Tsutomu Miyazaki

Tsutomu Miyazaki
SoprannomiDracula, Il killer Otaku
NascitaŌme, 21 agosto 1962
MorteTokyo, 17 giugno 2008
Vittime accertate4
Periodo omicidi22 agosto 1988 - 6 giugno 1989
Luoghi colpitiTokyo, Saitama
Metodi uccisioneStrangolamento
Altri criminiSequestro di minore, produzione di materiale pedopornografico, tentato stupro, atti di necrofilia, pedofilia, cannibalismo, vampirismo e mutilazione
Arresto23 luglio 1989
ProvvedimentiCondanna a morte per impiccagione.
Periodo detenzione23 luglio 1989 - 17 giugno 2008

Tsutomu Miyazaki (宮﨑 勤?, Miyazaki Tsutomu; Ōme, 21 agosto 1962Tokyo, 17 giugno 2008) è stato un serial killer giapponese anche conosciuto come "l'assassino Otaku", "Dracula" e "l'assassino di bambine", condannato a morte nel 2001 e giustiziato nel 2008.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato prematuro, Miyazaki soffriva di una deformazione alle mani che risultavano saldate ai polsi. Questo handicap gli impediva di piegare le mani verso l'alto e lo costringeva a muovere l'avambraccio per poter ruotare la mano.[1] A causa di questa deformità venne ostacolato nell'apprendimento durante il periodo in cui frequentò la scuola elementare Itsukaichi, venendo di conseguenza emarginato.

Nonostante questi problemi fu uno studente modello, fino a quando il suo rendimento scolastico non subì un brusco calo nel momento in cui iniziò a frequentare le scuole private medie e superiori Meidai Nakano. Questo calo di rendimento non gli consentì di essere ammesso all'Università Meiji. Invece di studiare inglese per poter a sua volta diventare un insegnante, come era nelle sue ambizioni, fu costretto a frequentare un'università biennale locale per diventare foto-tecnico.

Gli omicidi[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1988 e il 1989 Miyazaki uccise e mutilò 4 bambine di età compresa tra i 4 e i 7 anni, violentandone poi i cadaveri. Inoltre bevve il sangue delle bambine e mangiò la mano di una delle vittime,[2] che furono scelte casualmente. Dopo aver commesso i crimini egli terrorizzava le famiglie, inviando loro lettere in cui descriveva esplicitamente, nel dettaglio, ciò che aveva fatto alle loro figlie.

Il primo cadavere lo lasciò decomporre sulle colline vicino a casa sua, conservandone però i piedi e le mani, che vennero recuperati dopo il suo arresto; in un altro caso carbonizzò le ossa nel suo forno, inviandone le polveri in una scatola alla famiglia insieme a foto raffiguranti i vestiti, alcuni denti e una cartolina con scritto: "Mari. Ossa. Cremazione. Indagate. Dimostrate". La polizia riscontrò che tutte le famiglie erano state disturbate da strane chiamate, in cui l'interlocutore (presumibilmente Miyazaki) non parlava, ma restava in linea per anche 20 minuti.

Arresto[modifica | modifica wikitesto]

Il 23 luglio 1989, durante il tentativo di violentare una ragazza con l'obiettivo di una macchina fotografica, Miyazaki venne aggredito dal padre della ragazza e costretto a fuggire a piedi. Venne catturato dalla polizia mentre cercava di recuperare la sua auto. Durante una perquisizione nella sua abitazione la polizia trovò 5763 videocassette contenenti video pornografici, tra cui alcuni raffiguranti le sue vittime, e numerose fotografie, sempre raffiguranti le sue vittime. È stato riferito dalla polizia anche che Miyazaki era un appassionato di film horror e che aveva un'ampia collezione sul genere. L'ispirazione per i suoi delitti è stata presa dalla serie cinematografica Guinea Pig, in particolare dal secondo film della serie intitolato Flower of Flesh and Blood.

Nonostante le perquisizioni e le prove a suo carico Miyazaki è sempre rimasto indifferente all'arresto. A partire dal 1989 è stato ribattezzato l'assassino otaku. I suoi efferati omicidi hanno scatenato un panico morale in Giappone nei dintorni della città dove commise i delitti. Tuttavia i pareri su parte della vicenda sono contrastanti; ad esempio, quando vennero trovati numerosi video pornografici nella sua abitazione, lo scrittore giapponese Eiji Otsuka sospettò che si trattasse di una manipolazione del fotografo, in quanto la gente voleva capire l'assassino tramite i propri valori.[3] Anche un altro scrittore, Fumiya Ichihashi disse che le prove potevano esser state manipolate dalla polizia, che voleva incastrare Miyazaki per la serie di omicidi.[4] Dopo l'arresto del figlio, il padre di Miyazaki, che aveva rifiutato di sostenere le spese legali, si suicidò nel 1994.[5]

Processo e condanna[modifica | modifica wikitesto]

Il processo iniziò il 30 marzo 1990. Durante l'iter processuale l'imputato intervenne spesso con affermazioni prive di senso. Egli scaricò la responsabilità delle sue atrocità su un suo alter ego dalle sembianze di un uomo-ratto (Rat-Man), un personaggio che disegnò spesso sotto forma di cartone per la corte.[6]

A partire dal 1990 Miyazaki venne rinchiuso in carcere e la Prefettura di Saitama lo sottopose a valutazioni psichiatriche. I vari gruppi di medici che lo visitarono gli diagnosticarono una forte schizofrenia o dei disturbi dissociativi dell'identità.[1] Nonostante questa valutazione, il tribunale distrettuale di Tokyo ritenne che l'imputato fosse ancora in grado di comprendere la gravità delle azioni che stava commettendo, e pertanto lo condannò a morte per impiccagione il 14 aprile 1997. Il 28 giugno 2001 l'Alta Corte di Tokyo confermò la sua condanna a morte.[7]

Miyazaki definì i delitti commessi "un buon lavoro" e non si pentì mai delle sue azioni, né chiese scusa.[8][9] Prima della sua morte il killer Kaoru Kobayashi definì se stesso come "il futuro Tsutomu Miyazaki"[10], tuttavia Miyazaki affermò di non essere d'accordo con questo paragone, visto che Kobayashi non era stato sottoposto nemmeno ad un esame psichiatrico.[11] Il ministro della giustizia Kunio Hatoyama firmò l'esecuzione capitale[12] e l'imputato venne giustiziato per impiccagione il 17 giugno 2008[13].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Charles T. Whipple, "The Silencing of the Lambs", su charlest.whipple.net. URL consultato il 5 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2007). Internet Archive copy.
  2. ^ Serial child-killer hanged as Japan steps up death penalty, su news.scotsman.com, The Scotsman, 17 giugno 2008. URL consultato il 18 giugno 2008.
  3. ^ (JA) Kousetsu Kamiya, 大塚英志『「おたく」の精神史』, su www1.odn.ne.jp. URL consultato il 9 marzo 2008.
  4. ^ Miyazaki Tsutomu Jiken, su sunfield.ne.jp, Japanese Literature Webring. URL consultato il 18 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2008).
  5. ^ Japan executes notorious cannibal killer, su afp.google.com, AFP, 17 giugno 2008. URL consultato il 17 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2008).
  6. ^ Japanese 'cannibal killer' executed in Tokyo, in The Times, 17 giugno 2008. URL consultato il 17 giugno 2008.
  7. ^ Japan's Supreme Court upholds death penalty on child killer, in People's Daily, 17 gennaio 2006. URL consultato il 15 febbraio 2008.
  8. ^ (JA) 異常な犯罪、遺族への謝罪もなく…宮崎死刑囚, Yomiuri Shimbun, 17 giugno 2008. URL consultato il 17 giugno 2008.
  9. ^ Nerd cult murderer executed, The Daily Telegraph, 17 giugno 2008. URL consultato il 17 giugno 2008.
  10. ^ Defendant admits abducting and killing schoolgirl in Nara, in The Japan Times, 19 aprile 2005. URL consultato il 17 giugno 2008.
  11. ^ Miyazaki unrepentant to the last / Serial child killer goes to execution without apologizing or explaining his thinking, Yomiuri Shimbun, 18 giugno 2008. URL consultato il 18 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2008).
  12. ^ Reports: Japan executes man convicted of killing and mutilating young girls in 1980s, in International Herald Tribune, 17 giugno 2008. URL consultato il 18 giugno 2008.
  13. ^ Japan Hangs Three Killers As Pace of Executions Rises, Washington post, 17 giugno 2008. URL consultato il 18 giugno 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN257524052 · ISNI (EN0000 0003 7913 7909 · LCCN (ENnr91009554 · NDL (ENJA00735519 · WorldCat Identities (ENlccn-nr91009554
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