lombardia Lombardia (provincia di Bergamo e provincia di Lecco)
CapoluogoCalolziocorte
Superficie64,22 km²
Abitanti34 742 (2021)
Densità541 ab./km²
Lingueitaliano, dialetto bergamasco
Nome abitantivalsanmartinese
Il territorio della Valle San Martino tra le province di Lecco e Bergamo
Sito principale

La Valle San Martino (Àl San Martì in dialetto bergamasco[1], Val San Martin in dialetto lecchese) è una zona geografica della Lombardia posta tra la provincia di Lecco e la provincia di Bergamo. A dispetto del nome la Valle San Martino non è propriamente una valle, infatti si sviluppa da nord lungo la sponda idrografica sinistra dell'Adda per poi proseguire verso sud-est nella valle tra il monte Canto e il monte Linzone, fino al colle d'Albenza.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La valle si sviluppa da nord sulla sinistra orografica del fiume Adda, che nasce dal ramo orientale del Lario, proprio in prossimità di Vercurago, alle porte della città di Lecco. Con andamento da nord-ovest verso sud-est prosegue il suo corso affiancando il fiume, abbandonato nei pressi del confine amministrativo tra le due province. Qui assume le connotazioni proprie di una valle, stretta a sinistra tra le pendici del monte Albenza, che la separa dalla Valle Imagna, ed a destra dai declivi del Monte Canto. Dopo aver oltrepassato il centro abitato di Pontida, la valle si disperde poi nella grande piana di Almenno, nei pressi di Ambivere e Prezzate (sulla provinciale Bergamo-Lecco).

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo "Valle San Martino" ha origine incerta, ma l'ipotesi più accreditata è che il nome derivi dalla presenza nel territorio di Calolzio di una chiesetta altomedievale intitolata a San Martino di Tours. Il culto di San Martino si diffuse in Italia in seguito alla sconfitta dei Longobardi da parte dei Franchi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli statuti della Valle San Martino del 1435 (Statuta municipalia vallis S. Martini per Bertramum de la Zonca primum latine manuscripta anno 1435), 1756

I primi segni della presenza umana sono molto antichi, come si evince dai ritrovamenti rinvenuti ad Erve (un teschio appartenuto ad un Homo sapiens) ed a Somasca (piccolo insediamento abitativo risalente all'Età del bronzo).

Il territorio della valle venne poi interessato in epoca romana dalla presenza di un'importante strada di collegamento che univa la città di Bergamo con quella di Como. Lungo il tragitto della stessa si verificarono piccoli insediamenti abitativi, senza che questi assumessero carattere rilevante.

Anche i successivi secoli non portarono episodi degni di nota, se non la presenza nelle zone limitrofe di insediamenti longobardi prima e dei Franchi poi.

Questi ultimi instaurarono l'istituzione politica del Sacro Romano Impero, con cui nacque il feudalesimo. Ed è in questo periodo che sul territorio cominciarono a svilupparsi insediamenti abitativi di una certa consistenza dei quali si hanno notizie già prima del X secolo.

Nel periodo medievale sul territorio nacquero numerose fortificazioni tra cui numerosi castelli che, sfruttando le posizioni predominanti, furono oggetto di contesa tra le fazioni guelfe e ghibelline.

Al termine di questo periodo vi fu un periodo nel quale la zona fu al centro delle mire espansionistiche sia della Repubblica di Venezia che del Ducato di Milano, venendo sovente divisa dalle due entità politiche, con frequenti passaggi di proprietà.

A questa difficile situazione si aggiunsero alcune carestie e ondate epidemiche di peste (citate da Alessandro Manzoni ne I Promessi Sposi) che misero in seria difficoltà la popolazione, la quale tuttavia seppe sempre rialzarsi e riprendere le proprie attività.

Nel 1797 la totalità della valle divenne parte della Repubblica Cisalpina, restando territorio unito anche nei successivi passaggi del periodo Napoleonico (Repubblica sorella di Francia prima e Regno d'Italia Napoleonico poi) fino al 1815, quando andò sotto gli Austriaci che instaurarono il Regno Lombardo-Veneto; l'ultima variazione di nazionalità avvenne nel 1859, quando divenne parte del Regno d'Italia dei Savoia, mutato al termine del secondo conflitto mondiale - anche attraverso la Repubblica Sociale Italiana - nell'odierna Repubblica Italiana, membro dell'Unione europea.

L'unione amministrativa a livello provinciale della valle durò fino al 1992, quando l'istituzione della neonata provincia di Lecco inglobò parte del territorio dalla provincia di Bergamo dividendo in due la valle.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[2]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto bergamasco e Dialetto lecchese.

Nella Valle San Martino è parlato il dialetto bergamasco, una variante appartenente al ramo orientale della lingua lombarda, che si è diffuso grazie al legame di lunga data che lega la Valle a Bergamo[3]. Le parlate locali nella zona occidentale della Valle, risentono della vicinanza a Lecco e di conseguenza il vernacolo locale presenta delle affinità con il dialetto lecchese del quale riprende diverse parole[4].

Una caratteristica della toponomastica della zona è la presenza di diversi toponimi inizianti per Grom- (dal latino grūmus), indicante un poggio o un'altura: Grombosco, Gromlongo, Gromfaleggio ("collina delle felci").

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Ad eccezione della parrocchie di Pontida e Roncallo-Gaggio (che, appartenendo al vicariato di Mapello-Ponte San Pietro, sono di rito romano), le altre venti parrocchie della Valle San Martino fanno parte del vicariato di Calolzio-Caprino, che pur appartenendo alla diocesi di Bergamo segue il rito ambrosiano (rito liturgico caratteristico della diocesi di Milano).

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

I comuni che la costituiscono sono nove: di cui quattro appartenenti alla provincia di Bergamo e cinque alla provincia di Lecco.

Comuni della Valle San Martino[5]
Comune Provincia Superficie Abitanti
Calolziocorte Lecco 9,10 km² 13481
Cisano Bergamasco Bergamo 7,82 km² 6151
Pontida Bergamo 10,38 km² 3268
Caprino Bergamasco Bergamo 8,78 km² 3021
Vercurago Lecco 2,12 km² 2726
Torre de' Busi Bergamo 8,97 km² 2174
Monte Marenzo Lecco 3,06 km² 1860
Carenno Lecco 7,79 km² 1375
Erve Lecco 6,20 km² 686
Valle San Martino 64,22 km² 34742

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  2. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 17-04-2023.
  3. ^ Val San Martino Spot. Dialetto Bergamasco, su valsanmartinospot.it. URL consultato il 1º ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2018).
  4. ^ Antonio Martinelli, La Valle San Martino nella storia, Istituto Grafico Litostampa Gorle, 1987, p. 24, ISBN non esistente.
  5. ^ Bilancio demografico al 31 dicembre 2021, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 7 aprile 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • E. Farina Cuzzi, "Note di dialetto bergamasco: la val San Martino", Atti del Sodalizio Glottologico Milanese 20 (1978-79), Milano 1980, pp. 32–60
  • Fabio Bonaiti (a cura di), Il patrimonio culturale della Valle San Martino. Ricerche, strumenti, valorizzazione : atti del convegno, Convento di Santa Maria del Lavello, Calolziocorte, 28-29 maggio 2005, Calolziocorte, settembre 2006.
  • Fabio Bonaiti, Gian Luigi Daccò (a cura di), Sotto il mantello di San Martino. Storia di una valle di confine, Calolziocorte, marzo 2012. ISBN 978-88-907209-0-1
  • Fabio Bonaiti, Val San Martino: una terra di mezzo, in Luca Giarelli (a cura di), Naturalmente divisi. Storia e autonomia delle antiche comunità alpine, 2013, p. 189, ISBN 978-88-911-1170-8.
  • Fabio Bonaiti, La Val San Martino: una nessuna e centomila, in Fabio Bonaiti e Pierluigi Donadoni (a cura di), Oltre il confine. Narrare la Val San Martino, Venezia, Marcianum Press, 2021, ISBN 978-88-65128107.
Approfondimenti

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]