Tito Quinzio Peno Capitolino Crispino (console 208 a.C.)

Tito Quinzio Peno Capitolino Crispino
Console della Repubblica romana
Nome originaleTitus Quinctius Pennus Capitolinus Crispinus
Morte208 a.C.[1]
GensQuintia
Pretura209 a.C.[2] (Capua)[3]
Consolato208 a.C.[1]

Tito Quinzio Crispino[4] (in latino: Titus Quinctius Pennus Capitolinus Crispinus; ... – 208 a.C.[1]) è stato un politico romano della gens Quinctia, morto in combattimento durante la seconda guerra punica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 213 a.C., Marco Claudio Marcello venne verso Siracusa per assediarla. Concesse, quindi, ad Appio Claudio il permesso di recarsi a Roma per ottenere il consolato, ed al suo posto, a capo della flotta, pose Tito Quinzio Crispino.[5] Nel 212 a.C., venne sfidato a duello da Badio Campano davanti a Capua e ai due eserciti schierati. In passato Badio era stato suo ospite a Roma, quando era malato.[6] Alla fine Crispino, avutane licenza da parte dei consoli, afferrate le armi, scese da cavallo e provocò Badio a battaglia. Il campano venne prima trafitto con l'asta, poi finito mentre cercava rifugio tra i suoi. Per questo successo fu condotto dai consoli, Q.Fulvio Flacco e Appio Claudio Pulcro, che lo lodarono e gli fecero magnifici doni.[7]

In qualità di legato di Marco Claudio Marcello respinse l'attacco del siracusano Ippocrate - genero di Gerone di Siracusa - verso la città medesima (212 a.C.).[8] Nel 209 a.C. venne nominato pretore[2] con il compito di difendere Capua,[3] accompagnato dell'esercito che in precedenza aveva avuto Fulvio Flacco, vale a dire una legione ed un'ala di socii.[9]

Nel 208 a.C. venne eletto console insieme a Marco Claudio Marcello, che ricopriva allora la carica di console per la quinta volta[10]; durante una ricognizione nei pressi di Venusia con un contingente ridotto di 200 cavalieri insieme all'altro console[11], cadde in un'imboscata dai cavalieri cartaginesi e numidi agli ordini di Annibale.[1][12] Claudio Marcello venne ucciso, mentre Crispino rimase gravemente ferito; riuscì tuttavia a riparare nei pressi di Salapia ed impedirne la conquista da parte di Annibale. Morì per le ferite riportate, dopo aver nominato dittatore Manlio Torquato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Scullard 1992, vol. I, p. 282.
  2. ^ a b Livio, XXVII, 6.12.
  3. ^ a b Livio, XXVII, 7.8.
  4. ^ William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 8, Boston: Little, Brown and Company, Vol.1 p. 606 Archiviato il 15 gennaio 2013 in Internet Archive.
  5. ^ Livio, XXIV, 39.11-12.
  6. ^ Livio, XXV, 18.4-9.
  7. ^ Livio, XXV, 18.10-15.
  8. ^ Livio, XXV, 26.4-5.
  9. ^ Livio, XXVII, 7.11.
  10. ^ PlutarcoVita di Marcello 25-27.
  11. ^ PlutarcoVita di Marcello 28-30.
  12. ^ Livio, XXVII, 21-23; 25-28.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne
Predecessore Fasti consulares Successore
Quinto Fabio Massimo Verrucoso V
e
Quinto Fulvio Flacco IV
208 a.C.
con Marco Claudio Marcello V
Gaio Claudio Nerone
e
Marco Livio Salinatore II