Tiburio

Sezione della chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza: il tiburio nasconde esternamente la cupola entro una complessa forma cilindrica
Tiburio della chiesa di Santo Stefano a Verona.

Il tiburio è un elemento architettonico che racchiude al suo interno una cupola proteggendola. Può assumere svariate forme, come quella cilindrica, cubica, parallelepipeda o prismatica, a seconda che la cupola abbia pianta poligonale o circolare. Generalmente è costituito da un tetto a spioventi chiuso in sommità da una lanterna.

Il tiburio fu usato con frequenza nell'architettura sacra bizantina, romanica e gotica e in edifici rinascimentali.

Tiburi sono presenti ad esempio nell'abbazia di Chiaravalle, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro, nella basilica di Sant'Ambrogio e nel Duomo a Milano, nella basilica della Santissima Annunziata (di Leon Battista Alberti), nella basilica di Sant'Andrea di Vercelli, nel Duomo di Pavia, nella chiesa di Santo Stefano a Verona, nel battistero di San Giovanni a Firenze, nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Cosenza, nella basilica di San Vitale a Ravenna e nella chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza (di Francesco Borromini) a Roma[1] e anche nel Mausoleo di Galla Placidia, Ravenna.

Da un punto di vista statico, il tiburio copre la cupola senza gravarvi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marcello Piacentini, Una nuova chiesa romana dell'architetto Giovanni Muzio, in Fede e Arte, 2.1954, p. 1

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luca Beltrami, Leonardo da Vinci negli studi per il tiburio della cattedrale di Milano, Milano, 1903.
  • Marcello Piacentini, Una nuova chiesa romana dell'architetto Giovanni Muzio, in Fede e Arte, 2.1954, p. 1.

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