Trattato di Costantinopoli (1832)

Trattato di Costantinopoli
L'evoluzione territoriale del moderno Stato greco (1832-1947).
Firma28 luglio 1832
LuogoCostantinopoli
Effetticonclusione della guerra di indipendenza greca
PartiBandiera del Regno Unito Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda
Regno di Francia
Bandiera della Russia Impero russo
Bandiera della Turchia Impero Ottomano
FirmatariRegno Unito
Francia
Impero russo e Impero ottomano
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Il trattato di Costantinopoli (1832), sottoscritto il 21 luglio 1832 dai plenipotenziari del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, Regno di Francia, Impero russo ed Impero ottomano, sancì la conclusione della decennale guerra di indipendenza secondo i termini imposti da Londra, Parigi e San Pietroburgo alla convenzione di Londra del precedente 7 maggio.

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

La liberazione della Grecia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1821 aveva avuto inizio la guerra d'indipendenza greca. Dopo alterne vicende, il 20 ottobre 1827 essa ebbe una decisiva svolta con la distruzione della flotta turco-egiziana alla battaglia di Navarino e la successiva spedizione di Morea anglo-francese, che aveva costretto al ritiro il corpo di spedizione egiziano di Ibrāhīm Pascià, e poi sloggiato le scarse guarnigioni turche[1]

La Grecia sulle rovine di Missolungi, Delacroix.

Nel frattempo Mahmud II, Sultano di Costantinopoli, era totalmente impegnato a contrastare la parallela invasione russa. Questa venne terminata il 14 settembre 1829, con la pace di Adrianopoli: fra le molte clausole, la Porta accettava la creazione di uno stato Greco, retto da un principe ereditario, ma formalmente nominato dal Sultano e tenuto a pagare un tributo annuo alla Porta[2].

La incerta situazione politica greca[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni successivi l'attenzione delle grandi potenze venne distratta dagli avvenimenti che incalzavano in Belgio[3]. Mentre in Grecia, ormai libera da truppe turche, il 9 ottobre 1831, il presidente[4] Capodistria[5] sino al 1822 venne assassinato. Ne seguì una guerra civile. Nella confusione generale, nel 1830 aveva rinunciato al trono di Grecia il primo sovrano designato dalle potenze: Leopoldo di Sassonia-Coburgo (che, di lì a poco, sarebbe divenuto il primo sovrano del Belgio).

La ripresa delle trattative di pace[modifica | modifica wikitesto]

Le circostanze consentivano, quindi, un nuovo intervento delle grandi potenze. Il quale poteva ora essere giustificato senza forzare la mano al debolissimo governo greco.

La convenzione di Londra[modifica | modifica wikitesto]

Il 7 maggio 1832, i plenipotenziari britannico, francese, russo e bavarese sottoscrissero la convenzione di Londra: la Grecia sarebbe stata istituita in monarchia indipendente, sotto la guida del diciassettenne principe Ottone di Wittelsbach, rampollo della casa reale di Baviera. La successione sarebbe stata ereditaria. In nessun caso le due corone sarebbero state riunite. Il confine veniva stabilito alla linea Arta-Volo; la Baviera presentò una 'nota segreta' che proponeva un compromesso su Creta, ma non ebbe successo.
Veniva emesso un 'prestito greco'[6] per 2,4 milioni di sterline. La Porta veniva indennizzata con 40 milioni di piastre.

Il trattato di Costantinopoli[modifica | modifica wikitesto]

Restava da ottenere soltanto il, peraltro indispensabile, consenso della Porta. La quale, sinora, aveva rifiutato ogni passo, non avendo inviato alcun delegato alla conferenza di Poros.
All'uopo vennero incaricati gli ambasciatori anglo-franco-russi a Costantinopoli.
Il successo della missione non era scontato, dato che, sino a quel momento, il sultano Mahmud II era legato esclusivamente ai, a lui più favorevoli, termini del trattato di Adrianopoli (1829).
La situazione del sultano, tuttavia, era, se possibile ancora peggiorata, a causa della invasione della Siria e dell'Anatolia, iniziata nel novembre 1831 dal wali d'Egitto, Mehmet Ali. Accadde così che Mahmud II richiedesse una qualche forma di protezione alle potenze vincitrici, per lo meno a protezione della Anatolia. Tale promessa venne effettivamente concessa dal rappresentante britannico Canning e, il 21 giugno 1832, il Sultano accettò, infine, la convenzione.

Il trattato di Costantinopoli venne sottoscritto il 21 luglio 1832.

L'inizio dell'indipendenza greca[modifica | modifica wikitesto]

Re Ottone in abiti Albanesi.

Seguì un nuovo protocollo di Londra, del 3 febbraio 1833, che fissava i confini sulla linea Arto-Volo e chiudeva, definitivamente, la guerra d'indipendenza greca.

Contemporaneamente sbarcava a Nauplia, la capitale del neonato stato, il nuovo sovrano, Ottone, con 5'000 soldati Bavaresi.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atene e la Rumelia erano state liberate dagli insorti greci.
  2. ^ Secondo i termini stabiliti, il 2 dicembre 1828 sull'isola di Poros, dal britannico Canning, il francese Guilleminot ed il russo Ribeaupierre, in un rapporto congiunto ai propri governi. Il rapporto di Poros venne confermato dalle tre potenze, il 22 marzo 1829 con una convenzione.
  3. ^ Il 25 agosto 1830 insorgeva Bruxelles, in novembre veniva imposta una tregua, il 21 luglio 1831, veniva incoronato, a Bruxelles, il solito Leopoldo di Sassonia-Coburgo, il 2 agosto i Paesi Bassi invadevano il paese e veniva fermata, il 2 agosto 1832 Leopoldo sposava Luisa d'Orléans, figlia di Luigi Filippo re di Francia.
  4. ^ Nel maggio 1827 era stata approvata una costituzione repubblicana, ed eletto presidente Giovanni Capodistria.
  5. ^ Una figura eminente, già ministro degli esteri dello zar Alessandro
  6. ^ Ricordato come il secondo prestito greco, giacché un primo era stato emesso, anni prima dal governo rivoluzionario, con fortissimo sconto.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]